Testo espositivo e WRW: il manuale di storia lo creano gli studenti

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Sabina Minuto da tre anni usa il metodo WRW anche in storia e fa costruire ai ragazzi un testo (personale) che sostituisce il manuale.

Come faccio a lavorare al testo espositivo con il metodo WRW? È abbastanza difficile in effetti. La parte facile è l’autobiografico. Lí, fra attivatori, testi mentore e albi illustrati, diciamo che te la cavi in modo più facile. Ma non è tutto: io devo affrontare il testo espositivo e dare le basi per la futura traccia d’esame. Non mi è mai piaciuta l’impostazione tradizionale data a questo testo dalle antologie e ho sempre pensato che ci fossero modi più “autentici” per scrivere un buon espositivo.

In effetti ho studiato sia sui maestri americani che trattano la non fiction in modo meno asettico, sia su alcuni manuali di scrittura, sia osservando me stessa come scrittrice e come lettrice. Ed è così che ho trovato e sperimentato quello che mi sembra funzioni. Fra i testi in inglese questo credo sia il più semplice: Georgia Heard, Finding the Heart of Nonfiction: Teaching 7 Essential Craft Tools With Mentor Texts (Heinemann). Un testo agevole, ricco di idee che mi hanno convinto. Scrivo ora in ordine sparso le idee che ho sperimentato in questi 5 anni alle superiori.

L’espositivo in storia
Poiché in realtà esporre ha come fine dare informazioni al lettore è da circa tre anni che lo uso per far costruire ai ragazzi un testo sulle informazioni di storia che hanno acquisito. In questo modo ottengo una doppia valutazione di storia e di italiano. Non abbiamo libro. Partiamo solo da fonti iconografiche, presentazioni mie, filmati alla LIM e tante letture in cui applicano lo schema a Y ( domande, connessioni , fatti – che sostituiscono le impressioni). Come letture attingo da documenti storici o più facilmente dalla storia narrata come quella di “Breve storia del mondo” di Enrich Gombrich (Salani) oppure “La storia del mondo in 100 oggetti” di Neil MacGregor (Adelphi). Anche in storia lo schema a Y è veramente uno strumento potente di pensiero. Sempre. I ragazzi, poi, ad ogni paragrafo incollano immagini che abbiamo usato (se vogliono) e ne fanno una didascalia che non è affatto un banale compito. In pratica costruiscono un loro particolare testo di storia con i loro appunti, la loro rielaborazione personale e i loro particolari processi di scrittura. In storia ovviamente l’espositivo perde l’idea della libertà dello scrittore. Cioè sono io, come docente, che decido il periodo o l’argomento. E come saprete la scelta di chi scrive è un caposaldo del metodo WRW. Per ovviare a questo, sperimento ad esempio l’ espositivo su un personaggio a scelta dei ragazzi. Questo mi permette di lavorare con il WRW classico: attivatori, prescrittura, minilesson, stesura bozze, consegna cioè pubblicazione.

Ho usato come attivatore l’albo “Il suo piede destro” di David Eggers (Mondadori) che contiene una lunga parte espositiva sulla storia della statua della libertà ma nel contempo mostra come si possa esporre ed argomentare anche narrando aneddoti e rendendo più vivo il testo. Ho poi proposto testi mentore da mappare: uno sul premio Nobel per la pace 2019 Abiy Ahmed Ali e uno sul calciatore Sadio Manè. Smontandoli abbiamo individuato alcune tecniche di scrittura importanti e le abbiamo mappate. Cosa si intende? Come ho imparato dai maestri americani si può proporre agli studenti di elaborare una leggenda con simboli particolari per segnalare le tecniche usate dopo averle riconosciute. Nel frattempo ognuno ha scelto il suo personaggio, quello su cui aveva piacere di scrivere. A questo punto ho introdotto la tabella KWL: ossia Know What Learn. È una ottima opera di prescrittura per mettere a punto le idee su cui lavorare. I ragazzi hanno compilato in classe la prima colonna e poi si sono fatti domande per arrivare a completare anche la seconda. Cosa so? Cosa invece mi manca e vorrei sapere? A questo punto entra in gioco il cellulare. Lo devono usare per la terza colonna in modo da reperire tutte le informazioni che vogliono imparare sul loro personaggio. Possono anche consultare alcuni testi espositivi facili che ho in biblioteca e ho comperato negli anni (specie sui campioni dello sport o su personaggi come Mandela o Martin Luther King).

Io nel frattempo ho scritto il mio testo espositivo mentore: ho fatto metacognizione sul mio modo di scrivere e impostato alcune minilesson fondamentali.

Eccone alcune:
● Come iniziare? Tre incipit presi da testi mentore diversi. In uno ho insistito molto sugli aneddoti personali della vita del personaggio scelti ovviamente ad hoc in modo da rendere più brillante il testo.
● Come strutturare i paragrafi: minilesson da Jennifer Serravallo sul paragrafo tradizionale (tecnica scatola/ proiettili) e sul paragrafo costruito sui contrasti (perché a me piace molto).
● Come fare una buona chiusura: ho preso idee da me stessa come scrittrice e dal testo di W. Zinsser “ Scrivere bene” (Dino Audino editore 2008 ), una vera bibbia per gli scrittori.
● Ogni testo espositivo deve avere un focus cioè deve attirare il lettore per cui chi scrive deve trovare per cosí dire un buon filo conduttore. Trovare un focus per il proprio testo è attività complessa. Aiuta anche a collegare bene i paragrafi fra loro per tenere unita la struttura.Ci dobbiamo chiedere: cosa voglio che rimanga al lettore di questo argomento? E su quello lavorare.
● Faró di nuovo anche la minilesson indispensabile sui titoli perché li aiuta a lavorare anche in vista della maturità. Le parole chiave saranno anche il modo per rivedere il focus e correggere eventualmente il tiro.

A questo punto siamo alle bozze. Mi pare che i ragazzi stiano lavorando bene. Prima della consegna finale daró loro una check list di controllo per vedere che nel testo ci sia tutto quanto richiesto dalla griglia di valutazione concordata con loro in fase iniziale. Tutto per ora funziona. Il lavoro avviato pare procedere. Ho specificato che non voglio testi banali ma “avvincenti come romanzi e pieni come enciclopedie.” Vedremo i risultati. Io sono fiduciosa

Credits immagine: illustrazione di David Eggers da “Il suo piede destro”, Mondadori ragazzi

Docente di lettere a Savona e formatrice. Con Linee di WRW si occupa di didattica dell’italiano cioè di come si possa insegnare a leggere e scrivere. Il Writing and Reading Workshop le ha fornito idee, strumenti, pensiero. Studia e continua a sperimentare. Collabora con l’associazione culturale T21 nel campo del teatro sociale.

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