Eliminate le sostanze tossiche che avvelenano l’insegnamento, al professor Marco Dallari abbiamo chiesto di raccontarci cosa accade in una classe che rispetta e alimenta il pensiero impertinente, a partire dall’apertura del registro. Pronti?
La seconda domanda che abbiamo rivolto al professor Dallari, che si è prestato a parlare di didattica in modo non convenzionale, dopo i veleni da evitare in classe, è questa: dopo il suono della campanella, quando inizia la lezione e si apre il registro per l’appello, cosa accade? Cosa non manca mai in una classe che tiene in considerazione il pensiero impertinente?
Quando inizia la lezione e si apre il registro per l’appello, cosa accade? Cosa non manca mai nella didattica che tiene in considerazione il pensiero impertinente?
Il registro è stato impacchettato ritualmente come in un’opera di Christo: al suo posto vediamo quattro volumi di cui ogni giorno viene letto un capitolo prima di dare inizio ad attività laboratoriali, di cooperative learning, e di didattica interdisciplinare per progetti.
Gesta e opinioni del dottor Faustroll, patafisico di Alfred Jarry, Adelphi
Definizione: La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità.
Risvolto di copertina: Con questo libro si rivelò al mondo, nell’anno 1911, la scienza delle scienze, che tutte le altre ingloba e vanifica: la patafisica, «scienza delle soluzioni immaginarie», che si prefigge di studiare le leggi che reggono le eccezioni (quindi, in modo più o meno evidente, tutto) e di spiegare l’universo supplementare al nostro. Suo araldo è il dottor Faustroll, «negromante moderno, mescolanza di uomo e di marionetta, di trasposizione mitica e di caricatura» (Sergio Solmi). Al pari di tanti eroi delle favole, il dottor Faustroll deve compiere un viaggio – e la sua imbarcazione si spingerà indifferentemente per terra, per mare o per le vie della città. Le varie «isole» a cui approda sono altrettante costellazioni sull’atlante celeste della décadence, come dire su quello che ancora oggi è il nostro cielo. Lì vegliano invisibili numi protettori, che rispondono volta a volta ai nomi di Lautréamont e di Bloy, di Mallarmé e di Gauguin, di Schwob e di Verne. E lì sentiremo risuonare l’inestinguibile riso patafisico, che si sovrappone a quello più antico di Rabelais, in quanto «coscienza viva di una dualità assurda e che salta agli occhi». In quanto tale, precisava Daumal, esso è «la sola espressione umana dell’identità dei contrari (e, cosa notevole, ne è l’espressione in una lingua universale)».
OuLiPo (officina di letteratura potenziale) Oulipo. La letteratura potenziale. Creazioni, ri-creazioni, ricreazioni, Clueb
Quando Raymond Queneau cercava di spiegare cosa fosse l’OULIPO, egli precisava che alcuni suoi lavori potevano pur sembrare semplici scherzi, semplici jeux d’esprit, ma ricordava che anche la topologia o la teoria dei numeri vennero fuori, almeno in parte, da quella che una volta si chiamava la “matematica divertente”. “Si può pure ritenere” -dice Queneau- “che i Carolingi, il giorno in cui hanno incominciato a contare sulle dita 6, 8, 12 per fare versi, hanno compiuto un lavoro oulipiano”. I suoi Cent mille milliards de poèmes costituiscono il passaggio dalla matematica alla sua “letteralizzazione”: vengono scritti dieci sonetti con le stesse rime e con una struttura grammaticale tale che ogni verso di ciascun sonetto è intercambiabile con ogni altro verso situato nella stessa posizione. Per ciascun verso si avranno così dieci possibili scelte indipendenti; poiché i versi sono 14, si avranno in totale 1014 sonetti, cioè centomila miliardi di poesie. Un’altra opera di Queneau, Exercises de style, nasce invece dall’idea di realizzare in campo letterario quella libertà di variazioni su tema possibile nella musica e così un semplice e insignificante episodio di vita quotidiana viene ripetuto 99 volte in 99 stili differenti: c’è la maniera lipogrammatica, la versione filosofica, la trasposizione giudiziaria, la traduzione onomatopeica, lo stile ampolloso, la lettura retrograda, quella telegrafica, quella in versi ed altre ancora.
Grammatica della fantasia di Gianni Rodari, Einaudi Ragazzi
“… Una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere…”
I draghi locopei di Ersilia Zamponi, Giulio Einaudi Editore
La soddisfazione per un’invenzione linguistica che piace, l’emozione dell’intuire e dell’indovinare, la sorpresa di una combinazione casuale, la sfida dell’enigma o la trasgressione del nonsense, la spensieratezza della comicità, l’intelligenza dell’ironia
Questa è la vita dei Draghi locopei: Ersilia Zamponi, un’insegnante sensibile e inventiva, e i ragazzi di una scuola media intitolata a Gianni Rodari, sul lago d’Orta. Assieme hanno usato le parole – i loro nomi, i nomi dei loro professori e delle squadre di calcio preferite, le parole dei libri e quelle della pubblicità – non per parlare o scrivere ma per trasformarle. Il loro inno è un esilarante rovesciamento di quello di Mameli: «Sorelle di Francia | la Francia va a letto | col piede infilato | in una ciabatta». «L’unico modo davvero possibile, davvero serio, per imparare a usare, a possedere, ad amare la lingua», avrebbe osservato Giovanni Raboni. Sono gli Esercizi di stile della scuola e hanno sedotto molti altri insegnanti, studenti e lettori comuni: è quasi impossibile incontrare I Draghi locopei senza sentire la voglia di emularne i giochi. Stefano Bartezzaghi
*Marco Dallari è professore ordinario di Pedagogia generale all’Università di Trento e alla Scuola di Specializzazione per l’Istruzione Secondaria (SSIS) di Rovereto e autore di numerosi saggi.