Contare come rituale, contare per aspettare, contare per ordinare: ecco un’attività da proporre in classe
Contare è l’operazione fondamentale della matematica: la scopriamo però ancora prima della matematica stessa, e allora è vertigine, gioco, attesa, scoperta del tempo e della durata, filastrocca e ritmo.
Questi esercizi sono una serie di brevi suggestioni da usare in classe, adattandoli alle varie fasce d’età, e alle esigenze concrete del gruppo e dei singoli. Sono esercizi sul contare, e possono aprire molte porte e finestre impreviste.
Le conte
- Chiedete se i bambini conoscono un metodo per decidere chi sta sotto o chi inizia un gioco. Insomma: chiedete come fanno la conta.
- Ogni conta va bene: anghinghé, passa paperino, sotto il ponte di Baracca, Ambarabà ciccì coccò.
- Le conte usano parole misteriose, che chiedono di essere mandate a memoria. Esattamente come i numeri in una lingua che non si conosce.
- In fondo anche i numeri conoscono quel ritmo segreto delle conte. Provate a cantilenare i numeri in una lingua che conoscete: i primi numeri sono tutti parole misteriose, che dopo un po’ iniziano a richiamarsi tra di loro in grandi famiglie.
Un calendario dell’avvento
- Prendete un calendario dell’avvento e guardate come è fatto: ci sono tanti numeri, e ogni numero corrisponde a un giorno; ogni giorno bisogna aprire una finestrella, e quindi a ogni numero corrisponde un giorno e un’azione. Il calendario è un ritmo lento di avvicinamento, che ci insegna a gestire un’attesa, e ci prepara all’arrivo di un dato giorno.
- Contare è anche scomporre qualcosa in parti più piccole, perché le si possa contare.
- Facciamo la stessa cosa anche quando chiudiamo gli occhi e contiamo fino a dieci, in fin dei conti.
- Proviamo a costruire dei piccoli calendari con poche finestrelle, che ci permettano di attraversare momenti anche diversi dal Natale: potremmo avere un minutario per raccontare i momenti prima di andare a dormire, o un secondario che ci aiuta a resistere qualche secondo prima di mangiare il dolce (perché tutti lo abbiano nel piatto).
Dalle finestrelle alle porte
- Trasformiamo la nostra scuola in un calendario dell’avvento.
- Non ci sono delle finestrelle, ma potremmo usare le porte.
- Cerchiamo di capire come potremmo mettere qualcosa di nascosto dietro ogni porta.
- Poi, dobbiamo decidere in che ordine vanno aperte le porte, e quando (ogni giorno? Ogni settimana?)
- Le porte hanno di buono che sono grandi: dietro possiamo nascondere anche più di una cosa.
- Quale ordine abbiamo scelto? Qual è la porta numero 1?
Le stelle
- Come potremmo contare le stelle?
- Certo, sono tante… ma in che ordine possiamo contarle?
- Come possiamo contare gli alberi di un bosco? E le case di una città?
I barattoli
- Facciamo un altro semplice calendario dell’avvento, con 24 piccoli barattoli numerati.
- Invece di aprire una finestrina, dovremo svitare un barattolo.
- Come sistemiamo i barattoli? C’è un modo ordinato? Possiamo fare per esempio sei file di quattro o quattro di sei… così nascondiamo o scopriamo le moltiplicazioni.
- Se facciamo delle file ordinate, l’ultima colonna conterrà sempre tutti i multipli di un certo numero: è quello che succede quando contiamo di cinque in cinque, o di dieci in dieci. Mettendo insieme solo le “ultime colonne”, potremo montare la tavola pitagorica.
- Se invece ci sono delle file più corte, abbiamo “il resto” di una divisione.
Il barattolo mancante
- Togliamo un barattolo dal nostro calendario: abbiamo un buco.
- Contare è anche un ottimo modo per capire quali sono i buchi mancanti all’interno di un ordine, per capire cosa c’è e cosa manca.
Contiamoci
- Contiamo le parti di noi: abbiamo due occhi, una bocca, un naso e due narici…
- Tutti insieme, quanti occhi siamo? Quante dita abbiamo?
- Quanti pensieri e quanti sogni abbiamo?
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Foto di copertina by luis arias on Unsplash