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Laboratori sensoriali: la percezione dei cinque sensi nella didattica

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In un laboratorio sensoriale si sollecitano le proprie percezioni attraverso lo stimolo dei cinque sensi: questo si rivela un esercizio utile anche in ambito didattico, in particolar modo per la riflessione e la scrittura autobiografica ed emozionale.

Per fare in modo che i nostri studenti possano acquisire maggior consapevolezza di sé, valorizzare le proprie risorse e saper riconoscere emozioni e stati d’animo, progettare laboratori sensoriali in classe può rivelarsi di notevole utilità.

Far sperimentare ai bambini/ragazzi sensazioni visive, uditive, tattili, olfattive e gustative può risultare un ottimo modo per aiutarli a conoscere se stessi e a nominare emozioni provate, ricordate o in divenire.

Esperire situazioni inconsuete e piacevoli non solo agisce sulla consapevolezza della propria interiorità, ma influisce in modo significativo anche in ambito più propriamente didattico. Cominciare un percorso di scrittura autobiografica con degli esercizi di stimolazione sensoriale, ad esempio, è un ottimo sistema per allenarsi all’introspezione e all’indagine di sé.

Suggestioni sensoriali: riferimenti pedagogici

Per sperimentare con i nostri studenti delle attività di stimolazione sensoriale, utili – ad esempio – anche per avviare pratiche di scrittura autobiografica o emozionale, molti possono essere gli spunti da cui attingere.

Tra questi, idee ricavate dalla pedagogia montessoriana o dai consigli di scrittura presentati da docenti o scrittori esperti, tra cui Antonella Cilento.

La Cilento nel libro La caffettiera di carta offre interessanti suggerimenti ricavati dalle attività che lei stessa presenta agli allievi dei suoi corsi di scrittura e ribadisce l’importanza delle stimolazioni sensoriali per il riconoscimento delle emozioni e per l’indagine profonda della propria interiorità.

Quando si scrive si rievocano visioni e la capacità di avere visioni è un valore da salvare. Poiché abitiamo tra immagini pensate da altri che tutti i giorni ci bombardano, smettiamo di allenare la nostra capacità di produrre immagini. Scrivere (e leggere) sono attività in cui la nostra capacità di avere visioni resta indipendente: chiudo gli occhi e vedo.

Partendo da queste considerazioni, la Cilento suggerisce alcune attività da far svolgere in aula focalizzate ognuna sulla sollecitazione di ciascuno dei cinque sensi. Vediamole insieme.

Suggestioni sensoriali: alcune attività da realizzare in classe

La vista

La vista è il senso che utilizziamo di più e in un laboratorio di allenamento sensoriale sulla vista esercizi da proporre possono essere svariate.

Un’attività da proporre in classe può essere “La montagna di cartoline”, in cui gli studenti scelgono una delle numerose cartoline sparse per terra.

Ne segue una scrittura libera di circa dieci minuti durante la quale non è importante la descrizione della cartolina, bensì il racconto di dove ci conduce l’immaginazione a partire dal luogo osservato.

L’esercizio può essere fatto anche utilizzando quadri, foto, illustrazioni o ritagli di immagini pubblicitarie. Insieme agli studenti può scrivere anche l’insegnante e, finito il tempo della scrittura, segue la fase di condivisione, libera ma sapientemente incentivata.

Il gusto

Per sollecitare il gusto si possono fare esperimenti sensoriali su sapori o pietanze da far assaggiare, con scrittura libera di sensazioni o ricordi riaffiorati, seguendo un po’ l’esempio magistralmente descritto dallo scrittore Marcel Proust in occasione dell’assaggio della petite madeleine.

In classe occorre fare estrema attenzione alla normativa scolastica vigente in materia di somministrazione di cibo e bevande, ma un escamotage potrebbe essere quello di lavorare su alimenti che i ragazzi portano direttamente da casa. Si assaggia e si scrive. Gli input da fornire possono essere liberi o riferiti ai primi sapori ricordati oppure a cibi peggiori/migliori mai mangiati.

L’olfatto

Olfatto e gusto sono considerati sensi molto vicini nelle pratiche di laboratorio della Cilento. Si possono portare in classe vasetti con spezie, pezzi di limone/arancio, polvere/chicchi di caffè, campioncini di profumo, candele, colla (chi di noi non ricordi l’odore della Coccoina?)

Anche in questo caso si annusa e si scrive, o in modo libero o con input simili forniti in occasione del gusto. È comunque estremamente interessante ricordare e scrivere i pensieri che emergono da odori già sentiti in modo spontaneo e immediato.

L’udito

Udito e musica possono considerarsi in simbiosi in qualsiasi pratica di laboratorio. Scrivere con la musica ha molte funzioni, ad esempio sblocca le libere associazioni e fa tornare alla mente scene o sensazioni paralizzate da tempo.

Importante è scegliere un brano strumentale o comunque una musica che non contenga parole riconoscibili, altrimenti chi scrive ne sarà distratto o influenzato.

Altre attività attraverso cui sollecitare l’udito possono essere fatte anche all’aperto, magari entrando all’interno di un mercato o di un evento sociale altamente frequentato.

Ma interessanti input di scrittura possono essere forniti anche in classe richiamando musica, suoni preferiti o, all’opposto, suoni o rumori ritenuti insopportabili.

Il tatto

Per sollecitare il tatto, le scatole sensoriali – provenienti da un’idea della grande Maria Montessori – rappresentano una strategia estremamente efficace.

Per realizzarle occorrono scatole comuni da sigillare dopo aver praticato un foro laterale per poter inserire la mano e permettere l’esplorazione dell’interno.

Nella scatola potranno essere inseriti i materiali più disparati: ovatta, forchette di plastica, spugne, oggetti in metallo, carta vetrata, seta, pelouche, piume d’uccello.

Si inserisce la mano, si stimola il senso del tatto e si scrive ciò che si percepisce e ciò che la mente ci suggerisce.

Se la scatola sensoriale può apparire di difficile gestione o realizzazione, può andare benissimo l’utilizzo di sacchetti di stoffa con le medesime modalità.

Qui un video-tutorial per creare scatole sensoriali secondo il metodo Montessori:

Ed è ancora Antonella Cilento a chiarire il valore e l’importanza di queste prime attività di scrittura dedicate alla sollecitazione sensoriale:

Queste prime lezioni dedicate ai sensi producono nei quaderni del laboratorio materie molteplici e indisciplinate ma potenti. Senza allenamento alla libera scrittura, senza la pesca cieca dentro di noi, senza il nostro corpo, le regole della storia vi paralizzeranno. Lo scopo non è la performance finale, ma la varietà dell’esperienza interiore, senza la quale scriveremmo storie scolastiche, ovvietà. La cura, la continuità, la disciplina edificano e allargano la scrittura: ci è chiesto di tenere pulito il canale da cui emergono le voci, le storie, le sensazioni e le confuse emozioni che noi siamo. E, in un altro momento, ci è chiesto di pulire e limare. E tutto questo va fatto senza ansie, senza paura e senza pigrizia. La scrittura chiede che le emozioni profonde saltino fuori e che cadano le maschere. La scrittura chiede che si smetta di recitare l’esistenza per entrare nel grande teatro del sogno.

Foto copertina di Solstice Hannan su Unsplash

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