Fare e vedere teatro a scuola: ecco perché è necessario
Dire, fare, vedere teatro: la perfetta armonia tra razionalità e creatività tra i banchi di scuola.
Sicuramente anche tu, nel tuo lungo percorso scolastico, ti sei avvicinato/a almeno una volta al fare e vedere teatro. Chi non ricorda, infatti, di aver preso parte ad una recita di fine anno, seppur nei panni del cespuglio immobile in 3° fila (comunque con una sua utilità ai fini della storia)?
Fare teatro è un’esperienza che coinvolge, fa riflettere, emoziona, avvicina agli altri; che siano le emozioni dei compagni sul palco, o l’empatico sentire del pubblico in ascolto.
Il medesimo turbinio di emozioni – dallo spegnersi delle luci in sala e il dissolversi del brusio, fino agli applausi finali – lo vive anche chi ne è spettatore.
Nella nostra società, in cui si moltiplicano le piattaforme social, è ancora uno strumento valido il teatro a scuola?
Oggi più che mai, con alunni che – figli dell’era Hi-Tech – mangiano pane e video Tik Tok, il teatro rappresenta uno strumento valido ed efficace. Contrasta infatti la loro grande incapacità di mantenere l’attenzione e la concentrazione, arricchisce le capacità creative e comunicative, migliora il lavoro di gruppo. Anzi, lo costruisce e fortifica, il gruppo.
Un gruppo da cui nessuno è escluso: al suo interno non esiste un qualcosa che non si sa o che non si riesce a fare, e le caratteristiche di ognuno/a trovano qui la propria dimensione.
Se ci fermiamo un attimo a pensare, il fare teatro appartiene all’istinto di ogni bambino/a che, in gruppo o da solo/a, si diverte giocando a “fare finta che”.
Facciamo finta che io sono una principessa e tu sei un principe, e voliamo con i nostri unicorni sopra l’arcobaleno, fino ad arrivare a toccare il sole?
Due personaggi, una storia, tanta fantasia: il teatro è servito.
Dunque l’attività teatrale è puro estro ed emozione?
Sicuramente è un ottimo mezzo per il recupero della propria affettività, della propria immaginazione e creatività; non è però da intendersi solo su un piano puramente irrazionale.
L’attività teatrale è infatti anche costruzione, processo cognitivo, tecnica. Dunque, pura razionalità.
All’interno del programma didattico, l’attività teatrale – diversa dalla teatralizzazione – si pone come un lavoro trasversale. Ben impostata, si interseca con l’educazione linguistica e psicomotoria dell’immagine, del suono, della musica, ma anche con la storia, la geografia e – incredibile! – persino con la matematica.
Come una qualsiasi materia scolastica, anche l’attività teatrale deve essere:
- programmata annualmente
- diluita nell’arco dell’anno
- seguita da un operatore teatrale esterno, affiancato dal docente disposto a “mettersi in gioco”, con preferibilmente alle spalle corsi/laboratori di teatro
È bene ricordare di non separare le 2 componenti dell’attività teatrale: il fare e vedere teatro si prendono a braccetto e si rafforzano vicendevolmente, andando ad integrare con perfetta armonia quegli aspetti di razionalità e creatività spesso tenuti separati nella scuola.