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Gender Gap nelle STEM: tema caldo a DIDACTA e non solo!

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Donne e materie STEM: a che punto siamo? Breve analisi sul tema, con tre convegni da non perdere a DIDACTA, una campagna educativa e un’attività gratuita da scaricare!

Quest’anno a DIDACTA, la più importante manifestazione sull’innovazione della scuola in Italia (8-10 marzo, Fortezza da Basso, Firenze), sarà dato ampio spazio al tema delle STEM, ma non solo.

Sarà na tre giorni con oltre 800 eventi formativi, tra workshop, seminari e convegni, dedicati al mondo della scuola (qui trovi il nostro articolo sulla passata edizione, e qui il programma di quest’anno).

Visto dunque che le danze si apriranno proprio l’8 marzo, giornata della Festa della Donna, viene naturale una riflessione a proposito di Donne e Materie STEM.

A che punto siamo?

Non la tiriamo per le lunghe lo diciamo subito: nonostante l’importante raggiungimento della parità di genere nell’educazione di primo e secondo livello (anzi, le donne, in Europa,  sono addirittura più inclini a intraprendere gli studi universitari), non siamo ancora ad un buon punto. Il gender gap è infatti ancora assai evidente, davanti a noi.

Le statistiche parlano chiaro: nel mondo, anche se risultano più donne iscritte all’università, meno di 4 laureati su 10 nelle materie STEM sono donne. Inoltre, il tasso di occupazione ad un anno dalla laurea degli uomini laureati STEM è più elevato di quello femminile (91,8% contro l’89%), così come la retribuzione non risulta paritaria: le donne laureate in queste materie ricevono circa 300 euro mensili in meno della controparte maschile.

Percorso STEM? No, grazie!

Fattori individuali, elementi sociali, background familiare: sono molti i motivi che tengono le ragazze alla larga dalle materie scientifiche.

  • Mancanza di motivazione personale e di autostima: non ci si sente in grado di poter addentrarsi dentro materie oscure come la matematica.
  • Pregiudizi e stereotipi duri a morire: fin da piccole le bambine sono portate a sentirsi inferiori ai maschi, nelle materie scientifiche.  
  • Mancanza di modelli nell’immaginario collettivo, che alimenta gli stereotipi persino negli insegnanti (a proposito degli sparuti modelli femminili nel campo delle STEM, invitiamo i docenti a raccontare agli studenti e alle studentesse la storia di Rosalind Franklin, perfetto simbolo della posizione di inferiorità delle donne nel Pantheon della scienza).
  • Svantaggio nel luogo del lavoro: la questione “maternità” è ancora vista come un ostacolo all’ascesa della carriera lavorativa. A parità di competenze, si preferisce ancora assumere un uomo, libero da futuri obblighi famigliari.
Diversità come fattore essenziale nella ricerca

Risolvere questo gender gap, che abbraccia appunto anche il divario salariale, è una sfida che dobbiamo vincere non solo per i benefici individuali delle singole donne, ma per il bene della società stessa.

Avere più donne – e quindi individui – nella scienza, garantisce maggiore capitale umano in grado di affrontare le sfide tecnologico-scientifiche del futuro. Poter infatti osservare un problema da diverse prospettive aumenta la possibilità di trovare soluzioni, e questo perché la diversità di un gruppo di persone risulta più importante delle abilità individuali.

in risposta a ciò, e al peggioramento della condizione femminile dovuta al Covid-19, è stata formata una task force tutta al femminile dall’ex Ministro per le Pari Opportunità Elena Bonetti (“Donne per un nuovo Rinascimento”), che include anche la promozione e l’incentivo a formarsi nelle materie STEM.

Tre convegni, una campagna educativa e un’attività gratuita

Tornando alla fiera DIDACTA, ecco qualche appuntamento da segnarsi in agenda, a tema STEM e Gender Gap:

Mentre in materia di campagne educative, “Futuri fantastici e dove trovarli. Le Stem senza differenza di genere” è la nuova campagna di Librì, realizzata in collaborazione con Capgemini, che ha come obiettivo quello di introdurre insegnanti e ragazzi al tema del gender gap nelle professioni STEM e più in generale alla tematica della scelta scolastica e professionale.

Infine, la Fondazione AIRC ci viene in aiuto e ci spiega in cosa consiste il lavoro del ricercatore e della ricercatrice, con test e attività da scaricare gratuitamente qui e da utilizzare in classe: buon lavoro!

Fonte articolo

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