Dai prerequisiti al corsivo Michela Vandelli, esperta nei processi di apprendimento, ci parla di corretto apprendimento della scrittura.
La scrittura è un’attività complessa che richiede dei prerequisiti specifici e che non è innata: nessuno, infatti, nasce sapendo scrivere, è un’abilità che va appresa con i giusti insegnamenti, partendo già dalla scuola dell’infanzia con lo sviluppo delle capacità motorie dei bambini. Si ottengono buoni risultati anche sui bambini più in difficoltà o con sospetta DSA se si procede con calma nell’avvicinarli alla scrittura. A loro nella stragrande maggioranza dei casi, è accessibile anche il corsivo, magari con tempi leggermente più lunghi. Laddove non sia possibile, meglio un buon stampatello che un disastro grafico poi da correggere.
Prerequisiti importanti per “imparare a scrivere” sono : la coordinazione motoria fine ed oculo manuale, la corretta postura e gestione dello strumento grafico (impugnatura) e la spazialità.
Prerequisiti per “imparare a scrivere”: coordinazione motoria fine ed oculo manuale, corretta postura, gestione dello strumento grafico (impugnatura) e spazialità
Per agevolare un corretto apprendimento bisognerebbe concentrare gli sforzi verso lo sviluppo della motricità dei piccoli, facendo attenzione alla corretta impugnatura (che si acquisisce intorno ai 4 anni ed è di competenza della scuola dell’infanzia), e a tutte quelle attività che agevolano l’uso delle mani e che richiedono la prensione a pinza. Ai bambini della scuola dell’infanzia bisognerebbe far usare matite colorate, colori a cera e gessetti, perché sono materiali che permettono di imparare la gestione corretta di uno strumento che è simile alla matita che poi andranno ad usare alla scuola primaria, e allena la coordinazione motoria e muscolare necessaria alla scrittura. E sarebbe importante inoltre concentrarsi su attività che prevedano l’uso delle mani che sono fonti di sviluppo cognitivo dei piccoli.
I primi mesi di scuola primaria, poi, andrebbero riservati esclusivamente all’impostazione più strutturata della scrittura, partendo con postura e impugnatura e correggendo eventuali scorrettezze, per poi proseguire con le direzioni, dall’alto al basso e da sinistra a destra, e poi passare pian piano alle lettere presentandole raggruppate per movimento. Le lettere hanno un verso ben preciso, che nella scuola di oggi sembra – ahimé spesso, per quella che è la mia esperienza – non essere considerato né insegnato, e invece la giusta programmazione motoria agevola la scrittura e la rende più efficace e meno faticosa. Ed evita l’innesto di prassi automatiche scorrette, poi difficilmente eliminabili.
Vedo spesso disastri grafici ed ortografici, proprio perché si tende a dare poca importanza a passaggi evolutivi che invece sono fondamentali e che vanno proposti rispettando i tempi dei bambini, capita non raramente poi di assistere all’introduzione del corsivo in un momento in cui è più importante e necessario lavorare con la corrispondenza fono sillabica che permette di scrivere in autonomia, oppure di trovare ancora la presentazione di tutti i caratteri aumentando di fatto le difficoltà. Ancora troppo spesso assisto alla scrittura come copia di intere parole, anziché come attività connessa alla corrispondenza fonema grafema: a suono corrisponde segno e sillaba. Il risultato è che alcuni bambini con minori prerequisiti di base copiano un’ immagine e non sanno manipolare il suono per costruire una parola. Scrivere non è copiare e non è spontaneo, ma è un insieme di regole che i bambini devono apprendere.
Scrivere non è copiare e non è spontaneo, è un insieme di regole che i bambini devono apprendere
Anche il corsivo, sul quale non bisognerebbe mai porre nessun veto a prescindere nemmeno in caso di difficoltà, andrebbe presentato con regole precise e con una preparazione motoria adeguata, partendo prima dai pregrafismi , passando per la presentazione delle lettere raggruppate per uguale movimento e infine alla corretta unione, affiancando questa attività preparatoria con lo stampatello come carattere iniziale, altrimenti il rischio è quello di aumentare difficoltà già in essere.
Si ottengono buoni risultati anche sui bambini più in difficoltà o con sospetta DSA se si procede con calma e in questo modo, nell’avvicinarli alla scrittura, ai quali è accessibile anche il corsivo nella stragrande maggioranza dei casi e magari con tempi leggermente più lunghi e laddove non sia possibile, meglio un buon stampatello che un disastro grafico poi da correggere.
Michela Vandelli è esperta nei processi di apprendimento e in strumenti informatici per ragazzi con difficoltà scolastiche o DSA al Centro Anemos Maranello