Sabina Minuto ci racconta come ha coinvolto la sua classe di meccanici dell’Ipsia di Savona partendo dal racconto “Stand by me (il corpo)” di Stephen King .
Ci sono quattro ragazzi che camminano su una ferrovia. Che è una metafora della vita e del tempo che passa e che ci cambia. E fa caldo ed è estate. La fine dell’estate. Sta per riprendere la scuola. E i quattro ragazzi dedicano quelle ultime ore di libertà a un obiettivo apparentemente assurdo: vanno a vedere un cadavere. Un cadavere di un ragazzo come loro, morto travolto da un treno. Questa trama vi ricorda qualcosa? Esatto, è quella del racconto di Stephen King “Stand by me (il corpo)” tratto da “Stagioni diverse”. Mai racconto fu più adatto per i miei studenti, meccanici, principianti lettori. Perché Gordie, Teddy, Chris e Vern sono loro, siamo noi. Come loro cerchiamo verità sui binari di una ferrovia, fra le mille domande che la vita da ragazzi ci pone davanti.
Il racconto l’ho letto ad alta voce in classe. L’ho letto perché me lo ha consigliato Loretta De Martin, una collega del gruppo Italian Writing Teachers.
In classe abbiamo lavorato molto: prima con momenti di lettura intensa, una vera e propria immersione nel testo (deep reading, che si contrappone alla lettura veloce e superficiale, dove si estrapolano le informazioni principali di una pagina senza doverla leggere per intero, conosciuta come skim reading) e poi leggendo brani da scrittori, soprattutto scrittori che scrivono di ció che leggono. Ma andiamo con ordine.
Il corpo (The body) è il racconto perfetto per analizzare come King presenta i personaggi: dalle azioni e non dalle descrizioni. Non vi è cenno a come siano fisicamente e quindi abbiamo costruito alcuni graphic organizer (vedi foto a sinistra) per analizzarli da vicino.
King presenta i personaggi dalle azioni e non dalle descrizioni
La mia lezione in pratica si svolge così: laboratorio di lettura ad alta voce; e laboratorio di lettura individuale (tutta un’altra storia che non tratterò qui).
Inizio dunque la mia minilezione proponendo strategie di lettura supportate da grafici (chart) poi leggo ad alta voce per loro. Mi fermo spesso e pratico quello che si chiama “thinking aloud”, che tradotto letteralmente significa “pensare ad alta voce”; esplicito i miei pensieri, le mie personali connessioni con il testo per guidarli nella lettura. Lo scrittore Aidan Chambers sostiene che si impara a leggere solo grazie adulti lettori che condividono con te la loro passione. Così faccio io. Dopo la lettura ad alta voce invito i ragazzi ad applicare sul loro taccuino i momenti di condivisione guidata. Rifanno schemi, li completano, discutono tra loro (immagine a destra). Alla fine lascio sempre cinque, dieci minuti per condividere annotazioni e pensieri, negoziare significati.
condividere annotazioni e pensieri, negoziare significati
Mi piace il mio ruolo, in questo modo di fare didattica: posso essere me stessa con le mie passioni letterarie e nel contempo coach dei miei studenti. Non detengo alcuna verità su un testo, casomai la si cerca insieme, esponendoci anche al giudizio delle nostre opinioni, al confronto.
Anche i quick write (lampi di scrittura) da lettore sono momenti che amo molto. Prendo spunto da una frase del testo, da una immagine e invito i ragazzi a scrivere per 5 minuti. Ogni volta è una scoperta. Questo allenamento al pensiero scritto e al lavoro di riflessione è potentissimo. In particolare con King quasi ad ogni passo sono nate idee per scrivere sul libro; sui personaggi; su di sé.
Perché cos’altro fa la lettura se non farti ritrovare te stesso fra le righe, se non suggerirti esperienze di simulazioni di vita?
la lettura ti fa ritrovare te stesso fra le righe
Nel grafico qui sopra ad esempio siamo partiti da questa parte del racconto di Stephen King, per ritrovare la nostra immagine dell’estate:
“Impressioni diverse per persone diverse”, dicono, ed è esatto. Così se di dico estate voi ricevete un insieme di immagini private, personali differenti dalle mie. Regolare. Ma per me estate significherà sempre correre lungo la strada verso il Florida Market, con le monete che mi risuonano in tasca, la temperatura allegramente intorno ai quaranta, i piedi nelle scarpe da tennis. La parola estate mi evoca l’immagine delle rotaie della ferrovia che corre verso un punto di fuga in lontananza, così luccicanti sotto il sole che quando chiudi gli occhi le vedi ancora lí nel buio, solo blu invece che bianche”.
Siamo andati dunque ad abitare dentro ad una storia con le nostre storie.
Ho invitato i ragazzi a visualizzare la loro immagine dell’estate, a trovarne i simboli grafici, a sistemarla nel tempo, a usare la regola delle 5 W ( who, what, when, where, why – chi, cosa, quando, dove, perché) e poi a scrivere. Siamo andati dunque ad abitare dentro ad una storia con le nostre storie. Hanno scritto tutti, di getto e con il cuore. Hanno trovato un modo di collegare il libro a loro stessi. Se questo miracolo si ripeterà ancora e ancora, forse potremo dire di aver creato, anche fra i miei meccanici, potenziali futuri lettori. In fondo come dice Marcel Proust “Il solo vero libro esiste già in ciascuno di noi”.