Leggere a scuola / 4: attività sì, voti no

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L’obiettivo finale della sperimentazione tra letture ad alta voce e attività in classe, è quello di educare all’amore per la lettura e non si può obbligare ad amare, dice Loredana Pippione. Quindi sì alle attività ma non per essere “valutate”. 

Ai momenti “speciali” in aula di lettura si alternano le attività svolte in classe dove ogni singolo docente propone ai ragazzi attività finalizzate e più specifiche a seconda dell’età: esse vanno dalla sintesi attraverso il disegno accompagnato, magari, da brevi didascalie o dalle frasi più significative del libro letto sino a giungere alla rielaborazione dell’intera vicenda o parte di essa.


Ai più grandi si ritiene utile, oltre che necessario, chiedere di esprimere le proprie opinioni: un giudizio personale sul comportamento di un personaggio, le proprie idee sul tema centrale della lettura, raggiungendo sicuramente un livello più profondo di comprensione sino ad arrivare all’essenza del messaggio del racconto o del romanzo anche, ma non per forza, attraverso una scheda conclusiva che li possa guidare nella formulazione di un giudizio personale complessivo.

Quello che reputo assolutamente opportuno – sottolinea – è che qualsiasi attività si svolga intorno alla lettura non debba essere necessariamente legata alla valutazione. C’è chi sostiene che “se non gli diamo il voto non leggono”. Non credo che sia esatto, poiché l’obiettivo è quello di educare all’amore per la lettura e non si può obbligare ad amare. Se poi ho proprio bisogno di “dare un voto” cerco di creare le condizioni affinchè, alla fine del percorso, si possa valutare: il livello d’ interesse verso le attività, alla frequenza e alla partecipazione attiva dell’aula o ad eventuali incontri con l’autore, la capacità di creare racconti e di usufruire con responsabilità del prestito librario oltre che la disponibilità a condividere con i compagni la propria esperienza di lettore.

Nulla toglie che si possa dichiarare ai ragazzi che ci sono dei libri o dei testi che per necessità legate alle attività annuali, “devono” essere letti e che questi saranno sottoposti a verifica e valutazione, ma per il resto opto e consiglio di lasciarli leggere in tranquillità.

Siamo ben consapevoli che quanto svolto sino ad oggi è solo una minima parte di quanto effettivamente si potrebbe e si dovrebbe realizzare e siamo altrettanto coscienti che in Italia si legga poco e sempre sempre meno ,abbiamo letto anche noi i dati Istat usciti il 27 dicembre e siamo preoccupate che gli editori considerino la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura una delle cause di questo sfacelo, ma non riteniamo sia utile lamentarci e consapevoli che molto di più e probabilmente molto meglio si potrebbe fare , combattiamo la nostra quotidiana battaglia contro il Nulla che avanza. Forse ha ragione Gmork della “Storia Infinita”: il vuoto ci circonda , il Nulla dilaga e distrugge il mondo, ma noi nel nostro piccolo facciamo in modo che questo non accada … e lo facciamo ogni giorno…una pagina alla volta.

Leggi anche:
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Ai ragazzi servono regole e fiducia

Alcune pubblicazioni interessanti sull’argomento:
Rita Valentino Merletti, Leggere ad alta voce Milano, Mondadori 1996
Guido Quarzo AnnaVivarelli, Leggere: un gioco da ragazzi, MilanoSalani Editore, 2016
Giorgia Grilli, Libri nella giungla: orientarsi nell’editoria per ragazzi, Roma, 2012

Sono nata a Sanremo dove vivo con la mia famiglia e da quasi vent'anni insegno nella scuola media. Mi sono laureata nel 1995 in letteratura contemporanea con il Prof. Pino Boero con una tesi sul romanzo formativo nell'Italia postunitaria e da allora mi interesso di letteratura per l'infanzia e promozione e animazione alla lettura attività che svolgo costantemente nella mia scuola.

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