Metodo Feuerstein: col criterio della trascendenza si scovano le emozioni

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Il metodo Feuerstein lo chiama criterio della trascendenza: andare oltre all’esecuzione di un compito. Ecco alcune strategie utili da provare in classe.


Chi ha visto il film di Mary Poppins (l’originale!) ricorda sicuramente il famoso “salto nel quadro” dove Mary, Bert e i bambini si ritrovano con un semplice oplà, ad essere vivi all’interno del dipinto. Non sarebbe splendido se fosse davvero possibile? Se riuscissimo a far entrare i bambini e i ragazzi dentro a un disegno e far sì che con questo si sentano “vivi”? Certo! Possiamo farlo grazie al criterio del metodo Feuerstein della trascendenza: andare oltre all’esecuzione di un compito.

Ecco alcuni suggerimenti: non accontentiamoci di chiedere ai bambini “cosa vedi? chi sono i personaggi? cosa viene raffigurato? sono colori caldi o freddi?” ma capire cosa provocano in loro quei disegni, che emozioni smuovono, quali ricordi suscitano, a chi pensano o a quale memoria hanno agganciato quel colore, quell’immagine, quella fotografia, come possono capire le emozioni del personaggio dipinto, come lo hanno riconosciuto.
Troviamo spesso nei libri immagini che usiamo per iniziare la lezione, per introdurre un argomento, una parola nuova o importante, ma scegliamo anche libri con immagini in modo intenzionale per arrivare a un obiettivo didattico come la lettura, la scrittura, la capacità di conversare su un argomento. Tutti questi modi di usare le immagini sono giustissimi, ma cerchiamo di andare oltre l’esecuzione del compito e il raggiungimento dell’obiettivo didattico prefissato. Questo significa stimolare il pensiero critico e sarà utile ogni volta che affronteremo insieme, e che affronteranno da soli, le immagini.

L’aspetto visivo dell’apprendimento è fondamentale, impariamo ciò che vediamo e leghiamo nel profondo le immagini che carichiamo di sentimenti ed emozioni… anche se negative e sgradevoli. Ci sono immagini cariche di bellezza e amore, che ci fanno battere il cuore, che ci fanno sorridere, ma sono altrettanto importanti le immagini che ci fanno venire la pelle d’oca, che ci fanno stringere i denti dalla rabbia, chiudere i pugni, anche queste ci insegnano ciò che non vogliamo vedere, che vogliamo evitare. Poter andare oltre ci permette anche di comparare immagini diverse, richiamare alla memoria dettagli, colori, sensazioni, mettere in relazioni questi particolari, aiuta a creare delle categorie personali e ad attivare un pensiero fluido, flessibile ed originale… e oplà, chi ben comincia è a metà dell’opera!

Tecnico della riabilitazione psichiatrica e tutor dell’apprendimento, ha conseguito il titolo di studio di laurea di primo livello in tecnico della riabilitazione psichiatrica presso l’università di Modena e Reggio Emilia con il punteggio di 110/110 e lode a novembre 2007. Si perfeziona in tutor dell’apprendimento nel 2016 presso il Centro Studi Erickson di Trento e nel 2018 presso l’università di Padova. Attualmente collabora come libera professionista presso studi di Mirandola e Carpi, in collaborazione con logopedisti e psicologi. Svolge attività di valutazione, corsi per gruppi e individuali su strategie e metodi di studio, strumenti compensativi e tecnologie per i DSA e difficoltà di apprendimento scolastici; si occupa anche di training attentivi e metacognitivi . Nel corso degli anni ha svolto progetti per ragazzi con DSA per l’associazione AID sezione di Modena, scuole secondarie di I grado di Mirandola e svolge anche formazione per cooperative sociali e genitori. Nel febbraio 2019 acquisisce la qualifica come mediatore Feuerstein (Pas Standard e Pas Basic) presso il centro per l’apprendimento mediato (Cam) di Rimini.

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