Una nuova attività di foto-illustrazione di Marianna Balducci.
Con l’attività foto-illustrazione di oggi proviamo a rispondere a una domanda: la prima idea è sempre, in fondo, quella buona? Ovviamente la risposta è “dipende”. E il “da cosa dipenda” è influenzato da una quantità di variabili ingestibili in un unico articolo.
Però da qualche parte bisogna pur cominciare e, proprio perché spesso l’incertezza è la principale scusa per rimandare le decisioni cruciali, da qualche parte cominceremo, guardando, fotografando e, naturalmente, disegnando. Quando ci cimentiamo nella combinazione tra disegno e fotografia (cioè la nostra foto-illustrazione) per definire in cosa la nostra matita trasformerà l’oggetto reale in questione, facciamo appello al nostro archivio mentale di immagini, riferimenti, esperienze.
La nostra capacità di lavorare per connessioni, di creare associazioni tra forme e concetti ci permette di risalire a una sorta di catalogo di opzioni: ciascuna di esse è arrivata alla ribalta richiamata da questioni estetiche, cromatiche, a volte anche per via di inneschi molto personali generati da ricordi e fatti accaduti.
Quella forbicina appoggiata sul tavolo chiusa e con la punta rivolta verso il basso spalanca subito il cassetto dell’immaginario cartoon che ho assimilato da bambina: due occhi tondi e un becco a punta, basta aggiungere un paio d’ali al posto giusto e un uccellino dall’espressione buffa è atterrato sul foglio in un lampo.
Però devo dire che il mio bagaglio adulto sgomita, cerca di farsi spazio pure lui e, con la medesima forbice nella medesima posizione, reclama una donnina felliniana dal seno abbondante e l’aria familiare.
Si vede perciò che la domanda “a cosa somiglia?” è sufficiente a generare più di una via che possiamo prendere per il nostro esperimento foto-illustrato. Bruno Munari in “Fantasia”, a questo proposito, esortava a prenderci cura della nostra “cultura”: solo assimilando molte cose nel nostro archivio saremo in grado di rendere quelle famigerate connessioni sempre più interessanti e ci concederemo il lusso di affermare che davvero la prima idea che è arrivata magari è la migliore e non la risposta obbligata da una gamma ristretta di possibilità.
Con la nostra classe o sfidando noi stessi, proviamo a trasformare questo allenamento in un gioco.
Scegliamo uno o più oggetti e prepariamoci dei fogli in cui siano fotografati più di una volta e magari da più punti di vista.
Fotografiamoli su un fondo neutro (appoggiandoli su un foglio bianco e ben illuminati) e poi componiamo i mix fotografici anche sperimentando con la fotocopiatrice (che ci permette di zoommare con facilità su una o più versioni dello stesso oggetto).
Con oggetti come le forbici il gioco si fa subito interessante perché le possiamo fotografare aperte o chiuse, frontali o di lato (facendole stare in bilico con l’ausilio di una pallina di nastro adesivo). Se lavorate su fogli a4, vi consiglio di fare un massimo di 3 oggetti per foglio per lasciare spazio per disegnare intorno.
Ma sarebbe bellissimo posizionare le tante versioni fotografate dello stesso oggetto anche su un’unica lunga striscia di cartoncino stesa per terra dove tutti potranno disporsi a disegnare.
Il gioco può svolgersi in due fasi: la prima è ovviamente disegnare quante più cose ci vengono in mente a partire da quell’oggetto fotografato.
Possiamo mettere a disposizione più copie dello stesso mix fotografico, possiamo classificare gli esiti e premiarli con menzioni speciali: l’animale foto-illustrato più buffo, il personaggio più matto (gli oggetti suggeriscono spesso facce ed espressioni), il mezzo di trasporto più geniale! Victor Nunes, illustratore, grafico e art director, in questo è un vero maestro.
Potete scoprire le sue numerose declinazioni foto-disegnate sulla sua pagina facebook.
La seconda fase può restringere il campo e complicare il gioco sfidando a inventare una storia con i 3 elementi di uno dei nostri composit, improvvisandola e costruendola anche collettivamente in classe, un po’ come ho fatto io con questi due esempi.
Mi raccomando, il segreto, come sempre, non è tanto saper disegnare ma è saper guardare quindi osservate (e ruotate il foglio in tutti i versi, se necessario) e raccontate!
Composit forbici
C’era un ragazzo molto alla moda, talmente puntiglioso da pretendere il taglio di capelli più alla moda del mondo. Il signor Baffonis era il barbiere più rispettato a livello internazionale e quindi sicuramente quel che faceva al caso suo. In effetti, il taglio che gli confezionò era impeccabile, ma il ragazzo era così puntiglioso che tartassò l’illustre barbiere con mille domande e lui, esasperato gli rivelò il suo segreto: a curare i tagli dei clienti più esigenti era il suo amico Forbicino, un rarissimo pennuto dal becco tanto preciso da poter rifinire le basette perfino a un topolino!
Composit fermaglio
Quella mattina, a casa di Lucia sembrava tutto tranquillo eppure il postino stava per recapitarle una lettera d’amore… del tutto anonima! Chi l’avesse scritta era un mistero, ma Lucia era comunque contenta di sapere che una persona si era presa la briga di scriverle parole tanto dolci e decise che anche lei avrebbe spedito una bella lettera misteriosa a qualcuno, anche solo per far contento per una mattina.