ChatGPT: un mostro a tre teste in grado di fare fuori la nutrita schiera di copywriter, designer e content creator o, al contrario, un fido alleato grazie al quale migliorare le proprie performance?
Come sempre, facciamo un passo indietro e spieghiamo intanto cos’è ChatGPT.
Negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante nella sua capacità di comprendere e interagire con gli esseri umani.
Una delle più recenti innovazioni è rappresentata dai chatbot basati su GPT (Generative Pre-trained Transformer), una tecnologia di apprendimento automatico che consente di creare conversazioni sempre più naturali e fluide.
Che l’argomento sia storia, geografia, matematica, fisica, si apre la finestra, si fa una qualsiasi – veramente, qualsiasi – domanda, e nel giro di mezzo secondo ecco sciorinata la risposta: a volte imprecisa, non infallibile, ma tendenzialmente corretta.
Certo non va preso come un oracolo, per stessa ammissione del co-fondatore e amministratore delegato di OpenAI (che l’ha creato), Sam Altman:
ChatGPT è incredibilmente limitato, ma abbastanza bravo in alcune cose da creare un’impressione ingannevole di grandezza. È un errore fare affidamento su di esso per qualcosa di importante in questo momento. È un’anteprima del progresso; dobbiamo ancora lavorare molto sulla robustezza e sulla veridicità.
“Un’anteprima del progresso”: ma si può considerare progresso ricevere risposte non più da persone competenti che hanno studiato, fatto esperienza e formazione, ma da un algoritmo?
I suoi usi
Quali possano essere gli utilizzi di ChatGPT è presto detto:
- Assistenza automatizzata — è in grado di generare risposte automatiche in una conversazione con un utente umano e di rispondere in modo proattivo, con un linguaggio naturale.
- Generazione di testo — può redigere descrizioni di prodotti, post per social network, articoli di giornale, e-mail…
- Riepilogo automatico — la sua capacità di apprendimento e comprensione del testo lo rende adatto per riassumere lunghe conversazioni e documenti autonomamente, decisamente utile per studenti e professori.
- Traduzione automatica — conosce molteplici lingue e traduce in modo del tutto automatico.
- Generazione di codice — può generare script e righe di codice in diversi linguaggi di programmazione.
Ma quindi può sostituire l’uomo?
Questa è la domanda che attanaglia le menti dei più. Noi abbiamo deciso di rivolgerla proprio a ChatGPT, che ha optato per il politically correct; ecco la sua risposta:
Come modello di linguaggio AI, posso assistere gli esseri umani nell’esecuzione di determinate attività, come rispondere a domande, fornire informazioni ed eseguire attività di elaborazione linguistica di base. Tuttavia, non posso sostituire completamente il lavoro umano poiché non sono in grado di svolgere compiti fisici o compiti che richiedono creatività, empatia e pensiero critico. Il mio scopo è assistere gli esseri umani e rendere più facile il loro lavoro, non sostituirli.
E io, da umanista convinta, mi aggrappo a quel “non sono in grado di svolgere compiti che richiedono creatività, empatia e pensiero critico”. La conoscenza umana, infatti, non è certo un semplice insieme di dati e di informazioni; è un qualcosa che si fonda e si evolve sulle esperienze, sui sentimenti, sul sentire unico di ogni essere umano. Ed è proprio questo a generare valore. Per fortuna, aggiungo!
Dobbiamo temere l’IA?
Non poter distinguere facilmente se un testo è stato generato da un algoritmo o da un umano, potrebbe in futuro portarci ad avere a che fare con sempre più testi falsi. Futuro nemmeno troppo lontano, visto che alcuni studenti già utilizzano lo strumento per scrivere i propri temi scolastici…
Ma la questione non è se la tecnologia sia o meno cattiva; piuttosto, come essa viene utilizzata. Del resto, un coltello lo si usa per affettare il pane, ma c’è chi lo trasforma in un’arma, no?
Nella nostra dimensione, in cui reale e virtuale sono due facce della stessa realtà, ciò di cui si ha bisogno è l’intelligenza umana, l’etica. L’uomo, storicamente, raggiunge sempre nuovi strumenti in più: ma sta a lui saperli usare con criterio e con beneficio di tutti.
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Foto di copertina by Jonathan Kemper su Unsplash