Silent book: un libro senza parole che ha tanto da dire

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Leggere un libro senza parole può sembrare impossibile, invece non lo è. Un silent book si rivela uno strumento potentissimo per lavorare su più fronti anche in classe. Vediamo come!

Se si vuole lavorare sull’educazione all’immagine, sull’attenzione ai dettagli, sulla concentrazione, sulla negoziazione e co-costruzione dei significati, sullo spirito critico, sulla capacità di immaginazione, perché non provare a leggere in classe un silent book?

Cos’è un silent book?

Il silent book, o libro silenzioso, è un libro molto particolare, infatti contiene solo immagini e nessuna parola. L’unica parola che compare è quella del titolo; per il resto, solo ed esclusivamente immagini.

Si tratta, in genere, di libri di alta qualità, sia per il valore iconografico che per le tematiche di alto spessore.  In realtà il termine “silent book” lo utilizziamo solo in Italia, infatti all’estero è chiamato “wordless book”, ovvero libro senza parole, ma ciò che conta è  il fatto che la lettura di un simile testo avvenga solo ed esclusivamente tramite canale iconografico.

Cosa succede durante la lettura di un silent book?

Quando si legge un libro senza parole, per necessità di cose, si è costretti ad assumere un ruolo attivo e partecipativo. L’interpretazione e la narrazione della trama, basata solo sull’osservazione delle immagini e sulla capacità di fare inferenze, vede il lettore protagonista attivo della storia.

Il silent book pone interrogativi e domande aperte, stimola creatività e immaginazione, richiede di riflettere, investigare, così da far diventare i lettori veri e propri coautori della narrazione.

Il libro senza parole è senza dubbio un libro difficile da pensare, da realizzare, da leggere e anche da pubblicare, ma per certi versi è anche più bello del libro con le parole, perché ci rende più interrogativi, più investigativi, più riflessivi, in definitiva più autonomi e più coautori della narrazione. È un libro sempre avventuroso e sorprendente, tanto per chi lo immagina quanto per chi se lo ri-immagina. Ed è un’emozione sempre diversa.

Ferruccio Gironimi in Piccolo elogio dei libri senza parole

Quali sono i benefici della lettura di un silent book?

Il silent book è un libro altamente inclusivo, non necessità di decodifica testuale e il solo apparato iconografico permette di essere affrontato anche da coloro che, per varie ragioni, non possono essere in grado di leggere un testo. Questo a scuola può essere di grande aiuto, perché permette di poter affrontare tali letture anche con bambini piccolissimi o con alunni non italofoni. E non solo a scuola, basti pensare alla grande quantità di libri senza parole presenti negli scaffali della biblioteca di Lampedusa.

I libri senza parole sono ponti verso le altre culture” afferma la grande illustratrice coreana Suzy Lee.

E in un mondo come il nostro, dove le immagini scorrono veloci e ci relegano ad un ruolo di osservatori e fruitori passivi, il silent book richiede di soffermarsi sulle illustrazioni, di concentrarsi sui particolari, di dedurne significati, di fornire personali interpretazioni. Ci richiede, insomma, di diventare, finalmente, fruitori attivi delle immagini che osserviamo.

Come si legge un silent book?

Il silent book va osservato: vanno osservati con attenzione tutti i dettagli, vanno ricercati i simboli, va notata la scelta del formato e va posta attenzione alla scelta del colore, compreso lo spazio bianco.

Quando non  ci sono le parole si vede di più. Non si possono perdere indizi e dettagli visivi perché servono per capire la storia. Anche lo spazio bianco serve per raccontare e vale più di mille parole” – dice Suzy Lee, quindi anche la pagina bianca assume un preciso significato. 

Lo spazio bianco è lo spazio dell’ascolto, lo spazio per fantasticare” – continua Suzy Lee – “È nello spazio bianco che i lettori creano le loro storie.  Si formano così storie nelle storie”.

Ciò che davvero si rivela interessante è la negoziazione dei significati e delle interpretazioni di ognuno: accogliere le idee altrui, ricostruire la storia insieme, arricchita dei contribuiti di ognuno, è un ottimo sistema per potenziare il senso di appartenenza della comunità-classe. Il momento della condivisione, se ben impostato e ben condotto, si rivelerà un piacevole momento di confronto e arricchimento reciproco.

Per leggere un libro senza parole in modalità collettiva è importante sfogliare le pagine e sostare su ogni tavola in silenzio, così da lasciare tempo per osservare i particolari che servono per ricostruire la storia senza influenzarne la libera interpretazione.

Ancora un’osservazione: leggere e rileggere un silent book è sempre una bellissima esperienza, anche quando lo facciamo da soli, infatti ogni volta che lo leggiamo troviamo particolari e significati sempre nuovi.

Quali attività didattiche possono abbinarsi alla lettura di un silent book?

Dopo la lettura di un silent book – se lo si vuole – possiamo chiedere ai nostri studenti di sperimentare diverse attività, anche riguardanti la produzione scritta:

  • raccontare cosa succede nella storia scrivendo le scene in maniera dettagliata;
  • nel passaggio tra le varie scene, cercare di far incentivare il più possibile l’uso dei connettivi;
  • far scrivere dialoghi e far immaginare le sensazioni provate in alcune scene utilizzando le descrizioni sensoriali;
  • far spiegare i particolari delle immagini e l’uso del colore, con i significati simbolici riscontrati;
  • far raccontare la storia da vari punti di vista, usando prima e/o terza persona;
  • chiedere a ciascuno quali significati, messaggi e inferenze si possono ricavare dalla storia. 

Con i libri senza parole vengono facilitate anche attività dalla valenza interdisciplinare, ad esempio connessioni tra discipline linguistiche e artistiche o percorsi incentrati sui temi dell’educazione civica.

Quali sono gli obiettivi didattici che si mettono in gioco con la lettura di un silent book?

I libri senza parole possono concorre allo sviluppo di numerosi obiettivi didattici, quali

  • favorire l’educazione all’immagine e, di conseguenza, l’educazione alla lettura e al piacere di leggere libri diversi dal consueto;
  • sviluppare l’abilità di osservazione e di decodifica delle immagini;
  • imparare a negoziare i significati;
  • imparare a fornire interpretazioni personali e accoglierne di nuove;
  • favorire la discussione di gruppo;
  • favorire la co-costruzione del sapere;
  • sviluppare l’abilità di narrazione, quindi lavorare su abilità linguistica e patrimonio lessicale;
  • imparare a compiere inferenze e connessioni;
  • stimolare l’immaginazione e la creatività;
  • incoraggiare l’inclusività e la partecipazione al dialogo da parte di tutti i membri di un gruppo, così da incrementare il senso di appartenenza ad una comunità che apprende.

Obiettivi non esclusivamente disciplinari, ma trasversali e afferenti la sfera della cittadinanza attiva e partecipativa.

Di silnet bool ne avevamo parlato anche qui, recupera l’articolo se non lo hai già letto!

Foto di Anita Jankovic su Unsplash

Docente di lettere in una scuola secondaria di primo grado della provincia di Arezzo, studio e sperimento variegate metodologie e pratiche di didattica attiva. Gestisco un blog in cui condivido esperienze significative realizzate all’interno delle mie classi.

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