Il professor Batini e Salvatore Striano al convegno “Catalizzatori di lettura” organizzato a Savona il 12 aprile: chi legge conosce parole, chi legge impara a stare al mondo, si costruisce una cassetta eterna di attrezzi che saranno validi sempre. Report e riflessioni di Sabina Minuto
Non avevo mai organizzato un convegno. Ma io e Sara Moretti, operatrice pedagogico teatrale, che ha fondato e conduce l’associazione culturale T21 e da anni collabora con me nell’educazione alla scrittura e alla lettura, abbiamo vinto il bando Cepell “educare alla lettura”: noi due da sole, con le nostre idee che da 10 anni ci accompagnano. Così abbiamo pensato che un corso di formazione per docenti doveva partire con il botto. Abbiamo voluto fortemente la presenza a Savona di Federico Batini, professore dell’Università di Perugia, esperto di didattica della lettura. Lo abbiamo voluto e portato fra noi.
Abbiamo poi voluto un’accoppiata che fosse diversa: una testimonianza del fatto che i libri salvano la vita. Chi meglio di Salvatore Striano avrebbe potuto testimoniare questo? Nessuno. E così ci siamo messe in moto per far incontrare competenze cattedratiche di livello con vita vissuta e scrittura di livello.
Il 12 aprile il nostro Convegno “Catalizzatori di lettura” ha avuto luogo. Non troppa gente (Savona si sa in questo è davvero una piazza difficile) ma abbastanza. Quasi tutti da fuori. Il livello a mio avviso è stato altissimo e chi non è venuto non sa cosa ha perso.
La relazione del professor Batini ha aperto un mondo a tutti. Dimostrare con i dati che leggere ad alta voce agisce su processi neuronali fondamentali e modifica dunque le capacità di comprensione profonda dei testi è stato tanto facile quanto sorprendente. Roba da dire: ma potevate dircelo prima? Perché nessuno ci ha mai pensato? In realtà io che pratico il WRW da anni questo lo so bene. Ma lo so a livello empirico.
Sentire Federico che lo spiega con dati alla mano e una chiarezza sorprendente è stato a dir poco confortante. Io ne vedo perfino i risultati. Leggo ad alta voce da anni. Occorrerebbe spiegarlo agli altri docenti, a quelli dei “programmi” da finire, che non esistono.
Salvatore, invece, ci ha aperto un mondo del tutto diverso: il carcere e la lettura in carcere. Salvatore è un miracolo vivente. La dimostrazione che riscatto e perdono passano dalle pagine dei libri, che tutto “era già stato scritto” è che bastava leggerlo per evitare guai peggiori nella vita. Non credo esista un approccio migliore di questo per avvicinare i giovani lettori al libro. Nel libro ci sono le storie , ci dice Sasà; ma non quelle della strada dove spesso il buono non si vede, quelle della letteratura che il buono lo esibisce, lo mostra senza accumuli inutili o sotterfugi. Nei libri la vita è più vita per così dire. E il buono risplende.
Ecco cosa è uscito dal nostro convegno: la necessità del leggere a tutte le età senza pregiudizi di sorta. Chi legge conosce parole,chi legge impara a stare al mondo, si costruisce una cassetta eterna di attrezzi che saranno validi sempre.
chi legge conosce parole,chi legge impara a stare al mondo, si costruisce una cassetta eterna di attrezzi che saranno validi sempre.
Anche ai miei ragazzi questo è piaciuto molto. Avere davanti una persona che ha saputo fare del libro un’arma di
bellezza non è poco. Una persona vera, che ha sbagliato, pagato ed è rinato. Grazie ai libri. Un messaggio potentissimo.
Alcuni miei studenti sono arrivati già a metà di “Teste matte” il suo libro di esordio. Uno ha pianto tutto il tempo dopo l’incontro. Storie personali difficili sono affiorate così potentemente che non è riuscito a svolgere la verifica di matematica. Potenza dei libri. Delle parole. Della letteratura.
Ora con Sara stiamo lavorando sui versi di Shakespeare che ci sono in “La tempesta di Sasà”, il secondo testo di Striano. Quello dell’incontro con la vita scritta nei testi. È quasi inutile dire come i ragazzi lo amino. “Ride delle cicatrici chi non è mai stato ferito” li ha colpiti profondamente. È Amleto. Ma sono loro. Questo non ha valore o meglio ne ha uno immenso: hanno scoperto che noi esistiamo nei libri.
Appunto.
Il nostro progetto si chiama Catalizzatori di lettura perché l’idea è di far diventare il docente l’elemento che scatena la reazione anzi la accelera. Come nella chimica gli elementi devono incontrarsi e poi reagire. L’elemento libro, l’elemento studente, persona, migrante, uomo insomma.
Lavoreremo negli Sprar e nelle scuole. Compreremo libri per tutti. Organizzeremo incontri con autori e illustratori. Favoriremo il lavoro a distanza tra classi e docenti. Tante cose in cantiere. Tutte frutto delle nostre due teste. A noi sembra impossibile ma è vero. Qualcuno ha letto il progetto e ci ha dato fiducia. Incredibile, ma vero. Qui nella periferia dell’impero qualcosa si muove.