Fondamentali in qualsiasi tipo di apprendimento scolastico e non, attenzione e concentrazione sono competenze trasversali a cui vale la pena dedicare tempo e… divertimento!
Che cos’è l’attenzione
Dal punto di vista dell’evoluzione è, un meccanismo di difesa utile alla sopravvivenza della specie. Consiste infatti nella risposta del nostro cervello a stimoli sensoriali in continuo mutamento che provengono dall’ambiente esterno. L’attenzione ci permette di organizzare le informazioni visive, uditive, olfattive, tattili e del gusto e di agire di conseguenza. In tre punti possiamo quindi dire che l’attenzione è:
- Una funzione cognitiva innata
- Non ha bisogno di essere insegnata
- È momentanea.
Tuttavia, il nostro cervello non risponde solo a stimoli esterni che fanno parte dell’ambiente, ma funzionando per associazioni, analogie e dati immagazzinati nella nostra memoria, reagisce anche a stimoli interni. Quelli che in termini puramente scolastici chiamiamo… distrattori.
Distrattori esterni
Per quanto riguarda i distrattori esterni, sappiamo bene quali e quanti possano essere in classe: un uccellino che si posa sul davanzale della finestra, un elicottero che passa, il profumo dei biscotti che la mamma di Marco gli ha infilato nello zaino per paura che muoia di fame, i passi di qualcuno nel corridoio, il viso di Elena che mentre va in bagno si affaccia alla porta della classe e mille altri.
Distrattori interni
Per quanto riguarda i distrattori interni, beh, vi propongo l’esempio de “La balena e la formica”.
Entriamo in classe e sappiamo bene che cosa vogliamo fare. Per esempio, insegniamo arte e chiediamo di riempire una bella balena: prima di righe e poi di puntini. Una bambina apre il pennarello nero, fa un puntino, poi si alza dal banco con il pennarello in una mano e il tappo nell’altra. Guardandosi intorno, come se andasse a fare un giretto, viene verso di noi. Se siamo sedute, si appoggia alla cattedra con le braccia incrociate, fa leva sui gomiti, alza una gamba all’indietro e si sbilancia, facendosi una riga sulla guancia.
«Stai su… che cosa c’è?»
«Mio papà ieri aveva una formica nel piatto».
«Lascia perdere le formiche e vai a finire».
«La formica era piiicola piiiccola come un puntino nero…» continua la bambina avvicinando il pollice all’indice e mettendoceli a un millimetro dall’occhio destro.
Un compagno ha sentito. «Mio nonno mangia le lumache».
Quello dietro, molla i pennarelli, si mette entrambe le mani alla gola e strabuzza gli occhi: «Bleah! Che schifo!»
Credo di non dover continuare; tutti e tutte sapete che cosa si può scatenare in una classe partendo da un semplice puntino nero.
Però, confessate… sarà più interessante riempire una balena di puntini o ascoltare la storia della formica nel piatto di papà?
Che cos’è la concentrazione
È la capacità volontaria di focalizzare l’attenzione su un determinato argomento o una determinata azione e di mantenerla nel tempo. La concentrazione è quindi un susseguirsi di attimi di attenzione ed è:
- Volontaria
- Si impara
- Si insegna
Beh, se è volontaria si può imparare, e quindi possiamo insegnarla. Per farlo dobbiamo semplicemente paragonarla a un muscolo che più si allena e più sarà tonico, energico e resistente nel tempo.
Come attivare e allenare la concentrazione in classe
Il mio modo per attivare e allenare la concentrazione in classe è instaurare la rubrichetta GAD the CAT ovvero una routine di 15 minuti alla settimana in cui insegnare a concentrarsi attraverso:
Giochi – Attività – Divertenti (il cui acronimo è GAD).
Stimolando la Curiosità attraverso Anticipazioni e allungando man mano il Tempo di durata del gioco.
Giochi per allenare la concentrazione
I giochi che esigono concentrazione sono molti e coinvolgono uno o più canali sensoriali, quelli che vi propongo in questa occasione sono principalmente basati sul canale uditivo.
Calzino puzzolente
Attivate la curiosità della classe dicendo che farete un nuovo gioco. Anticipate che si intitola “Calzino puzzolente”, e già avrete bambine e bambini pronti ad ascoltare in modo concentrato il funzionamento del gioco. Spiegatelo. Dite che farete loro una serie di domande a catena. Indipendentemente dalla domanda, la loro risposta dovrà essere: “Calzino puzzolente”.
Date il via al gioco. Iniziate con domande anche abbastanza difficili come ad esempio: “Quante città ci sono in Italia?”, “Qual è il vulcano più alto del mondo?” ecc. All’inizio e soprattutto se si tratta di una domanda complicata di cui non conoscono la risposta, per loro sarà semplice replicare “calzino puzzolente”, tuttavia dopo qualche minuto, qualcuno avrà già perso la concentrazione e se intercalerete domande difficili a domande come per esempio “Quanti anni hai?” vi accorgerete di chi si è distratto.
Nessun sì e nessun no
Fate a ogni bambino e bambina una serie di domande a cui dovrà rispondere senza dire sì o no. Il gioco è più difficile di quanto possa sembrare, ed esige una grande concentrazione. Le sequenze classiche in cui si perde la concentrazione sono:
– Da dove vieni?
– Da Milano.
– Milano in Italia?
Oppure
– Qual è il tuo colore preferito?
– Il rosso.
– Non il blu?
Parole nascoste ma non troppo
Cercate un breve testo con una parola ricorrente, che può essere un verbo, un nome, una preposizione, e comunicatela ai ragazzi. Leggete il testo ad alta voce e invitate i ragazzi a fare una X ogni volta che sentono la parola stabilita. La lunghezza e la difficoltà del testo sarà proporzionale sia all’età dei ragazzi sia alla familiarità con il gioco proposto.
Un esempio in cui concentrarsi e segnare tutti i “DI” può essere:
“Il campanello suonò di nuovo e i bambini aprirono la porta di casa. Di fronte al cancellino c’era un arzillo vecchietto di circa sessant’anni. Alf, il nonno di Gio e Roby, indossava un casco rosso fiammante da cui uscivano ciuffi di capelli bianchi, un giubbotto di pelle nera con le borchie, jeans azzurri e pesanti stivali di cuoio. «Wow!» esclamò ancora Gio. «È nuova?»
Alf sorrise soddisfatto. «Sì, nuova di zecca. Era da più di un anno che desideravo motocicletta e finalmente eccola qua! Veloce, comoda, sicura e di color fuoco! Questi sono i vostri caschi. Salite, si parte!”
Oggi mi va di…
Funziona esattamente come preparo lo zaino, ma il primo giocatore dirà: “Oggi mi va di…” farà un movimento, senza parlare. Il giocatore successivo dirà: “Oggi mi va di…” e imiterà il primo movimento aggiungendone un secondo, sempre senza parlare, e così via. La difficoltà maggiore consiste nel compiere un’azione senza denominarla.