Settembre, il rientro a scuola, aspettativa ed emozione. Paola Zannoner ci parla di come leggere con i ragazzi e farne l’attività portante della nostra azione educativa
Bentornati tutti, e bentornata scuola!
Personalmente ricordo i primi giorni come carichi di aspettativa ed emozione. Mi preparavo qualche settimana prima, da bambina precisina qual ero, ricoprendo i libri di testo con fogli di plastica che all’epoca dovevano essere ritagliati e attaccati con lo scotch. Mi piaceva moltissimo scegliere il diario, preparare l’astuccio di cui, se chiudo gli occhi, posso ricordare anche l’odore di lapis e gomma, e adoravo andare a comprare i quaderni a righe e a quadretti su cui scrivere, nel frontespizio, il mio nome.
Dunque, i primi giorni possono essere una bellissima occasione per accrescere il piacere di tornare in aula degli studenti, anche degli adolescenti che pure dichiarano di non amare la scuola, ma che poi nella scuola ritrovano non soltanto gli amici, ma un tempo rassicurante, scandito, ben organizzato, e fondamentali regole di convivenza che li aiutano a orientarsi nel mondo.
Il mese in cui inizia la scuola è anche il mese in cui si tengono due importanti Festival della Letteratura in Italia: il Festival di Mantova e Pordenonelegge. Entrambi frequentati da un gran numero di lettori giovanissimi, che spesso vi incontrano i loro autori preferiti.
Perché dunque non approfittare della lettura come “chiave d’accesso” per conoscerci meglio tra insegnante e alunni e tra ragazzi? La lettura ci permette di far parlare i bambini, intervistarli (senza apparire invadenti) sui loro gusti, le loro esperienze, le loro abitudini culturali, i loro desideri, le loro fantasie. Può essere perciò utilissima in una classe appena formata (una prima). Però ci dà una mano anche nelle classi successive, anche dove non abbiamo mai proposto la lettura come attività continuata e dove magari quest’anno decidiamo di farne l’attività portante della nostra azione educativa e didattica.
Possiamo introdurre l’argomento lettura in modo molto semplice, colloquiale, con domande stimolo: “Cosa avete letto quest’estate?” “Ti è piaciuto questo libro?” “Di cosa parla?” Ascoltando interessati le storie che i bambini o i ragazzi ci racconteranno. Un metodo semplicissimo consigliato da chi fa e pensa e propone i libri, come lo scrittore inglese Aidan Chambers, che diversi anni fa pubblicò una guida metodologica alla lettura, intitolata “Leggere con i ragazzi” (e si noti le preposizione “con” rispetto alla solita, unidirezionale “ai”).
L’ascolto delle storie lette e gradite ai bambini (fantastiche, comiche, spensierate, spesso non proprio focalizzate sui contenuti o temi che cerchiamo invece di far veicolare dalla narrativa), l’ascolto attivo e senza giudizio, riporta quell’atteggiamento di “benevolenza” che il celebre sociologo Edgar Morin nel suo ultimo, illuminante saggio “Insegnare a vivere” (Raffaello Cortina 2015) rileva come virtù essenziale per l’insegnamento come pedagogia della comprensione, una virtù che “non si impone” ma “si diffonde”.
Chiediamo ai bambini e ai ragazzi di portare in classe i libri letti d’estate e scambiarseli, discuterne insieme, naturalmente vi metteremo anche quelli che abbiamo letto noi, per ragazzi oppure per “grandi”. Vogliamo infatti costruire anzitutto una comunità di lettori appassionati, che si scambiano le idee, e che sulla lettura si riconoscono e si apprezzano.
Lo vogliamo fare non soltanto per abbattere quel gap di lettura che porta l’Italia ad avere un grave deficit nella lettura dei testi (gli ultimi dati sono quelli della ricerca OCSE che ha interessato 474 scuole: dicono che uno studente su cinque non raggiunge il livello minimo di competenza nella lettura di un testo) ma perché il nostro lavoro in classe vuol essere improntato sulla fiducia, sulla circolazione di conoscenza e sulla curiosità come solo le storie sono in grado di innescare, sul piacere di parlare di personaggi, situazioni, ricordi, immaginazione, esperienze comuni o speciali, come la letteratura ci insegna a fare.
E’ settembre, approfittiamo anche dei nostri bei festival per portare in classe libri di scrittori presenti a Mantova o Pordenone: leggiamo un capitolo, chiediamo ai nostri ragazzi cosa ne pensano, se hanno voglia di continuare a leggere il libro e se si sono incuriositi su chi lo ha scritto. Possiamo anche chiedere ai nostri alunni: se incontrassi questo autore/autrice, che cosa ti piacerebbe chiedere loro? È il primo passo per prepararsi a quell’attività consueta nelle scuole, soprattutto di grandi centri, che collaborano con librerie o biblioteche e cioè l'”incontro con l’autore”. Se lo scrittore/scrittrice che incontreranno è lo stesso di Mantova o Pordenone, per loro sarà un’occasione davvero speciale, anziché un’attività sottovalutata, non colta appieno o addirittura sopportata come una noiosa incombenza.