Fabio Leocata

Fabio Leocata has 8 articles published.

Laureato in Lettere antiche, indirizzo Archeologico, consegue l’attestato biennale in sceneggiatura cinematografica presso la Scuola Immagina di Cinema. Dal 2003 al 2016 è redattore e copywriter per Giunti Progetti Educativi, dove si occupa di divulgazione scientifica. Dal 2017 è responsabile di redazione per Librì Progetti Educativi. Autore di libri e racconti per ragazzi e adulti – per cui riceve il fiorino d’oro al Premio Firenze 2018 – tra i suoi titoli ricordiamo Amici per sempre (Giunti, 2009), Hänsel e Gretel (Fondazione Opera di Firenze, 2015) e La gentilezza vola lontano (Librì, 2019). L’indirizzo del mio blog “Il tagliatore di testi” è: https://fabioleocatablog.wordpress.com/

Aspettando Natale: 7 consigli di lettura (e 7 perché)

in Letture in classe by
copertina articolo

In attesa che arrivi il Natale, ecco alcuni consigli di lettura da non perdere

In compagnia o da soli, distesi sul letto o in piedi alla fermata del tram. Oppure su un prato, in poltrona, su un muretto, in treno, a testa in giù. Lo so, come ci ricorda Calvino nella sua Notte, la posizione ideale per leggere non si riesce a trovare. E a tal proposito, bisogna dire che non ha dato indicazioni certe neanche il Ministero dell’Istruzione e del Merito (e sì che è del Merito!). Non potendo dare consigli su come leggere, non ci resta che dare consigli su cosa leggere, 7 per l’esattezza, perché è così che costuma. E perché non c’è niente di meglio, aspettando Natale, che perdersi tra le pagine di un libro.

Il libro bugiardo

Scritto e illustrato da Fabrizio Silei

Uovonero, 2022

età di lettura: 6+

I libri a volte mentono, si sa, ma questo no. Questo libro dice sempre la verità. Parola di Gedeone, che è quel tizio basso e grasso con un cane spaventoso che sta in copertina; un riccone sfondato a cui fila sempre tutto liscio. Comunque non è lui il protagonista; anzi, è solo uno che passava di lì per caso…

Perché a Natale bisogna diventare più buoni. E i buoni, si sa, non dicono mai bugie.

Le fiabe magiche

Scritto da John Yeoman, con le illustrazioni di Quentin Blake

Il Castoro, 2022

età di lettura: 7+

Meravigliose pagine illustrate, per viaggiare con la fantasia e scoprire principi e principesse, streghe, troll crudeli, uomini trasformati in asini, panni miracolosi, incantesimi benevoli e magie maligne, rane che si tramutano in splendide fanciulle e cinture che conferiscono un’incredibile forza.

Perché almeno una volta all’anno, per le vacanze invernali, è bello sognare.

Tieniti forte

Scritto da Lilith Moscon, con le illustrazioni di Francesco Chiacchio

Librì, 2022

età di lettura: 3+

Per una fiamma così piccola il mondo è pieno di pericoli ma anche di sorprese, scoperte e avventure. Chi incontrerà? Forse qualcuno di simile a lei? Riuscirà a non spegnersi o a brillare ancora di più? Una storia che vuole raccontare l’amore, quello che si manifesta in molti modi, qualunque cosa sia.

Perché tutti, anche i più piccoli, sono alla ricerca del loro posto nel mondo.

Mezzanotte e cinque

Scritto da Malika Ferdjoukh, con le illustrazioni di Chiara Carminati

Camelozampa, 2022

Età di lettura: 9+

Mezzanottecinque ha dieci anni e vive con la sorellina Bretella e l’amico Emil per le strade di Praga. È la vigilia di Natale e i tre piccoli vagabondi affamati sono in cerca di un posto dove ripararsi, ma in tutta la città vecchia non si parla che del furto della collana di diamanti, oro e rubini della principessa… 

Perché tutte le città a Natale sono belle. Ma Praga diventa davvero magica.

Il cappello

Illustrato da Paolo Ventura

Topipittori, 2022

Età di lettura: 4+

Una storia poetica, senza parole, realizzata dall’artista e fotografo Paolo Ventura, popolata di presenze fantastiche, che comincia nella magia e nel silenzio della stagione invernale per approdare al risveglio primaverile. Una parabola in cui ogni assenza diventa presenza e la fine si fa nuovo inizio.

Perché tutti hanno sognato, almeno una volta nella vita, di fare un pupazzo di neve.

Jenny lo squalo

Scritto da Lisa Lundmark, con le illustrazioni di Charlotte Ramel

La Nuova Frontiera, 2021

Età di lettura: 6+

Jenny è una bambina timida e taciturna, ama i libri sugli squali e le piace leggere e disegnare con la sua amica Amina. Il nonno invece non ama la solitudine, sente la nostalgia della nonna, ma forse, con l’aiuto di Jenny e Amina, può ritrovare la speranza. E forse la visita all’acquario è l’occasione giusta…

Perché tutti per le feste ci sentiamo un po’ soli, e allora è meglio parlarne con ironia e leggerezza.

La piccola civetta di Natale

Scritto da Daisy Bird, con le illustrazioni di Anna Pirolli

Fatatrac, 2022

Età di lettura: 4+

Una civetta viene svegliata da un gran baccano, e trasportata verso il Rockefeller Center di New York. La casa della civetta infatti, un abete secolare, è stata scelta per realizzare il più bell’albero di Natale di tutta la città. Ma lei che fine farà? Si troverà bene in mezzo agli addobbi e alle lucine natalizie?

Perché le cose – anche Natale – arrivano quasi sempre all’improvviso, e non sempre siamo pronti.

Qui invece trovi 12 giochi da fare in famiglia, consigliati per Natale

Quando una classe diventa un laboratorio di gentilezza

in Affettività e Psicologia/Attività di classe by
Laboratorio di gentilezza: alla scoperta di parole gentili ed emozioni, con la I B della Scuola Secondaria di I Grado “G. Pascoli” di Grosseto

Quest’anno la IB della Scuola Secondaria di I Grado “G. Pascoli” di Grosseto, insieme alla sua insegnante di lettere, la professoressa Francesca Roggi, ha realizzato in classe un percorso originale, diverso, dedicato alla gentilezza. Un vero e proprio laboratorio di gentilezza.

Un percorso fertile, potremmo definirlo, che ha subito ricevuto il sostegno della dirigente scolastica, la dottoressa Laura Superchi, e che ha permesso di seminare tante parole nel cuore dei ragazzi. Parole che col tempo, ne sono certo, daranno i loro frutti.

Gli studenti hanno letto insieme Gentile come te, edito da Librì progetti educativi, per poi discuterne in classe le tematiche più importanti. Il momento conclusivo del percorso è stato il nostro incontro, durante il quale le ragazze e i ragazzi della I B hanno deciso di diventare rivoluzionari.

Sì, rivoluzionari, disposti a cambiare punto di vista, a vedere persone e avvenimenti da diverse angolazioni. Perché è questa la chiave per capire meglio gli altri, e di conseguenza anche noi stessi.

Proviamo dunque a essere rivoluzionari con le parole.

Diversità

Diversità, siamo partiti da qui. Una parola che fa paura, spesso usata in maniera dispregiativa, per attaccare, per allontanarci. Una parola che comunichiamo anche con i gesti, con gli sguardi, ogni volta che escludiamo qualcuno. Perché allora non provare a usarla in modo rivoluzionario?

La verità è che ognuno di noi è diverso dall’altro, dagli amici, dai familiari, perché ognuno di noi è unico e irripetibile. Abbiamo scoperto che anche la nostra Costituzione, all’art. 3, non ci dice che siamo tutti uguali, anzi!

Ci dice che, pur avendo pari diritti e pari dignità, abbiamo la libertà di essere diversi per sesso, razza, lingua, religione, opinioni, condizione personale o sociale.

Abbiamo pensato alla classe come a un habitat, un luogo dove tanti organismi diversi – gli studenti – vivono in equilibrio.

E con stupore ci siamo accorti che così come un habitat è più forte quando al suo interno c’è una maggiore biodiversità, allo stesso modo una classe diventa più forte e compatta – un luogo migliore – quando al suo interno si respira tanta diversità.

Solitudine

Solitudine è una parola che ci ha fatto riflettere, perché è un’emozione che accompagna molte ragazze e molti ragazzi di questa età. Sentirsi soli è la cosa più terribile che ci sia, dice la protagonista del libro, e tutti erano d’accordo.

È come una specie di virus, un male invisibile che ti entra dentro e ti si attacca alle cellule, succhiandoti la vita. E può avvenire sempre: anche quando siamo in mezzo agli altri.

Succede quando non ci sentiamo capiti, quando non ci sentiamo considerati, quando ci sentiamo esclusi e abbiamo paura di tirare fuori quello che abbiamo dentro.

Parlando di solitudine, abbiamo compreso – ecco cosa vuol dire essere rivoluzionari! – che il modo per contrastarla è allenarsi ad ascoltare gli altri. Quindi a usare la gentilezza, la solidarietà, valori che diventano bussole, strumenti per non perdersi nell’avventuroso percorso di crescita.

Aiuto

Aiuto è una parola che ha messo in moto tante emozioni. Tutti i ragazzi hanno detto di essere pronti ad aiutare i compagni in difficoltà, lo hanno detto con le parole e con lo sguardo. Ma siamo sempre in grado di capire quando qualcuno ha bisogno di noi?

Non sempre chi si sente in pericolo è in grado di chiedere aiuto: qualche volta lo fa solo con lo sguardo, con i gesti, con il comportamento, tendendo a chiudersi, a fuggire, oppure a diventare aggressivo.

Per aiutarlo, sta a noi diventare rivoluzionari e cambiare punto di vista, solo così possiamo vedere meglio quello che accade intorno a noi. Abbiamo capito anche che qualche volta, quando notiamo un campanello d’allarme, può essere una buona idea chiedere l’aiuto di un adulto, di un professore, di un genitore.

Bullismo è una parola che nasconde una terribile trappola: tutti pensiamo di esserne immuni, che la cosa non ci possa riguardare da vicino, che a noi non accadrà mai! Ma è veramente così?

O forse è meglio rimanere con gli occhi aperti? Parlandone insieme, ci siamo accorti che non sempre è facile comprendere la differenza tra uno scherzo e un atto di bullismo. Questo perché il bullismo ha varie forme, alcune più brutali ed evidenti, come una percossa: quelle sì che sappiamo riconoscerle! Altre invece sono più labili e invisibili.

E si possono nascondere dietro scherzi ripetuti, soprannomi, prese in giro all’uscita della scuola e nella chat di classe.

Essere rivoluzionario significa ricordarsi sempre che una cosa pericolosa non va mai sottovalutata. Perché il bullismo è capace di assumere strane forme, e può portare le persone a fare cose inimmaginabili, sia chi lo commette sia chi lo subisce.

Amore

Amore è una parola che non poteva mancare. Questa è un’età in cui cambia il modo di vedere il mondo, e cambiano anche gli occhi con cui guardiamo gli altri. Non è però sempre facile fare i conti con le proprie emozioni e con i propri sentimenti.

Ci possiamo sentire inadeguati, sia nel fisico sia nel carattere. Eppure, i sentimenti ci sono. Sbucano dal cuore e chiedono di essere ascoltati.

Con le ragazze e i ragazzi della I B abbiamo parlato della storia di Matilde, tratta da Gentile come te, e di come l’amore abbia sempre a che fare con il rispetto, un’altra splendida parola che ci ha permesso di parlare di pregiudizi, di tutto quello che infesta le nostre menti: e abbiamo scoperto che i pregiudizi più famosi e terribili a questa età sono quelli di genere, quelli che ci dicono cosa può fare e dire una ragazza, e cosa può fare e dire un ragazzo.

Essere rivoluzionari significa non dar retta ai pregiudizi che, vecchi di millenni, si attaccano alle cose più belle che abbiamo: all’amicizia, ai nostri progetti, all’amore. E li trasformano in cose brutte.

Gentilezza

Gentilezza è l’ultima parola di cui abbiamo parlato, perché ci sembrava giusto terminare con lei, che alla fine le abbraccia tutte. E davvero ci siamo accorti che si tratta di un antidoto portentoso: “La gentilezza è come un antidoto, una specie di vaccino capace di combattere non solo il virus della solitudine, ma anche quello dell’ignoranza, del razzismo, dell’indifferenza”.

Grazie alle ragazze e ai ragazzi della I B perché sapranno portare quello che hanno imparato fuori dalla loro classe, ne sono certo. Grazie alla dirigente scolastica Laura Superchi, per la fiducia che ci ha dato e per la capacità di immaginare una scuola migliore.

Grazie alla professoressa Francesca Roggi, perché sa coltivare le menti e i cuori dei suoi studenti, e questo significa davvero essere un insegnante. A presto.

Come parlare di diversità con i libri!

in Bisogni Educativi Speciali by
6 storie per parlare in modo originale e divertente di diversità con le bambine e i bambini della scuola primaria

Un toro, un lupo, una capretta e un cane, ma anche una bambina fatta di burro e una fatta di carta, senza dimenticare le ragazze e i ragazzi della III C. Sono questi i protagonisti delle 6 storie che possiamo leggere in classe per affrontare in modo originale – e anche divertente – il tema della diversità.

Perché portare in classe questo tema?

La risposta è semplice: troppo spesso si tende a creare modelli, e quindi a omologare, a uniformare i gusti, i desideri. Così le diversità divengono qualcosa da allontanare, da coprire, nascondere, o addirittura di cui vergognarsi.

Il messaggio che passa alle bambine e ai bambini è chiaro: abituate i vostri occhi a riconoscere le somiglianze, cercate di essere il più possibile simili tra di voi.

Eppure, credo che i più piccoli debbano compiere il percorso inverso, che i loro occhi – più che le somiglianze – debbano formarsi a riconoscere le diversità, fisiche e caratteriali.

Perché imparare a cogliere le diversità è l’unico modo per comprendere meglio non solo il mondo intorno a noi, ma anche e soprattutto noi stessi. È un viaggio, che ci porta a riconoscere l’unicità di ognuno, ma anche l’unico modo per fare nascere conoscenza e rispetto.

«Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi», diceva Proust.

Che buffo, sembra di parlare della biodiversità. Ma non dobbiamo dimenticare che biodiversità significa ricchezza, perché è grazie a lei che un ecosistema è più forte. E questo, ne sono convinto, vale anche quando l’ecosistema di cui stiamo parlando è una classe.

Non a caso, prima, ho usato il verbo imparare – imparare a cogliere le somiglianze. Il motivo? Perché non è una cosa innata.

E come avviene per tanti altri valori, come la gentilezza, anche il riconoscimento e l’accoglienza delle diversità passano attraverso un’abitudine.

L’abitudine a saper vedere ciò che è differente, lontano, straordinario; e poi a comprenderlo, avvicinarlo e scoprirlo per quello che è; e infine a farlo entrare nella nostra realtà.

Ecco, questo è l’unico percorso per combattere il razzismo e la paura dell’altro, per far nascere nelle classi il rispetto e l’accoglienza.

Chi può aiutarci in questo viaggio? Un libro, naturalmente. Perché nessuno è più diverso, lontano e straordinario di un libro. Ecco allora 6 letture da fare in classe, per avvicinare i più piccoli a riconoscere la loro unicità, e a darle valore.

Per il primo ciclo della primaria:

Munro Leaf, La storia del toro Ferdinando, Fabbri 2017. La favola di Ferdinando, il giovane toro che preferisce il profumo di un fiore alla violenza della corrida. Un libro messo al bando nella Spagna di Franco e nella Germania di Hitler, che ha conquistato negli anni i cuori di grandi e piccini.

Yuichi Kimura, In una notte di temporale, Salani 2017. Il racconto di una sorprendente amicizia. Un lupo e una capretta si rifugiano in una capanna abbandonata. La tempesta infuria, la pioggia scroscia e il buio è totale: nasce così un’amicizia unica che dovrà resistere a mille avversità.

Processed with VSCO with g3 preset

Beatrice Masini, La bambina di burro e altre storie di bambini strani, Einaudi 2016. La bambina di burro che non può uscire perché rischia di sciogliersi, il bambino di carta che tende a volar via. Storie di bambini fuori dal comune, fatti di materiali poco bambineschi, che trovano sempre un modo brillante per essere se stessi.

Per il secondo ciclo della primaria:

Elisabetta Gnone, Olga di carta, Salani 2018. Olga Papel ha una dote speciale: sa raccontare incredibili storie, che dice d’aver vissuto. Finché un giorno, decide di raccontare la storia della bambina di carta che lasciò il suo villaggio per andare a chiedere alla maga Ausolia di diventare una bambina di carne e ossa.

hdr

Fabio Leocata, Anna & Bibo. Un cucciolo da salvare, Bookabook 2021. Bibo è un cucciolo goffo, ha la forma di un salsicciotto ed è una vera peste. Così la famiglia Secchielli lo porta a scuola di buone maniere, nel prestigioso Istituto Svizzero per Cani. Una divertente storia sul valore dell’amicizia e sulla diversità.

Sabrina Rondinelli, Più unici che rari, Librì Progetti Educativi 2019. Le ragazze e i ragazzi della III C insieme parlano, scherzano, litigano, a volte soffrono, ma si sostengono e si vogliono bene. Una storia a più voci, in cui sarà proprio la diversità a trasformarsi in una ricchezza per il gruppo intero.

Le forme della gentilezza

in Attività di classe/Letture in classe by
Quali sono le forme che può assumere la gentilezza? Scopriamolo in un percorso tematico, da realizzare con le ragazze e i ragazzi della scuola secondaria di I grado

In occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza, che si festeggia oggi 13 novembre, vi proponiamo un piccolo viaggio fatto di parole “gentili”, un percorso tematico che ogni insegnante della scuola secondaria di I grado potrà utilizzare per realizzare un’attività extracurriculare con i suoi studenti. Ogni parola è introdotta da una frase e si chiude con alcune domande che saranno di stimolo alla discussione o alla compilazione di un elaborato.

Dopo il primo percorso dedicato alla scuola primaria, ecco il secondo appuntamento, riservato alle scuole secondaria di I grado!

Per festeggiare con voi siamo riusciti ad attivare un super sconto riservato agli insegnanti sull’acquisto de “La Gentilezza vola lontano” (scuola primaria) e “Gentile come te” (scuola sec. I grado). In fondo all’articolo tutte le informazioni per usufruire del codice sconto.

Diversità

“Ognuno all’interno di un gruppo recita la sua parte, anche se non lo sa. C’è quello simpatico, quella cool, quella che fa la pazza, quello studioso, quella carina, quello timido.”

Le ragazze e i ragazzi sono tutti accomunati dalle stesse fragilità, dagli stessi problemi, dai medesimi dubbi. Eppure sono tutti così diversi! È proprio questa diversità che la scuola dovrebbe riuscire a preservare e a trasformare in una ricchezza per il gruppo. In una società che tende ad appiattirci e a creare competizione, l’unicità di ognuno deve diventare la base dello stare insieme, della cooperazione, della solidarietà.

Riesci a descriverti in poche parole? E riesci a descrivere le tue compagne e i tuoi compagni? Quali sono le cose che di te e di loro cambieresti?

Solitudine

“Sentirsi soli è la cosa più terribile che ci sia. È come una specie di virus, un male invisibile che ti entra dentro e ti si attacca alle cellule, succhiandoti la vita”

La preadolescenza è un momento splendido, ma anche difficile. I rapporti interpersonali e l’accettazione da parte del gruppo giocano un ruolo importante nel benessere delle ragazze e dei ragazzi. Per questo è fondamentale educare alla gentilezza, all’ascolto attivo, alla solidarietà. Tutti valori che i ragazzi possono usare come bussole per combattere il terribile morbo della solitudine, per non perdersi in questo avventuroso percorso di crescita.

Ti capita mai di sentirti sola (o solo)? Quali sensazioni provi? Pensi che qualcuno tra i tuoi compagni ne soffra in silenzio?

Accettarsi

“Penso a quando rivedrò i miei amici. Sarà tutto come prima? E loro, cosa penseranno di me? Ti sembro la stessa di sempre? E se sono cambiata, sembro più brutta o antipatica o noiosa?”

La preadolescenza è il momento del cambiamento. Cambiano i gusti, cambiano i modi di relazionarsi con gli altri. E soprattutto cambia il corpo. Talvolta questi cambiamenti possono creare imbarazzo o un senso di spaesamento, e ci chiediamo come reagiranno i nostri compagni.

Ci sono stati ultimamente dei cambiamenti nel tuo corpo? Pensi che siano una cosa positiva o negativa? Come ti immagini alla fine delle medie?

Bullismo

“Mi sono passate per la testa le raccomandazioni degli insegnanti e dei genitori, quando ci dicevano di stare attenti, di tenere sempre gli occhi aperti, di essere sempre gentili e disponibili con gli altri, e io che dentro di me ogni volta pensavo: a me e ai miei amici non accadrà mai!”

Non è sempre facile comprendere la differenza tra uno scherzo e un atto di bullismo. Il bullismo infatti ha varie forme, alcune più brutali ed evidenti, come una percossa. Altre invece sono più labili e invisibili. E si possono nascondere dietro semplici scherzi ripetuti, soprannomi, prese in giro all’uscita della scuola come nella chat di classe. Il bullismo è pericoloso e non dobbiamo mai sottovalutarlo: può assumere strane forme, e può portare le persone a fare cose inimmaginabili, sia chi lo commette sia chi lo subisce.

Sei mai stato vittima di bullismo? E qualche tua amica o amico? Credi che, se dovesse accadere a te, saresti in grado di parlarne con un insegnante, un compagno o un parente?

Aiuto

“È successa una cosa brutta a una mia amica. Io vorrei aiutarla, ma lei mi ha detto che adesso ne è uscita e non ha più bisogno del mio aiuto. Io non so cosa fare, perché non so se è vero”.

Non sempre chi ha bisogno di aiuto è in grado di chiederlo. O meglio, non sempre è in grado di farlo con le parole. Qualche volta le ragazze e i ragazzi lo fanno solo con lo sguardo, con i gesti, con il comportamento, tendendo a chiudersi o fuggire, oppure a diventare aggressivi. Dall’altra parte, l’esperienza insegna che non è facile aiutare una persona – soprattutto se si tratta di un problema importante – e che spesso, se ci accorgiamo di qualcosa, è meglio rivolgersi a un adulto.

Come ti comporti quando hai un problema? Ti è mai capitato che un amico o un’amica ti chieda aiuto? Bullismo, problemi alimentari, familiari… qual è il modo migliore per aiutare una persona?

Amore

“Cosa mi ero messa in testa? Davvero pensavo di potergli piacere? Perché mai un ragazzo come lui doveva interessarsi a una tipa insignificante come me?”

La preadolescenza è il momento delle grandi “cotte”. Cambia il modo di vedere il mondo e cambia anche il modo in cui si vedono quelli dell’altro sesso. Spesso però non è facile fare i conti con le proprie emozioni e con i propri sentimenti. Ci possiamo sentire inadeguati, sia nel fisico sia nel carattere. Eppure, i sentimenti ci sono. Sbucano dal cuore e chiedono di essere ascoltati. È adesso che si può educare al rispetto verso gli altri e verso se stessi.

Ti è mai capitato di provare un forte sentimento per una persona? È qualcosa di piacevole o no? Come si esprime, secondo te, il rispetto all’interno di una coppia?

Social

“Credo si debba fare molta attenzione a quello che si posta sui social e anche a quello che si scrive. Davvero, bisogna stare attenti!”

I preadolescenti trascorrono molto tempo sui social. Li usano per rimanere sempre in contatto, per scambiarsi informazioni, per scherzare o prendersi in giro, per chiedere consigli e aiuto. Non sempre però sono consapevoli di quello che stanno facendo ogni volta che scrivono o postano qualcosa. Pensiamoci bene ogni volta che diamo un giudizio su qualcun altro, che postiamo una foto, che raccontiamo qualcosa di noi.

Esiste un uso giusto e sbagliato dei social? Ti è mai capitato di sentirti offeso per qualcosa che ha scritto o postato un amico? Secondo te, la chat della tua classe potrebbe essere usata meglio?

Un antidoto

“La gentilezza è come un antidoto, una specie di vaccino capace di combattere non solo il virus della solitudine, ma anche quello dell’ignoranza, del razzismo, dell’indifferenza”.

L’abbiamo visto, tutte le ragazze e i ragazzi di questa età sono alle prese con un periodo incredibile della loro vita: con le amicizie, la scuola, il rapporto con i genitori, la scoperta dell’amore, il desiderio di essere accettati dal gruppo, il bullismo, il sesso, l’anoressia… eppure il modo migliore per affrontare tutto questo c’è. E si chiama gentilezza. Che non è un insieme di regole, ma è un atto rivoluzionario, di libertà.

“Mi tornano alla mente le parole che una mia amica mi ha scritto sul diario: Sii sempre gentile quand’è possibile. Beh, è sempre possibile


Le citazioni di questo articolo sono tratte dal libro per ragazzi Gentile come te, edito da Librì Progetti Educativi, 2020. Un diario che narra le vicissitudini di un gruppo di preadolescenti, alle prese con le difficoltà e gli ostacoli di tutti i giorni, affrontando temi importanti e delicati.

Per tutti gli insegnanti abbiamo attivato un pacchetto super scontato per l’acquisto di 8 copie a scelta fra La Gentilezza vola lontano” (scuola primaria) e Gentile come te” (scuola sec. I grado) con uno sconto del 40%! Vai sulla pagina dedicata di Librì Progetti Educativi e usa il codice: Gentilezza

Se desideri consigliarlo alle famiglie scrivici un’e-mail e ti forniremo le indicazioni per l’acquisto scontato per i genitori: scuola@progettiedu.it

Un percorso sulla gentilezza

in Affettività e Psicologia by

Portiamo la gentilezza tra i banchi della scuola primaria: perché educare al rispetto e alla gentilezza si può (e si deve)!

Keep Reading

Chi ha paura del libro cattivo?

in Attività di classe by
Billi acchiappa paura
Attività sulla paura rivolte ai bambini della scuola primaria – ma che possono essere declinate anche per la scuola dell’infanzia – seguite da specifiche letture da fare insieme

La paura è un’emozione che fa parte del nostro patrimonio genetico, una sensazione forte che tutti noi conosciamo, ed è presente e visibile fin dalla nascita.

Da un punto di vista biologico, quello che accade è una specie di incredibile e super velocissima reazione a catena: l’ipotalamo, posto alla base del cervello, produce un ormone, che a sua volta stimola l’ipofisi, la quale secerne un altro ormone che entra nel sangue, il quale a sua volta spinge i surreni a produrre altri ormoni, che a loro volta metabolizzano gli zuccheri e regolano l’equilibrio idro-salino… insomma, roba da paura davvero!

Ok, viene da dire, ma tutto questo a cosa serve? La risposta qui è un po’ più semplice (si fa per dire…), perché la paura, come tutte le altre emozioni, è come una cara vecchia amica che, se tenuta sotto controllo e se sappiamo ascoltarla, può darci dei giusti consigli per vivere meglio.

Perché allora non lavorarci in classe? Giocare con la paura non solo è divertente, ma anche stimolante per tutti i bambini! Quella che vi proponiamo, dunque, è un’attività sulla paura rivolta ai bambini della scuola primaria – ma che può essere declinata anche per la scuola dell’infanzia – seguita da specifiche letture da fare insieme.

Da dove cominciare? Ma dalla domanda più importante… sì, ma qual è? Probabilmente la maggior parte dei bambini dirà: che cos’è la paura? No, non è questa… è una domanda importante, certo, ma non molto utile, e poi rischiamo di perderci. La domanda giusta è: a cosa serve la paura?

Proviamo a partire da qui, ponendo questa domanda ai bambini, poi ascoltiamo le risposte e annotiamo le più interessanti alla lavagna. Aiutare la discussione, dicendo che la paura è un po’ come il dolore.

Spieghiamo ai bambini che il senso del dolore che tutti noi possiamo avvertire, ad esempio se qualcuno ci pesta un piede mettiamo una mano su un oggetto molto caldo, non è altro che un messaggio spedito al nostro cervello, un messaggio repentino che ci avverte di una cosa importante: togli subito quel piede (o quella mano) da lì, altrimenti potresti farti molto male!

Se ci pensiamo bene quindi, avvertire il dolore, anche se non ci piace, è una cosa positiva. Beh, la paura, se vogliamo, funziona un po’ allo stesso modo. La paura è un’emozione che, fin dalla nascita, ha lo scopo di informarci dei pericoli, è come una specie di sentinella che ci dice: ‘Fai attenzione, potrebbe capitare qualcosa di poco piacevole’, e quindi è meglio organizzare una difesa.

E la cosa straordinaria è che la paura ci suggerisce ogni volta come comportarci: di fuggire subito, di rimane immobili, addirittura di contrattaccare!

Adesso è arrivato il momento di dare un volto alle nostre paure. Sì, perché la paura può avere tante facce e un buon modo per esorcizzarle è visualizzarle. Chiediamo dunque a ognuno di raccontare la propria: possiamo parlarne tutti insieme, dando il tempo a ognuno di parlare; possiamo scriverle su un foglio, ognuno la propria, poi leggere i “messaggi” a voce alta e metterli tutti in una scatola, la scatola delle nostre paure, che terremo da qualche parte nascosta in aula; ma possiamo anche, con i bambini più piccoli, provare a disegnarle e appenderle poi su un grande
cartellone-mostro!

Possiamo concludere l’attività con delle letture. Per la scuola dell’infanzia, proponiamo: Lupo lupo, ma ci sei?, edito da Giunti editore, un classico scritto da Giusi Quarenghi e illustrato da Giulia Orecchia, per divertirsi con la paura e cercare un lupo… che non c’è!

Il mostro peloso, edito da Emme edizioni, una storia di Henriette Bichonnier che racconta in maniera umoristica la fiaba della Bella e la Bestia.

Per la scuola primaria, invece, proponiamo:
Billi Acchiappapaura, edito da Librì progetti educativi, di Maria Loretta Giraldo e Giulia Orecchia, per scoprire tutte le paure dei bambini: del buio, dei temporali, di non piacere agli altri…

E Fiabe da far paura (appena appena, non tanto), edito da Mondadori, che raccoglie una scelta delle straordinarie Fiabe italiane di Italo Calvino.

Via le armature! Ecco come far crescere il coraggio (e la resilienza) in classe

in Attività di classe by
coraggio
Il coraggio si può insegnare? In classe è possibile lavorare con laboratori su misura per imparare ad affrontare e superare gli ostacoli della vita (e andare a caccia dei coraggiosi nelle storie)

Keep Reading

Inclusione scolastica e sindrome di Down: le differenze arricchiscono

in Attività di classe/Bisogni Educativi Speciali by
due pirati come noi down ghigliano
Inclusione scolastica: in occasione della Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down (il 21 marzo) alcune riflessioni e qualche suggerimento.

Keep Reading

Scarica unità didattica

Argomenti

Go to Top