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Tutta la bellezza dei libri fatti a mano in una mostra-concorso

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Un bel concorso e una bella mostra per incentivare i nostri alunni (e non solo loro) a sperimentare la loro creatività attraverso la produzione di libri fatti a mano.

Non è la prima volta che parliamo di un concorso, invitando a parteciparvi (in passato lo abbiamo fatto qui). Stavolta spendiamo volentieri due parole su quello che si tiene ogni anno a Pieve Santo Stefano, comune della Valtiberina in provincia di Arezzo, e seguito da relativa mostra, in cui protagonista diventa il libro fatto a mano.

Gli enti che lo organizzano sono l’associazione locale di promozione culturale Librifattiamano e il comune di Pieve Santo Stefano.

Hanno la possibilità di partecipare, in  modo libero e gratuito, sia bambini/ragazzi provenienti da scuole di ogni ordine e grado, che adulti. Sono previsti premi speciali per categoria, ma ciò che ottiene un vasto successo di pubblico è la mostra organizzata per raccogliere tutti i manufatti realizzati nelle scuole che hanno aderito all’iniziativa.

La mostra del concorso Libri fatti a mano

I manufatti dei bambini e dei ragazzi che si sono impegnati a costruire i loro libri vengono esposti in una mostra che ogni anno stupisce per l’abilità creativa e l’originalità delle forme e dei contenuti. Vengono così motivati e stimolati la creatività e l’interesse verso i libri e la lettura e, nel contempo, valorizzati il significato e la produzione dell’oggetto libro.

In alcune scuole la mostra è occasione di sperimentazione e costruzione di libri autoprodotti destinati a diventare vero e proprio materiale didattico. Dopo la mostra e la premiazione dei partecipanti, i libri fatti a mano dai bambini possono infatti essere riportati nelle rispettive scuole di appartenenza.

Se lo si preferisce, gli stessi libri possono essere donati all’organizzazione così da entrare a far parte dell’esposizione permanente dei libri fatti a mano allestita presso la biblioteca comunale di Pieve.

La prossima edizione della mostra dei libri fatti a mano si terrà a Pieve Santo Stefano (AR) dal 3 al 7 maggio 2023: c’è tempo fino alla data del 15 aprile 2023  per inviare richiesta di partecipazione al concorso!

Eventi correlati alla mostra

In occasione della mostra dei libro fatti a mano correlata al concorso, sono previsti a Pieve ulteriori mostre tematiche, laboratori e seminari finalizzati alla promozione della cultura del libro come avventura e come spazio concreto da costruire in modo artigianale e da rendere vivo con storie e illustrazioni scaturite dall’immaginazione, dall’energia e dalla creatività personale.

Regolamento del concorso

Il regolamento prevede ampia libertà di scelta delle tematiche e delle modalità di realizzazione e permette di vincere una somma di denaro spendibile in acquisto  libri.

I premi saranno distinti in tre categorie:

  • libri fatti a mano bambini
  • libri fatti a mano ragazzi
  • libri fatti a mano adulti

La giuria sarà composta, rispettivamente, da bambini della scuola primaria, ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado e da membri che fanno parte del comitato organizzatore.

Qui è possibile consultare il sito da cui ricavare tutte le informazioni sull’evento e scaricare il regolamento del concorso e della mostra ad essa collegata.

Foto di copertina by Rod Long su Unsplash

Che busta scegli? Tempo di concorsi, maturità, errori e risposte efficaci

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Dalle 24 ore per organizzare una lezione al concorso docenti ai 60 minuti dove ti giochi la maturità. Il maestro Ivan non perde tempo: ecco le sue riflessioni

Allora, la cosa va così. Io ho un nipote che ha sette anni e che di punto in bianco mi chiede: “Ma l’infinito è pari o dispari?” Inizio a rispondere più o meno con parole di buonsenso, le parole di uno zio che si trova a costeggiare al baratro della matematica, ma sul più bello mi fermo perché ho l’impressione che la domanda sia molto più competente della risposta. Non è una bella sensazione, specie se sai l’immensa fiducia che il nipotino ripone nelle tue risposte. Ci vorrebbe un aiutino da casa, che so, una telefonata. Non squilla il telefono nel senso canonico, ma arriva un bip di Whatsapp. È una collega che mi chiede una mano per il concorso. Già, il concorso. Guardo negli occhi il nipotino che attende una risposta definitiva sull’infinito (matematico) e mi perdo dietro la siepe (poetica) del concorso docenti

Metto in stand by la matematica, d’altra parte mio nipote è molto tollerante con me, e provo a ragionare sul quesito della collega. Per chi non lo sapesse, il concorso oggidì funziona così: estrai una domanda e hai ventiquattr’ore di tempo per organizzare una lezione. Ventiquattr’ore, ai tempi di Whatsapp, è un tempo infinito, appunto. Il nipotino mi guarda da dietro gli occhiali e sembra domandarmi, severo: “E adesso che fai? Suggerisci?”. Mi vien da pensare che la collega non abbia scritto solo a me, ma abbia esteso l’SOS a tutti quelli che portano i capelli bianchi: è colpa lieve -me la gioco così – condivisa con tanti. Sì, dai, diamo una mano. Voglio bene alle mie colleghe, io. Apro il computer, sicuramente ho qualche file già pronto da passare, tutto sta a trovarlo.

Solo che c’è questa strana abitudine, questo modo di iniziare da Facebook prima d’ogni altra attività. Una scrollata, giusto per vedere quello che combinano gli amici. E così, tra la foto di un gatto e un piatto ben guarnito, mi ritrovo a leggere le considerazioni di un ragazzo che ha appena sostenuto la prova orale dell’esame di maturità. Già, la maturità. Per chi non lo sapesse, la prova orale dell’esame di maturità funziona così: tu arrivi, scegli una delle tre buste e parli per un’ora di quell’argomento lì, quello secretato dentro la busta. Un argomento che non sai, un argomento che non hai mai studiato, ma che ti deve servire per intavolare una discussione colta, brillante, possibilmente sicura.

Mondo cagnolino, non ho mica il coraggio di alzare lo sguardo. Sono sicuro che, negli occhi del nipote matematico, leggerei tutte le domande del mondo, altro che infinito. “Ma come”, questo sta pensando il piccolo, ne sono sicuro. “A voi gente grande e grossa danno un giorno intero per prepararvi e a questi pischelli appena spuntati li costringete a buttar giù un ragionamento in quattro e quattr’otto? Vi piace prendervela con i più deboli o che cosa?”.

Con le spalle al muro, prendo il coraggio a due mani e provo a cavarmela con la sincerità. È sempre la miglior cosa, la sincerità. “L’infinito”, dico, “non è pari o dispari, ma positivo e progressivo. Perché è la soluzione che ogni generazione dà agli errori della generazione precedente”. Ecco, l’ho detta, e il mio nipotino sorride, sdentato. Ha capito. Ha capito tutto. Non può essere diversamente.

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