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Viaggi di istruzione: uno strumento prezioso

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Stiamo entrando nel periodo dei viaggi di istruzione: una riflessione sul tema e due proposte pratiche per gestire velocemente la procedura d’appello durante le uscite didattiche!

I viaggi di istruzione, grazie ai quali si solidificano i rapporti e si fanno esperienze, sono momenti fondamentali nella vita di studenti e insegnanti; adesso che aprile è iniziato, stiamo entrando in quella che è la classica stagione delle gite scolastiche che riemergono con una certa diffusione dopo qualche anno di rarefazioni o di vere e proprie pause dettate da condizioni al contorno ben note.

Invero, personalmente, detesto questa locuzione e preciso sempre che si tratta di “viaggi di istruzione” o di “uscite didattiche”. Questa puntualizzazione non è solo una pidocchiosa pedanteria, ma una necessità programmatica, specie nei confronti di un’utenza che, a seconda dell’età, può trascendere anche in comportamenti molto pericolosi se non contenuti entro una consapevolezza che va costruita su molti fronti.

La preparazione al viaggio di istruzione

Il primo strumento perché questo sia, quindi, è proprio quello di dare un nome corretto alle cose. Il secondo è quello di premettere all’uscita tutta una serie di atti preparatori che non sono solo quelli, pur importantissimi, di tipo burocratico, ma soprattutto quelli di ordine didattico. La commissione viaggi, ad esempio, individua le mete ed è conseguente responsabilità dei singoli consigli di classe, sia attraverso un lavoro collegiale che tramite quello individuale, anticipare cosa si andrà a vedere, spiegare quello che si andrà a fare, in modo tale che l’espletamento materiale di tutto questo sia condiviso e pre-attivato perché inserito in un brodo di significato entro il quale ci si è immersi da tempo avendo costituito un opportuno clima di aspettativa basato sugli obiettivi didattici del viaggio. La costituita zona di sviluppo prossimale lavorerà per noi. Beninteso non si vogliono trascurare quelli importantissimi di tipo relazionale che saranno maggiormente valorizzati se, prima di partire, il gruppo classe sarà stato amalgamato tramite opportune dosi di didattiche attivistiche: lavori di gruppo e cooperative learning, a titolo di esempio.

I doveri deontologici dell’insegnante

Vale la pena osservare che il lavoro preliminare ad un’uscita didattica fa parte dei doveri deontologici dell’insegnante e su questo tema si veda l’articolo 29 del CCNL 2006/2009 dove si legge: “Tra gli adempimenti individuali dovuti rientrano le attività relative alla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni”. Le locuzioni “viaggio di istruzione” e “uscita didattica” chiariscono a tutti, quindi, che si tratta di vere e proprie lezioni erogate secondo una modalità diversa.

A tutti è noto il fatto che ogni volta che si esce da scuola non vengono meno i doveri di vigilanza degli insegnanti e questo tema sarebbe da analizzare con una certa attenzione, magari entro la pubblicazione di linee guida.

Vale la pena rilevare il fatto che anche un docente ha diritto al riposo, quindi varrebbe la pena esplicitare i limiti del dovere di vigilanza. Temo che più che giuridici siano di tipo culturale, infatti tutta la partita della sicurezza, regolata nel nostro paese dal Testo Unico, ha fonti primarie in quella europea, ma in Finlandia se si chiede ad un insegnante: “chi è che guarda i bambini quando sono nell’intervallo mentre gli insegnanti si rifocillano?”, si ottiene una risposta molto semplice e ovvia: “sono in giardino a giocare, cosa potrebbe succedere?”. Questa risposta, tuttavia, non sarebbe sufficiente ad un giudice italiano.

Mancati finanziamenti

Vale la pena soffermarsi sui mancati finanziamenti a sostegno di questa particolare forma didattica. Sono scarsi e differiti sul fronte delle famiglie, che possono solo dichiarare le spese effettuate nella dichiarazione dei redditi, vedendosi restituire il 19%. Sono sostanzialmente assenti quelli per gli insegnanti, a meno di invocare il fondo di istituto che, tuttavia, essendo misero non può coprire questa questione senza scoprirne un’altra.

Due proposte per gestire velocemente la procedura dell’appello

Vorrei concludere questo intervento fornendo agli/alle insegnanti un piccolo strumento utile per gestire velocemente la procedura dell’appello quando si è fuori da scuola. È ovviamente utile che questa procedura sia frequente perché il rischio è quello di perdersi qualcuno per strada.

Prima proposta

Una prima possibilità è quella di etichettare le studentesse e gli studenti assegnando a ciascuno un numero in sequenza. All’ordine “Appello per numero!” si dovrebbe udire: “uno, due, tre…”. La procedura è veloce, ma ha il rischio di udire tutti i numeri, uno dei quali citato da un buontempone complice di un fuggiasco, non è nullo.

Seconda proposta

Una seconda possibilità è quella del controllo diffuso. All’ordine “Appello per controllo diffuso!”: Ogni studente/essa deve verificare la presenza di chi segue nella lista (che può essere quella alfabetica della classe, ma anche di più classi). Ovviamente l’ultimo della lista controlla il primo. La velocità di questa procedura è strabiliante perché si tratta di un controllo parallelizzato e ha tuttavia due difetti.

Il primo è lo stesso già citato, dove il complice deve essere lo studente che precede, mentre il secondo è legato alla capacità di controllo da parte di persone non sufficientemente responsabili o capaci, ad esempio particolari tipi di disabilità, che potrebbero non riportare un’assenza.

Una variante della seconda possibilità ha lo scopo di evitare la penosa esclusione dei disabili dalla lista dei controllori, scippandoli di una responsabilità che altri esercitano normalmente e marcando la loro differenza. Ciascuno dovrà controllare non già il seguente (e basta), ma il seguente e il precedente (o, ancora, due seguenti e due precedenti) in modo tale che il fenomeno della complicità diventa di difficilissima realizzazione (ho bisogno di due o di quattro complici per sparire) e quello dell’errore del singolo, disabile o no, ininfluente perché ciascuno è monitorato da due o da quattro persone diverse. Naturalmente se ciascuno deve controllare due o quattro altri studenti, i tempi di chiusura della procedura si allungano, ma restano assai contenuti. Certamente molto inferiori ad un appello classico che prevede di chiamare i presenti uno per uno.

Un altro articolo sul tema dei viaggi di istruzione lo puoi trovare qui!

Foto di copertina by note thanun su Unsplash

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