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Attività didattica da scaricare n°6: Impariamo a leggere le etichette dei cibi che mangiamo!

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Le leggete mai le etichette dei cibi che comprate al supermercato? Ecco un’attività divertente da proporre in classe sul tema!

Le informazioni ripotate sugli alimenti sono importantissime perché ci permettono di conoscere le informazioni principali dei cibi che portiamo in tavola ogni giorno, è necessario quindi saper leggere le etichette riportate sulle confezioni e insegnare anche i più piccoli a farlo.

Per questo, vi suggeriamo una divertente attività da proporre in classe che vi permetterà di avvicinare fin da subito i bambini a questo tema importante e spesso sottovalutato.

COMPILA LA FORM E SCARICA GRATUITAMENTE L’ ATTIVITA’ DIDATTICA!

Su questa pagina troverai altre attività didattiche su differenti argomenti, pronte per essere scaricate e utilizzate in classe.

Foto di copertina by Evgeniy Alyoshin on Unsplash

Maria Montessori: le sue migliori 10 frasi in tema di educazione dei bambini

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nomi scuole
Per concludere la nostra TOP 10 degli articoli più letti non poteva mancare l’articolo dedicato a Maria Montessori. Scopriamo insieme alcune delle sue migliori frasi sull’educazione dei bambini

Un decalogo di Maria Montessori, semplice ma potente, per capire ancora di più quanto è importante che i bambini sviluppino i loro talenti liberamente, grazie anche ad educatori capaci di risvegliare il loro interesse.

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Meditazione e tecniche di respirazione come attuarle a scuola!

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Scopriamo alcuni semplici esercizi di meditazione e tecniche di respirazione, utili da portare in classe per il benessere mentale e fisico degli studenti

Continua la nostra TOP TEN degli articoli più letti nel 2022 e affrontiamo il tema della meditazione e delle tecniche di respirazione a scuola!

Il benessere mentale e fisico degli studenti è uno degli obiettivi della scuola di ogni ordine e grado; dunque, perché non aggiungere esercizi di rilassamento e momenti di meditazione tra le classiche materie scolastiche?

In alcuni paesi europei, tra cui la Gran Bretagna, la meditazione sta già diventando materia di studio: è il caso della Mindfulness, con uno studio britannico del 2019 , e che ha coinvolto i ragazzi di ben 370 istituti, i quali hanno avuto l’occasione di conoscere e mettere in pratica tecniche di rilassamento.

Per capire quanto le tecniche di rilassamento e di respirazione possano diventare degli strumenti importanti per bambini e ragazzi, oltre che un aiuto per la loro concentrazione e la capacità di applicarsi, abbiamo contattato Micol Chiara Degl’Innocenti, un’insegnante di Yoga, operatrice olistica e Reiki Master fiorentina. Micol Chiara si è formata tra Firenze, Londra e la Patagonia.

Ciao e grazie! Cominciamo col dire che, malgrado i risultati sul benessere siano ormai noti, in alcuni paesi tra cui l’Italia le pratiche legate alla meditazione e alla respirazione faticano a entrare in ambito scolastico. Secondo te a cosa è dovuto?

In primo luogo c’è da considerare che le pratiche legate alla meditazione e al respiro ci sono arrivate da culture diverse dalla nostra. Storicamente in Europa e in Occidente sono stati privilegiati e sviluppati il pensiero logico-razionale, la filosofia, il metodo scientifico. Al contrario, molte culture orientali hanno dato maggior peso all’intuizione, alla spiritualità e alla connessione col Divino. La meditazione è stata esplorata ampiamente da culture come quella Vedica (Yoga), il Buddhismo, la filosofia Zen.

Meditazione e pensiero logico-razionale non sono però in contraddizione di per sé, anzi le pratiche legate alla meditazione hanno come funzione quella di pulire la mente e di conseguenza di farla lavorare meglio. Ci liberiamo da pensieri ripetitivi o ossessivi, e creiamo spazio perché nuovi pensieri – più autentici e più in connessione con la nostra natura profonda – possano entrare.

Il fatto che tante di queste pratiche derivino da filosofie connesse alla spiritualità crea ancora resistenze. Può darsi che la cultura cattolica da secoli radicata in Italia veda ancora con sospetto meditazione e Yoga. Ma la meditazione non ha niente a che vedere con la religione, è solo uno strumento potente di benessere e connessione che può essere utilizzato da tutti e in ogni luogo, anche a scuola.

Per capire di cosa si tratta, ecco un esempio di respirazione molto semplice.

Parliamo di benefici. Quali sono i più importanti a livello psicofisico e qual è l’età più adatta per cominciare?

Il cervello è un organo e come tutti gli organi lavora “a ripetizione”. Il cuore non smette mai di pompare sangue, i polmoni respirano in maniera involontaria in ogni momento. Allo stesso modo il cervello produce pensieri su base ripetitiva, cioè siamo più propensi a pensare sempre alle stesse cose. Purtroppo il 90% dei nostri pensieri è basato sulla paura, che un tempo era legata all’istinto di conservazione dell’uomo primitivo, ma che oggi si manifesta sotto forma di stress, spesso cronico. Molti studi scientifici attuali dimostrano una correlazione diretta tra stress e l’insorgere di molte patologie.

La meditazione, l’osservazione del respiro ci riportano al momento presente. Ci permettono di prenderci una pausa dal ritmo ripetitivo dei pensieri, di osservarli senza attaccamento. Una volta creato questo spazio, quello che la filosofia Zen definisce “vuoto fertile”, diamo modo a nuove idee, nuove intuizioni e nuove soluzioni di entrare nella nostra mente.

Stando nel presente lasciamo andare l’ansia (che è paura per il futuro) e sentimenti come depressione, tristezza o rimpianto (che sono paure relative al passato). Diventiamo capaci di osservare le nostre emozioni, di riconoscerle e sentirle senza però lasciarci dominare. Quindi è una pratica estremamente utile anche per il benessere emotivo di un individuo. Se praticata con costanza aiuta a liberarci da condizionamenti esterni, permettendoci di vivere con maggiore libertà e sicurezza in noi stessi.

Si può cominciare a meditare a qualsiasi età e i benefici di cominciare fin da piccoli sarebbero sicuramente moltissimi.

In ambito scolastico, sarebbe preferibile effettuare un esercizio di respirazione o rilassamento tra un’ora e l’altra, oppure possiamo immaginare una vera e propria “ora di meditazione”?

Imparare a meditare richiede una certa costanza, quindi a mio parere meglio poco ma spesso. Un’ora di meditazione settimanale non sarebbe del tutto inutile e potrebbe fornire buoni spunti e buone basi ai ragazzi, ma l’ideale sarebbe cominciare ogni giornata con 15-20 minuti di meditazione.

Ci sono anche molti esercizi estremamente brevi ma molto efficaci che potrebbero essere fatti anche all’inizio di ogni lezione, anche solo per 3 minuti. Chiaramente questo richiederebbe un grosso cambiamento culturale… Detto questo, qualsiasi spunto anche piccolo sarebbe benefico per bambini, ragazzi e famiglie.

Ecco un esempio di pratica di presenza breve e semplicissima!

Sperando che le pratiche legate alla respirazione e alla meditazione possano trovare sempre più spazio nella scuola italiana, reputi che dovrebbero entrare nelle classi veri e propri insegnanti oppure, ad esempio nella scuola primaria, sarebbero sufficienti dei corsi di formazione per maestri e maestre?

Sicuramente è importante che chi insegna sia convinto e creda in quello che sta facendo e abbia una pratica consolidata. Un insegnante di Yoga o un terapeuta che utilizzi la Mindfulness sicuramente potrebbero offrire competenze più profonde, ma gli insegnanti che passano più tempo coi ragazzi avrebbero modo di creare una pratica più costante nelle classi. Credo che entrambe le soluzioni possano essere buone.

Approfondimenti

Alcuni dei libri più noti per conoscere la pratica dello yoga.

Yoga, manuale per la pratica a casa

La bibbia dei principianti di yoga

Un piccolo manuale con cd audio per aiutare la meditazione

Qui, invece, un webinar dedicato alla mindfulness che potrebbe tornare utile, realizzato in collaborazione con Sanofi!

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Giorno dei morti: e se diventasse una festa?

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In tutto il mondo sono tantissimi i paesi e le regioni con l’usanza di celebrare i defunti con feste e cibi insoliti: scopriamoli insieme!

La prima che salta alla mente è idubbiamente la festa di Halloween, celebrata il 31 ottobre, che dagli Stati Uniti e il Canada ha conquistato tutto il mondo (anche se la sua origine è celtica); eppure ne esistono molte altre di tradizioni, feste e addirittura di cibi legati al culto dei morti, che in Italia e nel mondo cattolico per tradizione si celebra il 2 novembre.

Perché queste si tengono per la maggior parte vicino all’equinozio di autunno? Perché è considerato il momento “più buio” dell’anno, in cui il ciclo calante dell’illuminazione solare diventa metafora del ciclo della vita.

Ma quali sono le tradizioni più famose del nostro Paese, legate al culto dei morti?

In molte regioni, per il giorno dei morti, si lasciavano cibo e acqua sulla tavola per accogliere gli spiriti dei defunti, così come si accendevano dei lumini per far loro luce nella notte. Sono tanti anche i dolci legati a questo giorno: gli ossi di morto, la fave dei morti, i bacilli e i balletti, gli stinchetti dei morti, i pupi di zuccaro… ogni regione ha i suoi!

Ecco una testimonianza del maestro Andrea Camilleri sul giorno dei morti.

E nel resto del mondo come si festeggiano i morti? Ecco le tradizioni più famose!

L’abbiamo già detto, la più celebre – grazie anche al cinema – è sicuramente quella festeggiata negli Stati Uniti e in Canada: è Halloween, con la sua zucca intagliata e la lugubre leggenda di Jack o’ Lantern

Durante la sera del 31 ottobre, i bambini si travestono da spiriti e streghe e se ne vanno in giro per le case del quartiere a raccogliere dolcetti.

In Messico si festeggia il Día de los muertos, con canti, festeggiamenti, fuochi d’artificio, maschere e soprattutto le straordinarie sfilate degli scheletri. Solo durante questa celebrazione, gli spiriti dei morti possono raggiungere i vivi; così vengono allestiti altari pieni di fiori colorati. E tra i piatti preparati per l’occasione, non mancano il pane dei morti e i teschi zuccherati. Una festa incredibile, tanto da essere diventata, per l’UNESCO, Patrimonio dell’umanità e recentemente è stata anche protagonista di un film di James Bond!  

E a proposito di cibo…

In Guatemala per la festa dei morti viene realizzato un incredibile piatto: il Fiambre, super piccante e con più di cinquanta ingredienti, tra verdure, spezie, affettati e carne.

Un altro piatto particolare è il songpyeon, preparato in Corea in occasione della festa dei morti, chiamata “il grande mezzo”. Durante le celebrazioni, i coreani ritornano nelle case in cui sono nati per festeggiare gli spiriti dei loro antenati. I songpyeon sono torte di riso cotto a vapore, a forma di mezzaluna, con sopra tanti ingredienti diversi.

Infine, in India la festa dei morti è detta Diwali, la festa delle luci. Si accendono lampade per riportare in vita il sole che muore. Durante questa ricorrenza, le sorelle preparano per i propri fratelli un pranzo e un bagno caldo. È un modo per ricordare la nascita dell’umanità, procreata dal dio della morte Yama che si unì alla sorella Yami.

Se vi fosse venuta voglia di organizzare una gita “tematica” vi servirà la Guida ai fantasmi d’Italia con utili indicazioni su dove cercarli e dove… trovarli!

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Come calmare un bambino? Ecco il metodo Montessori!

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Ci pensa il “barattolo della calma” a far rilassare i più piccoli e aiutarli a ritrovare l’equilibrio. Ecco come realizzarlo!

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La scuola che ci piace in 10 punti: by i maestri Ivan ed Eva!

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In 10 punti troviamo tutto l’impegno di Ivan ed Eva nel costruire una scuola frizzante, innovativa, attenta, scrupolosa, inclusiva e sorridente!

Vi siete mai fermati a pensare, in maniera concreta, come deve essere la scuola ei tuoi sogni? Ivan ed Eva, docenti della scuola primaria, lo hanno fatto, stilando per noi 10 interessanti punti che non devono mancare in una scuola inclusiva, innovativa e, sì, anche sorridente!

Ecco Ivan ed Eva!

Scopriamoli insieme:

Siete d’accordo?

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Nasi all’insù: è la notte delle stelle cadenti!

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Il 10 agosto è la famosa notte di San Lorenzo: tutti pronti ad osservare le stelle cadenti sfrecciare nel cielo?

Già nota e amata tra i romani, che la collegavano al culto del dio Priapo e ai lavori nei campi, la notte di San Lorenzo è per tradizione il momento dell’anno in cui ci fermiamo e, naso all’insù, ci mettiamo ad osservare le stelle cadenti.

Certo, oggi sappiamo che le stelle non cadono. Che quelle che vediamo scivolare nell’oscurità sono in realtà delle meteore. E che il fenomeno a cui assistiamo è dovuto al fatto che in quel periodo dell’anno la Terra passa attraverso lo sciame delle Perseidi, che sono appunto delle meteore.

Tutto vero, ma il fascino di quella notte – che possiamo osservare da una spiaggia o da una collina lontana dalle luci della città – resta immutato nel tempo.

Le notti d’estate ci danno anche l’occasione – e il tempo! – per conoscere più da vicino il cielo e i corpi celesti visibili. Magari scaricandosi una delle tante app gratuite sul nostro smartphone, che permettono di dare un nome a stelle e pianeti che brillano nel cielo notturno.

Il tema dello spazio vi affascina? Date un occhiata a questo articolo!

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L’estate? Da brividi, grazie a questi libri!

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Caldo afoso? Vediamo se questa lista di 6 libri per bambine e bambini vi farà provare un po’ di brividi! In arrivo tante emozioni forti, fantasmi, mostri, terribili streghe…

L’estate è sicuramente il periodo dell’anno in cui ci dedichiamo più spesso alla rilassante e sana abitudine della lettura. Non può mancare dunque una breve lista di libri per bambine e bambini dedicata, perché no, alle storie da brividi (hai visto mai che questi brividi non scaccino anche il caldo afoso!).

Proprio così: socchiudete gli occhi e lasciatevi trasportare in una casa stregata, in un antro buio e puzzolente o in un bosco pieno di ombre e rumori sinistri!

Curosi?

Fantasmi, mostri, streghe… sono veramente tanti i libri di paura per ragazzi, perché è un genere molto amato dai più piccoli! Così in questa lista abbiamo scelto di dare la precedenza ad alcuni “classici” del genere e a qualche novità che potrebbe stuzzicare la curiosità dei ragazzi. Di sicuro, in base al gusto dei più piccoli e alle loro preferenze, si potrà scegliere il testo più adatto per far  passare loro un’estate piena di… brividi!

Storie fantastiche di paura, di R.L. Stine

Stine, il celebre autore dei “Piccoli Brividi”, presenta una raccolta di venti racconti scritti dai più avvincenti autori di horror per ragazzi. Tra case infestate, gite di classe da incubo e notti tempestose, Storie da brividi sarà una lettura… da paura! Età di lettura: da 10 anni .

La stanza 13, di R. Swindells

La classe di Fliss va in gita scolastica: c’è aria di vacanza, ma Fliss è tormentata da un incubo che già la prima notte sembra farsi reale. Suspense e mistero accompagnano la lettura di questo autentico classico dell’horror, amato da generazioni di lettori. Età di lettura: da 10 anni.

Coraline, di N. Gaiman

In casa di Coraline ci sono tredici porte che permettono di entrare e uscire da stanze e corridoi. Ma ce n’è anche un’altra, la quattordicesima, che dà su un muro di mattoni. Cosa ci sarà oltre quella porta? Un giorno Coraline scopre che al di là della porta c’è una casa identica alla sua… Età di lettura: da 10 anni.

Storie fantastiche di paura, di Autori vari

Liberamente ispirate a Le novelle della nonna di Emma Perodi, nove tra le più intriganti, inquietanti e paurose novelle, riscritte e attualizzate da tre fra gli scrittori più interessanti sul fronte fantasy e delle letteratura noir. Età di lettura: da 10 anni.

Il libro delle storie di fantasmi, di R. Dahl

Uno dei libri meno noti del grande Dahl, che qui racconta la natura singolare dei fantasmi, di cui di solito si avverte un fruscio alle spalle o se ne intravedono tracce fugaci… E infatti elusivi e imprevedibili sono i fantasmi tratteggiati nei quattordici racconti scelti e qui riuniti da Dahl. Età di lettura: da 10 anni.

Racconti macabri, di E.A. Poe

“Berenice”, “Il gatto nero”, “L’isola della fata”, “Il cuore rivelatore”, “La caduta degli Usher”, “Il ritratto ovale”, “Morella e Ligeia”: i racconti horror di Edgar Allan Poe illustrati da Benjamin Lacombe. Con un saggio di Charles Baudelaire sulla vita e l’opera di Poe. Età di lettura: da 10 anni.

Buone vacanze, buona lettura e… buoni brividi!

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Lingua straniera: qual è l’età giusta per iniziare ad impararla?

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I benefici e le controindicazioni nell’apprendimento di una lingua straniera entro i 10 anni: 4 chiacchiere con Victoria DeBlassie, insegnante al British Institutes Firenze.

Vi siete mai chiesti quale sia, per un bambino, l’età giusta per cominciare a studiare una lingua straniera? Possono essere tanti, infatti, i dubbi e le domande all’orizzonte:

  • Se è troppo piccolo, c’è il rischio di creargli qualche problema nell’acquisizione della lingua madre?
  • E se invece fosse troppo tardi?
  • Quali sono le modalità migliori per invogliarlo?
  • È meglio approcciarsi alla lingua da solo o in compagnia di altri bambini?

Quel che è certo è che per i bambini, imparare una lingua straniera, è sempre una bella esperienza che può trasformarsi in qualcosa di utile per la crescita!

L’inglese nelle sue variazioni rimane la più utile e, dunque, la più studiata. Anche in Italia! Lingua internazionale per eccellenza, l’inglese è la lingua del web, del commercio e del mondo scientifico, utile per viaggiare e per comunicare.

Parlando di bambini e ragazzi, quando e in che modo è meglio cominciare?

Per rispondere a queste domande, abbiamo contattato Victoria DeBlassie, insegnante al British Institutes Firenze, alla British School Pisa e all’American Culture Center of Florence. Dopo aver conseguito il MFA in Fine Arts al California College of the Arts di San Francisco, Victoria collabora qui in Italia con molte scuole di ogni ordine e grado, organizzando inoltre laboratori d’arte per bambini e ragazzi.

Grazie di essere con noi! Subito la domanda che tutti gli adulti si pongono: qual è – se esiste… – il momento giusto per avvicinarsi alla lingua inglese?

La risposta è semplice: il prima possibile! In questo modo i bambini possono sviluppare meglio l’orecchio alla lingua inglese e ai suoi suoni. Per farlo, si può anche semplicemente guardare cartoni animati o ascoltare le canzoni in inglese. Tutto questo aiuta i più piccoli a familiarizzare con la lingua, così per loro, crescendo, sarà più facile impararla. Se poi un bambino ha la fortuna di avere una tata madrelingua inglese con cui poter parlare solamente in inglese, allora è ancora più avvantaggiato.

Quali sono, in base all’età, le modalità migliori per avvicinare un bambino allo studio della lingua inglese?

Per avere successo con i più piccoli è importante insegnare inglese svolgendo attività divertenti e coinvolgenti. Per esempio, ho notato che ai bambini piacciono moltissimo le attività didattiche che comprendono lo sport, l’arte, il teatro. In queste settimane sto collaborando con il British Institutes Firenze per dei campi estivi e abbiamo organizzato la “Superhero week”: stiamo studiando tutte le mosse dei supereroi in inglese, le loro armi e i loro segreti, che io naturalmente spiego in lingua. I bambini sono strafelici e stanno imparando la lingua in modo attivo. È anche un modo per aiutarli a tirare fuori le loro emozioni, tutti insieme, dopo questo lungo periodo di lockdown. 

Conoscendo da vicino la scuola italiana per le tue collaborazioni, come potrebbe migliore l’insegnamento della lingua inglese nei vari ordini e gradi?

Se devo essere sincera, penso che nelle scuole italiane – dalla primaria fino alla secondaria di II grado – ci dovrebbero essere sempre insegnanti madrelingua oppure docenti che hanno un livello almeno C2. Molto spesso infatti, quando aiuto i ragazzi nei compiti e leggo i loro appunti o quello che hanno fatto a scuola, trovo delle frasi e delle costruzioni sbagliate. Così devo correggere gli errori fatti dall’insegnante e spiegare ai ragazzi qual è la forma corretta in inglese. Inoltre, secondo me, la scuola italiana dovrebbe dedicare più tempo all’insegnamento della lingua inglese, magari organizzando dei corsi in più dedicati solo alla conversazione; uno dei problemi è proprio questo, si parla troppo poco in inglese.

Sappiamo che ti occupi di arte da molto tempo! Svolgere con i bambini laboratori artistici è un modo per aiutarli ad apprendere la lingua?

Ma certo! Durante i campi estivi, organizzo dei piccoli workshop d’arte per aiutare i bambini a imparare l’inglese in modo più divertente. Per esempio, proprio durante la settimana dei supereroi di cui ti ho parlato, sto insegnando ai bambini a fare l’intreccio, grazie al quale realizzeranno i mantelli dei supereroi che hanno inventato. In questo modo contemporaneamente possono imparare l’imperativo, dei nuovi vocaboli che si utilizzano nell’arte dell’intreccio, il present continuous per spiegare cosa stiamo facendo in questo momento, e possiamo anche ripassare i colori! È veramente un piacere fare questi laboratori perché si vede chiaramente che i bambini si stanno divertendo molto e contemporaneamente stanno anche imparando tanto!

Approfondimenti

Per leggere insieme la riduzione di alcune belle storie in inglese, potete scegliere uno dei titoli della Black Cat – Cideb, come:

Peter Pan

The secret Garden

Oliver Twist

Un libro con tanti giochi per arricchire il lessico dei più piccoli

Un volume per creare dei lapbook (libri attivi) e sviluppare il lessico dei bambini, con la tecnica del learning by doing

Foto di copertina by Ivan Shilov on Unsplash

Cherchez la femme: le donne dimenticate dalla Storia

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“Cherchez la femme”, lo spettacolo teatrale che debutterà il 12 marzo al Teatro della Compagnia di Castelfranco di Sotto (Pi), ci parla di tutte quelle donne del passato che, no, non sono rimaste a guardare mentre gli uomini combattevano, scrivevano, davano vita alle ideologie. Anzi.

Secondo un recente studio del Representation Project (organizzazione mondiale che garantisce agli esseri umani di raggiungere il loro potenziale, senza ostacoli legati al genere), le donne che emergono dal fiume di nomi di coloro che hanno fatto la storia rappresentano lo 0,5%.

Ma mentre gli uomini combattevano, davano vita alle ideologie, compivano imprese, dove erano le donne? 

Cherchez la femme”, scriveva con sarcasmo Alexandre Dumas padre, sostenendo che ovunque fosse un problema, là si trovasse una donna che ne era la causa.

Questa frase, assume in realtà nello spettacolo teatrale Cherchez la femme un’ accezione positiva: perché le donne, nella storia, hanno avuto un ruolo assai rilevante.

Le 5 donne

All’aprirsi del sipario troviamo così in scena 5 donne, Olympe de Gouges, Charlotte Salomon, Christine De Pizan, Irma Bandiera e Sophie Schöll: grandi personalità vissute in epoche diverse, accomunate dallo stesso triste destino, ovvero essere state ingiustamente tagliate fuori dai libri di storia.

Le giovani attrici dello spettacolo: Valentina Barnini, Matilde Cini, Irene Falconcini, Marta Manzi, Evelina Menicagli, Eva Ragoni

Quanti sanno che Olympe de Gouges scrisse, in piena Rivoluzione Francese, la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina?

Quanti conoscono la struggente opera “Teatro? O vita?” di Charlotte Salomon, con la quale lei tentò di sfuggire agli orrori del nazismo?

O ancora, il movimento della Rosa Bianca, di Sophie Schöll , che tentava di aprire gli occhi al popolo tedesco assoggettato al nazionalsocialismo?

E che dire di Christine De Pizan, la prima donna che nel 1400 divenne scrittrice per professione?

E di Irma Bandiera, la partigiana che dette la vita affinché le generazioni future potessero vivere libere come lei stessa avrebbe voluto?

Lo spettacolo teatrale

Riunite, sotto forma di rose, in uno speciale giardino, le 5 donne parlano di sé e non solo, ora sotto forma di monologo, ora sotto forma di coro a più voci che si trasforma in vere e proprie melodie. Lo spettacolo si arricchisce infatti anche di canzoni cantate dal vivo dalle performer Lisa Santinelli e Mariarita Arancio.

Perché la musica, amica della memoria, è un valido aiuto per ricordare, tramandare, insegnare.

Le performer Lisa Santinelli e Mariarita Arancio

Scritto da Silvia Nanni e diretto da Claudio Benvenuti, lo spettacolo Cherchez la femme è un’iniziativa dell’ Associazione Culturale e Solidale Crescere Insieme. Costituita nel 1994, l’Associazione ha l’obiettivo di promuovere e sostenere attività culturali e solidali in direzione nonviolenta (come l’ appoggio alla causa dell’indipendenza del Saharawi, o i laboratori teatrali per i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori, condotti da Claudio Benvenuti, da cui provengono proprio le protagoniste dello spettacolo) e rientra nell’ambito del P.E.Z. – progetti educativi zonali – della Regione Toscana, realizzati dal Cred Valdera.

La giovane età delle attrici in scena amplifica la forza del suo messaggio: promuovere una cultura della parità di genere e superare gli stereotipi.

Argomenti, questi, di cui è necessario parlare sempre più, non solo in occasione di giornate come la Festa della Donna.

Quando e dove

Lo spettacolo Cherchez la femme andrà in scena sabato 12 marzo, alle ore 21.15, presso il Teatro della Compagnia di Castelfranco di Sotto (Pisa). L’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria allo 0571.487235 (9.00-13.00), o al
339.5271841.
Mentre giovedì 17 marzo, ore 21.15, andrà in scena al Teatro Cinema Vittoria di Cascine di Buti (Pisa), con ingresso gratuito (prenotazione al numero 329.1063401).

CHERCHEZ LA FEMME

  • Testo Silvia Nanni
  • Regia Claudio Benvenuti
  • Musiche dal vivo Lisa Santinelli e Mariarita Arancio
  • In scena Valentina Barnini, Matilde Cini, Irene Falconcini, Marta Manzi, Evelina Menicagli, Eva Ragoni, Giulio Scarpellini
  • Costumi Doriana Piampiani
  • Produzione Associazione culturale e solidale “Crescere Insieme” onlus

Natale è anche… giochi in famiglia!

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12 giochi di Natale consigliati dalla redazione di Librì-Occhiovolante per passare i giorni di festa in appassionati e accaniti confronti e giochi di società. 

Per gli appassionati dei giochi da tavolo, ecco le proposte segnalate direttamente dalla redazione di Librì-Occhiovolante, per passare le feste in famiglia con il divertimento di grandi e piccini. Mettetevi comodi e scopriamo insieme i giochi di Natale più amati!

Lucrezia propone: Cranium

Mi piace perché si gioca divisi in squadre. Ci sono vari giochi in cui ci si sfida: gioco di parole, schizzi a mano libera, attività di investigazione“.
Lo trovate qui!

Cristina propone: Il gioco dell’oca

Semplice e adatto a tutti, anche bambini molto piccoli. Un gioco  che in maniera leggera e metaforica parla di vita, morte e fortuna…
Bellissima la versione totalmente vintage con illustrazioni raffinate e le ochette segnaposto di metallo smaltato (quella blu è per me!)
Lo trovate qui!

Lorenzo propone: Scotland Yard

Una caccia all’uomo appassionante nelle strade di Londra. Questo gioco mi è sempre piaciuto perché si gioca “uno-contro tutti”. A turno si sceglie chi sarà “Mister X” che tenterà di sfuggire alla cattura muovendosi con tutti i mezzi di trasporto londinesi dalla mitica Subway agli autobus a due piani ai caratteristici taxi londinesi. Allo stesso modo tutti gli altri giocatori si muoveranno nella città cercando di bloccarlo e smascherarlo. L’altro aspetto che mi piace molto è la necessità di fare “gioco di squadra” per riuscire a vincere e catturare Mister X”.
Lo trovate qui!

Per chi volesse aggiungere un pizzico di esotismo c’è la versione ambientata a Venezia. Fra calli, ponti  canali, catturare Mister X sarà ancora più appassionante.

Carlo propone: Trivial

Solo per chi come me 😉 possiede una cultura enciclopedica e una passione per la competizione”.
Lo trovate qui!

Katty propone: Il gioco della vita

“Mi piace e soprattutto è piaciuto tantissimo ai miei bambini perché è semplice, è una metafora della vita, e perché per vincere bisogna adottare dei cuccioli (cosa che nella vita reale non posso fare!)”.
Lo trovate qui!

Michele propone: Puerto Rico

“Se vogliamo uscire dai soliti giochi da tavolo (risiko, gioco dell’oca, monopoly, etc.) e affacciarci sul complesso mondo dei Boardgame “alternativi”, che poi tanto alternativi non sono, consiglio Puerto Rico. Gioco di impostazione tedesca, cioè dove tendenzialmente il caso è quasi del tutto assente, in cui ogni giocatore si trova a gestire una colonia caraibica. Ogni turno dovrà scegliere un ruolo diverso, che permette di fare azioni diverse, con il fine di sviluppare la propria colonia e spedire merci alla madrepatria; tutte azioni che permettono di ottenere punti per vincere la partita”.
Lo trovate qui!

Marta propone: Taboo

“Mi piace perchè sembra un gioco un po’ intellettuale sul trovare sinonimi e parafrasi … ma si trasforma in un attimo in un delirio caciarone!”.
Lo trovate qui!

Arianna propone: Concept

“Insieme a MonopolY… i grandi classici delle risse familiari delle feste”.
Lo trovate qui!

Irene propone: Twister

“Purtroppo non ho più l’elasticità di una volta ma consiglio senz’altro il tappetino di Twister. Un gioco ginnico (aerobico e contorsionistico) ideale a Natale… per digerire il panettone”.
Lo trovate qui!

Roberta propone: Saltinmente

“Mi piace perché mi riporta alle ore di supplenza in cui di nascosto giocavamo a “Nomi-Cose-Città”.
Lo trovate qui!

Fabio propone: Cluedo

“Atmosfera inglese per un altro classico gioco per 3-6 giocatori. Dove è avvenuto il delitto, con quale arma e soprattutto, chi è l’assassino?  Con Cluedo viene riproposto in forma di gioco un classico della letteratura poliziesca: il “mistero della camera chiusa“ che i maestri  E. A. Poe e Agatha Christie hanno esplorato in maniera virtuosistica nei loro romanzi. Cluedo mi piace perché permette di immedesimarsi in uno dei sei protagonisti del gioco e immergersi nella atmosfere del giallo per scoprire l’unica soluzione corretta fra le 46.656 combinazioni che il gioco consente ogni volta”.
Lo trovate qui!

Silvia propone: Dixit

“Un gioco di carte e narrazione che stimola fantasia, creatività ed estro dei partecipanti, conducendoli in un viaggio poetico e onirico: incredibili le associazioni che si possono fare interpretando liberamente i bellissimi disegni delle carte! Dagli 8 anni in su.”
Lo trovate qui!

Buone feste da tutti noi, in compagnia di questi (e altri!) giochi di Natale!

Foto di copertina by Noémie Cauchon on Unsplash

Al via la 3a edizione della Maratona Pinocchio

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A novembre dello scorso anno organizzavamo la 1a Maratona Pinocchio, con il supporto di ben 82 insegnanti della primaria, provenienti da ogni regione d’Italia. Sabato 27 novembre al via la 3a edizione!

Nel 2020 è andata in scena (online) e in 2 puntate – la prima a maggio e la seconda a novembre – la Maratona letteraria Pinocchio.

Una lettura integrale del capolavoro di Carlo Lorenzini, realizzata dagli insegnanti  e dedicata a loro e a tutti i giovani studenti della scuola Primaria.

Quasi 12 ore totali di lettura ininterrotta, 82 insegnanti della primaria provenienti da ogni regione d’Italia, una partecipazione che ha unito adulti e bambini. Ma soprattutto un libro, Le avventure di Pinocchio, che continua a regalarci grandi emozioni!

I perché dell’iniziativa

L’iniziativa è nata da Librì Progetti Educativi come un ringraziamento verso tutta la classe docente italiana così straordinariamente provata nei lunghi mesi di chiusura scolastica causa Covid-19.

Ma è stata fortemente voluta anche per porre in risalto un aspetto mai troppo sottolineato: il grande legame relazionale e affettivo tra docente e studente, fondamento della relazione educativa.

Leggere Pinocchio oggi

In merito al testo di Pinocchio, lo stesso Franco Nembrini – pedagogista, insegnante e volto noto della televisione, nonché uno dei massimi studiosi italiani di Dante e Collodi – ci ha raccontato il valore di leggerlo oggi:

Collodi, con le sue “Avventure di Pinocchio”, si concentra sull’infanzia, con l’idea che se vogliamo costruire un mondo migliore dobbiamo ricominciare dai bambini.

Nel parlare ai bambini ritrova, consapevolmente o meno, quell’immagine del mondo che lui stesso da bambino aveva respirato: quello della tradizione cristiana, che ha dato forma alla civiltà occidentale.

In fondo questo ritorno all’infanzia, e al linguaggio fantastico e simbolico che la caratterizza, è sempre un ritorno alle origini, un ritorno alle sorgenti della vita e del linguaggio stesso.

Le cose più grandi e più importanti non si imparano attraverso complicati ragionamenti ma con l’immediatezza di un’immagine in cui sia descritta, fotografata, un’esperienza reale.

In questo forse il compito della letteratura in generale e della letteratura per i bambini in particolare, è più grave che in passato: si tratta di aiutarsi a riconoscere e ad affrontare le domande fondamentali dell’esistenza cioè le domande sul senso delle cose, sul loro destino.

Per seguire la nuovissima edizione della Maratona Pinocchio: sabato 27 novembre alle ore 15:00 https://kitscuola.com/maratonapinocchio3

Giornata Mondiale dell’Insegnante: riscopriamone il valore!

in Scuola by
Pigri e svogliati: così vengono spesso appellati – ingiustamente – gli insegnanti e questo perché troppe volte si sottovaluta il loro lavoro nascosto. Pensiamoci a maggior ragione proprio oggi, nella Giornata Mondiale dell’Insegnante!

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Superiamo gli stereotipi! La parità insegnata ai piccoli.

in Attività di classe by
A che punto siamo con la parità di genere? Purtroppo persistono ancora gli stereotipi fra uomo e donna, è dunque necessario sempre di più spiegare alla nuova generazione cosa sia il rispetto, e metterlo in atto.

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Come capire la chimica? Con la tavola periodica!

in STEM ed Esperienze digitali/Zigzag in rete by
Grazie a Keith Enevoldsen e alla sua tavola periodica rivisitata, possiamo vedere come gli elementi di chimica vengono in realtà usati nella vita di tutti i giorni!

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Settembre, tempo di rientro in classe: come affrontarlo, in questi tempi così delicati?

in Scuola by
Per voi i consigli di Giulia Ammannati, psicologa psicoterapeuta, per prepararsi al rientro in classe a settembre e “riabbracciare” i più piccoli dopo l’ultimo anno e mezzo alle prese con il Covid-19.

A maggio 2020, quando ci apprestavamo ad entrare nella 2° fase della pandemia da Covid-19, abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con la dottoressa Giulia Ammannati riguardo al rientro in classe.

Psicologa psicoterapeuta, la dottoressa aveva all’epoca da poco realizzato un vademecum ricco di utili consigli per insegnanti e genitori, per capire come parlare ai bambini di questa situazione e come aiutarli a tornare alle loro abitudini pre-pandemia.

Siamo a settembre 2021, alle porte con la riapertura delle scuole, e ancora ci pervade questo senso di dubbio riguardo alla ripresa delle lezioni e alle modalità in cui queste saranno affrontate. Inoltre, soprattutto con i più piccoli, è sicuramente necessario affrontare e rielaborare ancora quando successo in questo anno e mezzo.

Ecco perché ci sembra giusto riprendere esattamente le parole di Giulia Ammannati, valide ancora oggi per approcciarsi a questa nuova fase.

Ancora non sappiamo come avverrà il rientro a scuola, ma quali consigli possiamo già dare agli insegnanti per riabbracciare i loro piccoli studenti?

In questa nuova fase molti sono ancora i dubbi e gli interrogativi, in particolare sui bambini e sul rientro in classe. Credo che sarà fondamentale dedicare un tempo all’esperienza che abbiamo vissuto, non facendosi prendere dalla paura di dover recuperare.

Sarebbe molto rischioso far finta che nulla sia accaduto, o peggio ancora cercare di dimenticare. Più che ai programmi scolastici rimasti in sospeso, sarà importante dare voce ai timori e alle preoccupazioni che i bambini portano con sé.

Alle loro domande, al loro punto di vista, cercare di farli sentire abili e responsabili. Tenendo sempre in mente che ognuno di loro può aver sperimentato vissuti soggettivi molto diversi, a seconda delle emozioni che ha respirato in questo periodo.

Non dobbiamo dimenticare che i bambini e gli insegnanti durante questa didattica a distanza si sono “sperimentati”, reinventati. E hanno acquisito moltissime conoscenze e abilità. È proprio da qui che sarà importante ripartire.

È giusto che l’insegnante racconti ai più piccoli quello che sta accadendo? E qual è il modo migliore per farlo?

È molto importante prendersi del tempo per parlare di ciò che sta accadendo. I bambini non aspettano le spiegazioni degli adulti per interpretare il mondo, ma si creano una loro personale idea.

Per questo è fondamentale parlare con loro, anche per evitare che si creino idee sbagliate e confuse. I bambini percepiscono sempre le emozioni che circolano tra gli adulti, colgono i sentimenti, le preoccupazioni e tutto ciò che cerchiamo di nascondere.

Quindi non dobbiamo avere timore a parlare con loro in modo chiaro e diretto dell’esperienza che stiamo vivendo, ricordandoci di dire sempre la verità. A questo proposito sarà importante adeguare il linguaggio all’età cercando di trasmettere speranza e serenità, poiché è difficile aiutare e rassicurare gli altri se siamo eccessivamente preoccupati o spaventati.

Credo che l’insegnante abbia un ruolo fondamentale in questo momento, soprattutto per quei bambini che non hanno avuto lo spazio per parlare di quest’esperienza con altri adulti di riferimento.

Soprattutto in alcune regioni, sono state settimane piene di paura, che hanno coinvolto anche i bambini. Cosa potrà fare un insegnante per cercare di riprendere nel migliore dei modi tutte quelle trame che fanno di tanti studenti isolati una vera classe?

Sappiamo quanto le relazioni sperimentate con gli insegnanti e con il mondo dei pari siano fondamentali per lo sviluppo affettivo ed emozionale. Dopo l’isolamento vissuto da tutti a causa dell’emergenza una prima e importante sfida per gli insegnanti al rientro in classe sarà quella di ricostruire un clima di serenità e fiducia, in se stessi e negli altri.

Con la didattica e le amicizie a distanza, le interazioni dei più piccoli sono cambiate andando così a interrompere un normale processo evolutivo. Gli insegnanti potranno aiutare gli studenti promuovendo forme di cooperazione, di ascolto, di comprensione e di scoperta delle nuove regole di comportamento, fornendo a ciascuno gli strumenti necessari per riprendere l’apprendimento lì dove era stato interrotto.

Considerando la difficile situazione, in attesa di settembre, può suggerirci uno sportello d’ascolto o qualche iniziativa di sostegno utile a grandi e piccoli? Ci sono state moltissime iniziative sia a livello regionale che nazionale, in rete è possibile trovare vari servizi di ascolto gratuiti.

Tra questi segnalo l’iniziativa dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, a cui sto partecipando insieme a molti altri colleghi, quella del Ministero della Salute che ha messo a disposizione un numero verde nazionale per il supporto psicologico di tutta la popolazione e il Telefono Azzurro che ha aperto una sezione sul sito dedicata al coronavirus.

Questo è un periodo emotivamente molto faticoso sia per i grandi che per i piccoli. Pensando proprio a questi ultimi, consiglio nel caso dovessero insorgere paure consistenti o ad esempio difficoltà a dormire o a giocare, di non sottovalutarle e di consultare un professionista. Alcune scuole inoltre hanno attivato sportelli di ascolto online per famiglie, genitori e insegnanti.

Quindi il mio consiglio è di informarsi presso il proprio Istituto Comprensivo se è presente questa possibilità di supporto.

Foto di copertina by Deleece Cook on Unsplash

Antartide: lo scioglimento non si arresterà.

in Zigzag in rete by
Ricordate quando 4 anni fa avevamo dei timori sulla situazione in Antartide? Purtroppo sono stati confermati. Keep Reading
Ricordate quando 4 anni fa avevamo dei timori sulla situazione in Antartide? Purtroppo sono stati confermati. Keep Reading

Un Prato di fiabe

in Attività di classe/Letture in classe by
Un Prato di fiabe: il concorso internazionale a premi dedicato agli autori e agli illustratori che amano le fiabe.

Giunto alla sua 21° edizione, Un Prato di fiabe è un concorso internazionale a premi aperto agli autori e agli illustratori che vogliono cimentarsi in uno dei generi più amati e letti di sempre: le fiabe.

Il Premio è organizzato dall’Associazione Culturale Marginalia, e ha il patrocinio dei Comuni di Prato, di Poggio a Caiano e di Carmignano, oltre che della Provincia di Prato e della Regione Toscana.

Un Prato di fiabe, che ogni anno premia autori e illustratori che inviano la loro opera, ha una lunga storia alle spalle e ha visto la partecipazione di alcuni dei nomi più conosciuti nel panorama della letteratura per ragazzi: da Altan, il papà della Pimpa, a Emanuele Luzzati, da Nicoletta Costa a Silver, e poi Paola Zannoner, Lucia Tumiati, Marcello Argilli…

Un Prato di fiabe propone ogni anno varie categorie: scarica qui il bando.

Ma le vere particolarità del Premio sono la sezione dedicata ai più piccoli e la sezione dedicata alle scuole.

Ogni classe, infatti, può decidere di partecipare gratuitamente al concorso scrivendo una favola sia singolarmente – una per ogni alunno – sia collettivamente, con l’aiuto dell’insegnante. Oppure realizzando tante belle illustrazioni!

Partecipare a Un Prato di fiabe può infatti essere un modo divertente e originale per realizzare in classe un laboratorio di scrittura creativa o di disegno.

L’edizione 2021 del Premio ha come tema… la giungla!

Giungla intesa come un luogo ricco di immaginazione, di nuove idee, di persone e animali e piante, di ricordi e obiettivi, di emozioni.

È possibile inviare i propri lavori fino al 30 giugno 2021!

E allora non resta che dire… C’era una volta in una giungla!

Orto didattico, come e dove farlo coinvolgendo i bambini

in Attività di classe by
Alcune semplici regole per realizzare un orto didattico in classe: parliamone con Sergio Ferli, del Giardino dei Semplici di Firenze

Qual è il luogo giusto per realizzare un orto didattico della classe? Quali sono i semi o gli strumenti più utili per i bambini? Sono tante le domande che un insegnante si pone prima di realizzare con i propri studenti un orto didattico.

Abbiamo deciso di parlarne con una persona esperta, Sergio Ferli, della sezione didattica del Giardino dei Semplici di Firenze, che per anni ha seguito molte classi nella realizzazione di orti didattici all’interno di una cornice davvero unica.

Pensate che il Giardino dei Semplici è il terzo orto botanico al mondo per antichità! La sua origine risale addirittura al 1545, quando Cosimo I de’ Medici affittò il terreno dal Monastero di San Domenico in Cafaggio, con l’obiettivo di realizzarci un orto botanico per piante officinali, dette appunto “semplici”.

Oggi il Giardino dei Semplici dell’Università di Firenze, oltre a racchiudere importanti collezioni botaniche, è un luogo ideale per far conoscere ai più piccoli la magia di creare un orto…

Grazie di averci incontrato. Subito la prima domanda: quali sono le cose che un insegnante deve assolutamente sapere prima di realizzare un orto didattico?

Credo che un minimo di nozioni agronomiche siano indispensabili, meglio non affidarsi all’improvvisazione! Esistono delle regole e dei criteri che non possono essere elusi: la stagionalità delle culture, sapere quando è giusto seminare un seme, conoscere lo stato fisico del terreno… Certamente non è difficile, ci possiamo affidare all’esperienza dei nostri anziani e consultare manualetti di giardinaggio.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un orto verticale e di un orto orizzontale?

L’orto orizzontale rispecchia la tradizione “abbiamo fatto sempre così”. Se questa domanda la facciamo a un contadino con qualche anno di esperienza sulle spalle, quello si mette a ridere.

L’orto verticale ha sicuramente dei vantaggi: spazio, risparmio idrico, migliore sfruttamento del terreno, visibilità e semplice approccio anche per i neofiti. Personalmente, come costruzione mentale sono più legato a quello orizzontale, certo capisco i benefici di quello verticale. All’anziano contadino dobbiamo far capire le differenze e allora anche lui collaborerà…

Di quali strumenti hanno bisogno i bambini per lavorare?

Di poche cose, attrezzi semplici quali: zappette, piccoli rastrelli, palette, guanti e grembiulini. È importante spiegare loro che quello che fanno non è un gioco, farli sentire protagonisti di un evento; è facile cascare poi nella sostenibilità, bellezza della natura e toccare con mano da dove viene il cibo che troviamo sui banchi del supermercato. Dire loro che tutto questo costa fatica e sudore e che in natura nulla è scontato; basta una gelata tardiva, una stagione piovosa e molto frequente una tromba d’aria per compromettere un raccolto…

Quali sono i semi o le piante migliori?

Semi molto veloci a germinare: zucche, fagioli, mais, ceci, lenticchie e baccelli. Per gli altri ortaggi (insalate di ogni tipo, peperoni, pomodori, melanzane ecc.), la tentazione di comperarli sul mercato sembrerebbe la soluzione migliore ma questo ci pone un problema ecologico, quale lo smaltimento di vasini, vassoi e contenitori in plastica. Si possono invece comperare i semi e farli seminare ai bambini.

Quali sono secondo lei i benefici più importanti per i bambini?

I benefici possono essere molteplici e tutti di grande interesse educativo sia sul piano personale che sui primi rudimenti in agricoltura. I bambini sono delle vere “spugne” e riescono sempre a sorprendere!

Parlando di ecologia, i bambini con questa esperienza hanno la possibilità di toccare con mano e capire cos’è veramente la terra, che non è solo il supporto delle piante ma l’origine stessa della vita. Dare il proprio contributo in un orto didattico li rende poi più responsabili, più “amici” dell’ambiente. Possono inoltre comprendere il vero spirito dell’agricoltura di una volta, quando si coltivava quello che serviva per mangiare, dimenticando le regole del mercato e della logica del guadagno facile e veloce, che nel tempo ha portato grandi problemi all’ambiente.

Creare un’ecosfera in un barattolo

in Attività di classe by
Coinvolgiamo la classe in un divertente esperimento sulla biodiversità: creiamo una vera ecosfera all’interno di un barattolo di vetro

Poter realizzare un’ecosfera in un barattolo e vedere da vicino come si forma e si sviluppa la biodiversità rappresenta per le ragazze e i ragazzi il modo migliore per avvicinarsi a un argomento scientifico così importante e straordinario. È quello che ha fatto uno youtuber inglese specializzato nella realizzazione di ecosfere, terrari, acquari e paludari: un modo diverso per studiare alcuni argomenti scientifici, un’idea che i docenti potrebbero portare con successo nelle classi e nei laboratori scolastici.

Di cosa c’è bisogno per creare l’ecosfera in un barattolo? Terriccio per stagni, sabbia per orticoltura, alcune piante, acqua e naturalmente un contenitore in vetro, tutti elementi facili da procurare e da portare in classe.


Per capire invece come procedere passo passo nella realizzazione, bisogna guardare il video qui sotto:


Il risultato è incredibile: un’ecosfera ricca di biodiversità, che possiamo conservare anche all’interno di una classe, e che possiamo osservare giorno dopo giorno.


Per comprendere meglio l’importanza dell’esperimento e poterlo raccontare agli studenti, abbiamo posto alcune domande alla dottoressa Maria Costanza Andrenelli, geologa e ricercatore presso il CREA-AA Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente – Firenze.

Grazie dottoressa. La prima domanda è quella che qualsiasi studente le farebbe dopo aver visto questo video: com’è possibile creare una simile concentrazione di biodiversità con elementi così semplici?

Come fa ben notare la Commissione Europea “In una manciata di terra (100 g) possiamo trovare un mondo di organismi viventi”: oltre 10.000 specie tra batteri, funghi, insetti, protozoi e nematodi oltre a radici di piante ed ife fungine.

Ci può spiegare qual è il ruolo del terriccio di base?

I batteri di batteri decompositori presenti in abbondanza nel terriccio producono un nutrimento facilmente assimilabile da parte delle piante.

Che tipo di piante potrebbero usare gli insegnanti e gli studenti per realizzare l’ecosfera?

Piante palustri comuni, se si predispone un settore con disponibilità costante di acqua, altrimenti una pianta tipo edera o dicondra, seminata.

Come potrebbero organizzare gli studenti le osservazioni e quali sono gli elementi, secondo lei, più importanti da prendere in considerazione?

Se l’ecosfera prevede solo l’inserimento di piante, allora l’attenzione dovrà essere riposta sullo sviluppo vegetativo della pianta dalla germinazione fino alla fase di senescenza, ma anche sul ciclo vitale giornaliero della traspirazione e respirazione.

Grazie e buon lavoro!

Una mappa interattiva per scoprire l’origine dei nomi delle città

in Attività di classe by
Più di 190 città sparse per il mondo nascondono “qualcosa” di straordinario nel loro nome: divertiamoci a scoprirle con una mappa interattiva.

Cosa si nasconde dietro il nome di tante città in giro per il mondo? Qual è la loro origine o il loro significato nascosto? È quello che si è chiesto il sito onthegotours, e la risposta è stata davvero sorprendente!

Il risultato di questa ricerca fuori dal comune li ha portati a realizzare una mappa del mondo incredibile, sulla quale possiamo muoverci con il mouse e scoprire che il significato di Roma è la traduzione di Forte, che Vienna significa Forte bianco, che Dublino deriva da Piscina nera e che Berna viene da Orsa.  Le sorprese vengono però anche dagli altri continenti: da Tokyo che significa Capitale orientale, al Cairo che vuol dire Vittoriosa fino a Buenos Aires che deriva da Venti favorevoli.

Insomma, tra sentimenti, forze della natura, creazioni dell’uomo o riferimenti ad animali, i misteri da scoprire sono davvero tanti. Questa mappa è anche un modo diverso per esplorare paesi e continenti e può essere usata anche in classe – collegandosi alla LIM – per presentare agli studenti lo studio dei continenti in un modo completamente diverso!

Non resta che partire per l’esplorazione sul sito onthegotours, collegandosi alla pagina Literal Translations of Cities Around the World.

Buon viaggio!


Auguri di buon Natale… con le rime di Maria Loretta Giraldo

in Redazione by
Librì Progetti Educativi vuole augurare un sereno Natale a tutti i lettori di Occhiovolante con un’inedita filastrocca di Maria Loretta Giraldo.

Dunque, auguri alle insegnanti e agli insegnanti, auguri alle ragazze e ai ragazzi, auguri alle bambini e ai bambini, auguri alle famiglie… e a tutti quelli che ogni giorno si impegnano per rendere migliore la nostra scuola.

25 DICEMBRE 2020
di Maria Loretta Giraldo

In questo giorno,
ognuno lo sa,
verrà Natale
e ci porterà
magi, capanne,
stelle comete,
tante lucine
appese all’abete…

…E un vecchio Babbo
con tanti doni
per i bambini
che son stati buoni.

Però quest’anno,
Babbo Natale,
ti prego, scendi
in ogni ospedale,
va’ silenzioso
di stanza in stanza
col sacco pieno
di gioia e speranza,
mettine tanta
in ogni pacchetto,
che ognuno la trovi
ai piedi del letto.

Qui trovate il nostro calendario 2021: https://bit.ly/CalendarioLibrì2021

“Gentile come te”: la presentazione è online!

in Letture in classe by
Lunedì 21 dicembre 2020 dalle ore 16:00 ci sarà la presentazione online del libro “Gentile come te”, per parlare di gentilezza nelle scuole secondarie di I grado.

Il 21 dicembre 2020, alle ore 16:00, parleremo di gentilezza e amicizia, con la presentazione online di “Gentile come te”, il nuovo titolo della collana Collilunghi, edita da Librì progetti educativi. E lo faremo con l’autore Fabio Leocata e l’illustratore Massimo Alfaioli.

“Gentile come te” è un libro, scritto sotto forma di diario, che si rivolge direttamente alle ragazze e ai ragazzi della scuola secondaria di I grado, raccontando le vicissitudini di un gruppo di amici alle prese con i problemi di tutti i giorni: l’amicizia, la solitudine, le forme del bullismo, il rapporto con i genitori, la scoperta dell’amore.

Perché leggere “Gentile come te” a scuola?

Con “Gentile come te” – da leggere in classe o proposto come lettura agli studenti – è possibile realizzare in classe un vero e proprio percorso sulla gentilezza: il linguaggio del racconto infatti – rispetto ad altre forme – ha la forza di creare con i lettori una relazione educativa, capace di favorire tra i più giovani l’acquisizione di abilità e comportamenti corretti, di valori quali la gentilezza, il rispetto e la cura verso se stessi e gli altri, l’empatia, la solidarietà, la capacità di ascolto.

La gentilezza diventa quindi un valore, un atto civico consapevole, una bussola per non perdersi, per imparare a crescere insieme.

Cos’ho imparato in questi anni di scuola media? Tre cose. La prima è che ognuno di noi vale molto di più di quello che si mette addosso ogni mattina o del voto che ha sul registro elettronico. La seconda è che se vuoi vivere, e intendo vivere veramente, non puoi evitare ogni tanto di scottarti. La terza è che la cosa più incredibile che ti possa capitare è trovare degli amici che ti accettino per quello che sei, che non ti facciano mai sentire sola. Perché sentirsi soli è la cosa più terribile che ci sia. È come una specie di virus, un male invisibile che ti entra dentro e ti si attacca alle cellule, succhiandoti la vita. (Tratto da “Gentile come te”, Librì 2020)

Per partecipare alla presentazione online, è necessario iscriversi qui: https://register.gotowebinar.com/register/7444379127176542224

Per acquistare “Gentile come te”, lo trovate nello shop del sito Librì Progetti Educativi: https://www.progettieducativi.it/prodotto/gentilecomete/

Il Premio Asimov: trasformare gli studenti in critici lettarari

in STEM ed Esperienze digitali by
Insieme al professor Francesco Vissani, scopriamo il Premio Asimov per le opere di divulgazione e di saggistica scientifica più meritevoli e la particolarissima giuria che lo assegnerà nell’edizione 2021.

Nato da un’idea del fisico professor Francesco Vissani, che abbiamo conosciuto in una recente intervista, il Premio Asimov è un importante riconoscimento per opere di divulgazione scientifica. Una manifestazione che vede la partecipazione attiva sia degli autori delle opere in lizza, sia degli studenti provenienti da ogni parte d’Italia che con il loro voto decretano i vincitori.

Per conoscere da vicino il premio e scoprire le novità della sesta edizione, abbiamo contattato proprio il professor Francesco Vissani.

Bentrovato professore, subito la prima domanda: com’è nata l’idea del Premio Asimov?

Buongiorno e grazie per la bella domanda! L’inizio di questa avventura mi fa pensare a quando metti insieme un puzzle. L’ultimo pezzo me l’offrì mia figlia, quando mi disse: “Renzi vuole che lavoriamo”. Claudia si riferiva alle direttive della politica, che intendevano far familiarizzare gli studenti di scuola superiore col mondo del lavoro. Mi chiesi allora: perché non chiedere aiuto proprio agli studenti per valutare, recensire e scegliere i migliori libri di divulgazione scientifica? Anche se molti credono che la cultura scientifica meriterebbe qualche attenzione in più, curiosamente solo pochi pensano che sia possibile fare qualcosa di utile. Dunque, una buona parte del lavoro è stata proprio convincere tanti colleghi e amici che, insieme, era possibile fare qualcosa del genere.

Come avvengono la scelta delle opere e la votazione da parte degli studenti? E a proposito di studenti, è veramente molto bello che siano parte attiva di questa manifestazione…

I libri in lizza vengono selezionati da una commissione scientifica, cioè da un gruppo di 400 persone (professori, ricercatori, dottorandi ecc.) che esamina i numerosi libri di divulgazione apparsi nei due anni precedenti al premio. C’è una sola regola: chi ha letto il libro lo può proporre e votare. Dopo diversi mesi di lavoro, la giuria stila una lista di finalisti. A questo punto, la scelta vera e propria del libro vincitore viene affidata completamente a una giuria formata da studenti, che hanno il compito di votare un’opera e scrivere una sua recensione. Gli studenti che hanno prodotto le recensioni più interessanti vengono inoltre invitati a raccontarci le loro idee. Personalmente, credo che la cosa più bella del nostro premio sia poter dare a ragazze e ragazzi della scuola secondaria di II grado l’occasione di parlare in pubblico di scienza.

Ci può raccontare qualche aneddoto particolare delle passate edizioni?

Ce ne sono così tanti… Potrei raccontarvi di quando abbiamo scoperto che una delle studentesse vincitrici era una ragazza madre che – pensate! – aveva preparato la sua recensione in ospedale, mentre curavano il suo piccolo. Ma anche di quando Wikipedia nel 2017 decise di cancellare la pagina del Premio Asimov dopo la vittoria del professor Burioni… Insomma, sembra che la scienza scaldi parecchio gli animi, e al Premio ne abbiamo viste di tutti i colori!

Com’è stata organizzata la nuova edizione a causa della pandemia e dei conseguenti lockdown?

Non è stato molto difficile. Se c’è una cosa che si può far bene da casa è leggere un buon libro e ragionarci sopra! I cinque libri selezionati per l’edizione 2021, la cui cerimonia finale avrà luogo il 17 aprile 2021, sono:

“L’albero intricato” di David Quammen, edito da Adelphi

“L’ultimo Sapiens. Viaggio al centro della nostra specie” di Gianfranco Pacchioni, edito da Il Mulino.

“La natura geniale. Come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il nostro pianeta” di Barbara Mazzolai, edito da Longanesi.

“L’ultimo orizzonte. Cosa sappiamo dell’universo” di Amedeo Balbi, edito da UTET.

“Imperfezione. Una storia naturale” di Telmo Pievani, edito da Raffaello Cortina.

E per chi fosse interessato, le recensioni dei nostri giurati possono essere ancora ascoltate sul nostro canale YouTube.

Grazie professore e a presto!

Un dicembre rosso cuore

in Letture in classe by
Una lettura per prepararsi al Natale con Ivan Sciapeconi

Ivan Sciapeconi è già noto a tutti i lettori di Occhiovolante: insegnante di scuola primaria, autore di testi per docenti, formatore, cura da molto tempo un rubrica molto letta e apprezzata: Maschile singolare. Questa volta però lo incontriamo in veste di scrittore per bambini, con Un dicembre rosso cuore, un libro edito da Einaudi, con cui è andato a toccare temi importanti con leggerezza e sensibilità. Un invito a guardare oltre le apparenze.

Ecco la storia. Giulia ha dieci buoni motivi per odiare dicembre, o meglio: nove motivi sono brutti, uno è bruttissimo! Per esempio, a dicembre la sua peggior nemica festeggia un attesissimo compleanno. Poi fa freddo, senza dimenticare che con le vacanze di Natale la scuola chiude e comincia un lungo periodo di noia e solitudine. Ma il motivo più brutto di tutti è il grande vuoto che prova da quando la sua mamma non c’è più.

Natale si avvicina, Giulia fa i conti con la rabbia e la solitudine, ma quest’anno le cose prendono inaspettatamente una strana piega, per l’arrivo di una misteriosa coppia di anziani: un uomo e una donna. Giulia ne è certa, i due sconosciuti nascondono qualcosa, e ha ragione: sono i nonni materni che tanti anni prima avevano litigato con i suoi genitori e che adesso sono ricomparsi per…

Una storia delicata, raccontata con leggerezza, di crescita e riconciliazione. Una storia di Natale.

Quindi, buona lettura con Un dicembre rosso cuore.

Il piacere di leggere insieme i top 10+1 scelti dalla redazione

in Letture in classe by
Scopriamo i 10+1 albi illustrati e libri preferiti della redazione di Occhiovolante. Da leggere insieme a Natale… sul Natale. Classici e nuovi titoli, che piaceranno, appassioneranno, divertiranno e commuoveranno bambini, ragazzi e noi!

L’aria fredda che profuma d’abete, i fiocchi che scendono dal cielo, le luci che risplendono nella notte… sono questi alcuni degli ingredienti magici che rendono una semplice storia un meraviglioso libro di Natale. Certo, quest’anno le feste saranno diverse dal solito, e i nostri bambini e ragazzi non potranno fare tante cose… ma con una bella storia di Natale proviamo ugualmente ad accendere la sua magica luce.

Ecco allora 11 libri dedicati al Natale… un po’ per tutti i gusti, ma soprattutto un po’ per tutte le età di lettura!


1. La cena di Natale, di Nathalie Dargent, illustrato da Magali Le Huche, Edizioni Clichy

Quando il lupo, la volpe e la donnola decidono di regalarsi una bella cena di Natale, non vanno certo per le spicce: cercano una bella tacchina paffuta e se la portano a casa. Ma la signora tacchina è difficile da mettere in pentola e ha le idee molto chiare sulle festività di fine anno… E questa volta sarà davvero un bellissimo Natale quello che si prepara nella tana!
Età di lettura: da 3 anni


2. Ollie e la renna di Natale, di Nicola Killen, Nord-Sud

È la vigilia di Natale, Ollie è appena andata a letto a dormire, quando si sveglia all’improvviso. Che cosa sarà quel suono? Ollie si alza dal letto, esce nella neve e decide di seguirlo… una storia illustrata per aspettare l’arrivo della mezzanotte.
Età di lettura: da 3 anni


3. Il pacchetto rosso, di Linda Wolfsgruber e Gino Alberti, Edizioni Arka

In un paese di montagna, un misterioso pacchetto rosso, di cui nessuno conosce il contenuto, gira come dono di Natale di mano in mano, e a poco a poco cambia la vita dei suoi abitanti. Una storia per vivere l’atmosfera incantata della montagna sotto la neve.
Età di lettura: da 5 anni


4. Il Grinch, del Dr. Seuss, Mondadori

È possibile non amare il Natale? Certo, se si è solitari, brutti e cattivi come il Grinch, mostriciattolo perfido che vive nella città di Chi-non-so. Con il solo scopo di guastare le feste ai suoi concittadini Non-so-chi, si traveste da Babbo Natale e ne combina di tutti i colori.
Età di lettura: da 6 anni


5. L’incredibile storia di Lavinia, di Bianca Pitzorno, illustrato da Emanuela Bussolati, Einaudi Ragazzi

Un Natale freddissimo, a Milano, ai giorni nostri. Lavinia, sette anni, è una piccola fiammiferaia sola al mondo, che, come da copione, sta per morire di fame e freddo. Ma a salvarla arriva in taxi una fata che le regala un anello magico, grazie al quale la bambina non solo risolve alla grande tutti i suoi problemi di sopravvivenza, ma si vendica allegramente dell’indifferenza e delle prepotenze degli adulti…
Età di lettura: da 7 anni


6. Un bambino chiamato Natale, di Matt Haig, illustrato da Chris Mould, Salani Editore

Adesso lo sanno tutti, chi è Babbo Natale. Ma c’è stato un tempo in cui non lo conosceva nessuno. È stato quando era solo un ragazzino di nome Nikolas, che viveva nella seconda casa più piccola di tutta la Finlandia, con un padre che faceva il taglialegna, una zia che aveva un bruttissimo carattere e una bambola-rapa, che, poi è misteriosamente scomparsa.
Età di lettura: da 8 anni


7. Il Canto di Natale, di Charles Dickens, Gribaudo Edizioni 

Ebenezer Scrooge è un vecchio avaro dal cuore indurito, che detesta il Natale. La sera della vigilia, però, esattamente sette anni dopo la morte del suo socio Jacob Marley, riceve la visita inaspettata del suo fantasma che gli preannuncia l’incontro con i tre spiriti del Natale passato, presente e futuro… Un super classico!
Età di lettura: da 8 anni


8. Lettere da Babbo Natale, di John R.R. Tolkien, Bompiani

Ogni dicembre ai figli di J.R.R. Tolkien arrivava una busta affrancata dal Polo Nord. All’interno, una lettera dalla calligrafia filiforme e uno splendido disegno colorato. Erano le lettere scritte da Babbo Natale, che narravano straordinari racconti della vita al Polo Nord: le renne che si sono liberate sparpagliando i regali dappertutto; l’Orso Bianco combinaguai che si è arrampicato sul palo del Polo Nord ed è caduto dal tetto nella sala da pranzo di Babbo Natale; la Luna rottasi in quattro pezzi e l’Uomo che ci abitava caduto nel retro del giardino…
Età di lettura: da 8 anni


9. Il pianeta degli alberi di Natale, di Gianni Rodari, illustrato da Bruno Munari, Einaudi Ragazzi

Marco affronta un lungo viaggio spaziale in sella al suo cavallo a ciondolo e scopre un favoloso pianeta in cui la vita ha il colore della solidarietà, il sapore dell’amicizia: servizievoli robot esaudiscono i desideri degli abitanti, la tecnologia è a disposizione di tutti, non esistono conflitti! 
Età di lettura: da 9 anni


10. Vita e avventure di Babbo Natale, di L. Frank Baum, Garzanti Editore

La storia del personaggio più amato di tutti i tempi: dalla sua infanzia nella foresta incantata di Burzee – la stessa da cui nascono tutti i magici protagonisti del Mago di Oz – al desiderio di dedicare la propria vita a recare doni agli altri. Tra giocattoli di legno e creature fatate, veniamo guidati alla scoperta di molti segreti del Natale: l’origine dell’uso dell’albero e della calza, il motivo per cui Babbo Natale scende dal caminetto, come sia possibile che, in una sola notte, consegni da solo i regali a tutti i bambini del mondo.
Età di lettura: da 11 anni


11. La notte prima di Natale, di Nikolaj Gogol’, Garzanti Editore

Il fabbro Vakula è innamorato di Oksana, la ragazza più bella del villaggio di Dikan’ka, ed è determinato a sposarla. Il suo progetto viene però ostacolato dal diavolo in persona, che da tempo medita di vendicarsi di lui e di tutte le «frottole che ha messo in giro sui diavoli»: quatto quatto sale in cielo, ruba la luna e se la infila in tasca, mentre Dikan’ka cade nell’oscurità più nera.
Età di lettura: da 11 anni

Lettera, busta e francobollo: Natale si avvicina

in Attività di classe by
Una risposta all’abbuffata di DAD: una divertente e semplice attività da proporre per Natale per riscoprire il valore di inviare e ricevere una lettera

Natale si avvicina e – malgrado la difficile situazione che la scuola sta vivendo a causa dell’emergenza legata alla pandemia – si avvicina anche il momento in cui possiamo ritrovare gli affetti più cari. Quest’anno è stato caratterizzato dalla lontananza, a causa dei conseguenti lockdown. La lontananza dalle persone a cui vogliamo bene, dai parenti e dagli amici; la lontananza dai luoghi che frequentiamo abitualmente, dalla classe e dai giardini.

Scriviamo una lettera!

Ecco allora una semplice attività di scrittura per prepararsi nel migliore dei modi all’arrivo delle feste natalizie, e far scoprire ai più piccoli la bellezza di scrivere e ricevere una lettera da una persona cara.

Diciamo subito agli studenti che quest’anno, per Natale, ognuno di loro avrà il compito di scrivere una lettera a una persona. Probabilmente nessun bambino delle nuove generazioni ne ha mai scritta o ricevuta una, e non hanno mai avuto uno scambio epistolare. La comunicazione scritta passa ormai attraverso i social o la posta elettronica. Ma vogliamo mettere la gioia e il mistero di ricevere una comunicazione personale che ha la consistenza, la fisicità e forse anche il profumo della persona cara che ce l’ha inviata?

Un gesto che parla di “noi”

Questa, quindi, è anche un’occasione per scoprire ed esplorare un genere che ha accompagnato grandi e piccoli per secoli, e che nel tempo ha ispirato romanzi e racconti. I più piccoli scopriranno che scrivere una lettera non è come mandare un messaggio, ma è un gesto che ci porta a parlare di noi stessi, a ordinare degli eventi, a dare un punto di vista. Per questo motivo, l’attività qui proposta può essere utilizzata come risorsa per il programma di Italiano.

Non dobbiamo inoltre dimenticare che imparare a scrivere una lettera è stato per molto tempo, fino agli anni Settanta del secolo scorso, una delle competenze che dovevano raggiungere gli scolari alle elementari. I vecchi sussidiarsi sono infatti pieni di esempli epistolari che, se possibile, sarebbe bello condividere con i bambini.

Se questa attività vi piace e la proporrete in classe fatecelo sapere!
Aggiungete un cuore alla mappa della posta di Natale!

Adesso prendiamo carta e penna

Prima di cominciare, ogni studente deve pensare alla (o alle) persona cara a cui indirizzare la propria lettera, che potrà essere un nonno, una zia o un cugino. Una volta fatta la scelta, sarà necessario avvertire questa persona dicendole che per le feste riceverà una lettera, e che a sua volta avrà il compito di scriverne una di risposta. In questo modo, il giorno di Natale, ogni bambina e bambino non avrà solo donato la sua lettera, ma ne avrà ricevuta almeno una tutta per sé da leggere!

Per quanto riguarda la stesura della lettera, spieghiamo agli studenti che si comincia sempre con l’indicazione del luogo in cui è stata scritta (cioè la città o il paese) accompagnata dalla data, da posizione in alto a destra; che è gentile informarsi su come sta il nostro amico di penna; che possiamo raccontare quello che abbiamo fatto, come un fatto divertente o un avvenimento emozionante; che ogni lettera si chiude con i saluti e la firma.

Se vedete che l’argomento interessa i bambini, potete consigliare delle letture di romanzi epistolari adatti alla loro età, da leggere proprio per le vacanze natalizie. Ecco alcuni esempi:

– Il classico di Jean Webster, Papà Gambalunga, che racconta la storia di una bambina orfana e del suo misterioso benefattore.

– Il romanzo di Emanuela Nava, Coccodrilli a colazione che racconta la corrispondenza tra una bambina italiana e un bambino africano.

– Il romanzo di Christine Nöstlinger, Cara Susi, caro Paul, che raccoglie le lettere di due amici lontani.

A tavola con tutti i colori della frutta

in Attività di classe by
Educazione alimentare: frutta e verdura a scuola per educare il gusto e guadagnare salute

Il consumo quotidiano di frutta e verdura è uno dei fattori essenziali per una sana e corretta alimentazione. La frutta e la verdura infatti garantisce l’assunzione di vitamine, fibre e minerali utili allo sviluppo dei più piccoli, oltre all’alta percentuale di acqua. Per questo è importante educare i bambini, fin dai primi anni della primaria, a un suo consumo, sia a scuola che a casa, dopo i pasti e come merenda nell’arco della giornata.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare ogni giorno 5 porzioni tra frutta e verdura, preferendo quella fresca e di stagione, perché più ricca di nutrienti. Mangiare frutta e verdura ci regala vitalità, rinforza le difese immunitarie e riduce il rischio di contrarre, in età adulta, molte malattie. Ma l’OMS ci dice anche di fare attenzione ai colori della frutta, perché ogni colore corrisponde a sostanze specifiche di cui ha bisogno il nostro organismo.

L’invito per tutti è dunque quello di portare a tavola frutta e verdura di tanti colori diversi!

Per raccontare ai più piccoli la bontà e l’importanza di mangiare ogni giorno frutta e verdura, Ismea – Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, in collaborazione con Librì Progetti Educativi, ha realizzato un divertente percorso online interattivo“Gioca con Superchef” – rivolto alle scuole primarie di tutta Italia.

Superchef è un mago della cucina, che vive nel frigorifero dei bambini, e ha una missione: aiutare i più piccoli a conoscere i benefici e la bontà di frutta e verdura. Dalla colazione alla cena, i bambini aiuteranno Superchef a trovare sempre la soluzione migliore in cucina, scoprendo le sue ricette buone e gustose a base di frutta e verdura di tutti i colori.

“Gioca con Superchef” rientra nel programma dell’Unione Europea “Frutta e verdura nelle scuole”, promosso dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, in collaborazione con il Ministero della Salute e le Regioni, per portare i colori della frutta nelle scuole di tutta Italia e la sua educazione al consumo.

E alla fine del percorso online, Superchef regala il suo SuperRicettario: delle schede, una per ogni pasto, con tante informazioni utili e suggerimenti per scoprire proprietà e varietà di frutta e verdura, ma anche divertenti e semplici ricette per rendere i più piccoli protagonisti in cucina! 

“Gioca con Superchef” è gratuito per le classi e le famiglie: per cominciare a giocare, basta collegarsi alla pagina di Giochiamo con la frutta!

Orti botanici : 5 spunti per delle piccole gite educative

in Attività di classe by
Un viaggio alla scoperta di 5 orti botanici tra i più belli e spettacolari d’Italia.

In Italia sono tanti i tesori nascosti da visitare, tra questi vi sono sicuramente gli orti botanici, luoghi straordinari, che rappresentano delle mete ideali per una gita con bambini e ragazzi. Gli orti botanici sono dei veri e propri musei viventi, dove grandi e piccoli possono fare incredibili scoperte e trascorrere del tempo all’aria aperta.

Ecco una lista di 5 orti botanici italiani, tra i più importanti e belli, che meritano una visita.

1. Orto botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”

Si sviluppa in 2.400 metri quadrati e raccoglie oltre 1.200 tipologie di piante, molte delle quali sono state poste in microhabitat che riproducono ambienti naturali. Oltre all’orto nella città alta – da dove si può ammirare un bellissimo panorama sulla città di Bergamo e sulle Prealpi – è stata realizzata ad Astino la Valle della Biodiversità, una realtà unica in Italia per mostrare concretamente la diversità delle piante alimentari.

Per informazioni https://www.ortobotanicodibergamo.it.

2. Orto botanico di Messina “Pietro Castelli”

Posto nel cuore della città, si estende per circa 8.000 metri quadrati e raccoglie varie tipologie di piante. Grazie al clima mite dell’isola, qui è possibile ammirare tante specie esotiche, tropicali e subtropicali, oltre a molti alberi e arbusti tipici della vegetazione mediterranea. Non mancano serre e un giardino roccioso all’aperto.

Per informazioni http://www.ortobotanico.messina.it.

3. Orto botanico di Roma “Tor vergata”

Nato a metà degli anni 80 del secolo scorso, presenta diverse aree che danno la possibilità ai visitatori di compiere molte esperienze. Intorno al Centro per la conservazione del germoplasma, si sviluppano i giardini tematici, quelli fossili e il Giardino biblico, e poi le serre e le zone con le piante officinali. Nel 2015 sono state piantate circa 150 specie di querce: il progetto è poter conservare qui tutte le specie di quercia esistenti al mondo.

Per informazioni  http://bio.uniroma2.it/ortobotanico/

4. Giardino Alpino Monte Bianco “Saussurea”

È il giardino botanico più alto d’Europa, con i suoi 2.173 metri d’altitudine, e prende il nome dal fiore Saussurea alpina. Presenta due diverse zone visitabili. La prima con delle roccere artificiali, in cui sono coltivate specie vegetali suddivise per provenienza. La seconda invece è stata lasciata a pascolo alpino, con molte specie spontanee.
Per informazioni https://www.saussurea.it

5. Orto Botanico di Firenze “Giardino dei Semplici”

Fondato nel dicembre del 1545 da Cosimo I de’ Medici, come giardino di piante medicinali (i semplici), è il terzo orto botanico più antico al mondo. Posto nel centro storico di Firenze, presenta una vasta tipologia di specie vegetali: dalle piante alimentari alle aiuole con quelle medicinali e velenose, fino alle specie esotiche. Sono inoltre presenti vasche con piante acquatiche, un giardino zen e delle grandi serre.
Per informazioni https://www.sma.unifi.it/vp-244-orto-botanico.html

Si ringrazia per la consulenza scientifica, la dottoressa Marina Clauser, curatrice dell’Orto Botanico Università di Firenze.

Qualche consiglio di lettura per approfondire:

Inventario illustrato degli alberi: Albero della pioggia, albero del pane, baobab, ginkgo biloba, sequoia sempreverde, guapuruvu… In questo ampio Inventario scoprirete 57 alberi e arbusti in Europa e nel mondo.

Inventario illustrato dei fiori: Dal ranuncolo alla pratolina, dal papavero al nasturzio, questo inventario presenta tanti fiori conosciuti, facili da osservare durante una passeggiata, ma anche specie sorprendenti e preziose come la stella alpina, la Venere acchiappamosche o il gigantesco aro titano… 

Una giornata per dire no alla violenza sulle donne

in Approcci Educativi by
Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, una data importante da ricordare anche a scuola

Voluta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1999, il 25 novembre è diventato in ogni paese la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. L’obiettivo dell’ONU era accendere i fari e sensibilizzare su un problema che nasce dalla discriminazione di genere, legale e sociale, e dalle diseguaglianze che persistono ancora oggi nelle società.

Per questo, la violenza sulle donne è riconosciuta dall’ONU come crimine contro i diritti umani ed è oggi un importante ostacolo al conseguimento di obiettivi fondamentali per l’umanità, come l’eliminazione della povertà, la pace e la sicurezza nei paesi.

Non a caso il 25 novembre è una data simbolo: è il giorno in cui, nel 1960, le sorelle Mirabal furono oggetto di terribili violenze e poi trucidate da alcuni militari del regime di Rafael Leonidas Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana.

Sono trascorsi sessant’anni da quel terribile giorno, eppure ancora oggi registriamo varie forme di violenza sulle donne, fisica e psicologica, oltre che diseguaglianze di genere in molti ambiti, a cominciare da quello lavorativo.

La violenza, lo sappiamo, ha tante forme: percosse, maltrattamenti, umiliazioni, offese sui social.

E questo può avvenire anche tra gli adolescenti, nelle giovani coppie. Per questo, oggi più che mai, è importante parlarne il più possibile anche a scuola, attraverso iniziative e campagne educative, rivolgendosi direttamente alle ragazze e ai ragazzi.

FM – Stiamo sulla stessa frequenza

È il caso di FM – Stiamo sulla stessa frequenza, una campagna educativa nazionale realizzata da Croce Rossa Italiana in collaborazione con Fondazione Lang Italia e Librì Progetti Educativi, destinata alle scuole secondarie di I grado.

Il progetto, che ha ricevuto il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Pari Opportunità, ha l’obiettivo di parlare nelle classi di discriminazione e violenza di genere nelle coppie di adolescenti. Ma anche di prevenire e contrastare quei comportamenti che possono svilupparsi all’interno di una giovane coppia: comportamenti basati sul controllo, il possesso e l’esercizio di potere da parte del ragazzo.

Grazie alla campagna educativa, le ragazze e i ragazzi coinvolti potranno realizzare un percorso insieme ai loro insegnanti: riceveranno dei magazine con una storia illustrata, avranno la possibilità di partecipare a incontri in presenza o a distanza con i volontari CRI, potranno accedere a un sito internet dedicato, con questionari e video realizzati da famosi youtuber. Alla fine del progetto, poi, gli studenti avranno l’occasione di realizzare un video, per raccontare il loro punto di vista sulla discriminazione di genere nelle giovani coppie, e partecipare a un contest.

Per saperne di più sulla campagna educativa FM – Stiamo sulla stessa frequenza, è possibile visitare il sito dedicato all’iniziativa.

Obiettivo: divulgazione scientifica

in STEM ed Esperienze digitali by
Conosciamo da vicino il professor Francesco Vissani, docente di Fisica e ricercatore presso i Laboratori del Gran Sasso INFN, con il pallino per la divulgazione scientifica

Per lui parla il curriculum: Phd in fisica presso la SISSA, dirigente di ricerca presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso INFN, coordinatore del Phd in fisica del GSSI, docente presso l’Università de L’Aquila, di Milano e di Campinas (Brasile)… insomma, il professor Francesco Vissani è quello che si definirebbe un “super cervello” nel suo settore. Eppure, la cosa che ci ha stupito di più, è sapere che lui ama parlare di argomenti scientifici con chiunque e a tutti i livelli, e che è un fortissimo sostenitore della divulgazione scientifica.

Buongiorno professore e benvenuto a Occhiovolante! Ci racconti un po’ di lei e di quando è nata la sua passione per la fisica.

Buongiorno a voi prima di tutto! Beh, una delle prime immagini della mia infanzia è un bambino col naso all’insù che guarda il cielo stellato. E poi, lo stesso bambino che si rigira tra le mani un sasso che contiene una conchiglia, tanto simile a quelle che aveva visto in riva al mare pochi giorni prima. Son cose che ti fanno pensare, e a volte ti cambiano la vita”.

Attualmente, professore, di che cosa si sta occupando e quali sono i suoi campi di interesse?

Ai laboratori del Gran Sasso siamo molto interessati a certe fantomatiche particelle dette neutrini, grazie alle quali siamo riusciti ad osservare il centro del sole, proprio come siamo in grado di vedere l’interno del nostro corpo coi raggi X. Il loro studio venne iniziato da Enrico Fermi, e fu Ettore Majorana a sostenere che queste particelle siano un ponte tra materia e antimateria. Stiamo cercando di capire se è possibile creare degli elettroni in laboratorio siccome questo fornirebbe prove a sostegno della sua ipotesi”.

Parliamo della sua “seconda” grande passione: la letteratura scientifica. Ci dica in poche parole perché è così importante e perché dovrebbe essere letta da piccoli e grandi.

Non so se “dovrebbe essere letta”; ognuno dovrebbe sentirsi libero di leggere o di non farlo, e son convinto che un bel romanzo ci possa insegnare molto. Dico solo che certi libri di divulgazione scientifica ci possono offrire spunti di riflessione altrettanto validi. Per esempio, ho appena finito l’ultimo libro di Ilaria Capua sul dopo COVID e mi sento proprio di raccomandarlo a chi fosse interessato”.

Come valuta oggi, in Italia, la produzione di letteratura scientifica?

Sono orgoglioso del livello e della qualità della nostra letteratura di divulgazione scientifica nel nostro paese. Ogni anno, vengono pubblicati un centinaio di nuovi libri di questo tipo, e tra di questi, ce ne sono diversi assai meritevoli”. 

Concludiamo con un grande evento nazionale che la riguarda da molto vicino: il Premio Asimov.

“Ho molto a cuore il premio ASIMOV, non tanto perché l’ho ideato e lo seguo, ma perché la giuria di questo premio è formata da migliaia di ragazze e ragazzi delle nostre scuole superiori. La sesta edizione sta iniziando proprio adesso, vorrei invitare tutti gli interessati a dare un’occhiata alla nostra pagina web. Chi volesse contattarmi mi trova all’indirizzo vissani@lngs.infn.it Grazie ancora per l’ospitalità!”

Di divulgazione scientifica, di scuole e studenti e in particolare del  Premio Asimov, torneremo a parlare con il professor Francesco Vissani fra pochi periodi della radiazione corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini, da (F=4, MF=0) a (F=3, MF=0), dello stato fondamentale dell’atomo di cesio-133 [per gli amici: “giorni”, secondo la definizione scientifica dell’unità di misura del tempo!]

20 novembre: una giornata per ricordare i diritti dei bambini

in Letture in classe by
Il 20 novembre si festeggia la Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in ricordo della sua approvazione avvenuta nel 1989.

Era il 20 novembre di trentuno anni fa, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, riunita a New York, approvò la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Un testo fondamentale per i diritti dei più piccoli, per tutti quelli che spesso – soprattutto in molti paesi in via di sviluppo – non hanno voce né diritti. La Convenzione fu poi ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. A oggi sono ben 196 i Paesi di ogni continente che si sono vincolati giuridicamente alla Convenzione, riconoscendo i diritti in essa elencati; tranne gli Stati Uniti che, pur avendo firmato il trattato, non hanno poi mai proceduto alla ratifica.

(“Lo Zio Diritto. La ballata dei diritti dell’infanzia” – Librì Progetti Educativi)
Perché la Convenzione è stato un passo giuridico e culturale così importante?

Nei suoi articoli, per la prima volta nella storia dell’umanità, ogni bambino è riconosciuto come individuo titolare di diritti civili, politici, culturali ed economici. La Convenzione, i cui lavori preparatori sono durati ben dieci anni, ha l’obiettivo di abbracciare l’intera vita del minore: al suo interno, sono elencati i diritti di bambini e ragazzi (articoli da 1 a 41), vengono individuati gli organismi e le modalità per il suo miglioramento e monitoraggio (articoli da 42 a 45), infine viene descritta la procedura per la ratifica (articoli da 46 a 54). Inoltre, tra il 2000 e il 2001, sono stati approvati dei protocolli che riguardano i bambini in guerra e lo sfruttamento sessuale.

Come sottolineato nel sito di UNICEF Italia, sono quattro i principi fondamentali su cui si basa la Convenzione.
  • Il primo riguarda la “non discriminazione”: significa che i diritti citati nella Convenzione sono rivolti a tutti i minori, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinione.
  • C’è poi il “superiore interesse”, che ci ricorda che in ogni situazione o iniziativa o legge, l’interesse del minore deve avere la priorità.
  • Il terzo principio è quello del “diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo”, che chiama in causa la responsabilità di ogni singolo Paese.
  • Infine, c’è l’“ascolto delle opinioni del minore”, che ricorda a tutti gli adulti il dovere di ascoltare il pensiero dei più piccoli.

Tanti diritti, quelli elencati nella Convenzione, che purtroppo – a distanza di tanti anni – ancora non trovano sempre un’attuazione. Per questo, ogni anno, è bene ricordare questo importante giorno e festeggiare un testo giuridico e culturale che ha cambiato il modo di considerare i minori.

Sono tanti i saggi dedicati a questo argomento. Tra i più recenti, ricordiamo il volume curato da Lorena Milani, Trame di costruzione della cittadinanza.

Proed

Immagine di copertina: Ben Wicks

Scopri i webinar di novembre: formazione online per gli insegnanti!

in Webinar e formazione by
Sono in arrivo i webinar per gli insegnanti di Librì Progetti Educativi, un modo utile e semplice per fare formazione a distanza: scopri il calendario di novembre 2020

Oltre ai kit didattici, quest’anno Librì Progetti Educativi ha pensato di offrire ai docenti che hanno aderito alle campagne educative una serie di webinar: strumenti digitali gratuiti, utili ad approfondire gli argomenti e a fare formazione a distanza.

Il programma per l’anno scolastico 2020/2021 presenta una grande varietà di tematiche: dai laboratori di scrittura all’utilizzo del digitale nella scuola, dalla sostenibilità ambientale ai laboratori di arte creativa. I webinar, tutti gratuiti, saranno tenuti ogni volta da esperti di settore, tra cui il Premio Strega per ragazzi Paola Zannoner, la giornalista Cristina Gabetti e gli educatori della Fondazione internazionale Reggio Children.

Ricordiamo inoltre che tutti gli insegnanti che parteciperanno ai webinar, una volta effettuata l’iscrizione seguendo le indicazioni di ogni singola campagna, riceveranno un attestato che certifica le ore di formazione ai sensi della Direttiva Ministeriale 170/2016.

Scopri il calendario dei webinar di novembre 2020, effettua l’iscrizione utilizzando l’apposito link che troverai sotto ogni titolo e preparati a seguire la diretta online!

Per stare bene insieme. Come costruire un ambiente scolastico positivo

Un webinar legato alla campagna educativa “Più unici che rari”

Quando: 15 novembre 2020, ore 16:15

Relatrice: Giovanna Tambasco, psicologa e vice-presidente della Società Cooperativa Sociale “EbiCo”, Spin Off dell’Università di Firenze; e Ilaria Berardini, psicologa e psicoterapeuta.

Descrizione: Introduzione al tema dell’inclusività scolastica, per favorire relazioni positive e fare della propria classe un luogo stimolante e accogliente per tutti.

A chi è rivolto: ai docenti della Scuola primaria e della Scuola secondaria di I grado

Per iscriversi: https://attendee.gotowebinar.com/register/1226340704436340235

Agenda 2030 – Una mappa per navigare il presente

Un webinar legato alla campagna educativa “A2A”

Quando: 17 novembre 2020, ore 17:00

Relatrice: Cristina Gabetti, giornalista, scrittrice e consulente per la sostenibilità di eventi internazionali e aziende.

Descrizione: Come nasce l’Agenda 2030 con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile o SDG e perché è necessario conoscerla e integrarla nei percorsi di insegnamento. Panoramica sulle sfide del nostro tempo e importanza di comprendere l’inter-relazione tra sostenibilità economica sociale e ambientale. Analisi e discussione aperta sui Fridays for Future e Greta Thunberg.

A chi è rivolto: ai docenti delle Scuole secondarie di I e II grado.

Per iscriversi: https://attendee.gotowebinar.com/register/5378518823542711054?source=Libr%C3%AC2

Agenda 2030 – Obiettivi da 1 a 8

Un webinar legato alla campagna educativa “A2A”

Quando: 18 novembre 2020, ore 17:00

Relatrice: Cristina Gabetti, giornalista, scrittrice e consulente per la sostenibilità di eventi internazionali e aziende.

Descrizione: Approfondimento dei primi 8 obiettivi e relativi target dell’Agenda 2030. Metriche e possibili implementazioni nel curriculum delle varie materie. Discussione su opportunità e ostacoli nella comprensione del futuro in relazione ai primi 8 obiettivi.

A chi è rivolto: ai docenti della Scuola secondaria di I.

Per iscriversi: https://attendee.gotowebinar.com/register/4125040383592370188?source=Libr%C3%AC2

Agenda 2030 – Obiettivi da 9 a 17

Un webinar legato alla campagna educativa “A2A”

Quando: 30 novembre 2020, ore 17:00

Relatrice: Cristina Gabetti, giornalista, scrittrice e consulente per la sostenibilità di eventi internazionali e aziende.

Descrizione: Approfondimento degli obiettivi 9-17 e relativi target dell’Agenda 2030. Metriche e possibili implementazioni nel curriculum delle varie materie. Discussione su opportunità e ostacoli nella comprensione del futuro in relazione agli obiettivi 9-17.

A chi è rivolto: ai docenti della Scuola secondaria di I.

Per iscriversi: https://attendee.gotowebinar.com/register/2372433142568664588?source=Libr%C3%AC2

A dicembre continuano i nuovi webinar per la formazione online!

Solitudine, friendzone… e gli altri video del venerdì

in Zigzag in rete by
Rivediamo insieme al professor Vincenzo Schettini i video del venerdì di questo mese, per parlare di metodo di studio, alimentazione, friendzone e solitudine.

Torna la rubrica del prof Vincenzo Schettini, uno dei più amati del web, per parlare di tanti argomenti che stanno a cuore ai più giovani (ma anche agli insegnanti!). Sì perché nel suo canale La Fisica che ci Piace – che ha superato quota 61.000 iscritti… – non vengono trattati solo argomenti di fisica e matematica, ma si affrontano ogni volta questioni vicine al mondo dei ragazzi: i loro desideri, i loro problemi, le loro emozioni… sempre con il sorriso!

Questo mese il professor Vincenzo Schettini ha toccato degli argomenti molto interessanti, e anche molto differenti tra loro, che hanno creato un grande “traffico” nel suo canale e di cui vogliamo parlare: metodo di studio, alimentazione, friendzone e solitudine.

Salve prof, e ben ritrovato! Partiamo con un video veramente utile dedicato a un metodo di studio innovativo, che sta prendendo sempre più piede: la tecnica ACTIVE RECALL.

La mia curiosità nei confronti dei metodi di studio è fortissima, anche perché tanti mi chiedono come migliorare le prestazioni nello studio. Ma quando ho scoperto questo particolare metodo sono rimasto a bocca aperta anch’io, credetemi! Ho spiegato appunto nel video un approccio personalizzato che io stesso ho collaudato con questa metodologia chiamata “richiamo attivo” o se la vogliamo dire all’inglese active recall”.

Siamo arrivati a un argomento che, inutile negarlo, interessa veramente tanto alle ragazze e ai ragazzi che ti seguono: Friendzone o fidanzati? Che puoi dirci in proposito?

Quest’estate ho ricevuto un messaggio da uno dei miei followers che mi chiedeva di trattare proprio questo argomento. Ho cercato in rete la parola Friendzone scoprendo poi che era l’inglesismo della traduzione di uno stato d’animo davvero complicato, nel quale tutti quanti ci siamo ritrovati da adolescenti: corteggiare una persona senza mai dichiarare i propri sentimenti e alla fine venire etichettati come “semplici amici”. È una situazione davvero difficile: nel video ho dato tre consigli per superare al meglio questa situazione, uscendone vittoriosi!“.

Questo mese hai parlato anche di alimentazione, un argomento che a noi – da sempre rivolti al mondo della scuola – sta molto a cuore. Ma anche alle ragazze e ai ragazzi!

Non potevo non trattare questo tema. Quando ero adolescente pesavo 20 kg in meno: immaginate che già ora sono piuttosto magro! Quindi ho affrontato insieme alla mia famiglia un percorso per capire da dove iniziare, per migliorare il mio corpo e ho scoperto che tutto, o quasi, girava attorno al cibo. Nel video ho commentato cinque classici errori sull’alimentazione che specie i ragazzi fanno durante il periodo dell’adolescenza e che quindi sono assolutamente da evitare”.

Infine, tocchiamo un tema molto delicato, soprattutto per la fascia d’età adolescenziale: la solitudine, un sentimento negativo e pericoloso…

Siamo tutti soli, viviamo continuamente dei momenti di solitudine anche quando paradossalmente siamo circondati da tantissime persone e sommersi da messaggi attraverso i social. La solitudine ci accomuna, forse è il sentimento più condiviso al mondo. Sono particolarmente orgoglioso di questo video anche perché moltissima gente lo ha commentato condividendo la propria personale esperienza, rivelando ai lettori le tante facce della solitudine. Scoprite guardando questo video i cinque step per superarla!“.

A scuola con la dislessia

in Bisogni Educativi Speciali by
La dislessia è uno dei disturbi dell’apprendimento più diffusi, eppure ancora oggi la dislessia non viene sempre riconosciuta, creando problemi in bambini e ragazzi.

Bianca è una bambina che frequenta la classe terza della primaria, è piena di vita e le piace fare sport, ma ha un problema. Ogni volta che la maestra la chiama per leggere ad alta voce, le lettere davanti ai suoi occhi cominciano a muoversi, a ribaltarsi, a contorcersi e le parole perdono di significato. Sì, perché è così grande l’impegno che Bianca deve mettere per leggere quelle parole, che alla fine non riesce neanche a capire quello che ha letto. Eppure Bianca non è svogliata né pigra, e sta sempre molto attenta quando la maestra spiega.

Col tempo, questa difficoltà è diventata così ingombrante che Bianca si sente spesso a disagio, è fragile, e col tempo le ha creato dei problemi nell’apprendimento e nell’andamento scolastico. Anche nei rapporti con i suoi compagni e con gli adulti, Bianca si sente spesso in difficoltà: è stanca di vedere sul volto degli altri la delusione o il sorriso. Si sente sempre più inadeguata, meno intelligente, e si chiude sempre più in se stessa. Finché un giorno una giovane insegnante appena arrivata nella sua classe intuisce qual è il problema di Bianca…

Questa di Bianca è una storia inventata, ma non così tanto, perché assomiglia alla storia di tanti altri  bambini e bambine che soffrono di dislessia, considerata oggi il disturbo dell’apprendimento più diffuso: secondo i dati dell’AID – Associazione Italiana Dislessia, sono circa 1.500.000 gli individui che ne soffrono in Italia.

Ma cos’è la dislessia?

Forse è meglio dire cosa non è la dislessia! Non è un deficit di intelligenza né è dovuta a problemi ambientali o psicologici, né a deficit sensoriali o neurologici. L’International Dyslexia Association ci dice che “è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio”.

Il risultato è che il bambino dislessico fa così tanta fatica a leggere e a scrivere – perché impegna tutte le sue energie! – che si stanca prima degli altri, è quindi portato a commettere degli errori, a rimanere indietro, ad avere difficoltà nell’apprendimento. Anche se sono studenti intelligenti, svegli e creativi! Per questo è importante riconoscere subito questo disturbo: per la loro autostima, per far vivere loro con serenità il gruppo classe.

Ed è, questo, un aspetto fondamentale! La dislessia, come tutti gli altri disturbi dell’apprendimento e come altre patologie di diversa natura, ha un ruolo importante anche nelle relazioni della classe. Riconoscerla e mettere in moto gli strumenti necessari significa favorire la nascita di una classe inclusiva:

“Educazione per tutti significa effettivamente per tutti, in particolare quelli che sono più vulnerabili e hanno maggiormente bisogno”. (Prefazione alla Dichiarazione di Salamanca su educazione e bisogni educativi speciali)

Parliamo di temi importanti, come la diversità e l’inclusione scolastica, argomenti quanto mai attuali nel mondo della scuola. Questi sono anche i temi principali diPiù unici che rari”, una campagna nazionale rivolta alle scuole secondarie di I grado, realizzata da Librì Progetti Educativi e Sanofi. Il progetto vuole porre l’attenzione dei ragazzi – e delle loro famiglie – su tutte quelle difficoltà e barriere che possono nascere in una classe in presenza di determinati disturbi o patologie.

Oltre ai DSA come la dislessia, o ad altre patologie, la campagna vuole accendere i riflettori anche sulla categoria delle malattie rare, riguardo alle quali Sanofi è da molti anni in prima linea nella ricerca e nello sviluppo di terapie e soluzioni.

Una campagna educativa che oggi è diventato anche un libro, scritto da Sabrina Rondinelli e illustrato da Francesco Fagnani.

A proposito di dislessia, tra i più giovani ha avuto un grande successo – e tantissime visualizzazioni su Youtube – la canzone scritta e interpretata da Lorenzo Baglioni, L’arome secco sé.

La canzone, sviluppata con la collaborazione di AID, “affronta il tema della dislessia con ironia e leggerezza ma anche con sensibilità e rispetto”, senza dimenticare che tutto il ricavato delle vendite digitali della canzone verrà destinato ai progetti AID a favore dei ragazzi e delle ragazze con DSA.

Giocare, creare, imparare… un laboratorio di colori!

in Approcci Educativi/Attività di classe by
Per i più piccoli, i colori sono uno strumento privilegiato per giocare con le emozioni e sviluppare la creatività: ecco un’attività da fare in classe

Perché giocare con i colori? Perché sono naturalmente un mezzo privilegiato per giocare con l’arte e con le forme di comunicazione visiva, oltre che per parlare di emozioni. Per realizzare l’attività, avremo bisogno di carta da pacchi bianca, va bene anche un rotolo da tagliare in fogli, e tanti colori diversi: vanno bene le tempere o gli acquerelli, le matite o i pennarelli, ma anche le tempere a dita che piacciono molto ai bambini.

Dividiamo la classe in 6 o 7 gruppetti, quindi affidiamo a ogni gruppetto un foglio e un colore. Ogni gruppo avrà dunque il compito di disegnare, sul proprio foglio, tutti gli animali, le cose, le emozioni, la frutta e altro ancora che abbiano a che fare con quel colore!

Ecco qualche suggerimento per aiutare i bambini.

Il gruppo blu, sul proprio foglio, potrà disegnare e colorare un’onda del mare, un mirtillo, un paio di jeans, la terra vista da lontano, una balenottera azzurra…

Il gruppo verde, sul proprio foglio, potrà disegnare e colorare la chioma di un albero, un coccodrillo, un pistacchio, una rana, una foglia di menta, un bambino verde di rabbia…

Il gruppo giallo, sul proprio foglio, potrà disegnare e colorare un sole con i raggi, un canarino, un limone, una giraffa, un girasole, uno scuolabus…

Così faranno anche gli altri gruppi con gli altri colori, ognuno sul proprio foglio.

Una volta che ogni gruppo avrà terminato la sua piccola mostra, appendiamo i fogli sul muro della classe. Poi sveliamo che tutti i colori di cui abbiamo parlato, ma anche quelli che non abbiamo preso in considerazione, si possono ottenere partendo da solo tre colori: il blu, il giallo e il rosso. Sono i colori primari. È mescolando i colori primari tra loro, che otteniamo i colori secondari e mescolando ulteriormente i colori secondari con i colori primari, otterremo nuovi colori e nuove sfumature!

Sono molti i libri a cui possiamo attingere per realizzare in classe delle attività sui colori. Tra i più noti ricordiamo: La fabbrica dei colori, che raccoglie alcuni dei laboratori ideati e realizzati da Hervé Tullet.

Oppure Facciamo i colori, pieno di ricette e idee per dipingere e giocare con la natura.

A proposito di colori e creatività, Librì Progetti Educativi e Carioca hanno realizzato un percorso didattico esclusivo rivolto agli insegnanti della scuola dell’infanzia. Sono Gli Scarabocchioli. Gioca, crea e impara, grazie al quale ogni insegnante potrà ricevere gratuitamente un kit didattico ricco di tanti materiali e accedere a strumenti digitali di formazione.

Per maggiori informazioni, è possibile consultare la pagina dedicata sul sito di Librì Progetti Educativi.

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Buon compleanno Gianni Rodari!

in Approcci Educativi/Letture in classe by
Tanti auguri a Gianni Rodari: un maestro che ci ha invitato a  liberarci di tante consuetudini letterarie del passato; ci ha insegnato a spalancare le porte e le finestre alla libertà d’espressione e ha fatto di tutti noi, appassionati di letteratura per ragazzi, dei lettori felici!

Per festeggiare in allegria la data del 23 ottobre abbiamo improvvisato in casa editrice una lettura ad alta voce di “I viaggi di Giovannino Perdigiorno”!

Ecco alcuni consigli di lettura per tutti quelli che non lo leggono da molto tempo e per quei fortunatissimi che non lo hanno ancora letto!

I viaggi di Giovannino Perdigiorno, che racconta le avventure di Giovannino, un viaggiatore curioso che esplora tanti paesi straordinari.

Le favole al telefono, per scoprire da vicino tanti straordinari e divertenti personaggi.

Le avventure di Cipollino, con la storia di un monello che fa piangere chi gli strappa i capelli e un principe acido, cattivo e poco furbo.

La grammatica della fantasia, in cui Rodari parla dei processi della fantasia e delle regole della creazione per renderne l’uso accessibile a tutti.

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Immagine di copertina dal sito ufficiale di Gianni Rodari.

“Bentornati a scuola” video-intervista all’editore

in Bisogni Educativi Speciali by
Una video-intervista con l’editore per scoprire la nuova campagna “Bentornati a scuola”

L’inizio di un nuovo anno scolastico è sempre qualcosa di speciale. Ma quest’anno lo è ancora di più! Dopo il lockdown per l’emergenza legata al Covid-19, a quasi otto mesi di distanza, gli studenti sono rientrati nelle loro classi. Ma quali emozioni, paure e desideri si sono portati nel cuore? Per supportare gli insegnanti e i più piccoli in questo delicato momento, è stata ideata e realizzata “Bentornati a scuola”, una campagna educativa molto speciale, da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

Per conoscere più da vicino la campagna e i suoi strumenti didattici, abbiamo incontrato la dottoressa Maria Cristina Zannoner, editore di Librì Progetti Educativi, la casa editrice fiorentina che da oltre venticinque anni si occupa di educazione.

Buona visione!

Studiare all’aria aperta: tanti vantaggi!

in Approcci Educativi by
Chi ha detto che è meglio studiare in classe? Ecco alcuni spunti per organizzare delle lezioni all’aria aperta.

Studiare all’aria aperta fa bene alla salute e aiuta anche l’apprendimento. È questo che ci dicono molti studi, tra cui quello svolto dalla Plymouth University e Western Sydney University, secondo cui gli effetti positivi dello studio all’aria aperta non riguardano solo l’aspetto educativo-culturale ma anche quello del comportamento, delle competenze, della fiducia in se stessi.

I risultati sono così incoraggianti, nei vari ordini e gradi, da far ipotizzare l’introduzione di vere e proprie lezioni open air. Una proposta, questa, più che mai attuale considerando l’emergenza legata al Covid-19: perché allora non provare a realizzare alcune ore di didattica fuori dalla classe, all’aria aperta, magari per approfondire alcuni argomenti? Sì, ma… di quali materie?

Ecco allora qualche proposta per portare i propri alunni fuori dall’aula, e scoprire che i vantaggi di studiare all’aria aperta possono essere anche “didattici”.

Storia. Molti luoghi della nostra penisola sono legati ad avvenimenti e personaggi importanti, che ritroviamo sui libri: dall’epoca antica fino al Novecento. Può trattarsi di una battaglia o di un incontro, del passaggio di un politico o di un generale. Realizzare in loco una lezione su un determinato argomento (un evento o un personaggio storico) può davvero stimolare l’interesse degli studenti, ed essere l’occasione per portare a nuovi e originali spunti.

Geometria. Figure geometriche, angoli, linee che si intersecano e si allontanano… per i bambini più piccoli, poter vedere “dal vivo” gli elementi di geometria che si nascondono nelle nostre città può essere davvero divertente e interessante! Un esempio? Un incrocio può trasformarsi in due linee perpendicolari, una piazza può essere una figura geometrica piana, due strade possono diventare due parallele… Ecco allora l’occasione per muoversi e osservare con occhi diversi piazze e strade!

Scienze. Le gite nel verde sono molto amate dai bambini e dai ragazzi, ma possono diventare anche delle originali lezioni open air di scienze. Muoversi lungo un torrente, sul lungo mare, in un prato o in un sottobosco è il modo migliore per mostrare loro cos’è un habitat o una nicchia ecologica. Si possono osservare in maniera chiara i legami invisibili che uniscono organismi animali e vegetali in perfetto equilibrio. Ma anche realizzare approfondimenti legati all’ecologia.

Italiano. Perché non avvicinarsi a un autore visitando la casa in cui è nato o vissuto, oppure i luoghi che ha descritto nelle sue opere? È sicuramente uno dei modi più stimolanti per insegnare letteratura italiana agli studenti! A questo proposito, esiste in Italia l’Associazione Nazionale Case della Memoria che riunisce le abitazioni (oggi musei visitabili) in cui vissero i poeti e gli scrittori più famosi, ma anche altri personaggi illustri dei vari campi del sapere. Le vostre lezioni potrebbero essere l’occasione per realizzare un atlante dei luoghi letterari della vostra zona, sull’esempio di quelli già in commercio: dall’Atlante dei paesaggi letterari all’Atlante dei luoghi letterari

Non ci resta che augurare a insegnanti e studenti: buona lezione open air!

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Nel “portafoglio” delle competenze c’è spazio per l’educazione finanziaria?

in Approcci Educativi by
Parlare in classe di economia e risparmio è un buon inizio per aumentare  competenze e strumenti critici degli studenti e introdurli alla complessità del mondo che ci circonda.

È inutile negarlo. Molti adulti reputano i soldi e l’economia argomenti troppo difficili da trattare in classe come se si trattasse di argomenti tabù, qualcosa di cui devono occuparsi solo gli adulti. Ma è veramente così? Se è vero che un bambino può non comprendere le oscillazioni del mercato finanziario, è sicuramente vero che crescendo sentiranno parlare in famiglia – e non solo in famiglia – di soldi, mutui, bollette, stipendi, tasse e tante altre cose che hanno a che fare con l’economia.

Ci sono poi alcuni argomenti dell’economia che interessano più di altri: uno fra tutti è il risparmio. È proprio grazie al risparmio infatti che è possibile realizzare un desiderio speciale, e i bambini (e tutti noi), si sa, sono pieni di desideri!

Ecco allora una semplice e divertente attività per la scuola primaria (in realtà, con qualche piccolo accorgimento, può essere declinata anche per i successivi ordini scolastici) che aiuterà a comprendere un altro argomento molto importante: il budget. La scusa? Dover organizzare una grande festa e avere a disposizione una cifra precisa.

Diciamo alla classe che vogliamo organizzare una grande festa (l’occasione può essere reale o inventata) e che abbiamo a disposizione una cifra precisa, ad esempio 100 euro. Spieghiamo che con questa cifra dovremo acquistare tutto ciò che serve: dal cibo alle bevande, dai festoni a un piccolo spettacolo. Il primo passo è raccogliere dai bambini le varie proposte e scegliere insieme quelle che piacciono di più alla maggioranza: ogni volta che una proposta convince tutti, scriviamola alla lavagna e, con l’aiuto di un tablet o con la LIM, scriviamoci accanto il prezzo.

Naturalmente il valore in euro di cibi e oggetti può essere approssimato: la cosa importante è che i bambini comprendano che il budget è un modo per capire le spese che ci attendono e per meglio distribuirle secondo le nostre esigenze.

Sono molti i libri utili agli insegnanti e agli studenti per approfondire alcuni aspetti dell’economia.

E come economia, di Editoriale Scienza, affronta in maniera semplice e con tante piccole attività gli aspetti più importanti della finanza.

Per i più grandi invece c’è Il libro dell’economia, edito da Gribaudo, per parlare di denaro, recessione, tasse e modelli economici.

Per le classi della scuola primaria, infine, Librì Progetti Educativi e BPER Banca hanno realizzato Un’economia che abbraccia tutti, una campagna educativa di educazione finanziaria per capire cos’è l’economia, evidenziando quanto sia collegata alla vita quotidiana. L’adesione alla campagna è gratuita e permette di accedere a tanti strumenti didattici, quali un kit cartaceo e contenuti digitali. Per maggiori informazioni, basta visitare la pagina dedicata sul sito di Librì Progetti Educativi.

In copertina illustrazione da “Un’economia che abbraccia tutti”, Librì Progetti Educativi.

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Un sogno nel cassetto… e gli altri video del venerdì!

in Zigzag in rete by
Dopo la pausa estiva, torna l’appuntamento con il professor Vincenzo Schettini e i suoi seguitissimi video del venerdì

Anche se con tutte le attenzioni possibili, le scuole di tutta Italia hanno finalmente riaperto le loro porte agli studenti. E con l’inizio dell’anno scolastico, torna anche la rubrica con i video del venerdì, curata da Vincenzo Schettini, uno dei professori youtuber più famosi e seguiti d’Italia, nonché volto noto di programmi Sky e Rai.

Il successo del suo canale La Fisica Che Ci Piace ha contagiato non solo tantissimi studenti, che seguono i video e le dirette per prepararsi alle interrogazioni, ma anche moltissimi adulti affascinati dal modo semplice, chiaro e divertente con cui vengono trattati argomenti di fisica e matematica. Oggi gli iscritti sono saliti a oltre 55.000!

Il professor Schettini però, come sappiamo bene, con i video del venerdì condivide anche le sue esperienze e dà utili consigli agli studenti su tantissimi argomenti. Di cosa ha parlato nell’ultimo mese? Per scoprirlo, chiediamolo direttamente a lui…

Buongiorno professore e ben trovato! Innanzitutto, come ha trovato i suoi ragazzi dopo tutti questi mesi e cosa si aspetta dal mondo della scuola?

Ho avvertito una chiara voglia di ricominciare, di tornare a scuola, di rimettersi in gioco! Ho lanciato a metà agosto un sondaggio sul mio canale Telegram (a proposito, potete iscrivervi a questo canale entrando in Telegram e cercando “la fisica che ci piace”) chiedendo loro se preferivano ricominciare a distanza oppure in presenza. Due su tre hanno votato in presenza, chiaro segno di voler tornare alla normalità. La scuola sicuramente è in un momento molto delicato, si sono fatte tante cose quest’estate in tutti gli istituti italiani per rientrare in sicurezza e mi auguro, anche se sono convinto che ci saranno contagi qua e là, che si possa vivere un anno quanto più sereno possibile, ne abbiamo tutti bisogno.

Il primo video del venerdì è stato molto emozionante, perché è un argomento che ci interessa da vicino: come realizzare i propri sogni! Anche perché, come dice lei, avere un sogno è importante, ma averne tanti è ancora meglio…

Io praticamente vado avanti a botte di sogni! Ogni giorno spingo me stesso alla ricerca di obiettivi che rispondono sempre più alla domanda “chi sono veramente io”. In tantissimi hanno commentato il video “Avere un sogno”: scoprendo che un sogno corrisponde anche a tanto sacrificio, molti si sono ritrovati in questa lettura e hanno confessato nei commenti cosa pensano della propria vita e chi vogliono diventare! Consiglio non solo di vedere il video ma anche di leggere i commenti sotto il video: se volete, potete commentate anche voi e lasciare traccia dei vostri personali meravigliosi sogni.

In un altro video, parliamo di un argomento che interessa veramente tutti i ragazzi: imparare l’inglese con la fisica! Ma è possibile?

Certamente, anzi, diventa interessante, divertente e stimolante! Da tempo vivo personalmente un’esperienza forgiata con le mie stesse mani sull’acquisizione delle lingue straniere, in particolare dell’inglese. Non ho mai studiato inglese a scuola, ma con una tecnica completamente inventata da me ora sono fluente in inglese dopo appena due anni di pratica. Nel video “Impara l’inglese con la fisica”, ho descritto e lasciato i riferimenti di 3 canali YouTube a tema scientifico completamente in inglese, dando anche alcuni suggerimenti per vedere correttamente i video, migliorando il proprio livello giorno dopo giorno.

Ci sono comunque molti testi in libreria per imparare l’inglese attraverso lo studio delle materie, come

“Studiare è un gioco da ragazzi”

“Impara l’inglese leggendo dei brevi racconti”.

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Giornata mondiale dell’insegnante: 6 parole per il prossimo decennio

in Scuola by
In occasione della Giornata mondiale dell’insegnante, indetta dall’UNESCO per il 5 ottobre, abbiamo raccolto 6 parole-chiave da docenti di diverso ordine e grado

Pensata e voluta dall’UNESCO nel 1994, la Giornata mondiale dell’insegnante promuove la cultura e l’educazione in tutto il mondo per raccontare una professione che riveste un ruolo così delicato e fondamentale in tutte le società.

Istituita per ricordare la sottoscrizione delle “Raccomandazioni sullo status di insegnante” del 1966, documento di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti a livello mondiale, è l’occasione per riflettere sulle condizioni, non sempre facili, in cui gli insegnanti spesso devono svolgere il proprio lavoro.

Un ruolo, quello dell’insegnante, che negli ultimi anni è divenuto sempre più centrale grazie anche all’obiettivo 4 dell’Agenda 2030 sottoscritta dalle Nazioni Unite, “Istruzione di qualità”: l’obiettivo indica proprio negli insegnanti quei soggetti fondamentali per attuare, a livello mondiale, un’educazione di qualità, equa e inclusiva per tutti.

Quest’anno più che mai ci sembra importante celebrare questa ricorrenza dando voce proprio agli insegnanti. Abbiamo parlato con tre docenti di diverso ordine e grado, chiedendo loro due parole ciascuno che possano guidare la scuola attraverso le sfide del prossimo decennio.

Carla Caiafa, della scuola primaria, ha raccontato le parole autorevolezza e fiducia.

Autorevolezza: è fondamentale per il presente e per il futuro ripristinare e affermare il ruolo autorevole che gli insegnanti rivestono di fronte alle famiglie e nella società. Essere docenti significa saper trasmettere il sapere, saper educare e valorizzare i propri alunni. Insomma, è un mestiere molto difficile, che può svolgere solo chi ha fatto un percorso di studi ben preciso. Queste figure professionalmente competenti e preparate, quindi, meritano il riconoscimento e il rispetto molto spesso dimenticati.

Fiducia: in particolare per la scuola primaria, è fondamentale stabilire un rapporto di fiducia e di stima reciproca con le famiglie e soprattutto con i bambini, mantenendo molto chiaro e fermo il ruolo che ognuno riveste. Le famiglie devono potersi fidare del lavoro e della figura dell’insegnante a cui “affidano” i propri figli per molte ore al giorno; i bambini devono essere accolti in un clima di serenità che stimola l’apprendimento e la relazione sociale. La figura del docente deve valorizzare le singole individualità, stabilire poche ma essenziali regole e promuovere l’entusiasmo per lo studio cercando strategie varie che “aggancino” l’interesse e la motivazione degli scolari. Bisogna, inoltre, stare sempre molto attenti a rispettare i tempi e le modalità di apprendimento individuali, poiché ogni studente ha una maturazione intellettiva e conoscitiva diversa.

Valerio Camporesi, della scuola secondaria di I grado, ci ha portato le parole individuo e libertà.

Individuo: Nella società di oggi, ”di massa”, essere individui è forse la cosa più difficile. Il continuo afflusso di messaggi e di richiami veicolati dai media tende inevitabilmente a uniformare le coscienze e i comportamenti degli individui, ridotti sempre più a ‘persone’ nel senso latino di ‘maschere’, funzionali e assoggettate a un pensiero unico che non lascia molti spazi di libertà. Questo processo di omologazione in cui siamo immersi – già descritto nel lontano 1919 da Herman Hesse nel suo memorabile incipit di Demian – non poteva non toccare anche gli insegnanti, sempre più costretti ad adeguarsi in modo più o meno conscio a parole, stilemi, modelli imposti dall’alto. Un esempio è quel vocabolario caratterizzato da un lessico quasi imposto ai docenti da ormai troppo tempo, fatto di parole tutte uguali, ripetute, che è riuscito a svuotare di ogni significato vocaboli di per sé nobili come “empatia” e “resilienza”; svuotate perché divenute standard e non il prodotto di un moto individuale. Si pensi anche al dominio culturale del pensiero unico a livello economico, che è riuscito a imporre nella valutazione dell’esame di Stato lo spirito di imprenditorialità, come se un alunno di terza media potesse avere qualcosa a che fare con una simile categoria. Perché un insegnante non può opporsi a una tale aberrazione? E si pensi anche ai modelli imperanti stile Attimo fuggente, sempre estroverso, attoriale in senso quasi clownesco, tanto giovane da dialogare con gli alunni attraverso i mezzi propri dell’uniformazione. È ancora ammesso essere insegnanti diversi, magari vecchio stile, poco o per nulla alla moda? Se anche nel mondo della scuola spingiamo sul pedale dell’uniformazione non potremo avere che un mondo sempre più massificato, fatto di ‘maschere’ incapaci di pensare con la propria testa. Se gli insegnanti sono costretti all’omologazione, molto probabilmente lo saranno anche i loro allievi e la scuola perderà la propria funzione primaria, quella di e-ducere, trarre fuori da ognuno la propria individualità e manifestare il proprio essere un tentativo prezioso e davvero unico.

Libertà: parola strettamente connessa alla prima, e dai significati quanto mai complessi, anche in riferimento al lavoro dell’insegnante. Non c’è traccia, nei nostri paesi avanzati, di quella mancanza di libertà di insegnamento di cui parla il documento dell’Unesco: mancanza terribile, difficile anche solo da immaginare per noi occidentali, e che purtroppo caratterizza le aree più emarginate e sfortunate del globo. Ma nei ‘nostri’ paesi c’è, o rischia di esserci, una mancanza di libertà più sottile, quella che, in base alla malaugurata introduzione del concetto di competitività anche tra le scuole, sempre più in gara ad accaparrarsi iscritti, spinge i dirigenti a premere sui docenti affinché si allineino a determinati parametri, a determinati modi di insegnare e di valutare, più accattivanti verso gli utenti (perché adesso si chiamano così). Le forme di pressione sono state e possono essere le più varie, dalla valutazione agli stili di insegnamento, tali comunque da rischiare di condizionare quella libertà di docenza cui tanto spesso ci si riferisce e di cui parla – e bene – anche la nostra Costituzione. Per valorizzare appieno il ruolo ed il lavoro degli insegnanti occorrerebbe riflettere su come la competizione – questa parola cardine del pensiero unico attuale – possa forse andar bene quando parliamo di gelati o di cellulari ma non di istruzione, un mondo che dovrebbe essere lasciato libero – per l’appunto – da ogni forma di condizionamento affinché possa veramente assolvere alla propria funzione, a quell’educere di cui parlavamo prima.

Francesca Maggi, della scuola secondaria di II grado, ci ha portato le parole ascolto e conoscenze.

Ascolto: è imprescindibile per progettare una scuola rinnovata in grado di reggere la sfida del presente e del futuro; questo del resto si rivela sempre più difficile da prevedere, data la velocità dei cambiamenti che siamo chiamati ad affrontare. Bisogna intanto ascoltare gli studenti: si tratterà, sì, di comprenderne umori ed esternazioni, dunque richieste, ma oggi l’insegnante medio si impegna, fortunatamente, a farlo; ma anche di ascoltare gli stessi docenti, soggetti fondamentali della pratica educativa, perché sanno cogliere i bisogni nei ragazzi e possono riconoscerne le carenze, aiutandoli a non rimanere intrappolati nell’inganno della Rete, che facilmente crea l’illusione di possedere conoscenze, competenze a capacità. Solo premendo un pulsante puoi visualizzare molteplici dati, ma ciò può anche non derivare da un tuo “merito” specifico. La scuola del futuro non dovrà perciò rinunciare ad ascoltare i docenti, perché quello che loro percepiscono, con la passione e l’impegno quotidiani, è qualcosa che i burocrati non sono in grado di cogliere, perché distanti dalle realtà singole e specifiche. Noi docenti abbiamo sempre più netta la percezione di una distanza tra il palazzo e la piazza, di una nebbia (Guicciardini, Ricordi) che deve essere rapidamente diradata.

Conoscenze: credo che la questione della “didattica per competenze” ci sia sfuggita di mano. Gli slogan, utilizzati prima per “risvegliare” le coscienze, possono diventare parole vuote. Non si devono abbandonare le competenze come obiettivi (il loro esplicito riconoscimento è stato un necessario cambiamento rispetto alla scuola del passato). Ma nel tentativo improvvido di sostituire le conoscenze con le competenze, la scuola si è spogliata del suo compito: educare gli studenti a formarsi un bagaglio perenne di conoscenze, da ampliare poi autonomamente grazie alle competenze acquisite. Le conoscenze che davvero possono dirsi tali sono quelle che restano, punto di riferimento duraturo e in fondo i giovani le chiedono, perché solo dall’unione di conoscenze e competenze si crea una sicurezza. Viviamo in un “mondo liquido”, fatto di globalizzazione e digitalizzazione, che possono illudere che non ci si debba più affannare a studiare, ma il punto è un altro. Non si tratta allora di intraprendere una battaglia contro il digitale (comunque strumento di miglioramento e velocizzazione delle operazioni), ma di far emergere la necessità anche di conoscenze apprese con l’impegno costante: perché “non fa scienza, sanza lo ritener, l’aver inteso“.

In copertina: Giulia Orecchia per Librì “Una classe di tutto rispetto”.

Un legame fra generazioni. L’importanza dei nonni.

in Letture in classe by
Il 2 ottobre si celebra la festa dei nonni! Ecco allora 8 libri per festeggiare insieme questa ricorrenza, da leggere da soli o proprio in compagnia dei… nonni!

Anche se è stata inventata molti anni prima, è nel 2005 che il nostro Parlamento ha deciso di istituire ufficialmente il giorno della festa dei nonni, riconoscendo loro un ruolo fondamentale nella crescita e nell’educazione dei più piccoli. Un piccolo grande riconoscimento, dunque, che quest’anno vogliamo festeggiare con dei consigli di lettura, da fare da soli o ad alta voce proprio con i vostri nonni.

Naturalmente di libri per bambini e ragazzi che parlano di nonni ce ne sono tantissimi. Ma noi abbiamo deciso di consigliarvi 8 libri un po’ speciali, classici e meno noti, che ci raccontano 8 diverse figure di nonni! Buona lettura!

Heidi

Heidi, di Jolanda Spiry. Tra le Alpi svizzere, in una baita circondata dai boschi, vive un vecchio burbero e scontroso che tutti gli abitanti del villaggio evitano. La vita solitaria dell’uomo viene scombussolata dall’arrivo inaspettato di una bambina, sua nipote Heidi, rimasta orfana…

L’aggiustasogni

L’aggiustasogni, di U. Orlev. Michael si trasferisce con i genitori in Israele, sua terra di origine, ma adattarsi alla nuova casa, alla lingua e agli amici è difficile. Finché giunto a Gerusalemme, scopre che quel vecchio burbero di suo nonno è capace di entrare nei sogni degli altri e di “aggiustarli”.

Mio nonno era un ciliegio

Mio nonno era un ciliegio, di A. Nanetti. Una lettura che parla di un nonno straordinario e di un ciliegio, dell’oca Alfonsina e di suo marito Oreste, della nonna Teodolinda e delle sue “cose” morbide; e di un bambino, che non dimentica il nonno “matto” che si arrampicava sugli alberi e che lo ha reso tante volte felice.

Sai fischiare Johanna?

Sai fischiare Johanna?, di U. Stark. Ulf ha un nonno che gli fa sempre fare un sacco di cose divertenti e gli dà perfino una paghetta. Anche Berra vorrebbe tanto averne uno! Non c’è problema, gli dice Ulf, lui sa dove può trovarlo, e lo accompagna in un posto pieno di vecchietti, una casa di riposo…

Nonna gangster

Nonna gangster, di D. Williams. Per Ben, il venerdì sera è il momento peggiore della settimana perché deve trascorrerlo con sua nonna: il programma è zuppa di cavolo e partita a scarabeo. Ma una giorno scopre un tesoro d’oro e diamanti nella scatola dei biscotti della nonnina…

Il piccolo Lord

Il piccolo Lord, di F.H. Burnett. La vita di Cedric trascorre spensierata a New York grazie all’amore della mamma e degli amici. Ma un giorno il nonno paterno – un burbero conte che lui non ha mai conosciuto – lo convoca in Inghilterra per dargli un’educazione da aristocratico…

La magica medicina

La magica medicina, di R. Dahl. George ha una nonna insopportabile, che gli racconta come sono buoni da mangiare vermi e scarafaggi. Cosa può fare allora il povero George, se non preparare una magica medicina che le cambi un po’ il carattere, mescolando deodorante e polvere antipulci, antigelo e cera da scarpe?

Nic e la nonna

Nic e la nonna, di Roberto Luciani. Il legame speciale fra il topolino Nic e la sua Nonna e le magiche avventure che lo porteranno a scoprire che quell’amore, qualunque cosa accada, non cambierà mai.

In copertina: illustrazione di Giulia Orecchia per la campagna scuola di Librì “A scuola di Petcare”.

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AIRC, una costellazione da scoprire

in Attività di classe by
Arriva nelle scuole la sesta edizione di “Una Costellazione luminosa”, la campagna educativa realizzata in collaborazione con Fondazione AIRC, per parlare di salute e stili di vita

Ricerca, alimentazione, attività fisica e soprattutto dono: sono alcune delle parole che le classi che hanno aderito alla campagna educativa “Una costellazione luminosa” potranno scoprire. Un progetto didattico che in questi anni ha coinvolto con successo oltre 350.000 studenti della scuola primaria di tutta Italia e le loro famiglie, grazie ai 15.000 kit consegnati gratuitamente nelle classi.

Quest’anno la campagna educativa si arricchisce con importanti novità! Oltre ai materiali del kit didattico, tra cui troverete la guida e il divertente libro illustrato per gli studenti, gli insegnanti e gli alunni avranno l’opportunità di avere strumenti digitali da utilizzare in classe e a casa.

Con la nuova edizione 2020/21, AIRC, con il sostegno di UniCredit Foundation, ha infatti deciso di supportare la digitalizzazione della scuola, dando la possibilità a tutti gli insegnanti che ne faranno richiesta di aprire una bacheca digitale su padlet.com per partecipare al concorso legato alla campagna.

La nuova offerta formativa comprende inoltre costellazione.airc.it, un sito ricco di materiali e strumenti per approfondire i contenuti della campagna e realizzare tante attività. Il sito, pensato per rivolgersi agli studenti grazie alla mediazione dell’insegnante, può essere utilizzato anche con la LIM e vuole esplorare le parole di AIRC.

Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro è un ente che da più di cinquant’anni anni si occupa di supportare la ricerca sui tumori, sostenendo inoltre progetti per creare consapevolezza anche nelle nuove generazioni.

Bentornati a scuola!

in Approcci Educativi by
Dopo la solitudine del lockdown e la didattica a distanza, le porte della scuola si riaprono! Ma con quali emozioni e speranze le bambine e i bambini tornano sui banchi? 

Sono trascorsi molti mesi dal giorno in cui le porte delle scuole di tutta Italia sono rimaste chiuse a causa della pandemia. Da quel momento, per alcune settimane, le bambine e i bambini sono rimasti lontani dai loro amici, dalla loro classe, dai loro insegnanti. Poi la vita lentamente è ricominciata, ma da allora il pensiero di ognuno di loro è comunque sempre stato rivolto al giorno in cui avrebbero nuovamente varcato la porta della scuola.

La scuola infatti non è solo il luogo della didattica, dell’apprendimento, ma è soprattutto la palestra delle relazioni. È qui che i più piccoli imparano a stare con gli altri, si confrontano l’un l’altro giorno dopo giorno, sperimentano l’amicizia e le emozioni.

Tornare insieme però, pur con le dovute cautele, non sarà facile. Ci saranno il distanziamento sociale, la mascherina e altre regole da seguire, ma soprattutto ogni bambino porterà con sé nel proprio cuore le paure, i disagi e le emozioni che ha vissuto in questo anno incredibile e difficile.

Per supportare gli insegnanti della scuola primaria e stare vicino ai più piccoli nel delicato momento del rientro a scuola dopo il lockdown, Librì Progetti Educativi in collaborazione con Intesa Sanpaolo ha realizzato e distribuito gratuitamente nelle scuole che ne hanno fatto richiesta la campagna educativa “Bentornati a scuola.

Il titolo vuole ricordare a tutti gli studenti uno dei più importanti valori della scuola, l’accoglienza. Ma “Bentornati a scuola” sarà anche il grido di accoglienza che il protagonista della campagna educativa – e del libro illustrato presente nel kit – rivolgerà ai bambini per dar loro il benvenuto nella loro classe. È il Contastorie, un giovane bello e misterioso, che aiuterà i più piccoli a tirar fuori dal proprio cuore le emozioni di quando erano lontani e chiusi nelle loro case. Come? Semplicemente raccogliendole nel suo cappello a cilindro… finché, come per magia, proprio da quel cappello usciranno fuori tante storie straordinarie!

Ma la magia del Contastorie non si ferma qui! Grazie al percorso didattico di “Bentornati a scuola”, tutti i bambini e le bambine avranno l’opportunità di scrivere una loro storia, che verrà poi pubblicata on-line sul sito webecome.it, una piattaforma dedicata al mondo della scuola.

Le storie di tutti gli studenti rappresenteranno anche un importante documento storico, pensato e scritto dai più piccoli: un modo per ricordare quanto è avvenuto e condividere le emozioni, ma anche e soprattutto per ricominciare, tutti insieme, a vivere quel luogo straordinario che è la scuola.

Rientro a scuola: la borsa dell’insegnante!

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Con l’apertura del nuovo anno scolastico, si torna tutti in classe! Ecco tanti piccoli suggerimenti per trasformare la borsa di un insegnante in qualcosa di unico.

Dopo la chiusura delle scuole e i lunghi mesi della didattica a distanza, alunni e insegnanti tornano finalmente in aula, pur con le mascherine e il distanziamento sociale. Sono state tante le cose fatte per rendere la scuola un luogo più sicuro e accogliente, e altre andranno ancora fatte. Ogni insegnante però, lo sa bene, dedicherà del tempo anche alla preparazione della sua borsa.

Dolci intermezzi

Ogni tanto qualcosa di dolce rende più gradevole la spiegazione. Perché allora non portare qualche caramella da mettere sulla cattedra o da distribuire agli alunni?

Momenti unici da immortalare

Una macchina fotografica o uno smartphone sono gli strumenti più semplice e veloci per riuscire a cogliere e fermare i tanti bei momenti vissuti dal gruppo classe. Possiamo farne uso durante i laboratori artistici o, se preferiamo, per raccontare lo stato d’animo degli studenti durante alcuni avvenimenti o attività. Non dimentichiamoci poi di stampare le foto più belle e magari appenderle in classe.

Un libro di poesie

Perché? Perché leggere e ascoltare le poesie ci aiuta a vivere meglio e ci rende migliori. Ogni tanto, può essere un bel modo per far riposare gli studenti e per accendere una bella discussione.

Un gioco a quiz

 È il modo migliore per fare appassionare gli studenti agli argomenti e per finire la mattinata prima di tornare a casa. Possiamo dividere la classe in gruppi, far scegliere gli argomenti e dare inizio alla sfida. Ne esistono di tanti tipi in commercio ma, se abbiamo tempo e voglia, possiamo preparare da soli tante schede con delle domande.

Un gioco per mettere alla prova il tuo cervello e le tue abilità.

Giochi matematici per testare la tua abilità coi numeri.

La scatola delle meraviglie

Chiederemo agli studenti di portare un piccolo oggetto di cui vogliono disfarsi per regalarlo ai compagni di classe (un giocattolo, un personaggio, un “tesoro” raccolto in spiaggia…) Tutti gli oggetti entreranno a far parte della scatola delle meraviglie. Potremo usarli per piccoli premi durante l’anno o per far realizzare agli studenti dei piccoli lavoretti o abbellire i loro elaborati.

Siamo sicuri che nella borsa di un insegnante troveranno spazio tanti altri piccoli utili oggetti, ma di sicuro un posto speciale sarà sempre e comunque riservato alla voglia di stare insieme, di far tornare la scuola – malgrado le tante accortezze – quel luogo straordinario di emozioni e di rapporti che tutti gli studenti conoscono.

Buon lavoro!

Rientro a scuola: cosa mettere nello zaino dei bambini?

in Approcci Educativi by
Da lunedì si rientra in classe! Ecco qualche suggerimento per rendere lo zaino di bambine e bambini ancora più super.

Sappiamo già che a scuola sarà un anno particolare, a causa dell’emergenza legata al covid-19 e ogni studente dovrà munirsi di mascherina e del gel disinfettante. Ma perché non mettere nello zaino anche dei piccoli oggetti che renderanno le ore a scuola ancora più belle? Ecco alcuni suggerimenti!

Una penna di sicurezza da regalare

Una penna, si sa, smette sempre di funzionare all’improvviso. Perché allora non preparare questo piccolo dono per la classe? Quest’anno, a causa del covid-19, non sarà possibile prestarsi oggetti, ma possiamo ovviare a questa situazione preparando a casa una penna regalo: basterà disinfettarla, incartarla e poi tenerla a scuola a portata di mano.

Un quaderno delle emozioni

Il rientro a scuola, dopo tutto quello che è accaduto in questi mesi, sarà un momento veramente emozionante, pieno di desideri e anche qualche timore: con i miei compagni sarà tutto come prima? E io sarò un po’ cambiato? Portarsi dietro un quaderno – il colore della copertina sarà il nostro preferito! – sarà utile ad appuntarsi qualche pensiero o a fare qualche piccolo disegno che ci ispirerà il ritorno in classe.

Una borraccia con l’acqua aromatizzata.

Tutti le bambine e i bambini sanno già che a scuola si devono portare una borraccia al posto della bottiglietta in plastica usa e getta: è un’azione sostenibile che fa bene alla Terra! Ma perché non trasformarla in una bevanda rinfrescante? È semplice, basterà aggiungerci qualche piccolo ingrediente. Ad esempio, qualche goccia di limone e una foglia di menta, oppure pezzettini di fragole e basilico, mela e cannella… insomma, tanti sapori per tutti i gusti!

Una foto del nostro pet

Che sia un cane o un gatto, un pesciolino rosso o una tartaruga, il legame che ci lega ai nostri amici animali è qualcosa di unico e straordinario. Portarsi una sua foto o un suo disegno a scuola può fare sicuramente piacere, magari incollata nell’ultima pagina del diario.

Un tesoro trovato durante l’estate

Nelle settimane estive, trascorse al mare, in montagna o in campagna, ogni bambino avrà sicuramente raccolto qualche tesoro che poi si è portato a casa: una conchiglia, un sasso dal colore intenso, qualcosa di più particolare come l’aculeo di un istrice. Mettiamo il nostro tesoro in un sacchettino trasparente e portiamolo a scuola: ci ricorderà i bei momenti trascorsi ma sarà anche uno splendido modo per raccontare ai compagni e agli insegnanti come avete trascorso le vacanze.

In realtà, potrebbero essere ancor tanti gli oggetti da portarsi dietro, dal portafortuna preferito alle carte collezionabili da gioco. Ma ogni mattina non dobbiamo comunque mai dimenticare di mettere nello zaino anche la voglia di stare insieme ai nostri compagni e ai nostri insegnanti, di parlare e di ascoltare, di guardare e di imparare. La voglia di far parte di un gruppo, la nostra classe!

Un soffio di energia fra i banchi

in Attività di classe by
Per iniziare l’anno scolastico con nuova energia e risorse per docenti e studenti

Mai come per questo nuovo anno scolastico c’è bisogno di un soffio di energia e una ventata di novità per supportare gli studenti (e gli insegnanti).

Allora aggiungiamo un segnalibro importante alle nostre pagine preferite e andiamo a esplorare la ricca proposta editoriale di Librì Progetti Educativi,  casa editrice specializzata in kit didattici gratuiti per tutti gli ordini scolastici.

Scopriamo insieme i temi proposti per questo nuovo anno scolastico

Scuola Primaria: #accoglienza, #inclusione, #sostenibilità, #ambiente, #economia, #ricercascientifica e #stilidivita.

Scuola Secondaria I: #gentilezza, #inclusione, #sostenibilità, #ambiente e #riciclo della plastica.

Perché gratuiti? Grazie (è il caso di dirlo!) al sostegno e alla collaborazione di tanti enti pubblici e aziende private, sensibili alla formazione delle nuove generazioni, Librì Progetti Educativi realizza dei kit didattici che ogni insegnante può prenotare gratuitamente e ricevere direttamente in classe senza alcun costo di nessun genere.

Ogni kit è composto da una guida docente e 25 copie di materiali didattici da distribuire agli alunni, oltre a poster e materiali per la classe. Ogni kit è una grande risorsa per gli alunni e per i docenti.

Le campagne educative di Librì Progetti Educativi, sono sempre collegate a concorsi nazionali a premi, che rappresentano il momento finale del percorso didattico e permettono alle scuole di ricevere tanti utili materiali didattici.

Librì Progetti Educativi è una casa editrice accreditata presso il MIUR, in grado di rilasciare, per ogni percorso educativo, attestato delle ore formative per il curriculum del docente.

Alcuni esempi di campagne educative?

Bentornati a scuola | Scuola Primaria

Un kit didattico dedicato al rientro a scuola dopo l’emergenza covid-19. Per affrontare e elaborare in classe le paure e le preoccupazioni suscitate dalla lunga interruzione didattica.

Una costellazione luminosa | Scuola Primaria

Ricerca scientifica, e stili di vita al centro della proposta realizzata in collaborazione con AIRC e arrivata quest’anno alla decima edizione con tante novità

Gentile come te | Scuola Secondaria I

Novità editoriale per la scuola secondaria di primo grado per portare in classe il tema delle Gentilezza.

Per scegliere e prenotare un kit didattico gratuito per il prossimo anno scolastico per la tua classe o per saperne di più: progettieducativi.it

Pittogrammi: una scrittura antica… sempre attuale!

in Attività di classe by
Dall’antico Egitto ai giorni nostri: perché l’uomo continua a utilizzare i pittogrammi per raccontare il mondo che lo circonda?

Un noto dizionario della lingua italiana ci dice che i pittogrammi sono una “forma primitiva di scrittura e che possiamo definirli come “disegni di oggetti con valore semantico aderente e immediato”. Ma soprattutto che “il loro significato può essere inteso anche da individui che parlino lingue diverse”.

Sono queste le caratteristiche vincenti che hanno permesso ai pittogrammi di arrivare dall’epoca antica fino a nostri giorni, passando di società in società, attraverso millenni di cambiamenti, sviluppo tecnologico, di nascita e morte di tante lingue. Tanto che i pittogrammi vengono utilizzati ancora oggi in molte situazioni, lungo le strade, nei locali pubblici, addirittura sui libri.

Per scoprire più da vicino i pittogrammi e dare agli insegnanti degli strumenti per parlane in classe (magari attraverso un laboratorio), abbiamo contattato la professoressa Maria Pia Marchese, ordinario di Linguistica generale presso l’Università degli Studi di Firenze.

Grazie per la sua disponibilità, professoressa. Subito la prima domanda. Che cos’è un pittogramma e qual è la differenza con altre scritture antiche, ad esempio i geroglifici?

I pittogrammi sono disegni, spesso molto stilizzati, che l’uomo fin dall’antichità ha prodotto per esprimere tramite un’immagine aspetti del mondo. Una forma di scrittura che poggia su un principio completamente diverso rispetto alle scritture fonetiche come il greco e il latino, che si basano sul principio della corrispondenza tra suoni emessi nel parlato e segni usati nello scritto. I pittogrammi si basano sulla corrispondenza tra immagine e oggetto concreto rappresentato. O tra immagine e concetto astratto che l’immagine richiama: per esempio un bastone per indicare la vecchiaia, un orecchio per indicare l’udire. In quest’ultimo caso è più appropriato parlare di ideogrammi o logogrammi.

È evidente che i pittogrammi sono più “universali” rispetto alla scrittura fonetica che riproduce i suoni e quindi le parole delle singole lingue.

Per quanto riguarda il geroglifico, bisogna dire che questa scrittura non era semplicemente pittografica; se così fosse stata sarebbe stata molto più facile la sua decifrazione. Il geroglifico si basava sulla pittografia in senso lato... Cioè corrispondenza tra immagine e oggetto e anche tra immagine e concetto (es. bastone per indicare la vecchiaia), ma anche su principi fonetici da intendere in maniera particolare. Per es. l’uso della rappresentazione di una rondine, il cui nome suonava in maniera simile alla parola “grande”. Un po’ come se noi rappresentassimo una pizza per indicare il concetto di “pazzo” perché le due parole suonano in maniera simile.

Dove possiamo trovare, oggi, i pittogrammi?

Oggi i pittogrammi si trovano con una certa frequenza nei locali pubblici, quali stazioni, aeroporti, cinema, teatri, nei depliant, nei segnali stradali ecc. Possiamo indicare come esempi di pittogrammi l’immagine stilizzata di un uomo o di una donna sulla porta delle toilette riservate agli uomini o alle donne, l’immagine della doccia o della vasca nei depliant degli alberghi per indicare camera con bagno dotato di vasca o di doccia.

È un pittogramma l’immagine di bambini all’interno di un segnale stradale triangolare, che indica il pericolo di attraversamento di bambini in prossimità di scuole. Tutti questi segnali, grazie all’universalità dell’immagine, risultano immediatamente percepibili a chiunque, mentre la scrittura alfabetica richiederebbe la traduzione in più lingue.

Se volessimo ideare e realizzare dei pittogrammi, di cosa avremmo bisogno?

Per ideare o realizzare un pittogramma bisogna presupporre una base culturale comune. Cioè bisogna pensare a rappresentare oggetti ben noti agli eventuali destinatari e la cui funzione sia inequivocabilmente identificabile.

Allora perché non provare ad arricchire gli ambienti della scuola o della classe con tanti utili pittogrammi destinati agli studenti? Le tecniche da utilizzare sono tante, dalle matite ai pennarelli fino alle tavolette d’argilla, a voi la scelta! Grazie per la sua disponibilità, professoressa, e buon lavoro!


Approfondimento

Se ti interessa l’argomento e vuoi approfondire con degli strumenti, abbiamo pensato a una selezione per te.

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