Un salto a casa di Lucio Dalla!
Appuntamento a Bologna in via D’Azeglio 150, alla scoperta di una casa incredibile, eccentrica e poetica insieme: quella di Lucio Dalla.
“Lucio Dalla, artista geniale ed eclettico. Cantautore, musicista, ma anche attore e regista, appassionato ed esperto d’arte, innamorato del cinema e della fotografia e affascinato dalla poesia. “
Così si legge sul sito della Fondazione Lucio Dalla , nata – proprio il 4 marzo, giorno dell’anniversario del compleanno dell’artista – per dare continuità e preservare la genialità dell’opera di Lucio Dalla, diffondendo e valorizzando la sua storia artistica, umana, culturale.
Via D’Azeglio 150
La Fondazione si occupa anche della salvaguardia dell’ultima casa in cui Lucio Dalla ha vissuto, al numero 150 di Via D’Azeglio, 150 metri dalla splendida Piazza Maggiore di Bologna, e proprio di fronte alla Chiesa di San Giovanni Battista dei Celestini, dove l’artista fu battezzato.
Un appartamento di ben 1000 mq – di cui 600 visitabili – posto al piano nobile di un pregevole Palazzo Bolognese originario del ‘400, che all’inizio del ‘500 divenne di proprietà della famiglia Fontana, e di cui è possibile ancora oggi ammirarne il blasone negli affreschi che decorano i saloni.
Effettivamente, un palazzo da ammirare naso all’insù, tanto sono belli e maestosi i decori sui soffitti.
“Ci vediamo da Lucio!”
Così recita il mio biglietto fresco di stampa, dopo aver prenotato una visita della sua ultima casa bolognese, aperta solo in precisi momenti dell’anno.
L’appuntamento è 15 minuti prima dell’inizio della visita, e una guida ci aspetta per fare l’appello: siamo 20 persone in tutto, numero esiguo per i 600 mq da calpestare che ci attendono, ma probabilmente dettato da esigenze Covid.
Prima di entrare ammiriamo l’originale installazione posta al lato di un balcone della casa: ricorda l’ombra di Lucio Dalla, circondato da gabbiani e intento a suonare il sax, e si staglia fiera sopra di noi, invisibile Virgilio del nostro imminente viaggio nella sua vita.
Piccola premessa
Forse sì, una premessa ci vuole: non mi definisco una “fan” di Lucio Dalla; certo, ne riconosco l’estro e la bravura, il genio e la poesia dietro a tante sue canzoni, ma non ho consumato i suoi dischi a forza di ascoltarli, né ho mai battuto i piedi per andare a vederlo in concerto (e questo è un male, perché un concerto merita sempre – salvo poche eccezioni! – di essere visto).
Sono piuttosto una persona curiosa, amante della musica e rispettosa dei luoghi che hanno accolto, ispirato, protetto e custodito i sogni di coloro che, proprio quei sogni lì, sono stati in grado di metterli poi in musica. E così mi pongo di fronte alla sua casa: con curiosità e rispetto.
L’entrata
Si entra quasi in punta di piedi, come se Lucio Dalla fosse a riposarsi nella stanza accanto, con un misto di devozione, soggezione e stupore.
Il suo estro ci stende già appena varcato il portone, con un enorme presepe napoletano che domina il centro della stanza.
Basta un attimo per ritrovare l’artista nei suoi oggetti quotidiani, nella sua mobilia, nei suppellettili, per scorgere il mix eclettico quanto affascinante tra sacro e profano, che lui tanto amava. Un po’ come se Lucio Dalla avesse voluto dire agli ospiti:
Scopro subito tutte le carte, tolgo ogni dubbio: questo sono io ed è così che vedo il mondo!
Le opere d’arte
Letteralmente non si contano le opere d’arte esposte, dai quadri alle sculture, di ogni forma e misura e spesso proprio con Dalla come soggetto.
Dal ritratto di Carlo Pasini, allievo di Mondino, interamente realizzato con puntine da disegno, al disegno di Milo Manara, regalo dell’artista a Lucio, che diventerà la copertina di “12000 Lune”: qui Dalla è rappresentato come un marinaio al timone, e alle sue spalle scorgiamo San Petronio sotto una notte stellata.
Comun denominatore delle opere presenti, scelte dall’artista secondo il proprio gusto personale, senza badare al valore economico e di mercato, è il fatto di essere state realizzate per lo più da amici, persone a lui molto care, e questa affollata presenza di opere testimonia proprio le tante frequentazioni con pittori, scultori e artisti in generale, più o meno famosi, che Lucio Dalla aveva.
La sala del cinema
Per un uomo che amava addobbare casa con luci e decori di Natale da ottobre ad aprile, va da sé che avere un salone con decine di giochi musicali e luminosi in movimento, dai carillon ai trenini, fosse una cosa per niente insolita!
Invadono la stanza, sì, ma senza risultare eccessivi o fuori luogo, anzi, perfettamente immersi nel contesto di una sala che di fatto è un piccolo cinema privato, con maxi schermo e comodi divani su cui sprofondare:
la magia delle luci dei carillon, si mescola così a quella delle pellicole cinematografiche.
Ecco, i divani sono un elemento onnipresente in tutta la casa, ogni stanza ne ha almeno 2, a sottolineare ancora una volta l’accoglienza di Lucio Dalla verso i propri ospiti.
La sua casa deve essere stata per molti un porto sicuro in cui approdare, due braccia sempre spalancate, pronte ad accogliere, a rinfrancare.
Una curiosità…
Tra tappeti, cuscini, statue, giochi e una distesa infinita di premi (addirittura un tapiro!), a mano a mano che la visita prosegue una domanda si insinua:
Ma la cucina dov’è?!
La cucina è un piccolo angolo cottura non degno di nota, dal momento che Lucio Dalla era solito mangiare sempre fuori casa: del resto, vivendo a Bologna, come biasimarlo?
E appena si chiude il portone…
Al termine della visita si lascia il palazzo con la voglia di correre a casa ad ascoltare le sue canzoni (prima fra tutte Futura, ispirata dal frammento del muro di Berlino che troneggia nel suo studio), chiudendo gli occhi e immaginando Lucio Dalla girare per mercatini con la curiosità di un bambino, acquistando manufatti di stili ed epoche diverse.
Manufatti che poi porterà a casa, quella casa che così tanto parla di lui, e attraverso la quale, insieme alle sue canzoni, l’artista continua a stupirci, meravigliarci, emozionarci.
Clicca qui per fissare la tua visita alla casa di Lucio Dalla!
Foto dal sito: http://www.fondazioneluciodalla.it/