scuola primaria

L’accoglienza: pratiche di inclusione

in Approcci Educativi by

L’accoglienza di un nuovo alunno in classe: come comportarsi in un momento così delicato per il nuovo arrivo e per gli equilibri del gruppo.

Abbiamo già avuto modo, in precedenza, di affrontare l’argomento dell’accoglienza in classe (trovi qui un articolo a riguardo). Del resto, accade piuttosto spesso che, durante l’anno, arrivi un nuovo elemento all’interno della classe. Un ragazzo o una ragazza proveniente da un’altra città, o persino regione o stato, verso il/la quale è opportuno attuare una serie di pratiche di accoglienza volte ad integrarlo/a al meglio nel gruppo, e nel minor tempo possibile.

Scopriamole insieme a Marcella Papeschi, insegnante nella scuola primaria e secondaria, con competenze nell’approccio ai disturbi dell’apprendimento e nella didattica musicale. Con all’attivo varie pubblicazioni di libri di narrativa e testi scolastici in diversi ambiti disciplinari, attualmente scrive racconti per bambini con strategie per la facilitazione della lettura e della comprensione del testo.

Il nuovo arrivo

Quando un nuovo alunno entra in una classe già formata e avviata, noi insegnanti dovremmo predisporre un’accoglienza che lo faccia sentire, fin dal primo momento, a suo agio.

Non abbiamo notizie su quel bambino  o su quella bambina, sappiamo però che non è un’esperienza indifferente inserirsi ad anno iniziato in una nuova realtà scolastica, dopo averne lasciata una conosciuta e sicura.

Abbiamo chiamato questo alunno/a Battista, nome sia maschile che femminile, prendendolo in prestito della simpatica sorella di Cosimo Piovasco, il Barone Rampante di Rondò e abbiamo immaginato che faccia ingresso in una classe seconda del primo ciclo di studi.

Prepariamo l’accoglienza

Iniziamo subito da un problema pratico: dove possiamo far sedere Battista?  

Sembra un quesito banale, ma in realtà, nei ricordi di molti di noi, la posizione che occupavamo in classe nei primi giorni di scuola è ancora  presente nella memoria.

Probabilmente tale postazione risulterà provvisoria, perché ci riserveremo di capire col tempo in quale situazione Battista potrà essere a suo agio; al momento, per non sbagliare,  riserviamogli una posizione centrale ma non troppo, meglio se laterale, magari  confinante con la parete, dalla  quale Battista potrà  rivolgere uno sguardo d’insieme sulla classe proteggendosi almeno parzialmente, dagli sguardi altrui.

Non è infatti certo che il nuovo arrivato possa desiderare una posizione di primo piano: alcuni bambini amano inserirsi gradualmente nelle nuove realtà, ed è proprio a loro che dobbiamo prestare maggiore attenzione, evitando di forzarli e di farli sentire inadeguati alle nostre richieste. Chiediamo poi ai nostri alunni se qualcuno avrebbe piacere di sedersi vicino al nuovo ospite. Spieghiamo che il volontario dovrà aiutare Battista  a orientarsi nell’organizzazione scolastica, condividendo nei primi giorni libri o altri materiali  e segnalando eventuali problemi all’insegnante.

Battista entra in classe

Battista  probabilmente entrerà  accompagnato da un commesso o da un applicato. Andiamogli incontro  e conduciamolo al banco dopo avergli chiesto il nome ed esserci presentati.

Lasciamogli  il tempo di orientarsi senza puntargli il cannocchiale addosso; eviteremo  il suo imbarazzo inserendolo subito nel vivo della classe, spieghiamogli l’attività che in quel momento si sta eseguendo e provvedendo a fornirgli, fin da subito, il materiale necessario.

Battista entra in classe – illustrazione di Marcella Papeschi

Primi passi

Nel primo momento libero, o durante l’intervallo, sarebbe importante richiamare Battista in disparte e iniziare la conoscenza. 

Se intuiamo che si tratta di un bambino riservato, riduciamo al minimo le domande.

Possiamo chiedergli: Come stai? Ti piace questa classe? Com’era la tua? Come si chiamavano le tue maestre? domande generiche che possono aiutarlo a rompere il ghiaccio. Presentiamoci poi con la nostra area disciplinare e introduciamo anche gli insegnanti che in quel momento non sono presenti.

Sarebbe importante, in questa fase, una prima comunicazione con la famiglia.

Potrebbero essere gradite ai genitori alcune righe  sul diario in cui  chiediamo  un colloquio, con la richiesta, in quell’occasione, di farci avere i quaderni delle diverse discipline per orientarci sul livello del bambino e sulle sue caratteristiche scolastiche.

Circle time

La disposizione in cerchio,  per terra o sulle sedie, è ottimale per facilitare la conoscenza tra compagni. In questa situazione ognuno è importante come gli altri  Noi insegnanti rivestiremo un ruolo di coordinamento e occuperemo una postazione a fianco dei bambini.

Possiamo lanciare uno stimolo di discussione non troppo impegnativa che permetta a chi lo desidera, di prendere facilmente la parola: sarebbe importante che ogni alunno, prima di parlare, dicesse  il suo nome.

Ecco alcune idee per iniziare la nostra chiacchierata:

  • Raccontiamo  un’esperienza  che abbiamo fatto quest’estate e che c’è piaciuta tantissimo.
  • Riferiamo un episodio che è successo in classe, divertente, strano o particolare.
  • Parliamo di un animale  domestico che conosciamo o perché abita con noi o perché lo abbiamo incontrato qualche volta.
  • Parliamo dei nostri gusti delimitando un campo: possiamo affrontare l’argomento del cibo specificando quello ci piace di più e quello che ci piace di meno, oppure parliamo dei giochi che amiamo  fare quando siamo a casa, con o senza fratelli e sorelle.

Non insistiamo se Battista in questa occasione resterà in silenzio; ci stupiremo in seguito nel verificare che ricorderà i nomi dei compagni e che sceglierà da subito i suoi preferiti.

Vi racconto una storia

Un’altra attività utile a sbloccare la conoscenza tra compagni è quella di proporre una storia strutturata secondo la canonica forma.

Protagonista > desiderio > ostacolo > raggiungimento del desiderio


Possiamo iniziare il racconto e interromperlo dopo la presentazione dei protagonisti chiedendo ai bambini di continuare esplicitando il desiderio, oppure chiedendo di creare gli ostacoli, o di inserirsi più avanti con la risoluzione della storia. Potremmo far narrare oralmente la vicenda a chi si dimostri desideroso di intervenire, senza forzare gli interventi.

In seguito la classe potrà tornare ai banchi e illustrare con un disegno la propria storia o quella inventata da un compagno.

Queste esposte finora sono solo briciole d’accoglienza e inclusione, ne possono esistere tante altre, migliori e più efficaci, ma è solo per sottolineare che l’ingresso di un nuovo alunno è  un evento importante che in qualche modo va accolto e riconosciuto.

Battista sicuramente, inserendosi nel gruppo, creerà nuovi equilibri e per questo motivo l’evento va accompagnato e non lasciato ai margini: il fiume classe sperimenterà con lui un nuovo corso.


Foto di copertina by CDC on Unsplash


Libri di testo: strumento di lavoro o totem inossidabile?

in Approcci Educativi by
Una riflessione di Sonia Coluccelli, insegnante e formatrice, sulla funzione dei libri di testo e sui processi di apprendimento attraverso strumenti ed esperienze, nella scuola primaria, a partire dalle Indicazioni Nazionali

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Migliorare l’apprendimento grazie alla valutazione

in Approcci Educativi/Zigzag in rete by

In merito alla valutazione nella scuola primaria, sono tre gli approcci che contribuiscono all’apprendimento degli studenti. Un interessante articolo ci spiega nel dettaglio.

Abbiamo già affrontato recentemente il tema del nuovo documento di valutazione nella scuola primaria, con l’introduzione del giudizio descrittivo riferito ai 4 livelli di apprendimento (avanzato, intermedio, base, in via di prima acquisizione).

Una mossa, questa, che mira a dare valore alle tappe dell’apprendimento, trattandosi di una vera e propria considerazione in itere.

Ma come possono muoversi alunni, insegnanti e genitori, per migliorare l’apprendimento nella scuola primaria? Con il suo uso intenzionale in classe, che comprende 3 approcci di valutazione:

  • per l’apprendimento
  • come apprendimento
  • dell’apprendimento.

Tali approcci (e non solo) sono ben delineati in un ottimo articoli di Orizzontescuola.it, che offre anche l’utile Rubrica di valutazione delle competenze chiave e di cittadinanza, da scaricare gratuitamente.

CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO

Buona lettura!

Foto di copertina by CDC on Unsplash

Il nuovo documento di valutazione nella scuola primaria

in Scuola/Zigzag in rete by

Con il giudizio descrittivo riferito a differenti livelli di apprendimento, la valutazione degli alunni mira a dare valore alle tappe dell’apprendimento

Abbiamo già avuto modo di parlare del tema della valutazione in questo articolo.

Con l’Ordinanza ministeriale N° 172 del 4/12/2020, i docenti della scuola primaria hanno dovuto pensare a nuove modalità per la valutazione della preparazione degli alunni.

A decorrere dall’anno scolastico 2020/2021, dunque, la valutazione (periodica e finale) degli apprendimenti è espressa, per ciascuna disciplina di studio, attraverso un giudizio descrittivo.

I 4 livelli individuati

  • AVANZATO: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note e non note, mobilitando una varietà di risorse sia fornite dal docente sia reperite altrove, in modo autonomo e con continuità.
  • INTERMEDIO: l’alunno porta a termine compiti in situazioni note in modo autonomo e continuo; risolve compiti in situazioni non note utilizzando le risorse fornite dal docente o reperite altrove, anche se in modo discontinuo e non del tutto autonomo.
  • BASE: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità.
  • IN VIA DI PRIMA ACQUISIZIONE: l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente.

Tutto ciò mira a dare valore alle tappe dell’apprendimento, trattandosi di una vera e propria “valutazione in itere”: rigorosa, sistematica, non più oggettiva.

Lo scopo del nuovo metodo di valutazione

Se prima si mettevano a confronto gli alunni gli uni con gli altri, collocandoli di fatto in una scala gerarchica, adesso ciò che viene valutato è il  processo di insegnamento-apprendimento: così, si monitora costantemente il percorso dei bambini.

Il processo di valutazione, dunque, non verte più su una logica di misurazione prettamente numerica; è infatti orientato alla ricerca di percorsi personalizzati per ogni alunno.

Consente inoltre di rappresentare i complessi processi cognitivi/meta-cognitivi, emotivi e sociali attraverso i quali si manifestano i risultati degli apprendimenti.

Sotto la lente attenta della valutazione, è dunque il percorso di insegnamento/apprendimento messo in atto dal docente; grazie a questo, l’insegnante monitora l’efficacia delle sue proposte o le eventuali difficoltà della classe, in base al contesto.

Come raccogliere le informazioni relative all’apprendimento dei bambini?

Servono strumenti diversificati, da utilizzare durante lo svolgimento delle varie attività.

Il ruolo dell’insegnante adesso cambia: non solo parla e spiega alla cattedra, ma progetta le esperienze e le attività della classe.

In questa nuova veste, le domande che si pone sono varie e continue: quale progettualità voglio sviluppare? Cosa voglio far fare agli alunni?

Come sostiene Elisabetta Nigris, Responsabile del Gruppo di lavoro nazionale del Miur sulla valutazione:

Se vogliamo progettare per competenze, è necessario costruire un percorso con i bambini che gradualmente, attraverso il conseguimento di obiettivi sempre più articolati, conduca alle competenze

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Nel “portafoglio” delle competenze c’è spazio per l’educazione finanziaria?

in Approcci Educativi by
Parlare in classe di economia e risparmio è un buon inizio per aumentare  competenze e strumenti critici degli studenti e introdurli alla complessità del mondo che ci circonda.

È inutile negarlo. Molti adulti reputano i soldi e l’economia argomenti troppo difficili da trattare in classe come se si trattasse di argomenti tabù, qualcosa di cui devono occuparsi solo gli adulti. Ma è veramente così? Se è vero che un bambino può non comprendere le oscillazioni del mercato finanziario, è sicuramente vero che crescendo sentiranno parlare in famiglia – e non solo in famiglia – di soldi, mutui, bollette, stipendi, tasse e tante altre cose che hanno a che fare con l’economia.

Ci sono poi alcuni argomenti dell’economia che interessano più di altri: uno fra tutti è il risparmio. È proprio grazie al risparmio infatti che è possibile realizzare un desiderio speciale, e i bambini (e tutti noi), si sa, sono pieni di desideri!

Ecco allora una semplice e divertente attività per la scuola primaria (in realtà, con qualche piccolo accorgimento, può essere declinata anche per i successivi ordini scolastici) che aiuterà a comprendere un altro argomento molto importante: il budget. La scusa? Dover organizzare una grande festa e avere a disposizione una cifra precisa.

Diciamo alla classe che vogliamo organizzare una grande festa (l’occasione può essere reale o inventata) e che abbiamo a disposizione una cifra precisa, ad esempio 100 euro. Spieghiamo che con questa cifra dovremo acquistare tutto ciò che serve: dal cibo alle bevande, dai festoni a un piccolo spettacolo. Il primo passo è raccogliere dai bambini le varie proposte e scegliere insieme quelle che piacciono di più alla maggioranza: ogni volta che una proposta convince tutti, scriviamola alla lavagna e, con l’aiuto di un tablet o con la LIM, scriviamoci accanto il prezzo.

Naturalmente il valore in euro di cibi e oggetti può essere approssimato: la cosa importante è che i bambini comprendano che il budget è un modo per capire le spese che ci attendono e per meglio distribuirle secondo le nostre esigenze.

Sono molti i libri utili agli insegnanti e agli studenti per approfondire alcuni aspetti dell’economia.

E come economia, di Editoriale Scienza, affronta in maniera semplice e con tante piccole attività gli aspetti più importanti della finanza.

Per i più grandi invece c’è Il libro dell’economia, edito da Gribaudo, per parlare di denaro, recessione, tasse e modelli economici.

Per le classi della scuola primaria, infine, Librì Progetti Educativi e BPER Banca hanno realizzato Un’economia che abbraccia tutti, una campagna educativa di educazione finanziaria per capire cos’è l’economia, evidenziando quanto sia collegata alla vita quotidiana. L’adesione alla campagna è gratuita e permette di accedere a tanti strumenti didattici, quali un kit cartaceo e contenuti digitali. Per maggiori informazioni, basta visitare la pagina dedicata sul sito di Librì Progetti Educativi.

In copertina illustrazione da “Un’economia che abbraccia tutti”, Librì Progetti Educativi.

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AIRC, una costellazione da scoprire

in Attività di classe by
Arriva nelle scuole la sesta edizione di “Una Costellazione luminosa”, la campagna educativa realizzata in collaborazione con Fondazione AIRC, per parlare di salute e stili di vita

Ricerca, alimentazione, attività fisica e soprattutto dono: sono alcune delle parole che le classi che hanno aderito alla campagna educativa “Una costellazione luminosa” potranno scoprire. Un progetto didattico che in questi anni ha coinvolto con successo oltre 350.000 studenti della scuola primaria di tutta Italia e le loro famiglie, grazie ai 15.000 kit consegnati gratuitamente nelle classi.

Quest’anno la campagna educativa si arricchisce con importanti novità! Oltre ai materiali del kit didattico, tra cui troverete la guida e il divertente libro illustrato per gli studenti, gli insegnanti e gli alunni avranno l’opportunità di avere strumenti digitali da utilizzare in classe e a casa.

Con la nuova edizione 2020/21, AIRC, con il sostegno di UniCredit Foundation, ha infatti deciso di supportare la digitalizzazione della scuola, dando la possibilità a tutti gli insegnanti che ne faranno richiesta di aprire una bacheca digitale su padlet.com per partecipare al concorso legato alla campagna.

La nuova offerta formativa comprende inoltre costellazione.airc.it, un sito ricco di materiali e strumenti per approfondire i contenuti della campagna e realizzare tante attività. Il sito, pensato per rivolgersi agli studenti grazie alla mediazione dell’insegnante, può essere utilizzato anche con la LIM e vuole esplorare le parole di AIRC.

Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro è un ente che da più di cinquant’anni anni si occupa di supportare la ricerca sui tumori, sostenendo inoltre progetti per creare consapevolezza anche nelle nuove generazioni.

La scuola (primaria) ai tempi del Coronavirus 3° parte

in Approcci Educativi by
Tre maestre, tre scuole diverse, per scoprire come le classi stanno vivendo la didattica a distanza in queste settimane di emergenza per il Coronavirus.

Si conclude la tavola rotonda che abbiamo realizzato con la maestra Carla Caiafa (dell’Istituto Comprensivo Le Cure), la maestra Francesca Liberati (delle Scuole Pie Fiorentine) e la maestra Elena Bini (dell’Istituto Comprensivo Pieraccini). Un’intervista a tre voci in cui ci hanno raccontato la loro esperienza di insegnanti “a distanza” ai tempi del Coronavirus.

Abbiamo già parlato di didattica a distanza e strumenti digitali. Adesso però, facciamo finta che non ci possa ascoltare nessuno… Come pensate che i vostri alunni debbano trascorrere queste giornate durante l’emergenza Coronavirus?

Maestra Carla: Credo che i bambini debbano impegnarsi quotidianamente a fare qualcosa di utile e produttivo, per mantenere il cervello attivo. Quindi, eseguire le consegne delle maestre, ascoltare i genitori e non arrabbiarsi, perché in casa bisogna mantenere un clima sereno e pacifico, per convivere al meglio. Non dimentichiamolo: il nemico è fuori!

Maestra Francesca: Una volta tanto i bambini dovrebbero vivere senza che il loro tempo sia troppo strutturato. Lasciamoli annoiare anche un po’ e vivere questo momento con la famiglia. Compiti? Pochi! Non credo molto nella didattica a distanza per i bambini della primaria. Ci sarebbero moltissime cose da dire su questo argomento.

Maestra Elena: La noia è uno strumento incredibile per far nascere nei più piccoli la creatività, affina il loro ingegno. Inoltre è molto importante per loro rimanere aggiornati, ascoltare tv e leggere qualche articolo semplice. Ma in qualunque momento dovranno sempre sentire il “calore” e la comprensione emotiva dei loro insegnanti, peculiarità che da sempre caratterizzano la nostra professione, perché solo così potranno far fronte alle difficoltà di questo terribile momento.

Per concludere, un’ultima domanda. Quando l’emergenza finirà – ma non le paure e gli interrogativi – come parlerete ai vostri alunni di quello che è successo?

Maestra Carla: Li farò semplicemente parlare, cercando di rispondere a ogni domanda con serenità ed esattezza. I bambini sono bravi a metabolizzare, basta che ne abbiano la possibilità, guidandoli senza condizionarli. Ai miei alunni di prima chiederò di scrivere un pensiero al giorno su un album, una sorta di diario, e poi di disegnare ciò che verrà fuori da un dibattito guidato. Vorrei che questo gesto quotidiano desse loro, gradualmente, modo di esternare le paure. Spiegherò l’accaduto con l’ausilio di video didattici, con letture sulla paura e il coraggio. Poi racconterò delle mie paure e dei miei interrogativi, chiedendo il loro aiuto. Insomma, ci aiuteremo a vicenda! Solo così ci riapproprieremo della nostra vita scolastica. Tutto finirà presto e io sono pronta, con tante idee e voglia di ricominciare.

Maestra Francesca: Ne parleremo in classe. I bambini racconteranno come hanno vissuto questi giorni. Sicuramente la conversazione seguirà le loro necessità. Sarà importantissimo rispondere alle loro domande e parlare di questo argomento ricordandosi però che sono bambini e che fortunatamente la loro visione della situazione non è – e non è stata – quella di noi adulti.

Maestra Elena: Quando tutto sarà finalmente passato, credo che i bambini saranno più maturi e vaccinati, così come i loro genitori, che forse avranno avuto l’occasione di conoscere qualche aspetto in più dei loro figli. A volte i tanti impegni ci stordiscono e non ci permettono di prendere veramente coscienza della nostra vita. Parleremo insieme di questi difficili giorni e sarà un vissuto vero che, credo, cementificherà meglio gli apprendimenti e le vicende future.

Ringraziamo le maestre Carla, Francesca ed Elena per la disponibilità e la sincerità, ma soprattutto per il grande impegno con cui affrontano giorno dopo giorno il loro lavoro. Anche a distanza!

La scuola (primaria) ai tempi del COVID-19 – 2° parte

in Approcci Educativi/Scuola by
Tre maestre, tre scuole diverse, per scoprire come le classi stanno vivendo la didattica a distanza in queste settimane di emergenza COVID-19.

Dopo il precedente articolo, torniamo a parlare con la maestra Carla Caiafa (dell’Istituto Comprensivo Le Cure), la maestra Francesca Liberati (delle Scuole Pie Fiorentine) e la maestra Elena Bini (dell’Istituto Comprensivo Pieraccini). Insieme ci raccontano, in questa intervista a 3 voci, la loro esperienza di insegnanti “a distanza” in queste settimane di emergenza da COVID-19.

Subito una domanda difficile. Vi preoccupa di più la sospensione temporanea della didattica o il fatto che, in questa situazione, possano perdersi un po’ quelle consuetudini e quei legami che giorno dopo giorno avete fatto crescere nelle vostre classi?

Maestra Carla: Sono preoccupata un po’ per tutti e due gli aspetti. La sospensione sarà piuttosto lunga e non è possibile in questa situazione seguire un ritmo “normale”. Questo può essere destabilizzante per i bambini. Inevitabilmente si perde anche la quotidianità.

Mi riferisco a quelle conquiste fatte giorno dopo giorno, con grande fatica e impegno, da parte di alunni e maestre. Penso soprattutto al lento lavoro d’inserimento che ho svolto all’inizio dell’anno nella mia classe prima!

Maestra Francesca: Sarò sincera, non sono molto preoccupata per la didattica. I bambini hanno ottime risorse e sicuramente recupereremo il tempo, che non considero perso, ma diverso. Credo invece che questo possa essere un periodo molto prezioso per le famiglie: è possibile stare insieme con ritmi ridotti, organizzare giochi, leggere.

Credo anche che i legami che abbiamo costruito in questi anni non si perderanno per uno o due mesi trascorsi a casa. Questo momento difficilissimo per tutti noi, se lo vogliamo, può trasformarsi anche in qualcosa di positivo per i bambini e le famiglie. Noi maestri faremo poi il punto della situazione quando torneremo a scuola.

Maestra Elena: Credo che, seppur terribile, questo momento sarà stimolante per riscoprire la noia tanto vituperata quanto importante per stimolare la creatività. Non sono preoccupata dal fatto che i programmi scolastici possano rimanere un po’ “indietro”, credo che i bambini sapranno riconvertire questo disagio in una capacità di resilienza culturale personale e alternativa.

Inoltre, anche se perderemo qualcosa sotto l’aspetto della didattica, sicuramente i bambini impareranno la paura, la solidarietà, l’affetto, la forza e il sacrificio, tutti aspetti importanti che contribuiranno alla loro crescita e alla loro maturità.

Proviamo ad aiutare gli altri insegnanti e i genitori che ci stanno leggendo: quali consigli vi sentite di dare per trascorre il tempo?

Maestra Carla: Agli insegnanti dico di non scoraggiarsi, perché dobbiamo rimanere un punto di riferimento per i bambini e le famiglie. Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci alla prova con le nuove tecnologie, senza timori.

Calibriamo i compiti, senza sovraccaricare i genitori! Usiamo le piattaforme on-line per assegnare laboratori d’arte, suggeriamo libri e video-letture. Ai genitori, invece, dico di usare questi momenti per stare con i figli.

Aiutiamoli nei compiti e giochiamo con loro, facciamo puzzle, giochi da tavolo, costruzioni, ascoltiamo musica, balliamo, guardiamo foto e video di quando erano piccoli.

Il suggerimento più importante, però, è mettersi sul divano con loro e leggere una favola al giorno; e leggiamo anche noi, per dare il buon esempio! Consiglio anche di limitare tv e videogiochi, piuttosto fatevi aiutare in cucina, a fare biscotti, impastare la pizza, e date loro piccole mansioni come rifarsi il letto.

Maestra Francesca: Penso sia importante dare spazio alla costruzione di giochi manuali, lavori creativi, inventare giochi o fare giochi di ruolo con fratelli e genitori.

Molto importante è anche, secondo me, non imporre mai un libro ai bambini ma farglielo scegliere, cercando solo di indirizzarli in base ai loro gusti. Possono anche vedere dei video molto interessanti, come fiabe sonore, ma non solo!

Proprio qualche giorno fa ho chiesto ai miei bambini di guardarsi su YouTube Pierino e il lupo, con Abbado e Benigni, e di illustrare le scene descritte. Insomma, è l’occasione per scoprire tante belle cose, senza esagerare col computer però.

Maestra Elena: Il momento è difficile, tutti siamo emotivamente impreparati, credo quindi che non sia opportuno sobbarcare le famiglie con troppi compiti. È però l’occasione per fare e scoprire tante cose. Di certo la più importante è la lettura.

Ho detto agli alunni di leggere anche un quotidiano a settimana e di fare la sintesi di qualche articolo interessante o particolare.

Inoltre, ho consigliato loro di tenere un diario giornaliero in cui appuntare e descrivere ciò che vedono dalla finestra, le cose fatte, i libri letti, le emozioni vissute.

La nostra tavola rotonda on-line, con le insegnanti della primaria, continuerà e terminerà nel prossimo articolo.

credits: https://www.flickr.com/photos/chrisandjenni/
licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.0/

La scuola (primaria) ai tempi del Coronavirus

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Tre maestre, tre scuole diverse, per scoprire come le classi stanno vivendo l’emergenza di queste settimane legata al Coronavirus.

Che sia una situazione nuova e delicata, lo sanno tutti, non solo da un punto di vista sanitario. L’arrivo del Coronavirus ha cambiato le abitudini di tutti gli italiani, anche dei più piccoli. Negozi chiusi, palestre chiuse e soprattutto scuole chiuse, una misura inevitabile per arginare il virus.

Ma scuola significa tante cose, non solo didattica.

Per parlarne con le dirette interessate, abbiamo incontrato (in maniera virtuale) tre maestre di tre scuole primarie differenti, nel comune di Firenze, per porre loro alcune domande.

Ne è nata un’intervista a tre voci, una tavola rotonda on-line, che ci racconta l’incredibile sforzo che i docenti compiono per stare vicino ai loro alunni, non solo da un punto di vista didattico, ma anche emotivo ed educativo.

Un’intervista che ci restituisce anche l’eterogeneità della nostra scuola.

Loro sono la maestra Carla Caiafa (dell’Istituto Comprensivo Le Cure), la maestra Francesca Liberati (delle Scuole Pie Fiorentine) e la maestra Elena Bini (dell’Istituto Comprensivo Pieraccini). Pubblichiamo qui la prima parte dell’intervista, dandoci appuntamento al prossimo articolo.

Grazie a tutte di esservi collegate con Occhiovolante. Subito per voi una domanda importante. La maestra è, per sua natura, un punto di riferimento “concreto” per i suoi alunni. Come vi sentite a essere diventate maestre “virtuali”?

Maestra Carla: È una sensazione totalmente nuova, per tutti quanti. Devo dire che non è facile portare avanti il nostro lavoro in questa situazione, soprattutto con bambini così piccoli. Certo, la didattica a distanza ci aiuta molto a mantenere il contatto, almeno umano, con i nostri allievi e ci rende, quantomeno, “più tecnologici”! Il segreto è cercare di vedere sempre l’aspetto positivo e propositivo di ogni novità.

Maestra Francesca: Per quanto mi riguarda, è una delle prove più difficili che sto affrontando. Fare la maestra senza avere i bambini davanti è difficilissimo. Mancano gli sguardi, le domande, le risate e tutta la quotidianità. Credo comunque che sia importantissimo mantenere il filo che ci unisce: i bambini devono continuare ad avere le loro sicurezze, i loro affetti anche se soltanto virtuali. Attraverso i nostri semplici messaggi, loro ci sentono vicini e questo è molto importante.

Maestra Elena: È vero, si è scatenata una corsa alla didattica a distanza, ma quanti insegnanti e quante classi sono veramente pronti? Io ad esempio insegno in una quinta di 25 alunni, dei quali soltanto 7 o 8 sono italofoni e molti vivono condizioni socio-culturali difficili. Ai colloqui alcuni genitori non avevano la password di accesso al sito dell’Istituto e quindi erano ignari dei risultati conseguiti dai loro figli. Anche i compiti vengono svolti saltuariamente e con modalità discutibili, per l’assenza delle famiglie. Gli alunni sono spesso gli interpreti dei rapporti con le famiglie. Credo che alcune di queste famiglie difficilmente seguiranno la piattaforma dell’istituto dove viene svolta la didattica a distanza.

Come avete deciso di rimanere in contatto con i vostri alunni? Quali strumenti utilizzate?

Maestra Carla: Il giorno dopo la sospensione delle attività scolastiche, giovedì 5 marzo, ho inviato un video-messaggio a bambini e famiglie, per far sentire la mia presenza. Dopodiché, con le colleghe, abbiamo attivato l’app Hangout, per garantire dei momenti di comunicazione collettiva, a gruppetti di 4/5 alunni per volta. Abbiamo anche scaricato dei giochi ortografici da proporre ai bambini attraverso dei link di Learning Apps, che sono stati apprezzatissimi, perché semplici e divertenti, da fare in qualsiasi momento della giornata. Infine abbiamo scaricato la piattaforma Padlet, adeguandoci alle indicazioni d’Istituto, che sto usando attualmente per proporre i compiti, ma anche video, letture e lavoretti di arte e immagine.

Maestra Francesca: Inizialmente ho sentito gli alunni tramite messaggi vocali, è così che io e le mie colleghe abbiamo dato i primi compiti a casa. Adesso la scuola si è organizzata con una piattaforma via mail, stiamo utilizzando Google Drive. In questo modo possiamo comunicare con le famiglie, assegnare compiti e suggerire video e letture, ma anche avere delle piccole restituzioni didattiche facendo molta attenzione alla privacy di ogni famiglia.

Maestra Elena: Ho cercato da subito di essere vicina a miei alunni con messaggi e note vocali su Whatsapp , per far giungere a loro, attraverso la mia voce, una qualche normalità. Li ho anche brontolati perché avevano dimenticato qualche libro in classe! Così qualche giorno fa, previa autorizzazione della Dirigente, sono andata a scuola, ho riempito la macchina dei loro libri e li ho clandestinamente consegnati ai genitori in modo che tutti potessero lavorare. Adesso, ogni tre o quattro giorni, mi faccio sentire e assegno loro il lavoro. Il nostro Istituto sta utilizzando la piattaforma Moodle, con la formazione di classi virtuali, e devo dire che gran parte del corpo docente, anche se non esperta, si è impegnata fin da subito a utilizzarla.

Leggi il secondo articolo della nostra tavola rotonda on-line, con le insegnanti della primaria.

Prima, seconda, terza, quarta, quinta … Eppoi ciao! Anzi, no, arrivederci!

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