Un articolo di Emanuela Pulvirenti, insegnante di storia dell’arte e autrice di Didatticarte.it, ci introduce al coloratissimo mondo dei cerchi cromatici, da Newton alle esercitazioni da fare in classe
Pare che il primo cerchio cromatico moderno (cioè la rappresentazione dei colori dello spettro della luce disposti radialmente dentro un cerchio) sia opera di Isaac Newton (1642-1727). Sì, proprio quello della mela e della gravità!
Prima di arrivare alla rappresentazione circolare Newton individuò la relazione tra colore e luce partendo da alcuni esperimenti con un prisma condotti intorno al 1665. Sarà solo nel 1704, con il trattato di Ottica, che Newton presenterà per la prima volta il cerchio cromatico, una sorta di diagramma a torta in cui ad ogni fetta corrisponde un colore.
È del 1708 una pubblicazione a firma di un misterioso C.B. nella quale sembrano già evidenti queste considerazioni anche se i due cerchi non sono molto coerenti tra loro presentando il primo 7 e il secondo 12 colori.
Molto più preciso è il cerchio di Moses Harris del 1766. Qui appaiono già i tre colori considerati a quel tempo i primari nella sintesi sottrattiva (cioè i colori-pigmento): rosso, giallo e blu. Al centro, infatti, è il nero come somma di tutti i colori.
Di qualche anno successivo è quello che trovate in cima al testo, nel libro aperto. È di un naturalista austriaco, tale Ignaz Schiffermüller, che lo elaborò nel 1775 per classificare i colori necessari a definire le tinte degli insetti.
Del 1810 è l’altro caposaldo nella storia del cerchio cromatico. Stranamente non è opera di uno scienziato ma di un poeta e scrittore. Parlo di Johann Wolfgang von Goethe e della sua Teoria dei Colori.
Negli stessi anni Michel Eugène Chevreul, un chimico francese, cominciò a studiare in modo scientifico la teoria del contrasto simultaneo, cioè dell’influenza reciproca che hanno due colori accostati. Il suo cerchio cromatico a 72 colori, elaborato nel 1861, influenzerà direttamente gli artisti post-impressionisti e in particolare Georges Seurat.
La più importante tappa successiva nell’evoluzione del cerchio cromatico è opera di Johannes Itten, pittore e designer svizzero tra i primi ad insegnare al Bauhaus, la scuola tedesca di arte e architettura attiva dal 1919 al 1933. Del 1921 è la sua stella a dodici punte in sette gradazioni luminose.
Un giorno ho detto ai miei studenti: “Create il vostro cerchio cromatico con oggetti che avete in casa. Anche diversi tra loro. Fate una foto e mandatemela”. E ho fatto vedere loro alcune immagini.
Dare un esempio è sempre rischioso
Dare un esempio è sempre rischioso: da un lato può sbloccare la creatività, far capire che possono osare; dall’altro può imbrigliarla perché si è portati a pensare che quella sia l’unica ‘risposta giusta‘. Ma non ci sono soluzioni corrette in questo lavoro. C’è solo da osservare il mondo con occhio meno distratto… Il risultato è stato stupefacente (vedete i cerchi cromatici degli studenti nella foto).
L’articolo completo di Emanuela Pulvirenti si trova cliccando didatticarte.it: Il cerchio cromatico tra scienza e creatività