Onkalo “il buco” si trova sull’isola di Olkiluoto in Finlandia, non lontano da Helsinki. E ospiterà il primo deposito permanente di scorie nucleari
Come stoccare le scorie radioattive è sempre stato un problema rilevante sia per quanto riguarda l’utilizzo dell’energia atomica sia per alcuni residui industriali e medici che hanno bisogno di una sistemazione sicura onde evitare contaminazioni del terreno e delle falde acquifere. L’opzione considerata più fattibile è sempre stata un grande deposito sotterraneo, ma la faccenda non è semplice,
In Finlandia hanno impiegato quasi quarant’anni per giungere a una soluzione. Le scorie radioattive perdono la loro pericolosità in tempi variabili ma sempre molto lunghi ed è difficile pensare a strutture umane in grado di resistere per centinaia di migliaia di anni. Se pensiamo per esempio a costruzioni come le piramidi che ci sembrano antichissime hanno poco più di 4000 anni. In tempi geologici non sono niente.
Gli ingegneri hanno dovuto quindi valutare moltissime variabili, tra cui la stabilità geologica dell’area, la permeabilità del terreno, la possibilità di future glaciazioni con possibile aumento della pressione sul terreno sottostante. Sembra quasi impossibile pensare a tutto, centomila anni sono veramente tanti.
Eppure è stato trovato un sito adatto, un luogo tranquillo lontano da zone sismiche e vulcani, con tutte le caratteristiche necessarie a rimanere impenetrabile dagli agenti atmosferici fino al completo annullamento della radioattività delle scorie. Il sito sarà sviluppato a 450 metri sotto il livello del suolo e sarà accessibile tramite un tunnel per stoccare scorie nucleari per i prossimi cento anni. Una volta riempiti, i buchi saranno a loro volta sigillati con la bentonite; quando poi un intero tunnel sarà al completo, verrà interamente riempito con blocchi di materiale argilloso e sigillato con un muro di cemento.
“Onkalo” infatti significa in finlandese “buco, nascondiglio” e si trova sull’isola di Olkiluoto nell’ovest della Finlandia, non molto lontano da Helsinki.
Ma i finlandesi si sono posti un problema. Se i pericoli naturali sono stati previsti e assicurati, come fare a impedire una intromissione umana nel deposito? Perché in centomila anni l’umanità potrebbe essere già lanciata in una corsa all’espansione nello spazio ma niente esclude un possibile arretramento tecnologico. La struttura non avrà bisogno di energia o fornitura idrica, potrà essere lasciata a se stessa, sopra la natura ricrescerà e non ci saranno pericoli per chi vorrà abitarci sopra ma così facendo c’è il rischio che dimenticandocene potremmo inavvertitamente in un futuro non troppo prossimo violarla e causare danni evitabili. Allora come fare a comunicare la pericolosità di un sito attraverso un tempo così lungo. Le lingue cambiano, i simboli mutano di significato e diventa difficile anticipare queste evoluzioni.
La paura è che, proprio come successe per le piramidi, curiosi e cercatori di fortuna si aprano la strada nel deposito causando danni inimmaginabili all’ambiente circostante sperando in ricchezze e tesori nascosti.
E così il più grande problema di Onkalo è ormai non più compito di ingegneri e tecnici, ma di linguisti e filosofi. Come fare? Alcune ipotesi proposte prevedono dei segnali sopra il deposito, dei monoliti con scritte in alcune delle principali lingue della nostra epoca e una camera sotterranea con dettagli maggiori. Una serie di disegni e simboli sulle pareti. In fondo sin dai tempi dell’uomo delle caverne le iscrizioni murali sono state un linguaggio quasi universale, speriamo che funzioneranno anche per l’umanità proiettata centomila anni nel futuro.