Forme a sorpresa: il gioco foto-illustrato

in Attività di classe by

Insieme a Marianna Balducci scopriamo un nuovo gioco foto-illustrato

“I suoi piccoli occhi osservano senza sosta”. Lo dice Katsumi Komagata di sua figlia che, fin da piccolissima, diventa il centro non solo delle sue attenzioni di babbo, ma anche di molte delle sue riflessioni da autore di libri per la primissima infanzia. Proprio da lui arriva lo spunto per il mio gioco foto-illustrato di oggi.

Esplorare autori come Komagata è una specie di pratica zen che disciplina lo sguardo e le mani e li riporta all’essenza delle cose. Non a caso uso il verbo “esplorare”; “leggere” sarebbe riduttivo. I libri di Komagata sono inclusivi proprio come certi libri di Bruno Munari (di cui è stato nominato un po’ l’erede) perché ci chiedono di attivare tutti i sensi insieme, come fa il bambino quando inizia ad appropriarsi del mondo.

Sono “macchine per le risposte”, sono dispositivi che ci inducono ad agire e comunicare, come li descrivono bene gli approfondimenti introduttivi del catalogo “I libri di Katsumi Komagata” (Lazy Dog edizioni) che vi consiglio di recuperare per avere una panoramica su questo artista così speciale. Quando avrete un indice di opere da cui partire, se non vi sarà facile reperirle in libreria o biblioteca in prima battuta, cercatele su YouTube, dove le vedrete sfogliate in tutta la loro piccola grande materica genialità.

Nella serie “Little eyes” (quei “piccoli occhi”, non a caso) si parte proprio dalle forme pure declinate in buchi, tagli, spicchi, parentele cromatiche, giochi di ombre e sovrapposizioni. Si arriva a qualcosa di figurativo dopo qualche capitolo della serie, in “Walk and look” per esempio, in cui il gioco di scomposizione dei moduli ci mostra un gallo e un gufo disegnati su una carta piegata a fisarmonica, così da cogliere le due figure nella loro interezza solo se incliniamo il libro in un verso o nell’altro. 

Per trasformare i nostri oggetti fotografati attraverso il disegno, più volte vi ho consigliato di lavorare per analogie, di scomporre mentalmente quell’oggetto in forme semplici e capire cos’altro quelle forme ci ricordano. In altre occasioni abbiamo interrotto bruscamente il confine delle cose per poi ricostruirne i pezzi mancanti a nostro uso e consumo fantastico.

L’attività da riproporre per andare per creare delle forme a sorpresa

Oggi, con Komagata come guida e Munari sempre a vegliare su di noi, proviamo a creare delle forme a sorpresa. Ci servirà partire da oggetti con forme semplici, regolari o meno dipende da quanto vi sentirete audaci. Io ve ne lascio alcuni scomposti e stampabili in proporzione A4 qui di seguito (salvate le immagini in fondo all’articolo o, sulla base di quelle, createne di nuove). Il grande spazio bianco che separa una metà dell’oggetto dall’altra sarà lo spazio da riempire disegnando. Ma prima andiamo a piegare per preparare il nostro effetto sorpresa. 

Piegate il foglio a metà e poi piegate una delle due metà ancora a metà, così da far nuovamente combaciare l’oggetto spezzato

In questo modo, il nostro foglio a4 è diventato una specie di Leporello che, una volta dispiegato, rivelerà il disegno che avremo fatto. La vostra stampa non è precisa? Potete anche piegare il foglio prima e successivamente incollare l’oggetto fotografato e tagliato in due, per far combaciare i contorni. Questa fase, così gestita, potrebbe essere un passaggio da fare tutti insieme invece di consegnare già pronti i fogli al vostro gruppo di disegnatori e disegnatrici.

In cosa si trasformeranno ora quelle due metà di un’arancia? Nelle orecchie di un orso? Nel casco di due piloti che si stanno per sfidare in una gara e si guardano in faccia? Nelle ruote di uno strano veicolo? Unica regola: partire dai confini delle forme interrotte e restare nell’area centrale del foglio che le pieghe nasconderanno (altrimenti il nostro effetto finale non sarebbe davvero una sorpresa). Ecco le mie: una l’avete vista quando avete iniziato a leggere e l’altra la scoprirete cliccando sul video. Perché proprio un’arancia per iniziare con voi il gioco? Perché, ve l’ho detto, Bruno Munari veglia: è lui che ci dice che, quando un bambino rompe un giocattolo, il più delle volte lo sta in realtà “aprendo” per capire cosa nasconde, come funziona, allo stesso modo in cui uno apre un’arancia per mangiarsela!

Date quindi le foto di questi “oggetti rotti” in pasto alla fantasia e lasciate che si spalanchino nuove storie che, per fare un agguato alla noia, basta aprire un foglio di carta con le intenzioni giuste. 

Ecco le immagini scaricabili per realizzare l’attività:

Illustratrice riminese, è laureata in moda e lavora a progetti pubblicitari e per l’editoria per bambini e ragazzi. Il disegno è il suo mestiere, il suo strumento preferito per comunicare e per esplorare il mondo. Le piace sperimentare combinazioni tra strumenti tradizionali e digitali e, in particolare, tra disegno e fotografia. Nel 2018 proprio con il suo primo libro foto-illustrato “Il viaggio di Piedino” (scritto da Elisa Mazzoli, edizioni Bacchilega Junior) vince il premio Nati per leggere. Al disegno affianca l’attività di docente in un seminario di comunicazione visuale per la facoltà di moda di Rimini (Alma Mater Studiorum, Bologna). Scrive di libri e attività educative legate al disegno per i magazine Ad Un Tratto e Occhiovolante. www.mariannabalducci.it www.facebook.com/mariannabalducciillustrator/ www.instagram.com/mariannabalducci_chidisegna

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