Le linee tracciate nel deserto di Nazca nel Perù meridionale sono oltre 13000 e formano più di 800 disegni. Perché sono state create? Le teorie avanzate sono moltissime, motivi astrologici? Astronomici? Cerimoniali? Alieni? Niente di tutto questo
Realizzate fra il 300 a.C e il 500 d.C, queste linee prendono il nome dalla popolazione che abitava la zona: i Nazca. Alcune sono in forme geometriche, altre figure più complesse come scimmie, lama, fiori. Furono scoperte dagli spagnoli quasi mille anni dopo, che li scambiarono per sentieri nel deserto.
Fu solo nel ventesimo secolo che l’archeologo peruviano Toribio Mejía Xesspe le notò vedendole dall’alto di una collina. Qualche anno dopo furono sorvolate e nacque il dubbio, indagato da numerosi storici, archeologi e matematici sul perché furono realizzate.
Ora grazie ai satelliti, è forse possibile spiegare questo mistero. E, come in un classico esempio del rasoio di Ockham, la soluzione sembrerebbe piuttosto semplice. L’elemento alla base di tutto, sarebbe la risorsa più importante quando si vive nel deserto: l’acqua.
Rosa Lasaponara, ricercatrice al CNR, ha realizzato uno studio tramite delle immagini ottenute da satellite tramite le quali è stato possibile osservare la presenza costante vicino alle linee di strutture simili a pozzi spirali chiamate puquios.
Grazie alle immagini satellitari è stato possibile scoprire dei canali sotterranei che collegano questi puquios, e scoprire in questo modo un avanzatissimo sistema di acquedotti sotterranei.
Queste strutture servivano a incanalare il vento per mantenere l’acqua in movimento e permettere così di irrigare il deserto e trasformarlo in un giardino. L’ambizioso progetto idraulico portava acqua non solo all’agricoltura ma anche alle abitazioni.
La costruzione e il mantenimento di questo sistema è impressionante e richiedeva uno sforzo e un’organizzazione enorme, ma significava anche una regolare fornitura d’acqua in un area che è tra le più aride della Terra.
Questi puquios sono sempre collegati alle linee, e quindi lo scopo di questi disegni si restringe: potrebbero essere stati un modo per segnare la presenza del passaggio dei canali sotterranei, oppure un modo per ringraziare gli dei per il dono dell’acqua.
Non c’è ancora certezza su queste teorie, ma non dobbiamo stupirci del fatto di non comprendere ancora il perché queste opere magnifiche siano state realizzate sapendo che non sarebbero potute essere ammirate. Rischiamo di proiettare il nostro sguardo moderno senza riuscire a immedesimarsi davvero con chi ha realizzato queste opere. Infatti come per un labirinto, il suo fascino e mistero si perdono quando improvvisamente ne abbiamo una visione dall’alto.
Studio di Lasaponara: http://www.bbc.com/future/story/20160408-the-ancient-peruvian-mystery-solved-from-space