Valutare ogni singolo aspetto dell’educazione finisce per essere controproducente, ormai insegniamo solo a superare gli esami
L’idea che tutto si possa misurare e quantificare è più diffusa di quello che dovrebbe essere, ha varcato i confini del suo legittimo territorio. I test e gli esami sono un male necessario, uno strumento che permette una istituzionalizzazione del sistema scuola, un metro di paragone, impreciso, ma utile per avere un’idea oggettiva della preparazione di uno studente.
L’educazione dovrebbe essere basata sulla conoscenza della materia non solo sui risultati degli esami, troppi insegnanti si trovano sotto lo stress di dover insegnare a superare un test invece che educare propriamente alla materia.
Per quanto ci si provi, l’educazione non può essere valutata in maniera univoca da esami e tabelle, proprio come esistono aspetti della vita che non possono essere trattati come numeri. Di fronte al moltiplicarsi di test e tentativi di misurare la qualità dell’insegnamento si finisce per mettere in secondo piano altri fattori.
Diversi sindacati di insegnanti inglesi ad esempio, sostengono che un aumento della concentrazione sui risultati degli esami ha creato uno scompenso, obbligando a sacrificare un tipo di insegnamento più aperto (e significativo).
Certo non si può abbandonare completamente un modello che ha le sue utilità, ma non si può nemmeno perdere di vista il fatto che l’educazione sia altro rispetto al superamento di un esame. Soprattutto per quanto riguarda gli educatori in questo modo si corre il rischio di perdere l’entusiasmo dell’insegnamento, a favore di una standardizzazione che giova alle statistiche e a poco altro.
E questa esigenza è chiaramente sentita, vista la nascita di esperimenti (anche un po’ estremi) come quello di Torino in cui gli alunni non avranno né cartelle, né zaini e non riceveranno voti. Si tratta di una scuola privata nata con l’idea che i bambini debbano essere resi autonomi e responsabili, credendo nella loro intelligenza e liberando tempo per quella che viene definita “scuola della vita”.
E voi cosa ne pensate? Si può immaginare una scuola senza esami? Scriveteci e fateci sapere la vostra opinione.
Fonte:
https://www.theguardian.com/education/2006/jul/20/schools.uk5