Secondo Loredana Pippione, insegnante, i primi a doversi mettere in gioco sono gli insegnanti, anche con la lettura ad alta voce. Poi va data libertà di scegliere, tra regole e fiducia. La terza fase per creare una comunità di lettori è proprio questa: trovare l’equilibrio (e un’aula giusta).
A nostro avviso non devono esistere libri che bisogna aver letto, né perché classici, né perché di moda ed in particolare, nella scuola secondaria di primo grado, è più che mai opportuno che ogni ragazzo possa aver modo di crearsi i suoi classici e le sue classifiche.
I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare.
(Umberto Eco)
Per realizzare tutto questo era necessario che gli studenti potessero accedere gratuitamente ad una quantità di libri in buono stato e possibilmente aggiornati e la nostra aula di lettura era il luogo giusto. E’uno spazio grande, luminoso e ben arredato, ma mancava di quello che qualcuno definì “un tocco di colore” e oltre a ciò il materiale librario aveva decisamente bisogno di essere ricollocato, ricatalogato e in alcuni casi restaurato.
E’ stato un lavoro assai lungo ed impegnativo, peraltro ancora in atto, di cui i ragazzi hanno colto subito il valore, stupendosi, quando li abbiamo fatti riflettere sul fatto che alcuni volumi in prestito erano già in possesso della scuola molto tempo prima che loro nascessero e che, passati in tante mani, letti innumerevoli volte erano giunti fino a loro.
Questa presa di coscienza, questo essere parte attiva nella custodia di un bene comune li ha resi tutti maggiormente partecipi e disponibili.
L’aula di lettura, con il tempo, è diventata nella scuola un piccolo punto di riferimento anche perché, contemporaneamente all’attività di catalogazione dei volumi, abbiamo prestato attenzione a valorizzare l’ambiente rendendolo più accogliente. Gli scaffali devono incuriosire chiunque entri e ai libri è stato offerto uno spazio per l’esposizione tematica e per i consigli alla lettura dando, in questo modo, la possibilità di mettere in evidenza alcuni testi che altrimenti rimarebbero nascosti.E’ stato per questo che si è scelto che gli scaffali rimanessaro sempre accessibili ai ragazzi: nessuna chiave, nessun lucchetto.
A qualcuno la scelta è apparsa rischiosa, perché può sempre accadere che un “topo di biblioteca”, approfittando della distrazione generale, entri per sottrarre, ad esempio, una copia de “L’Isola del Tesoro” per poi scegliere di leggerlo di nascosto a casa, ma di fronte a questa giusta obiezione e indecise tra punire il reo di furto o premiarlo, per aver passato le notti con Long John Silver, abbiamo deciso che sarebbe stato giusto rischiare.
Ci siamo limitate a qualche semplice regola, ad un pizzico d’attenzione nei momenti della registrazione e a dare fiducia quel tanto che basta.
Questa è la nostra ricetta e devo dire che i ragazzi non ci hanno mai deluso.
Ci vuole tempo e ci vuole calma, perché il prestito del libro non è una pratica da sbrigare: è ascolto, disponibiltà, attenzione alle richieste perché non è sempre detto che i ragazzi abbiano le idee proprio chiare su cosa vogliano leggere ed inoltre, più spesso di quanto si pensi, avviene che di fronte alla libera scelta lo studente, soprattutto se molto giovane, si trovi completamente spiazzato e incapace di orientarsi.
E’ decisamente il momento più affascinante e se si è riusciti ad instaurare una corretta relazione interpersonale non sarà poi tanto difficile trovare la storia giusta. Loro, i ragazzi, di solito, si fidano anche se lo sguardo tradisce una certa diffidenza (chi gli parla è sempre un adulto e per di più insegnante per cui la fregatura deve esserci per forza) alla fine ti ascoltano. Il nostro compito è quello di proporre loro offrendo comunque la possibilità di cambiare idea, almeno entro un numero preciso di giorni.
Così facendo il ragazzo non si sente “oppresso”, obbligato ma invitato a provare … ad assaggiare.
Se, come è stato già detto la lettura è un’ esperienza personale non possiamo non considerare questa anche un’esperienza sociale e socializzante: è bello e stimolante leggere tutti insieme lo stesso libro, è emozionante, in più di un’occasione è anche divertente ascoltare insieme una storia, aiuta a crescere consigliare una lettura o lasciarsi “contagiare” da quella di un amico e sperimentare l’antica e sempre valida attività del passaparola.
Per questo motivo proponiamo spesso questo tipo di esperienze, anche grazie ad una sezione apposita di lettura collettiva o se si preferisce condivisa. Riteniamo che questo sia motivante anche per gli alunni che non vivono in famiglia la passione per la lettura, crediamo che possa sorreggere e aiutare i ragazzi in difficoltà e crei una buona atmosfera in classe.
Abbiamo sperimentato quanto un tipo di esperienza collettiva di lettura incentivi lo scambio di idee e opinioni aggiungendo al piacere di leggere, il piacere di raccontare, riflettere insieme, collaborare. Così la lettura ci influenza, ci rende esseri più ricchi e sicuramente migliori.
Il verbo leggere non sopporta l’imperativo.
(Daniel Pennac)
Leggi anche:
Insegnanti in prima linea
Ad alta voce, un atto d’amore
Attività sì, voti no