Reggio Emilia Approach: il metodo che ci invidia il mondo
Scopriamo il Reggio Emilia Approach, il metodo educativo ideato nel dopoguerra dal pedagogista Loris Malaguzzi, e Reggio Children, il Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine, che continua a promuoverlo in tutto il mondo.
Reggio Emilia Approach: è la fine della Seconda Guerra Mondiale quando, Loris Malaguzzi, importante pedagogista italiano ed insegnante, si fa portavoce di una sentita esigenza della comunità, ovvero, veder rinascere la società attraverso l’educazione e l’ istruzione dei bambini.
E così, sfidando contrapposizioni classiche come studio/divertimento, teoria/pratica, realtà/fantasia, e stravolgendo i ruoli dell’educatore e del bambino, Malaguzzi dà vita alla sua rivoluzione.
Una rivoluzione che si concretizza in un vero e proprio metodo educativo, e che prende il nome dalla città in cui è nato: il metodo Reggio Emilia, più internazionalmente noto come Reggio Emilia Approach (lo avevamo menzionato qui e ne avevamo parlato anche qui).
Cos’è il Reggio Emilia Approach?
Il Reggio Emilia Approach, è un sistema educativo che interessa i bambini da 0 a 6 anni, e che vede il bambino occupare una posizione centrale.
Attraverso determinati percorsi che chiamano in causa la creatività, l’ intuito, la curiosità, si sviluppano le attitudini e le caratteristiche specifiche di ogni singolo bambino.
In questo metodo, infatti, proprio come nel Montessori, ogni bambino è considerato nella sua individualità, e ha un personale percorso di sviluppo. Come dire, cucito addosso come un abito!
Quali sono gli obiettivi di questo metodo?
- Una crescita equilibrata e armoniosa del bambino
- Formare un cittadino consapevole e capace di entrare in relazione con gli altri e con l’ambiente
- Fornire condizioni di apprendimento, e non sterili conoscenze
Come viene considerato il bambino?
Un soggetto “dotato di diritti”, creatore di conoscenza, in grado di comunicare e con la piena facoltà di essere ascoltato, cui spettano iniziative e proposte: ecco qua il bambino, agli occhi del Reggio Emilia Approach.
Un esempio della sua autonomia? All’interno dell’assemblea di classe mattutina è il bambino stesso, o anche in gruppo, che inventa e programma la giornata.
Grazie ai suoi cento linguaggi e modi di pensare, esprimersi e capire, il bambino apprende attraverso un processo spontaneo che si sviluppa nella rete di relazioni che ha con la famiglia e con gli educatori.
È compito della scuola – in collaborazione coi genitori – valorizzare i suoi linguaggi, anche attraverso il gioco, l’arte, la musica, la cucina.
Che ruolo ha l’educatore?
Dando piena fiducia al bambino, e fornendogli gli strumenti per osservare la realtà e porsi domande, ma anche progettare partendo dai propri interessi, l’educatore osserva e ascolta il bambino.
Dunque, più che salire in cattedra, l’educatore collabora con il bambino (ma anche con i genitori), seguendo e documentando passo passo progressi e risultati.
All’interno della scuola sono previsti degli spazi chiamati atelier in cui far entrare in contatto i bambini con diversi materiali, sperimentando e svolgendo attività che impegnino mani, pensiero ed emozioni.
Che ruolo hanno i genitori?
I genitori diventano educatori protagonisti. Nello specifico:
- Si confrontano tra loro
- Discutono con gli educatori riguardo alle eventuali difficoltà che il bambino incontra
- Si occupano dell’accoglienza dei bambini
- Gestiscono l’allestimento degli spazi all’interno delle strutture educative
Nel corso degli anni il Reggio Emilia Approach ha raggiunto un grande successo e una notorietà tale da essere imitato in tutto il mondo: Stati Uniti, Cuba, Palestina, Kenya, molti Paesi dell’Est Europa e altri ancora.
Esempio concreto e tangibile di questa fama lo abbiamo avuto nel 1991, quando la prestigiosa rivista statunitense “Newsweek”, identificò nella Scuola comunale dell’infanzia Diana, in rappresentanza della rete dei servizi comunali, l’istituzione più all’avanguardia nel mondo riguardo l’educazione dell’infanzia.
Reggio Children
Per valorizzare e rafforzare sempre più il Reggio Emilia Approach, nasce nel 1994 Reggio Children, centro internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine.
Attraverso le sue attività, tra loro in relazione, Reggio Children sperimenta, promuove e diffonde un’educazione di qualità.
Oltre alla ricerca, Reggio Children si occupa di organizzare mostre e atelier, pubblicare libri sul tema e offrire consulenza e formazione costante.
Quello dell’educatore è un lavoro di formazione continua, soprattutto agli occhi del Reggio Emilia Approach. Proprio per questo motivo Reggio Childreen propone (a docenti, insegnanti, educatori, studenti, professori, operatori o chiunque è interessato al tema) percorsi di formazione, seminari e incontri in Italia e nel mondo per conoscere e approfondire sempre più il Reggio Emilia Approach.
Infine, nel 2011 nasce la fondazione no profit Reggio Children Centro Loris Malaguzzi, per diffondere in tutto il mondo i valori del Reggio Emilia Approach, anche attraverso il confronto con altri Paesi e altre esperienze.
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