La realtà virtuale sta facendo passi da gigante in termini di praticità, comodità e accessibilità. Ma è uno sfizio per pochi o uno strumento davvero innovativo?
Il video in evidenza mostra The Body VR, un’applicazione gratuita per visori Oculus, HTC Vive, o Gear che permette un tour a livello molecolare del corpo umano. È possibile entrare nel flusso sanguigno o assistere all’attacco di una cellula da parte di un virus, o ancora osservare organi in 3d con informazioni e dettagli.
Ma queste applicazioni possono davvero essere uno strumento utile per l’apprendimento, o sono solo uno specchietto per le allodole?
Secondo uno studio di Rebecca Hite della North Carolina State University esiste una correlazione tra l’uso dei visori e applicazioni in realtà aumentata e un miglioramento nell’apprendimento. Lo studio, con un campione, di 151 bambini ha osservato una maggiore comprensione (e interesse) nelle materie scientifiche quando venivano affrontate tramite questi strumenti.
Un altro gadget tecnologico orientato all’educazione è ad esempio zSpace, un sistema ibrido di realtà aumentata e virtuale che utilizza un tablet, degli occhiali e una penna che serve per interagire in tre dimensioni con gli oggetti visualizzati.
Tramite l’app “Human Anatomy Atlas” creata apposta per questo sistema si è in grado di insegnare l’anatomia umana in modi più intuitivi e pregnanti rispetto ai tradizionali libri di testo. Gli studenti possono esplorare in tre dimensioni il corpo umano, generando una maggiore comprensione di come il corpo funziona. Persino gli educatori si trovano a beneficiare di questi strumenti perché riescono a integrare in maniera più efficiente la propria lezione.
La realtà virtuale permette di passare da un laboratorio di chimica a una ricostruzione di Roma antica con un click
E allora perché non siamo già invasi da questa meravigliosa tecnologia? Beh innanzitutto perché è costosa, ancora troppo, e con budget simili si possono acquistare attrezzature reali per esperimenti reali. Ma alcuni vantaggi sono evidenti. La realtà virtuale può cambiare argomento di studio con un semplice click e passare da un laboratorio di chimica a un viaggio in una ricostruzione della Roma antica. Data poi la varietà di app gratuite, una volta superata la spesa iniziale non ci sono molte voci da considerare. Senza contare che alcuni tipi di laboratorio hanno problemi di sicurezza da gestire e non sono adatti a tutte le età, cose facilmente superabili tramite la realtà virtuale.
Difficile immaginare che il ruolo di questa tecnologia sia di sostituire i laboratori (quelli veri) ma piuttosto di essere un’arma in più per agganciare l’interesse degli studenti e di realizzare esperienze interessanti, quando queste sono troppo costose o pericolose da realizzare. Insomma il futuro dell’educazione dovrà percorrere sicuramente la via del virtuale ma c’è ancora molta strada da fare.
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