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Diritto alla facilità: un master per creare relazioni migliori

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L’università di Firenze propone un master in “Democrazia Affettiva e dialoghi per la pace” progettato dal Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia UNIFI e l’Associazione Centro Studi per la Democrazia Affettiva. Ne parliamo con Renato Palma, medico psicoterapeuta, che ha seguito il progetto.

Scade il 3 gennaio 2019 il termine ultimo per iscriversi  al Master di I° livello “Democrazia Affettiva e dialoghi per la pace” organizzato al dipartimento di Scienze della Formazione dell’Universita di Firenze, che si propone di creare una figura professionale la cui specificità e competenza è mirata al governo e alla facilitazione della relazione intra-personale e interpersonale. La figura, maturata la certificazione in “Diritto alla facilità”, sarà in grado di operare in tutti quei contesti dove, per fini didattici (scuola, università ed enti formativi), di specificità del servizio offerto (strutture sociali e aziende di servizi, pubbliche e private, ONG), di aumento della produttività (aziende del comparto produzione) o di governo e manutenzione delle relazioni umane (uffici/dipartimenti risorse umane), sia ritenuto necessaria la creazione e l’implementazione di un modello relazionale declinato operativamente sui principi della democrazia affettiva.

Abbiamo chiesto al professor Renato Palma di rispondere ad alcune domande, per spiegarci di cosa si tratta.

Questo master si pone l’obiettivo di formare facilitatori. Cos’è il Diritto alla Facilità?
Chiamarli facilitatori è molto riduttivo. Il Master propone una riflessione personale e auto formativa sulla possibilità di creare relazioni con gli altri e con se stessi basate sulla rinuncia all’uso della forza. Migliorare la relazione con se stessi è fondamentale per mettersi nelle condizioni di migliorare le relazioni con gli altri.

Questo richiede lo sviluppo del senso della possibilità, la caratteristica principale della nostra specie, e la capacità di non considerare mai le relazioni in senso gerarchico. Ci può essere una gerarchia di competenze, non di affettività. In sostanza tutti vanno trattati sempre bene, con cortesia e con il massimo rispetto, senza se e senza ma.

gerarchia di competenze, non di affettività

Perché è importante creare figure professionali di questo tipo oggi?
La qualità della vita dipende dalla qualità delle relazioni. Sono le relazioni tra pari che ci permettono di vivere in maniera più facile. Sabato 15 dicembre terremo una relazione su questo tema al convegno nazionale dell’Aiquav.

In questo caso parleremo di certificazione di facilità aziendale, ma il criterio vale per ogni altra forma di organizzazione/relazione.

 Quali sono, in sintesi, i principi della Democrazia Affettiva?

Scopo dell’Associazione è promuovere la Democrazia Affettiva, un sistema di relazioni nel quale tutti hanno diritto di essere trattati da pari, a prescindere dall’età, dalle condizioni di salute o dalla situazione di temporanea, o definitiva, ridotta autosufficienza.

La Democrazia Affettiva:
– rifiuta l’uso della forza nelle relazioni.
– riconosce e rispetta le preferenze individuali, a partire dalla nascita. Non giustifica le scortesie nell’educazione.
– riconosce ai bambini il diritto alla facile felicità, che deriva dalla soddisfazione dei loro bisogni essenziali e dal non essere forzati nel loro percorso educativo
– rielabora l’identità di appartenenza, che spesso impone i valori del gruppo come non negoziabili e limita la possibilità di coltivare le diversità, arricchendola dell’identità affettiva, che permette anche ai bambini di rispondere alla domanda “chi sei” senza aver paura di essere rifiutati, contrastati o non accolti

– favorisce l’assunzione della responsabilità individuale nella scelta del modo di vivere le relazioni di prossimità, di educazione, di accudimento e cura.

Maggiori info: https://www.unifi.it/p11432.html#democrazia

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