Secondo lo studio della Kingston University di Londra leggere ci rende più buoni ed empatici verso gli altri.
Abbiamo già parlato di empatia e del suo ruolo nella società con il dialogo di Brené Brown, ora lo studio guidato da Rose Turner sfata il mito del lettore come figura asociale e isolata.
I partecipanti al test sono stati sottoposti a domande sulle loro abitudini e interessi su libri, tv, spettacoli e intrattenimento.
Dopodiché è stata testata la loro abilità nei rapporti interpersonali, in che modo riuscivano a comprendere i sentimenti delle altre persone. E infine se agivano per aiutarle.
Coloro che amano leggere hanno avuto complessivamente un comportamento più positivo, dimostrando una maggiore comprensione e rispetto dei punti di vista dell’altro.
Ma anche il genere del libro che si legge ha un influenza.
Chi legge narrativa tende ad avere un comportamento sociale positivo. Mentre nei lettori di romanzi rosa è stata riscontrata una maggiore empatia vera e propria. I libri più sperimentali sembrano conferire una maggiore apertura mentale. Ma sono i lettori di libri umoristici a realizzare i punteggi più alti nella relazione con gli altri.
Come tutti gli studi di questo tipo la correlazione non è necessariamente di causa-effetto. Inoltre potrebbe essere che le persone empatiche abbiano una maggiore propensione alla lettura, occorrerà uno studio più approfondito, ma nel frattempo leggersi un libro non può che essere una buona idea.
Fonti:
Leggi anche l’articolo di Paola Zannoner su lettura e solitudine.
Crediti foto copertina: Magda K