Serena Neri introduce uno dei cardini del metodo Feuerstein: come mediare l’intera classe senza perdere nessuno. E fornisce alcune strategie (Si può, sì, si può).
C’è un cardine su cui il dottor Feuerstein si è spesso battuto ed è quello di rispettare i tempi di tutti, questo viene sottolineato in ogni scheda del metodo che si intitola proprio “un momento sto pensando”. Come è difficile aspettare, attendere, saper accogliere la diversità di ognuno, avere pazienza, accettare i tempi e le modalità degli altri. Se voglio “mediare” la mia conoscenza dovrò imparare ad attendere e ad avere un orologio speciale da utilizzare all’interno della mia classe, un orologio che non segna la fine dell’ora ma il raggiungimento dell’obiettivo da parte di tutta la classe.
Le classi sono composte da tanti bambini diversi fra loro e questa diversità a volte sembra rallentarci… Ma perché? Perché non centriamo l’obiettivo che ci eravamo prefissati, perché abbiamo sbagliato i tempi per quell’obiettivo o non abbiamo valutato in modo corretto i nostri alunni, le persone che abbiamo davanti, e ci siamo valutati noi come mediatori?
La parte essenziale è proprio questa, essere un bravo mediatore significa capire come gestire gli obiettivi che ci si pone con le proprie capacità.
Come insegnante devo sapere cosa riesco a gestire meglio e cosa no, in quale attività sono rapido e in quali ho bisogno di pensare, ragionare, provare, riflettere.
Mediare la classe significa usare parole che accolgano tutti, guardare con attenzioni, sguardi e comportamenti di ogni singolo studente, dare delle pause a tutti perché i più lenti possano raggiungere l’obiettivo e i più lenti riscoprano la lentezza del “pensare al proprio pensiero”.
Frasi tipo: “ Non proseguite se siete già arrivati a questo punto, provate a scrivere come avete fatto, anche solo un paio di parole” oppure “Chi ha già raggiunto questa parte della scheda, cerchi di capire in che modo è riuscito, poi condivideremo le strategie con la classe“, aiutano a rispettare i tempi di tutti.
Successivamente possiamo provare a riutilizzare le strategie condivise prima di iniziare un nuovo compito: “ Ora vi presento un nuovo esercizio, guardate vi ricorda qualcosa? Possiamo usare le strategie usate prima? Quali? Chi ha provato il metodo che aveva condiviso il compagno la volta scorsa?”. Insomma il tempo non è altro che una condivisione.
Altri articoli sul Metodo Feuerstein:
1- Il Metodo Feuerstein e l’insegnamento: essere mediatore
2. Obiettivi media-Ti: io come mediatore degli obiettivi didattici che mi pongo, quanto riesco a valutarmi anche in corso d’opera, come posso essere mediatore di un obiettivo da raggiungere?
3. Mediare: tutti devono centrare l’obiettivo: come mediare l’intera classe senza perdere nessuno.
4. Lettura mediata: come essere mediatori di storie ed emozioni durante la lettura di un libro o di un racconto in classe
5. Strategie di apprendimento: come mediare l’apprendimento di una strategia ( ad esempio risolvere un problema…)
6. Mediare un immagine: come condurre ( e non trasportare!) i bambini e i ragazzi all’interno delle immagini di un albo, un dipinto o un immagine su un libro di storia
7. Mediare i comportamenti: guidare i bambini e ragazzi al riconoscimento dei loro comportamenti
8. Fare un passo indietro… mediare i pre-requisiti: cosa devo dare per scontato e come faccio a capire ciò che davvero il mio alunno conosce già
9. Mediare obiettivi trasversali: capire cosa è davvero importante per quella classe e come mediare la lezione.
10. Mediatori con la disabilità: mediare nei casi di handicap o disagio