Con Marianna Balducci ci avventuriamo in una nuova attività anti-noia in giro per la città!
La nuova avventura anti-noia di Marianna Balducci, qualche tempo fa avevamo già immaginato un laboratorio che ci portasse a guardarci intorno, “educando lo sguardo“.
Con il freddo che ci circonda e ci intorpidisce e tutto il tempo trascorso tra le mura di casa, capita di sentirsi un po’ come gli animali in letargo. Le giornate iniziano ad allungarsi, ma ancora troppo poco, le occasioni per incontrarsi scarseggiano e, sempre più spesso, siamo costretti a dare forma a porzioni di tempo vuoto, pesante e, diciamolo, noioso… Proviamo con un’attività anti-noia, prima di cedere nuovamente alla sonnolenza invernale.
Proviamo per un momento a fare quello che facciamo di solito insieme in questo appuntamento: capovolgere il punto di vista.
Un’attività anti-noia: a caccia di sbadigli nella città!
Siamo sicuri di essere solo noi quelli annoiati?
“Erano mesi che nessuno usciva più se non per necessità o per qualche rara eccezione. La Città era sempre più silenziosa, i cittadini impegnati a convivere con nuovi ritmi e presi da nuove preoccupazioni non le prestavano più le attenzioni di un tempo e si limitavano a lanciarle sonnolente occhiate dalla finestra o frettolosi sguardi al rientro dalle loro occupazioni, giusto il necessario per non inciampare in qualche imprevisto.
La Città ci aveva pure provato a piazzarlo qua e là, qualche imprevisto: un sanpietrino fuori posto, una perdita nel rubinetto della fontana in piazza, un barile da osteria nel mezzo del vicolo… Ma niente. Nessuno notava più nien-te.
È così che è iniziata ed è stata da subito contagiosa. No, per fortuna, non era un contagio pericoloso, ma di certo sembrava inarrestabile. Di cosa parlo? Di una luuunga, disteeesa, plaaacida, sonnacchiooosa catena di… sbadigli!”
Vi assicuro che questa storia è vera. Se non mi credete, uscite voi stessi a controllare. Vi servirà una macchina fotografica (o un cellulare), una certa conoscenza delle forme tonde e tondeggianti (come andate in geometria?) e una eroica resistenza agli sbadigli che, lo sapete, si appiccicano addosso appena li captiamo anche solo da lontano.
“La Città impigrita sbadigliava continuamente. Qualche volta sembrava accennare un piccolo sforzo a mettere almeno una mano davanti alle sue bocche, come vuole la buona educazione, ma quelle si spalancavano senza preavviso ad ogni angolo.
Non la si poteva biasimare, in fondo. Non vedendo più nessuno in giro, aveva iniziato ad annoiarsi davvero tantissimo. Prima che i brutti pensieri prendessero il sopravvento (“E se mi avessero abbandonata per sempre?”), aveva deciso che un sonnellino magari le avrebbe fatto pure bene, che la siesta in certi paesi è quasi un’istituzione, che tanto aveva il sonno leggero e presto si sarebbe ripres….zzzzzzzz.”
Mi raccomando, fate piano. Quando vi muoverete per le strade a caccia di sbadigli, siate rispettosi.
A nessuno piace essere svegliato di soprassalto, neppure alle Città.
Il vostro campionario di sbadigli cittadini dovrà essere il più completo e scrupoloso possibile. Ci sono sbadigli di alto profilo come quelli delle facciate delle case piene di finestre, sbadigli tunnel che ti ci perdi dentro tanto sono profondi come quelli delle grondaie, sbadigli minimi come quelli dei tombini che non aprono troppo la bocca per non far cascar dentro qualcuno.
Schedate tutti gli sbadigli urbani che riuscirete a trovare, prendendo appunti su tipologia, qualità e intensità (non dimenticate di scrivere dove li avete incontrati).
Tornati a casa, stampateli per poterli archiviare al meglio e completate le fotografie aggiungendo occhi e dettagli e trascrivendo i vostri appunti.
“La Città era sicura di aver sognato: un mucchio di piedini e diverse paia di occhi curiosi dotati di strampalati dispositivi l’avevano percorsa in lungo e in largo. All’inizio le erano sembrati molto invadenti e l’avevano fatta sentire un po’ in imbarazzo (sembravano lì a coglierla di sorpresa ogni singola volta che le scappava uno sbadiglio…), ma poi le erano sembrati anche così familiari. Le ricordavano dei cari amici che non venivano a trovarla da un po’. Si era perciò ripromessa che, una volta sveglia del tutto, anche lei si sarebbe guardata intorno con maggior attenzione, per poterli riconoscere e così ritrovare.”