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Affrontare in classe il tema della pena di morte con l’aiuto dei film

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In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, vi proponiamo una lista di film sul tema per affrontare in classe questo delicato argomento.

Non è facile parlare di pena di morte con ragazzi e ragazze. Non è facile perché il tema è molto complesso e tocca questioni delicatissime come colpa/espiazione, vendetta o perdono, giustizia o sopruso.

Da molto tempo, per fortuna, esistono importanti e attive organizzazioni (come Amnesty International o Nessuno tocchi Caino o la Comunità di Sant’Egidio, per fare qualche esempio) che se ne occupano e che, in particolare, in occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, il 10 ottobre, e della Giornata mondiale “Città per la vita”, l’11 novembre, non mancano di realizzare appuntamenti di sensibilizzazione e incontri con ex-condannati a morte che hanno avuto riconosciuta l’innocenza o con parenti di vittime che, lontani dall’idea arcaica dell’occhio per occhio dente per dente, testimoniano percorsi faticosissimi ed esemplari di contrarietà alla pena capitale.

Anche il cinema, ovviamente, se ne è occupato più volte.

Quelli che riporto a seguire sono solo alcuni dei titoli possibili per trattare il tema, ribadendo, una volta di più, che prima di proporli a ragazzi e ragazze (secondo il mio parere, almeno dalla seconda media in avanti), è opportuno che gli educatori li visionino, per essere adeguatamente preparati una volta che decidano di proiettarli in classe o in assemblee pubbliche.

Ecco una lista di film da proporre in classe:

– La parola ai giurati

Un caposaldo che secondo me mantiene ancora intatto tutto il suo valore e tutta la potenza espressiva e narrativa è La parola ai giurati (in originale 12 Angry Men, cioè 12 uomini arrabbiati), diretto nel 1957 da Sidney Lumet, da un soggetto per la Tv di Reginald Rose, che firma anche la sceneggiatura. Dodici è il numero delle persone che secondo il sistema giuridico americano compongono una giuria che debba deliberare su qualche reato. In questo caso si racconta di un processo a un ragazzo accusato di parricidio, e per questo passibile, se condannato, di finire sulla sedia elettrica. Tutto il film si svolge nella stanza in cui è riunita la giuria, nella quale il protagonista Davis, giurato n. 8 (interpretato da un grande Henry Fonda) cerca di convincere gli altri dell’innocenza dell’imputato.

Il buio oltre la siepe

Non parla direttamente di pena di morte, ma è in questione nel racconto proprio il rapporto tra colpa e pena proporzionata al reato il bellissimo Il buio oltre la siepe (1962), regia di Robert Mulligan, tratto dal capolavoro letterario di Harper Lee. Atticus Finch (Gregory Peck) è un avvocato che deve difendere un ragazzo nero accusato di violenza carnale. Tutta la vicenda è vista con gli occhi della figlioletta di Atticus, Jean Louise, detta Scout (interpretata da Mary Badham). Il film è un accorato e toccante appello a uscire dagli stereotipi e dai pregiudizi e a considerare sempre le ragioni degli altri.

– Sacco e Vanzetti

Nel 1971 il regista italiano Giuliano Montaldo realizza con Sacco e Vanzetti una delle migliori opere sul tema. Si parla del famoso caso degli anarchici italiani Bartolomeo Vanzetti (qui interpretato da Gian Maria Volonté) e Nicola Sacco (Riccardo Cucciolla) che furono condannati a morte negli Stati Uniti nel 1920, accusati di rapina a mano armata e omicidio.

Il film segue le fasi di un processo che nella storia viene ricordato come una delle massime vergogne della giustizia americana. Solo il 23 agosto 1977, nel cinquantesimo anniversario dell’esecuzione dei due italiani, il governatore del Massachussets Michael Dukakis riconoscerà ufficialmente, durante una cerimonia pubblica, che si trattò di un errore giudiziario, aggravato dalla malafede dolosa dei giudici.

Uomini contro

Sempre il grandissimo Gian Maria Volontè è uno dei protagonisti di un film uscito l’anno prima, quel Uomini contro che Francesco Rosi trasse dal libro Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu, trattando non solo degli orrori della Prima guerra mondiale, ma entrando nei particolari della sciagurata e codarda gestione degli alti comandi militari italiani e delle terribili e assurde fucilazioni ordinate per “riportare la disciplina” fra le truppe.

Segnalo ancora, ma, come detto, non sono che alcune tra le molte indicazioni possibili, altri due film americani.

Il miglio verde

Il miglio verde, 1999, diretto da Frank Darabont e versione cinematografica di un romanzo di Stephen King, racconta della guardia carceraria Paul Eedgecombe (Tom Hanks), che lavora nel braccio della morte della prigione di Cold Mountain, chiamato “il miglio verde” per il colore del pavimento che portava alla sala delle esecuzioni capitali mediante sedia elettrica.

– Il diritto di opporsi

Il diritto di opporsi, realizzato da Destin Daniel Cretton nel 2019 a partire dal libro-documento Bryan Stevenson, che racconta di quando l’autore era un giovane avvocato (nel film interpretato da Michael B. Jordan) che si trovò a dover difendere in aula il boscaiolo Walter McMillan (Jamie Foxx), accusato di omicidio.

Carlo Ridolfi è nato a Verona nell’aprile del 1957. Ha vissuto nella città scaligera per i primi cinquant’anni della sua vita, poi si è trasferito a Padova. Ha lavorato per quarant’anni in ferrovia. Ha quattro figli. Fin da bambino ha la passione per il cinema, grazie alla quale ha incontrato all’inizio degli anni Novanta il maestro Mario Lodi, col quale ha collaborato fino al 2014. Attualmente in pensione, scrive di cinema su varie riviste ed è coordinatore nazionale dell’associazione di donne e uomini che hanno a cuore l’educazione C’è speranza se accade @ - Rete di Cooperazione Educativa. È giornalista pubblicista dal 1981.

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