Alike, perché la scuola non può diventare una fabbrica

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Il celebre cortometraggio della Pixar – Alike – ci racconta ciò che la scuola dovrebbe stimolare nei più piccoli: l’osservazione, la creatività, l’espressione libera delle emozioni.

Alike è un corto Pixar di 8 minuti realizzato da Daniel Martinez Lara e Rafa Cano Méndez, molto apprezzato dalla critica e vincitore del premio del Goya 2016 come miglior cortometraggio.

I protagonisti sono un bambino e suo padre che nelle loro abitudini quotidiane mostrano due fasi portanti della vita di una persona. Una contrapposizione generazionale tra il genitore, le sue preoccupazioni e responsabilità e il bambino, allegro e spensierato.

Ma quando va a scuola è proprio l’insegnante a voler omologare il bambino agli altri, ignorando gli sprizzi di creatività e obbligandolo a un compito ripetitivo e noioso. E così si crea un parallelo con il mondo del lavoro meccanico e monotono dell’era industriale e la scuola sembra quasi diventare una preparazione mentale a questo tipo di costrizione.

Il bambino giorno dopo giorno perde la sua allegria e si spegne, diventando efficiente ma più grigio e abbattuto. Ed è solo quando il padre si accorge di questo cambiamento che si rende conto di esserne stato complice e grazie a un pizzico di creatività riesce a colorare gli umori di entrambi.

Il corto coglie in pieno un problema attualissimo legato alla tendenza di voler vedere la scuola in un posto dove ci si prepara unicamente per il mondo del lavoro, e per questo gli educatori e i genitori, devono fare in modo che i bambini, sì sviluppino un fattore di disciplina, che è un elemento importante nella vita di tutti, ma che non perdano strada facendo l’immaginazione e la creatività, come per esempio la gioia nel disegnare liberamente.

Il disegno libero rappresenta, nel cortometraggio e nella realtà, un aiuto all’autoespressione perché diventa luogo di creatività, osservazione e conoscenza, una palestra per la mente. La scuola non deve trasformarsi nel luogo dove questo viene inscatolato e standardizzato, deve avere un ruolo nell’educazione alla vita e alla felicità, perché queste poi si ripercuotano positivamente nella vita adulta dei bambini.

Crediti: CC0 Public Domain/AlaitzZabaletaSarobe

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