La scuola “mammona”

in Scuola by

Non se ne parla molto, ma tra le tante problematiche – per non dire emergenze – della scuola di oggi c’è quella che si potrebbe definire della scuola “mammona”

Cosa si intende per scuola "mammona"? Si intente una scuola che protegge e preserva spesso in modo illimitato e indefinito lo studente da quei 'no' cui, in epoche anche recenti, si era più abituati.  

A livello degli apprendimenti, troppo spesso le famose “insufficienze” vengono mascherate, giustificate e infine arrotondate in sede di valutazione finale, laddove non sempre le giustificazioni reggono e gli arrotondamenti quadrano, se non in ragione di un “lasciar fare” che preservi l’istituto scolastico da logoranti confronti con i genitori e scongiuri l’impronunciabile e terrificante rischio dei ricorsi.

Questo “lasciar fare” si vede bene nella produzione scritta, laddove fin dalla scuola primaria gli errori e gli strafalcioni vengono capiti, giustificati, quasi vezzeggiati in nome di un malinteso senso di libertà, e via via cresce, fino ad arrivare alla scuola media laddove i voti e i giudizi negativi tendono sempre più ad affievolirsi affinché la scuola non diventi quel “noioso ostacolo” di cui ha recentemente parlato Paolo Crepet in una sua recente intervista.

Problema vario, complesso, differenziato a seconda degli ordini di scuola e dei seguenti istituti, ma certamente un problema reale

E se non andava bene la scuola “matrigna”, classista e selettiva, di epoche non troppo lontane, neanche questa sembra corrispondere a quel principio educativo cui dovrebbe essere chiamato chi insegna: infatti, accogliere ed includere non può significare dire sempre “sì”, non mettere mai di fronte a quei problemi e quegli ostacoli che possono o meglio devono caratterizzare il percorso scolastico.

Per citare un esempio concreto, le numerose e talvolta discutibili certificazioni DSA e BES sembrano spesso preservare l’alunno dalle ineludibili richieste che la scuola pone, come quelle relative all’attenzione e alla correttezza ortografica.

“È il suo stile d’apprendimento”, ci si sente troppo spesso rispondere se l’alunno gioca con le forbici durante la spiegazione di Storia o non riesce a rispettare i margini di un foglio, laddove sarebbe invece necessario insistere sull’esigenza di uno sforzo e di un impegno maggiori.

Troppe volte gli aiuti – che in alcuni casi sono giusti e necessari – appaiono esagerati, falsi, sproporzionati, forieri di una trasformazione psicologica che rischia di portare ad eludere il confronto con i problemi, le difficoltà e talvolta anche le frustrazioni come quella di un voto o di un giudizio negativo.

Scuola “matrigna” VS scuola “mammona”

Speculare alla scuola “matrigna” di un tempo, la scuola “mammona” di oggi rischia davvero di creare una generazione non educata a rispondere alle sfide e ai problemi della propria crescita e del principio di realtà che circonda ognuno di noi e al quale la scuola dovrebbe educare.

Chi non ha sofferto per i voti e i giudizi negativi, per le sfide e le richieste che apparivano talvolta impossibili?

Chi, tra i banchi, non ha sperimentato qualche “no”, talvolta ansia, qualche frustrazione?

Ma forse è proprio anche grazie a questi “no” che siamo cresciuti e una scuola che rinuncia a pronunciarli probabilmente non sarà in grado di far crescere i suoi studenti.

Sul tema della scuola ne abbiamo parlato ampiamente, trovi tutti gli articoli qui.

Foto di copertina by MChe Lee on Unsplash

Nato a Firenze il 25 febbraio del 1970, si è laureato in Lettere con indirizzo storico all'università di Firenze nel 1998. Dal 2001 insegna Lettere alla Scuola Secondaria di primo grado. Nel dicembre del 2014 ha pubblicato il suo romanzo d'esordio, "L'amore al tempo della rete" (Carmignani Ed.). Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati all'interno di raccolte antologiche; un suo articolo è apparso sulla "Antologia" del Lab. Vieusseux nel 2016.

Scarica unità didattica

Argomenti

Go to Top