Intervista a Elena Rocco, ideatrice e Segretario Generale Fondazione Radio Magica Onlus: con la radio education si allenano le soft skill. Programmi creati dai bambini, anche in lingua dei segni italiana (LIS) e CAA.
Nasce da un’idea, da un bisogno e da un desiderio di una mamma, Elena Rocco, Radio Magica, la radio che vuole diffondere il piacere dell’ascolto sin da piccoli. Va “on air” per la prima volta nel 2012 e in questi anni si è arricchita di progetti e proposte che coinvolgono scuole, famiglie, istituzioni. Occhiovolante l’ha contattata per saperne di più.
Elena, come nasce Radio Magica?
Radio Magica nasce al mare, agosto 2009. All’epoca era un’idea, senza un nome e una forma precisa, ma aveva già due ascoltatori garantiti: Enrico, 7 anni e suo fratello Emanuele di 3. Ricordo che all’epoca prima di partire per un viaggio saccheggiavo librerie e biblioteche per trovare audiostorie per bambini. Ad un certo punto mi son detta “Perché non provare a farla una radio per bambini?”. Esistono libri bellissimi per l’infanzia e l’adolescenza che avrebbero potuto facilmente dare vita a un programma radiofonico simile a “Ad Alta Voce” di Rai Radio3 pensato per un pubblico di giovanissimi. Tante idee restano nel cassetto, ma io avevo una supermotivazione: il mio Enrico, che oggi ha quasi 17 anni, e all’epoca iniziava la prima elementare. É nato con una sindrome rara che gli impedisce di leggere, ma non di godersi un buon libro ascoltandolo. Aiutare lui, significava aiutare tanti altri bambini e ragazzi nella sua condizione e, allo stesso tempo, regalare a tutti una radio bella per diffondere il piacere dell’ascolto sin da piccoli. Radio Magica viene inaugurata il 6 dicembre 2012.
Come siete entrati nelle scuole?
Radio Magica entra nella scuola attraverso il passaparola di insegnanti ed educatori che, scoperto il progetto nel 2012, hanno coinvolto come partner in tanti bandi regionali e nazionali. Sono nati così vari percorsi di radio education che prevedono la scrittura creativa e la lettura espressiva di bambini e ragazzi. Dalle loro registrazioni audio nascono podcast che si possono ascoltare sul portale www.radiomagica.org. Oltre ai programmi creati dai bambini, il portale offre anche storie in audio, programmi radio e video storie compresa la versione in lingua dei segni italiana (LIS) per varie fasce d’età (0/6, 6/12 e 12/18). Due colonne portanti di Radio Magica sono Livia De Paolis e Carmelina Di Bella, entrambe specializzate in LIS e operanti all’interno della scuola. Grazie a loro i libri per bambini diventano anche video racconti in LIS. Un altro canale di diffusione prezioso sono e sono stati i convegni dedicati al mondo della scuola. La Rai e i quotidiani nazionali hanno iniziato a parlare di noi, scuole e biblioteche ci invitano a incontri e festival e naturalmente i social hanno contribuito al passaparola. Radio Magica è un bene comune e siamo felici di poter crescere a fianco delle tante scuole che ci ascoltano e ci seguono.
Che progetti avete già realizzato?
Siamo partiti con un’idea semplice: creare una radio che non c’era, e crearla per tutti. Un bene comune da custodire e far crescere con l’aiuto di tanti. Un bene inclusivo, in grado di favorire l’accesso al testo scritto anche a chi non può leggere, o vedere o sentire. L’impegno è stato quello di creare una radio trasversale a tanti bisogni, con l’obiettivo di far scoprire a tutti, anche bambini e ragazzi senza disabilità, quanto possa essere magico l’ascolto di un bel racconto, specie se letto da professionisti della voce. Oltre ai libri in audio e in video LIS messi a disposizione dalle case editrici, abbiamo realizzato programmi radiofonici a puntate scritti da noi (sui miti, sul lessico, …). La web radio, coordinata da Carolina Laperchia, trasmette 24 ore al giorno un palinsesto che viene frequentemente rinnovato. Molte delle storie e dei programmi sono anche disponibili come podcast nella sezione “Ascolta e guarda”. Poi ci sono i programmi realizzati con bambini e ragazzi, grazie ai nostri laboratori di radio education diretti da Giovanna De Appolonia. Imparare a fare la radio è un’ottima palestra per allenare le soft skill (imparare a lavorare in gruppo, parlare in pubblico, ascoltare, …). Negli ultimi due anni è nato #smARTradio, un progetto innovativo per raccontare il patrimonio culturale e naturale dell’Italia attraverso racconti inediti di grandi artisti. Si tratta di un progetto partecipativo, a cui collabora tutta la famiglia: gli autori vengono con Radio Magica in classe eppoi sono bambini con i genitori e gli insegnanti a scegliere gli oggetti del patrimonio del loro territorio a cui lo scrittore dedicherà un racconto. L’obiettivo è costruire tutti assieme un Magnifico Museo dei Bambini e dei Ragazzi, fatto di racconti in audio e video anche in LIS.
Cosa vi piacerebbe realizzare?
Il nostro sogno è far arrivare Radio Magica in tutte le scuole italiane, anche quelle all’estero. Partendo dalla mia esperienza di mamma con un bambino che non può leggere, ho immaginato quanto sarebbe bello che in classe o anche come compito per casa o per le vacanze i bambini e ragazzi potessero ascoltare un racconto. La radio non sostituisce il libro scritto: radio e libri convivono e si rafforzano a vicenda, facendo leva sulle emozioni della parola che prende vita mediante la voce. Anche questa è “magia”. Il sogno che accarezziamo da un po’ è avere un piccolo camper colorato che possa viaggiare per tutta Italia, incontrare bambini e ragazzi, far loro provare la magia della radio e costruire con famiglie e insegnanti una cultura dell’inclusione e della bellezza, forte e partecipativa.
Quali sono le reazioni dei bambini?
Quando la radio entra in classe l’emozione e la curiosità per questo mondo sconosciuto, fatto di cuffie, mixer, microfoni, effetti speciali … è palpabile. Bambini e ragazzi pongono sempre molte domande e si impegnano al massimo, perché sanno che poi compagni, amici e genitori potranno riascoltarli online. La presenza di un microfono in classe provoca reazioni varie e talvolta inaspettate. Dà gioia e soddisfazione vedere quanta motivazione e talento dimostrino bambini con bisogni educativi speciali. Vediamo bambini stranieri che si impegnano tantissimo per parlare bene in italiano e ragazzi spavaldi che davanti al microfono si emozionano, balbettano, perdono il filo del discorso. Il bello della radio education è anche questo: riuscire a stravolgere le dinamiche del quotidiano per creare nuove sinergie ed esperienze di crescita.
Quale l’emozione più grande che provate?
L’emozione più grande è incontrare per strada bambini che ci salutano, chiamandoci per nome. Dicono che ci hanno incontrate a scuola, ad un festival o che ci hanno visto in un video LIS. Ma è anche molto emozionante ricevere telefonate e messaggi da genitori, insegnanti e bambini italiani che vogliono mettersi a servizio della radio per leggere o farci pubblicità o che abitano all’estero e che usano il portale di Radio Magica per restare ancorati al paese che custodiscono nel cuore.
Quale la domanda più curiosa che vi hanno posto i bambini?
I bambini hanno sempre tante domande, vogliono sapere tutto di noi, quanti anni abbiamo, qual è il nostro colore preferito, perché facciamo radio education, dove abbiamo imparato questo mestiere, come si fanno i montaggi audio e video. Le domande più curiose le abbiamo però sentite quando abbiamo portato in classe alle medie degli attori nei panni di grandi scienziati del passato grazie al progetto “Scienziati 2.0” finanziato dal MIUR. I ragazzi sono rimasti affascinati dal ruolo attoriale e dall’interpretazione di Galileo Galilei, Rita Levi Montalcini e tanti altri scienziati, che alla fine della performance si sono tolti le parrucche e hanno dialogato in classe e risposto a domande del tipo: “ma anche tu Leonardo Da Vinci mangi i biscotti a colazione?”.
*Elena Rocco è Ricercatore presso il Dipartimento di Management, Università Ca’ Foscari Venezia e già Delegato del Rettore per le iniziative a supporto dell’assistenza, integrazione e benessere delle persone con disabilità