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Api e biodiversità: attività per bambini, che strizzano l’occhio all’ambiente!

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In occasione delle giornate mondiali delle Api e della Biodiversità, alcune proposte di giochi ed attività educative per imparare fin da piccoli ad avere cura dell’ambiente!

Per tutti coloro che hanno a cuore api, farfalle, piante e più in generale l’ambiente, si avvicinano 2 giornate molto importanti!

Si festeggia infatti il 20 maggio la Giornata Mondiale delle api, mentre il 22 maggio ricorre la Giornata Mondiale della biodiversità.

Giornata mondiale delle api

Scopo della ricorrenza è sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli impollinatori, sulle minacce che questi quotidianamente affrontano (pesticidi al primo posto) e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile. Le api (ma non solo), consentono infatti a molte piante di riprodursi, comprese numerose colture alimentari.

Cliccando qui è possibile consultare e scaricare tanti laboratori e giochi a tema api: sono utili per far familiarizzare i bambini con questi preziosi impollinatori, insegnando loro a rispettarli e a prendersene cura!

Video Party

Altra proposta di attività educativa originale legata al tema delle api, e che esce dall’ambiente classe, è quella di guardare il documentario “Un mondo in pericolo”, disponibile su Prime Video, nella modalità “Video Party”.

In questo modo è infatti possibile condividerne la visione con un massimo di 100 partecipanti, e chattare in contemporanea per discuterne i contenuti!

Giornata mondiale della biodiversità

Dal 22 maggio 1992 (approvazione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica), le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata Internazionale per la Biodiversità.

Lo scopo è quello di evidenziarne l’importanza, ponendo l’attenzione sulle azioni che chiunque può e deve fare ogni giorno per conservare e condividere equamente la natura e i suoi benefici.

A proposito di biodiversità, qui puoi trovare un bell’esperimento educativo per bambini. ll MacaKit  è infatti un kit per allevare le farfalle Macaone dentro casa, vederle trasformarsi da bruco a farfalle e poi lasciarle libere nella natura! Un’esperienza affascinante per tutte le età, per imparare fin da piccoli a rispettare e avere cura dell’ambiente.

Scopri qui la nostra campagna dedicata al tema dell’ecosostenibilità!

Foto di copertina by Kunal Kalra on Unsplash

Laboratorio a tema INCLUSIONE: Emozioni & Empatia

in Attività di classe by

Impariamo a gestire le emozioni con due proposte di attività in classe, finalizzate ad agevolare l’inclusione. Il tutto, sempre grazie alla campagna educativa Più unici che rari!

Dopo il primo laboratorio a tema inclusione torniamo con una seconda proposta, stavolta finalizzata a familiarizzare con il vasto mondo delle emozioni e, perché no, a sviluppare il nostro senso di empatia.

Per fare ciò ci viene di nuovo in aiuto la pluripremiata campagna educativa “Più unici che rari”, promossa da Librì Progetti Educativi in collaborazione con Sanofi, che promuove l’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione nell’ambiente scolastico.

LE EMOZIONI

Perché chiamare in causa le emozioni, per affrontare il tema dell’inclusione? Ce lo spiegano Annalisa Bisconti ed Enrico Ceva, dell’Associazione Italiana  Niemann Pick Onlus, affermando che:

“L’alfabetizzazione emotiva è un percorso di “addestramento” necessario per trasformare il desiderio di fuga in curiosità reciproca: attraverso la conoscenza e la gestione delle emozioni che l’altro suscita in noi, arriviamo a conoscere noi stessi e a comprendere gli altri.”

Il primo passo per aiutare gli alunni a gestire le proprie emozioni è guidarli alla scoperta di ciò che provano loro e che provano gli altri, dando un nome preciso al sentire che vivono. È infatti proprio la mancanza di auto-consapevolezza emotiva a suscitare incomprensioni e conflitti con gli altri.

E non limitiamo il campo alle emozioni positive: anche quelle negative – come la rabbia e la tristezza, la paura e la noia – hanno un ruolo protettivo, avvertendoci che qualcosa non va e correndo ai ripari.

La seguente attività è ottima per guidare gli alunni a conoscere le emozioni e per sostenere lo sviluppo di autoconsapevolezza emotiva, base essenziale per imparare a valorizzare le proprie e altrui unicità , creando così relazioni vere, soddisfacenti e che mirano all’inclusione.

ATTIVITA’: EMOZIONI IN SCENA
  • Obiettivi: conoscere le emozioni, acquisire consapevolezza di come influenzino il comportamento e sviluppare la capacità di rispondervi adeguatamente (Life Skills, area emotiva: consapevolezza di sé emotiva, gestione delle emozioni).
  • Metodologia: lavoro di gruppo, role playing.
  • Strumenti/Materiali: carte delle emozioni, fogli, penne.
  • Discipline: Italiano, Educazione civica.
  • Sul sito: la storia animata “Come stai con la paura”.
  1. Guardiamo la storia animata “Come stai con la paura”, nella sezione “Campagna educativa” di www.piuunicicherari.it , e parliamone insieme.
  2. Contestualizziamo il discorso alla vita degli allievi chiedendo di raccontarci degli episodi in cui hanno avuto paura seguendo questi punti, che scriviamo alla lavagna o sulla LIM: situazione in cui ci si trovava, ciò che l’ha scatenata, come si è manifestata, come ci si è comportati.
  3. Procediamo nello stesso modo con la rabbia, invitando a raccontare le proprie esperienze o situazioni di cui sono stati testimoni. Aggiungiamo questi punti: verso chi era diretta, quali conseguenze ha avuto il comportamento messo in atto, se dopo il comportamento l’emozione è sparita o è rimasta, che cosa ognuno avrebbe voluto fare di diverso.
  4. Dopo il confronto, formiamo piccoli gruppi e facciamo pescare una delle carte delle emozioni per ideare una scenetta sull’emozione estratta, da recitare ai compagni. Chiediamo di usare come canovaccio i punti che abbiamo analizzato durante la discussione iniziale.
  5. Per aumentare la complessità dell’attività o approfondire il lavoro, possiamo chiedere di prevedere delle varianti alla drammatizzazione, modificando la situazione iniziale, i comportamenti, le conseguenze… aggiungendo quindi nuove parti da recitare.
  6. Al termine confrontiamoci: è stato difficile rappresentare le emozioni? Con quale avete avuto maggiori difficoltà? Perché? Inserendo le varianti, come cambiano le rappresentazioni? Le emozioni si modificano al variare delle condizioni/situazioni? E le conseguenze?
  7. Infine riflettiamo su come le emozioni influenzino il comportamento e su quali risposte e reazioni possano non essere funzionali, individuando in gruppo reazioni alternative più adatte.
EMPATIA

Al riconoscere le emozioni altrui si affianca la capacità di essere e mostrarsi empatici. L’empatia è proprio la capacità di riconoscere e comprendere le emozioni, i sentimenti e il punto di vista altrui, mettendosi “nei panni dell’altro”: aspetto essenziale quando si punta all’inclusione.

Ciò comporta un enorme vantaggio sociale: riconoscere le emozioni altrui – e sapere che gli altri sono in grado di leggere le nostre – agevola le interazioni, permette di sentirsi accettati e di accettare gli altri, favorendo quindi relazioni autentiche basate su scambio e reciprocità, rispetto di sé e dell’altro, cooperazione e inclusività reale.

Quello di guidare gli alunni ad analizzare episodi del proprio vissuto in cui hanno mostrato/provato/ricevuto empatia è un ottimo esercizio per spiegare loro che l’empatia non è un comportamento prescritto, ma spontaneo; e che questa  capacità “cresce” insieme a noi via via che impariamo a comprendere l’altro, a prestare attenzione ai suoi bisogni, a tollerare le differenze. L’empatia infatti può essere educata e sviluppata durante l’intero arco della vita.

La seguente attività è ottima per guidare i bambini/ragazzi a sviluppare le proprie capacità empatiche e a prendere consapevolezza che prendersi cura degli altri e imparare ad accettare e rispettare la diversità, propria e altrui, consente di migliorare la qualità delle proprie relazioni e della vita.

ATTIVITA’: PRENDERSI CURA
  • Obiettivi: acquisire comportamenti responsabili e di rispetto verso sé, gli altri e l’ambiente; imparare ad accettare la diversità; favorire supporto reciproco e cooperazione (Life Skills, area relazionale: empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci); sostenere i processi di decision making.
  • Metodologia: lavoro in grande e piccolo gruppo; cooperative learning; apprendimento situato.
  • Strumenti/Materiali: in base alle attività scelte, piccole piante per lo spazio verde (alloro, rovo, biancospino…) o rampicanti; vasi, fioriere, sacchi di iuta; pallet di legno e teli cerati per il giardino verticale; semi e piantine di erbe aromatiche, ortaggi, frutta (fragole, pomodori, piselli, ravanelli, lattuga…); attrezzi per la semina e l’innaffiatura; contenitori di varie dimensioni per la raccolta d’acqua; pezzi di legno e materiali di riciclo per nidi e mangiatoie; briciole di pane e semi per uccelli; materiali informativi reperibili online (tipo di ortaggi o piante adatte al territorio ecc.), fogli, cartelloni, penne, pennarelli, fotocamera.
  • Discipline: Scienze, Geografia, Educazione civica.
  1. Lavoriamo con gli alunni sul concetto di prendersi cura, legato all’attenzione all’altro e all’empatia. In base alle caratteristiche del gruppo e all’età, possiamo organizzare varie attività, modulandone la complessità:
    1. Creare uno spazio verde nella scuola, o arricchire quello presente, piantando specie vegetali adatte al territorio, per esempio alloro, piante che producano bacche o rampicanti; possiamo anche realizzare un “giardino verticale” con dei pallet di legno adeguatamente isolati con dei teli cerati, in cui inserire piantine di erbe aromatiche e fiori.
      – Realizzare un orto nel cortile, in una parte del giardino se presente, o con vasi, fioriere e sacchi di iuta per coltivare erbe aromatiche, ortaggi o piccoli frutti come le fragole, scegliendo le specie in base al territorio e agli spazi.
      – Creare “punti d’acqua”, sia di raccolta dell’acqua piovana, per bagnare le piante presenti a scuola, l’orto o il giardino verticale, sia per fornire un’area di ristoro per le specie animali durante i periodi di siccità, posizionando vaschette d’acqua in zone d’ombra.
      – Costruire dei nidi artificiali o mangiatoie per gli uccelli, per aiutarli a nutrirsi in inverno.
  2. Queste attività consentono agli alunni di sperimentare l’impegno di occuparsi di altri esseri viventi e la gratificazione che se ne ricava (nel raccolto dei frutti del proprio orto, nell’osservare le farfalle e le api attratte dai fiori o gli uccelli che mangiano le briciole dalle mangiatoie), sostenendo lo svilupparsi di attenzione all’altro, supporto reciproco e cooperazione. Inoltre educano alla sostenibilità e alla tutela della biodiversità, aspetti centrali nell’educazione dei futuri cittadini e obiettivi dell’Agenda 2030, e sono occasione di apprendimento situato di quanto affrontato sui libri di testo e di sperimentazione scientifica.
  3. In base al tipo di attività scelta, dividiamo gli alunni in piccoli gruppi, in modo che tutti partecipino alle diverse fasi di realizzazione e si mettano alla prova, turnandosi nei vari momenti e sostenendo i compagni che possono essere in difficoltà in una particolare fase.
  4. Guidiamoli in modo che siano loro stessi a decidere come procedere (quali piante piantare, dove creare i punti d’acqua…), fornendo loro o facendo cercare le informazioni necessarie e sostenendoli nei processi decisionali.
  5. Dopo ogni fase di lavoro, prevediamo un momento di scambio delle loro osservazioni e di confronto su quanto hanno sperimentato e vissuto, sottolineando di volta in volta gli aspetti specifici di attenzione e rispetto verso l’altro da sé. Formalizziamo anche gli elementi legati agli apprendimenti disciplinari, tramite foto che documentino le varie fasi, schede di sintesi e cartelloni.

La campagna “Più unici che rari”, è un laboratorio completo sull’inclusione: il percorso parte dai temi dell’identità e della consapevolezza di sè, prosegue con i temi del riconoscimento delle emozioni e dell’empatia e termina con attività sui temi del bullismo. Prevede inoltre un concorso per le classi, al quale è possibile partecipare entro il 1 marzo 2024.

Per maggiori informazioni: 055.9073999 | scuola@progettiedu.it

SCARICA IL KIT DIDATTICO E PARTECIPA AL CONCORSO!

Foto di copertina Alexas_Fotos su Unsplash

La sostenibilità tra i banchi di scuola

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Insegnare ad avere cura dell’ambiente è ormai sempre più necessario: le dritte per affrontare il tema della sostenibilità in classe!

Sempre più quello della sostenibilità appare un tema non solo necessario ma urgente da affrontare, in ogni ambito.

A maggior ragione tra i banchi di scuola, dove i bambini appaiono sicuramente più ricettivi rispetto agli adulti, per i quali cambiare atteggiamenti radicati negli anni è decisamente più complicato.

Abbiamo già avuto modo di proporre qui alcune attività per bambini sul tema della sostenibilità, il quale può apparire un tema anche piuttosto complesso:

  • il risparmio energetico
  • l’inquinamento ambientale
  • la tutela e la salvaguardia del nostro pianeta

Ecco perché è necessario, con i bambini, riportare il tutto ad una dimensione più vicina e quotidiana, facendo loro capire l’importanza dei piccoli gesti.

La raccolta differenziata, il cibo che non va sprecato: attenzioni che nel loro piccolo possono portare a grandi risultati.

Qui puoi trovare ben 23 attività pratiche che stimoleranno i bambini sul tema della sostenibilità, e che li aiuteranno a comprendere realmente cosa significhi rispettare l’ambiente!

Inoltre, ecco di seguito 2 attività didattiche dedicate al tema della sostenibilità, e che consentono ciascuna di assolvere alle 33 ore di educazione civica.

IDEA PLASTICA

Il progetto IDEA PLASTICA, in collaborazione con COREPLA, è dedicato a tutte le classi delle scuole secondarie di 1° grado nazionali.

 L’obiettivo è quello di sensibilizzare al tema della sostenibilità e della salvaguardia del nostro ambiente; attenzione particolare va alle azioni volte alla raccolta della plastica e al suo riciclo e riutilizzo, affrontando il tema dell’economia circolare.

La guida presente nel kit – che affianca la lettura del graphic novel Detective Catch e il caso plastiche – è lo strumento didattico della campagna educativa con cui potrai affrontare in classe l’argomento plastiche.

Nelle sue pagine troverai sia spunti per approfondimenti interdisciplinari, sia attività didattiche corredate da obiettivi e materiali per stimolare i ragazzi sul tema della sostenibilità.

FUTURO

La campagna educativa FUTURA è realizzata in collaborazione con Fondazione Ambienta, ed è rivolta alle classi della scuola secondaria di I e II grado.

L’obiettivo è raccontare come uno sviluppo industriale sostenibile e rispettoso delle risorse ambientali non solo è possibile, ma è anche un’occasione unica e importante per le nuove generazioni.

FUTURO ha un taglio non solo divulgativo ed educativo ma anche socio-economico. Un progetto su temi molto concreti, con case history di successo, che dimostrano come, a fronte del contesto ambientale ed energetico in cui viviamo, il tessuto industriale italiano (ed europeo) sia stato in grado di trovare soluzioni innovative e brillanti in moltissimi campi.

Per ulteriori informazioni sulle campagne educative, clicca qui:

IDEA PLASTICA

FUTURO

Foto di copertina by Noah Buscher on Unsplash

Green Action Squad: i risultati delle challenge

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Seguendo i goals dell’Agenda 2030 e le indicazioni della campagna educativa GREEN ACTION SQUAD, 400 ragazzi e ragazze tra gli 11 e 13 anni sono arrivati a raggiungere dei risultati incredibili. Ecco il resoconto!

Abbiamo avuto modo di parlarvi qui di Green Action Squad, la campagna educativa realizzata da Librì in collaborazione con FRoSTA, che ha portato nelle scuole il tema dell’eco-sostenibilità.

Obiettivo della campagna, come ci ha raccontato Gianluca Mastrocola, Amministratore Delegato FRoSTA, è stato:

non solo educare e sensibilizzare ai temi ambientali, bensì stimolare i giovani a mettersi in discussione e “sporcarsi le mani”, agendo in prima persona e – soprattutto – riflettendo all’impatto dei comportamenti di oggi per trovare nuovi modi di agire nel rispetto del pianeta e degli altri.

La campagna educativa ha dunque invitato gli studenti a fare squadra, difendendo l’ambiente e il nostro pianeta attraverso 4 challenge: aria, acqua, terra e cibo.

I risultati

Ed eccoci dunque arrivati alla conclusione del percorso che ha coinvolto 400 studenti in questi mesi, e alla lettura dei risultati.

In generale, tutti si sono impegnati nella riduzione dei quantitativi di CO2 nell’aria e dell’uso di plastica, e nell’incrementare le biodiversità sul loro territorio.

Nello specifico, i 250 ragazzi e ragazze – supportati da professori e famiglie – che hanno partecipato alle challenge ARIA e CIBO, in una settimana hanno ottenuto una riduzione di circa 50.000 Kg/Km di CO2 sui loro territori!

Altri 175 ragazzi che hanno partecipato alla Challenge ACQUA, hanno raggiunto in una settimana una riduzione della plastica di ben 43,6 kg!

Numeri incredibili raggiunti mettendo in atto piccole ma significative azioni sostenibili nel loro vivere quotidiano, come:

  • scegliere di andare a scuola a piedi, in bicicletta o con un mezzo pubblico, rinunciando alla comodità dell’auto
  • consumare cibi del territorio o a filiera corta
  • diminuire l’utilizzo di materiali plastici

 Al di là dei numeri, poi, risulta evidente come il coinvolgimento dei più giovani sia uno degli strumenti più importanti per la salvaguardia del nostro pianeta.

Le testimonianze

L’ entusiasmo e la soddisfazione dei ragazzi e delle ragazze che hanno partecipato all’attività è stato notevole, come loro stessi ci hanno scritto:

Queste challenge mi hanno fatto capire che anche se facciamo un piccolo gesto possiamo salvare il
pianeta che stiamo distruggendo. Se usiamo le bottiglie di vetro al posto di quelle di plastica,
l’acqua la possiamo bere lo stesso. Se al posto di buttare i rifiuti per terra, li mettiamo dove è
giusto si possono riciclare.
(DAVIDE)

Secondo me queste challenge sono servite a farci crescere ecologicamente e a sprecare meno
plastica, migliorando il mondo intero. Abbiamo capito che anche se diamo un piccolo contributo
comunque facciamo la differenza.
(EVAN)


Con questa esperienza, abbiamo avuto dei risultati seguendo le missioni. Ho capito che con un piccolo gesto e un po’ di ragionamento, sono riuscita a consumare di meno rispetto a quanto consumavo prima. (CRISTINA)

Abbiamo anche potuto intervistare alcuni dei docenti coinvolti nella campagna Green Action Squad. Nel video che segue, eccoli orgogliosi nel constatare come gli studenti siano riusciti a fare squadra per salvare il pianeta. Come? Lavorando insieme al raggiungimento di un obiettivo comune per loro così sfidante.

Green Action Squad: uno stile di vita più sostenibile è possibile, parola di FRoSTA!

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Cosa possiamo fare per l’ambiente? Lo scopriamo con FRoSTA e la campagna educativa Green Action Squad. 4 Challenge per salvare il pianeta.

FRoSTA srl, società italiana dell’omonimo gruppo tedesco di prodotti surgelati, e Librì Progetti Educativi, hanno portato nelle scuole l’importante tema dell’eco-sostenibilità, grazie alla campagna educativa Green Action Squad. Ne parliamo con Gianluca Mastrocola, Amministratore Delagato di FRoSTA Italia, che ci svela non solo quanto il tema della sostenibilità stia particolarmente a cuore all’azienda, ma anche quanto questa reputi le giovani generazioni la più grande risorsa a cui dare ascolto.

Gianluca Mastrocola, Amministratore Delegato FRoSTA

Cosa significa, per FRoSTA, “sostenibilità”?

Oggi tutti parlano di sostenibilità, ma per noi sostenibilità non è solo una parola d’ordine, ma una preoccupazione vera e sincera perché la crisi climatica è anche la crisi alimentare. Le scelte alimentari incidono sul clima e il cambiamento climatico incide sulla produzione alimentare. I nostri prodotto vengono dal mare e dalla terra, e proprio per questo non possiamo rimanere indifferenti ai problemi ambientali.

Questo impegno lo abbiamo iniziato a concretizzare nel 2003 con l’adesione al Purity Command, ovvero una dichiarazione d’intenti, che sposa la scelta 100% naturale e l’impatto ambientale come responsabilità e filosofia aziendale.

Il nostro percorso è focalizzato sulla naturalezza e sulla sostenibilità e investe davvero tutti gli ambiti di produzione, dalla scelta degli ingredienti e delle ricette – prive di additivi, aromi, emulsionanti –  dalla pesca, dalla coltivazione, allo stoccaggio, alla produzione, alla conservazione, alla distribuzione fino ad arrivare allo smaltimento del packaging che deve essere anch’esso sostenibile.

Il nostro impegno è rendere l’impatto generato e la catena del freddo FRoSTA la più sostenibile possibile, e riusciamo a farlo ricorrendo a metodi produttivi che utilizzano energia verde ed evitano le colture in serre, e rinunciando al trasporto aereo degli ingredienti.

Quali sono i vostri progetti concreti messi in atto sul tema?

Noi di FRoSTA agiamo non solo lungo l’intera filiera produttiva, ma collaboriamo anche con associazioni, istituzioni, mondo scolastico, enti di ricerca e cittadinanza attiva; questo perché crediamo che le sfide ambientali e sociali sono talmente grandi e talmente importanti che soltanto mettendo insieme attori dalle competenze diverse si potrà produrre cambiamento.

Sentiamo la necessità di fare azioni di sensibilizzazione e azione sul territorio: per questo abbiamo lanciato il progetto FRoSTA, AMICA DELLA NATURA in collaborazione con Legambiente.

Un percorso che tocca tanti temi: dalla protezione della biodiversità e delle api con la campagna SAVE THE QUEEN,  alla lotta al cambiamento climatico attraverso il progetto LA CAROVANA DEI GHIACCIAI, che documenta gli effetti dei cambiamenti climatici sui nostri ghiacciai e promuovere la tutela della montagna di alta quota. Tante azioni, un unico obiettivo: difendere quello che abbiamo di più prezioso: il nostro pianeta.

FRoSTA crede nelle future generazioni, e lo ha dimostrato con una campagna che si è rivolta proprio alle scuole, e che mira ad insegnare buone abitudini che possano continuare anche a campagna conclusa: può parlarci di GREEN ACTION SQUAD?

I giovani da tempo stanno gridando ai potenti della terra di agire responsabilmente anche nell’ultimo incontro dedicato a questo, la COP26.

È quindi indubbio che siano loro la nostra più grande risorsa a cui dare ascolto. Ma i nostri giovani hanno bisogno di formazione e soprattutto di strumenti per capire come agire e dove dirottare le proprie energie che sposano così alti ideali.

Green Action Squad fa proprio questo, partendo dal presupposto che ognuno di noi può contribuire ad una società più sostenibile, con piccoli gesti quotidiani.

L’obiettivo non è solo educare e sensibilizzare ai temi ambientali, bensì stimolare i giovani a mettersi in discussione e “sporcarsi le mani”, agendo in prima persona e – soprattutto – riflettendo all’impatto dei comportamenti di oggi per trovare nuovi modi di agire nel rispetto del pianeta e degli altri.

www.greenactionsquad.it invita, dunque, i ragazzi e le ragazze a fare squadra, ad entrare in azione in difesa dell’ambiente e del nostro pianeta attraverso le 4 missioni: aria, acqua, terra e cibo. Perché se è vero che ognuno di noi può fare la differenza, è anche che l’unione fa davvero la forza per generare un impatto positivo nella realtà in cui viviamo.

A bordo della campagna, un partner importante: il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Può dirci qualcosa in merito a questa collaborazione? 

Come già anticipato, crediamo nell’importanza di fare rete con attori importanti che, da anni, sono impegnati nel monitoraggio e nella salvaguardia della natura.

Grazie al progetto Green Action Squad abbiamo avuto il piacere di iniziare a collaborare con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Una collaborazione nata dalla sfida di incentivare la consapevolezza e la capacità di agire dei ragazzi, ma che anche a noi dell’azienda ha insegnato molto, soprattutto rispetto alla necessità di ripensare a nuovi comportamenti più sostenibili da adottare.  

Ed è proprio con i ricercatori del CNR che abbiamo creato un calendario di 4 appuntamenti formativi (webinar) per i docenti, volti ad approfondire le grandi tematiche ambientali e ad offrire strumenti scientifici per lavorare in classe con gli studenti.

Il 22 aprile 2022, giornata mondiale della terra, assieme a Librì ed al CNR presenteremo i risultati del monitoraggio sulle nuove azioni portate avanti dai ragazzi, che sono sicuro ispireranno anche noi grandi ad agire diversamente nel nostro quotidiano.  

Per tutti i docenti interessati ai webinar formativi in collaborazione con il CNR,
qui è possibile prenotarsi per partecipare!

Quando una classe diventa un laboratorio di gentilezza

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Laboratorio di gentilezza: alla scoperta di parole gentili ed emozioni, con la I B della Scuola Secondaria di I Grado “G. Pascoli” di Grosseto

Quest’anno la IB della Scuola Secondaria di I Grado “G. Pascoli” di Grosseto, insieme alla sua insegnante di lettere, la professoressa Francesca Roggi, ha realizzato in classe un percorso originale, diverso, dedicato alla gentilezza. Un vero e proprio laboratorio di gentilezza.

Un percorso fertile, potremmo definirlo, che ha subito ricevuto il sostegno della dirigente scolastica, la dottoressa Laura Superchi, e che ha permesso di seminare tante parole nel cuore dei ragazzi. Parole che col tempo, ne sono certo, daranno i loro frutti.

Gli studenti hanno letto insieme Gentile come te, edito da Librì progetti educativi, per poi discuterne in classe le tematiche più importanti. Il momento conclusivo del percorso è stato il nostro incontro, durante il quale le ragazze e i ragazzi della I B hanno deciso di diventare rivoluzionari.

Sì, rivoluzionari, disposti a cambiare punto di vista, a vedere persone e avvenimenti da diverse angolazioni. Perché è questa la chiave per capire meglio gli altri, e di conseguenza anche noi stessi.

Proviamo dunque a essere rivoluzionari con le parole.

Diversità

Diversità, siamo partiti da qui. Una parola che fa paura, spesso usata in maniera dispregiativa, per attaccare, per allontanarci. Una parola che comunichiamo anche con i gesti, con gli sguardi, ogni volta che escludiamo qualcuno. Perché allora non provare a usarla in modo rivoluzionario?

La verità è che ognuno di noi è diverso dall’altro, dagli amici, dai familiari, perché ognuno di noi è unico e irripetibile. Abbiamo scoperto che anche la nostra Costituzione, all’art. 3, non ci dice che siamo tutti uguali, anzi!

Ci dice che, pur avendo pari diritti e pari dignità, abbiamo la libertà di essere diversi per sesso, razza, lingua, religione, opinioni, condizione personale o sociale.

Abbiamo pensato alla classe come a un habitat, un luogo dove tanti organismi diversi – gli studenti – vivono in equilibrio.

E con stupore ci siamo accorti che così come un habitat è più forte quando al suo interno c’è una maggiore biodiversità, allo stesso modo una classe diventa più forte e compatta – un luogo migliore – quando al suo interno si respira tanta diversità.

Solitudine

Solitudine è una parola che ci ha fatto riflettere, perché è un’emozione che accompagna molte ragazze e molti ragazzi di questa età. Sentirsi soli è la cosa più terribile che ci sia, dice la protagonista del libro, e tutti erano d’accordo.

È come una specie di virus, un male invisibile che ti entra dentro e ti si attacca alle cellule, succhiandoti la vita. E può avvenire sempre: anche quando siamo in mezzo agli altri.

Succede quando non ci sentiamo capiti, quando non ci sentiamo considerati, quando ci sentiamo esclusi e abbiamo paura di tirare fuori quello che abbiamo dentro.

Parlando di solitudine, abbiamo compreso – ecco cosa vuol dire essere rivoluzionari! – che il modo per contrastarla è allenarsi ad ascoltare gli altri. Quindi a usare la gentilezza, la solidarietà, valori che diventano bussole, strumenti per non perdersi nell’avventuroso percorso di crescita.

Aiuto

Aiuto è una parola che ha messo in moto tante emozioni. Tutti i ragazzi hanno detto di essere pronti ad aiutare i compagni in difficoltà, lo hanno detto con le parole e con lo sguardo. Ma siamo sempre in grado di capire quando qualcuno ha bisogno di noi?

Non sempre chi si sente in pericolo è in grado di chiedere aiuto: qualche volta lo fa solo con lo sguardo, con i gesti, con il comportamento, tendendo a chiudersi, a fuggire, oppure a diventare aggressivo.

Per aiutarlo, sta a noi diventare rivoluzionari e cambiare punto di vista, solo così possiamo vedere meglio quello che accade intorno a noi. Abbiamo capito anche che qualche volta, quando notiamo un campanello d’allarme, può essere una buona idea chiedere l’aiuto di un adulto, di un professore, di un genitore.

Bullismo è una parola che nasconde una terribile trappola: tutti pensiamo di esserne immuni, che la cosa non ci possa riguardare da vicino, che a noi non accadrà mai! Ma è veramente così?

O forse è meglio rimanere con gli occhi aperti? Parlandone insieme, ci siamo accorti che non sempre è facile comprendere la differenza tra uno scherzo e un atto di bullismo. Questo perché il bullismo ha varie forme, alcune più brutali ed evidenti, come una percossa: quelle sì che sappiamo riconoscerle! Altre invece sono più labili e invisibili.

E si possono nascondere dietro scherzi ripetuti, soprannomi, prese in giro all’uscita della scuola e nella chat di classe.

Essere rivoluzionario significa ricordarsi sempre che una cosa pericolosa non va mai sottovalutata. Perché il bullismo è capace di assumere strane forme, e può portare le persone a fare cose inimmaginabili, sia chi lo commette sia chi lo subisce.

Amore

Amore è una parola che non poteva mancare. Questa è un’età in cui cambia il modo di vedere il mondo, e cambiano anche gli occhi con cui guardiamo gli altri. Non è però sempre facile fare i conti con le proprie emozioni e con i propri sentimenti.

Ci possiamo sentire inadeguati, sia nel fisico sia nel carattere. Eppure, i sentimenti ci sono. Sbucano dal cuore e chiedono di essere ascoltati.

Con le ragazze e i ragazzi della I B abbiamo parlato della storia di Matilde, tratta da Gentile come te, e di come l’amore abbia sempre a che fare con il rispetto, un’altra splendida parola che ci ha permesso di parlare di pregiudizi, di tutto quello che infesta le nostre menti: e abbiamo scoperto che i pregiudizi più famosi e terribili a questa età sono quelli di genere, quelli che ci dicono cosa può fare e dire una ragazza, e cosa può fare e dire un ragazzo.

Essere rivoluzionari significa non dar retta ai pregiudizi che, vecchi di millenni, si attaccano alle cose più belle che abbiamo: all’amicizia, ai nostri progetti, all’amore. E li trasformano in cose brutte.

Gentilezza

Gentilezza è l’ultima parola di cui abbiamo parlato, perché ci sembrava giusto terminare con lei, che alla fine le abbraccia tutte. E davvero ci siamo accorti che si tratta di un antidoto portentoso: “La gentilezza è come un antidoto, una specie di vaccino capace di combattere non solo il virus della solitudine, ma anche quello dell’ignoranza, del razzismo, dell’indifferenza”.

Grazie alle ragazze e ai ragazzi della I B perché sapranno portare quello che hanno imparato fuori dalla loro classe, ne sono certo. Grazie alla dirigente scolastica Laura Superchi, per la fiducia che ci ha dato e per la capacità di immaginare una scuola migliore.

Grazie alla professoressa Francesca Roggi, perché sa coltivare le menti e i cuori dei suoi studenti, e questo significa davvero essere un insegnante. A presto.

Come sta il mare?

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Dalle isole di plastica al più recente Plasticrust: capiamo la situazione del mare, e cosa fare per aiutarlo!

Alzi la mano chi, pensando all’estate, non immagina già la gioia del primo tuffo in mare! Cristallino e calmo, o mosso con onde a cavalcare, con sassi o sabbia su cui poggiare i piedi: immergersi in mare regala una sensazione di leggerezza impagabile!

Ma come sta il mare? Come stanno gli oceani? Avevamo già accennato all’argomento qui, ma è bene approfondirlo, considerando anche che il loro stato di salute interessa poi anche la nostra.

Il nostro mare

Purtroppo non se la passa per niente bene il nostro mare, visto che da una ricerca dell’Istituto Oikos – organizzazione non-profit impegnata in Europa e nei paesi del Sud del mondo nella tutela della biodiversità e per la diffusione di modelli di vita più sostenibili – è emerso che circa 53 mila tonnellate di plastica, ogni anno, vengono riversate nel Mar Mediterraneo, di cui ben l’80% è dispersa a terra.  

Come ci arrivano i rifiuti in mare? Semplice: sparsi per monti, boschi e valli, grazie a fiumi e torrenti – che agiscono da veri e propri nastri trasportatori – i rifiuti arrivano dritti fino al mare e all’oceano.

Isole di plastica

Ad oggi nel mondo se ne contano 7: vere e proprie discariche galleggianti intrappolate in vortici acquatici, in cui confluiscono milioni di tonnellate di rifiuti, derivanti per gran parte dai più grandi fiumi del pianeta: Yangtze, Xi e Huanpu  (Cina), Gange  (India), Oyono  (Nigeria), Brantas e Solo (Indonesia), Rio delle Amazzoni (Brasile), Pasig (Filippine) e Irrawaddy (Birmania).

La più grande – denominata il Great Pacific Garbage Patch – si trova nell’oceano Pacifico, tra la California e l’Arcipelago Hawaiano, e si stima che potrebbe occupare dai 700 mila km2 fino ai 10 milioni di km2. Ovvero, quanto la Penisola Iberica, o gli Stati Uniti d’America.

Ma non occorre andare in mari o oceani troppo lontani, per trovarne una: tra la Corsica e l’Isola d’Elba, nel mar Tirreno, Legambiente ha infatti segnalato la presenza di un’isola di plastica monouso, che Greenpeace ha quantificato in ben ottanta tonnellate di plastica.

10 rivers 1 ocean

Dopo aver attraversato gli oceani a remi e il deserto del Sahara e gli Stati Uniti di corsa, l’esploratore e avventuriero Alex Bellini è partito nel 2019 per quello che probabilmente sarà il suo viaggio più incredibile: quello nel mondo sommerso dalla plastica.

A bordo di imbarcazioni improvvisate e da lui stesso costruite (con materiali riciclati), ha dato vita alla campagna “10 rivers 1 ocean”, partendo dal Gange per poi discendere successivamente i 10 fiumi più inquinati del mondo; arrivando, nel 2022, fino al Great Pacific Garbage Patch.

Al grido di #weareallinthesameboat, l’hashtag scelto per comunicare la campagna sui social, Alex lancia un messaggio sull’urgenza di affrontare il problema della plastica (ma anche di tutti i rifiuti in generale) nei mari, problema che, come lui dice:  

“ci unisce e va oltre le divisioni religiose, linguistiche, culturali, politiche o economiche”.

Un problema che ci unisce

Ed è proprio così: quello dell’inquinamento degli oceaniè un problema che non tocca solo (come sa già non fosse comunque abbastanza) la sfera ambientale, ma anche, come dicevamo, la salute di tutti noi.

Le microplastiche che abbiamo visto finire nei fiumi e poi nei mari, arrivano a mescolarsi con il plancton, alla base della catena alimentare delle creature marine. Creature che noi peschiamo, e mangiamo.

Il Plasticrust

Altro fenomeno legato all’inquinamento dell’ecosistema marino, recentemente venuto alla luce, è quello del Plasticrust.

Nel 2016, un gruppo di ricercatori portoghesi del “Marine and Environmental Sciences Centre” di Coimbra, ha osservato delle strane incrostazioni colorate sulle scogliere vulcaniche dell’Isola di Madeira, che dopo solo 3 anni sono passate da un singolo avvistamento, a ricoprire quasi il 10% della superficie rocciosa.

Di cosa si tratta? Analisi chimiche del materiale hanno rivelato che si tratta di polietilene (PET): probabilmente le incrostazioni hanno avuto origine dallo schianto di grossi pezzi di plastica sulla roccia.

Il “plasticrust”, a Madeira, sta così lentamente (ma non troppo) sostituendo le incrostazioni biologiche sulle rocce, superfici su cui organismi marini, come i cirripedi e le lumache di mare vivono, e si nutrono.

Cosa possiamo fare?

Dunque la situazione è molto, molto seria. Oltre a campagne ad hoc di grandi ONG e progetti e sperimentazioni avviate sui fiumi e nei mari in sinergia con le istituzioni da parte del Consorzio Corepla, in prima linea nel sensibilizzare i cittadini, le imprese e i Comuni alla corretta gestione degli imballaggi in plastica, sono stati scoperti enzimi, batteri e larve di insetti capaci di digerire determinate plastiche, il che lascia ben sperare.

Ma la soluzione che ci permetterebbe di andare avanti senza rivedere le nostre abitudini,  non esiste.

Ecco perché è necessario ripensare i nostri comportamenti e modi di fare. A partire dal non gettare più rifiuti in plastica per terra (che, come si è visto, poi raggiungono il mare), fino al fare con coscienza la raccolta differenziata. Per gli animali, per la natura.

Tutto questo, anche, per continuare a tuffarci in un mare blu. Noi, e le generazioni future.

Photo copertina by frank mckenna on Unsplash

Come parlare di diversità con i libri!

in Bisogni Educativi Speciali by
6 storie per parlare in modo originale e divertente di diversità con le bambine e i bambini della scuola primaria

Un toro, un lupo, una capretta e un cane, ma anche una bambina fatta di burro e una fatta di carta, senza dimenticare le ragazze e i ragazzi della III C. Sono questi i protagonisti delle 6 storie che possiamo leggere in classe per affrontare in modo originale – e anche divertente – il tema della diversità.

Perché portare in classe questo tema?

La risposta è semplice: troppo spesso si tende a creare modelli, e quindi a omologare, a uniformare i gusti, i desideri. Così le diversità divengono qualcosa da allontanare, da coprire, nascondere, o addirittura di cui vergognarsi.

Il messaggio che passa alle bambine e ai bambini è chiaro: abituate i vostri occhi a riconoscere le somiglianze, cercate di essere il più possibile simili tra di voi.

Eppure, credo che i più piccoli debbano compiere il percorso inverso, che i loro occhi – più che le somiglianze – debbano formarsi a riconoscere le diversità, fisiche e caratteriali.

Perché imparare a cogliere le diversità è l’unico modo per comprendere meglio non solo il mondo intorno a noi, ma anche e soprattutto noi stessi. È un viaggio, che ci porta a riconoscere l’unicità di ognuno, ma anche l’unico modo per fare nascere conoscenza e rispetto.

«Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi», diceva Proust.

Che buffo, sembra di parlare della biodiversità. Ma non dobbiamo dimenticare che biodiversità significa ricchezza, perché è grazie a lei che un ecosistema è più forte. E questo, ne sono convinto, vale anche quando l’ecosistema di cui stiamo parlando è una classe.

Non a caso, prima, ho usato il verbo imparare – imparare a cogliere le somiglianze. Il motivo? Perché non è una cosa innata.

E come avviene per tanti altri valori, come la gentilezza, anche il riconoscimento e l’accoglienza delle diversità passano attraverso un’abitudine.

L’abitudine a saper vedere ciò che è differente, lontano, straordinario; e poi a comprenderlo, avvicinarlo e scoprirlo per quello che è; e infine a farlo entrare nella nostra realtà.

Ecco, questo è l’unico percorso per combattere il razzismo e la paura dell’altro, per far nascere nelle classi il rispetto e l’accoglienza.

Chi può aiutarci in questo viaggio? Un libro, naturalmente. Perché nessuno è più diverso, lontano e straordinario di un libro. Ecco allora 6 letture da fare in classe, per avvicinare i più piccoli a riconoscere la loro unicità, e a darle valore.

Per il primo ciclo della primaria:

Munro Leaf, La storia del toro Ferdinando, Fabbri 2017. La favola di Ferdinando, il giovane toro che preferisce il profumo di un fiore alla violenza della corrida. Un libro messo al bando nella Spagna di Franco e nella Germania di Hitler, che ha conquistato negli anni i cuori di grandi e piccini.

Yuichi Kimura, In una notte di temporale, Salani 2017. Il racconto di una sorprendente amicizia. Un lupo e una capretta si rifugiano in una capanna abbandonata. La tempesta infuria, la pioggia scroscia e il buio è totale: nasce così un’amicizia unica che dovrà resistere a mille avversità.

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Beatrice Masini, La bambina di burro e altre storie di bambini strani, Einaudi 2016. La bambina di burro che non può uscire perché rischia di sciogliersi, il bambino di carta che tende a volar via. Storie di bambini fuori dal comune, fatti di materiali poco bambineschi, che trovano sempre un modo brillante per essere se stessi.

Per il secondo ciclo della primaria:

Elisabetta Gnone, Olga di carta, Salani 2018. Olga Papel ha una dote speciale: sa raccontare incredibili storie, che dice d’aver vissuto. Finché un giorno, decide di raccontare la storia della bambina di carta che lasciò il suo villaggio per andare a chiedere alla maga Ausolia di diventare una bambina di carne e ossa.

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Fabio Leocata, Anna & Bibo. Un cucciolo da salvare, Bookabook 2021. Bibo è un cucciolo goffo, ha la forma di un salsicciotto ed è una vera peste. Così la famiglia Secchielli lo porta a scuola di buone maniere, nel prestigioso Istituto Svizzero per Cani. Una divertente storia sul valore dell’amicizia e sulla diversità.

Sabrina Rondinelli, Più unici che rari, Librì Progetti Educativi 2019. Le ragazze e i ragazzi della III C insieme parlano, scherzano, litigano, a volte soffrono, ma si sostengono e si vogliono bene. Una storia a più voci, in cui sarà proprio la diversità a trasformarsi in una ricchezza per il gruppo intero.

Creare un’ecosfera in un barattolo

in Attività di classe by
Coinvolgiamo la classe in un divertente esperimento sulla biodiversità: creiamo una vera ecosfera all’interno di un barattolo di vetro

Poter realizzare un’ecosfera in un barattolo e vedere da vicino come si forma e si sviluppa la biodiversità rappresenta per le ragazze e i ragazzi il modo migliore per avvicinarsi a un argomento scientifico così importante e straordinario. È quello che ha fatto uno youtuber inglese specializzato nella realizzazione di ecosfere, terrari, acquari e paludari: un modo diverso per studiare alcuni argomenti scientifici, un’idea che i docenti potrebbero portare con successo nelle classi e nei laboratori scolastici.

Di cosa c’è bisogno per creare l’ecosfera in un barattolo? Terriccio per stagni, sabbia per orticoltura, alcune piante, acqua e naturalmente un contenitore in vetro, tutti elementi facili da procurare e da portare in classe.


Per capire invece come procedere passo passo nella realizzazione, bisogna guardare il video qui sotto:


Il risultato è incredibile: un’ecosfera ricca di biodiversità, che possiamo conservare anche all’interno di una classe, e che possiamo osservare giorno dopo giorno.


Per comprendere meglio l’importanza dell’esperimento e poterlo raccontare agli studenti, abbiamo posto alcune domande alla dottoressa Maria Costanza Andrenelli, geologa e ricercatore presso il CREA-AA Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente – Firenze.

Grazie dottoressa. La prima domanda è quella che qualsiasi studente le farebbe dopo aver visto questo video: com’è possibile creare una simile concentrazione di biodiversità con elementi così semplici?

Come fa ben notare la Commissione Europea “In una manciata di terra (100 g) possiamo trovare un mondo di organismi viventi”: oltre 10.000 specie tra batteri, funghi, insetti, protozoi e nematodi oltre a radici di piante ed ife fungine.

Ci può spiegare qual è il ruolo del terriccio di base?

I batteri di batteri decompositori presenti in abbondanza nel terriccio producono un nutrimento facilmente assimilabile da parte delle piante.

Che tipo di piante potrebbero usare gli insegnanti e gli studenti per realizzare l’ecosfera?

Piante palustri comuni, se si predispone un settore con disponibilità costante di acqua, altrimenti una pianta tipo edera o dicondra, seminata.

Come potrebbero organizzare gli studenti le osservazioni e quali sono gli elementi, secondo lei, più importanti da prendere in considerazione?

Se l’ecosfera prevede solo l’inserimento di piante, allora l’attenzione dovrà essere riposta sullo sviluppo vegetativo della pianta dalla germinazione fino alla fase di senescenza, ma anche sul ciclo vitale giornaliero della traspirazione e respirazione.

Grazie e buon lavoro!

Orti botanici : 5 spunti per delle piccole gite educative

in Attività di classe by
Un viaggio alla scoperta di 5 orti botanici tra i più belli e spettacolari d’Italia.

In Italia sono tanti i tesori nascosti da visitare, tra questi vi sono sicuramente gli orti botanici, luoghi straordinari, che rappresentano delle mete ideali per una gita con bambini e ragazzi. Gli orti botanici sono dei veri e propri musei viventi, dove grandi e piccoli possono fare incredibili scoperte e trascorrere del tempo all’aria aperta.

Ecco una lista di 5 orti botanici italiani, tra i più importanti e belli, che meritano una visita.

1. Orto botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”

Si sviluppa in 2.400 metri quadrati e raccoglie oltre 1.200 tipologie di piante, molte delle quali sono state poste in microhabitat che riproducono ambienti naturali. Oltre all’orto nella città alta – da dove si può ammirare un bellissimo panorama sulla città di Bergamo e sulle Prealpi – è stata realizzata ad Astino la Valle della Biodiversità, una realtà unica in Italia per mostrare concretamente la diversità delle piante alimentari.

Per informazioni https://www.ortobotanicodibergamo.it.

2. Orto botanico di Messina “Pietro Castelli”

Posto nel cuore della città, si estende per circa 8.000 metri quadrati e raccoglie varie tipologie di piante. Grazie al clima mite dell’isola, qui è possibile ammirare tante specie esotiche, tropicali e subtropicali, oltre a molti alberi e arbusti tipici della vegetazione mediterranea. Non mancano serre e un giardino roccioso all’aperto.

Per informazioni http://www.ortobotanico.messina.it.

3. Orto botanico di Roma “Tor vergata”

Nato a metà degli anni 80 del secolo scorso, presenta diverse aree che danno la possibilità ai visitatori di compiere molte esperienze. Intorno al Centro per la conservazione del germoplasma, si sviluppano i giardini tematici, quelli fossili e il Giardino biblico, e poi le serre e le zone con le piante officinali. Nel 2015 sono state piantate circa 150 specie di querce: il progetto è poter conservare qui tutte le specie di quercia esistenti al mondo.

Per informazioni  http://bio.uniroma2.it/ortobotanico/

4. Giardino Alpino Monte Bianco “Saussurea”

È il giardino botanico più alto d’Europa, con i suoi 2.173 metri d’altitudine, e prende il nome dal fiore Saussurea alpina. Presenta due diverse zone visitabili. La prima con delle roccere artificiali, in cui sono coltivate specie vegetali suddivise per provenienza. La seconda invece è stata lasciata a pascolo alpino, con molte specie spontanee.
Per informazioni https://www.saussurea.it

5. Orto Botanico di Firenze “Giardino dei Semplici”

Fondato nel dicembre del 1545 da Cosimo I de’ Medici, come giardino di piante medicinali (i semplici), è il terzo orto botanico più antico al mondo. Posto nel centro storico di Firenze, presenta una vasta tipologia di specie vegetali: dalle piante alimentari alle aiuole con quelle medicinali e velenose, fino alle specie esotiche. Sono inoltre presenti vasche con piante acquatiche, un giardino zen e delle grandi serre.
Per informazioni https://www.sma.unifi.it/vp-244-orto-botanico.html

Si ringrazia per la consulenza scientifica, la dottoressa Marina Clauser, curatrice dell’Orto Botanico Università di Firenze.

Qualche consiglio di lettura per approfondire:

Inventario illustrato degli alberi: Albero della pioggia, albero del pane, baobab, ginkgo biloba, sequoia sempreverde, guapuruvu… In questo ampio Inventario scoprirete 57 alberi e arbusti in Europa e nel mondo.

Inventario illustrato dei fiori: Dal ranuncolo alla pratolina, dal papavero al nasturzio, questo inventario presenta tanti fiori conosciuti, facili da osservare durante una passeggiata, ma anche specie sorprendenti e preziose come la stella alpina, la Venere acchiappamosche o il gigantesco aro titano… 

Librerie da scoprire: La Volpe Volante a Padova

in Letture in classe by

Da settembre 2019 a Padova una nuova libreria per ragazzi: per La Volpe Volante sostenibilità e accoglienza in primo piano

Il 15 settembre 2019 per la libreria La Volpe Volante (Piazza Severi 7/8) a Padova è una data davvero speciale. prima non esisteva e la sua storia inizia da lì. Abbiamo intervistato le titolari, Francesca e Olivera (in foto), per scoprire cosa si può trovare in questa nuova libreria per ragazzi che apre nella città di Sant’Antonio.

Qual è stata l’idea che vi ha spinto ad aprire?
Da un lato vediamo la necessità di agire contro i cambiamenti climatici, contro l’inquinamento, contro la riduzione della biodiversità, perciò vogliamo agire attirando l’attenzione su essi, scegliendo la strada dell’ecosostenibilità e cercando di educare i bambini (e indirettamente i loro genitori) al rispetto per il pianeta. Dall’altro lato sentiamo il bisogno di affrontare la chiusura mentale, l’indifferenza, l’egoismo, incoraggiando lo scambio, la valorizzazione della diversità, l’accoglienza, il plurilinguismo. Già il nome che abbiamo scelto include queste due direzioni di lotta: essendo un animale in via di estinzione, particolarmente suscettibile ai cambiamenti climatici, la volpe volante per noi è un simbolo della sparizione di molte specie di animali, ma anche della cultura, delle piccole librerie indipendenti, della società civile.

Cosa si trova nella vostra libreria?
Nella nostra libreria si trova un’accurata selezione di case editrici che hanno deciso di fare una scelta affine alla nostra, stampando i libri in Italia (o comunque nei paesi vicini), utilizzando la carta FSC o riciclata e promuovendo i temi che riteniamo di massima importanza – quelli legati all’ambiente, ma anche quelli che contengono i valori fondamentali di una società civile, quali tolleranza, accoglienza, superamento degli stereotipi, inclusione ecc. Inoltre, abbiamo un buon assortimento di giocattoli ecologici ed educativi, una piccola caffetteria per favorire un clima conviviale nonché un angolo per allattamento.

Cosa non si trova nella vostra libreria (e perché)?
Ci sono tantissime cose che non si trovano volutamente: libri di ultima moda se sono di scarso valore letterario o culturale (ad esempio, quelli tratti dai cartoni animati), libri delle grandi catene (salvo alcuni classici), perché hanno già abbastanza visibilità, giocattoli di plastica, confezioni di plastica (per quanto possibile), oggetti usa e getta.

Cosa state provando a realizzare, quali i progetti attivi o che vorreste attivare?
Stiamo cercando di integrare una piccola caffetteria biologica, per la realizzazione della quale è in corso una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal basso, perché vogliamo rendere partecipi più persone possibili proprio perché non vogliamo che la nostra libreria sia considerata un mero luogo di acquisto ma anche uno spazio di condivisione, accoglienza, incontro. Crediamo nel valore della rete e delle relazioni, perciò stiamo intessendo rapporti con le scuole, gli altri negozi, gli enti pubblici e le famiglie del nostro territorio.

Cosa volete proporre alle scuole?
Stiamo cercando di avviare dei proficui rapporti con le scuole, attraverso #ioleggoperché, ma anche proponendo letture, mercatini di libro, mostre e altre attività in collaborazione.

Se foste un albo illustrato vi piacerebbe essere…
Nella foresta del bradipo (Corraini), perché, oltre ad essere bellissimo e poetico, manda un forte messaggio ecologico, lasciando comunque tanta speranza che la specie umana possa accorgersi dei propri errori e rimediare mentre ancora non è troppo tardi. Pandora(Terre di mezzo) perché con poche parole e illustrazioni profonde racconta come la bontà alla fine viene ripagata, l’amicizia porta frutti inaspettati, e i piccoli gesti per la salvaguardia della Terra
sono di grande importanza, anche quando sembra che tutto sia perduto.

Una frase che vi rappresenta?
“Keep your imagination alive”: salvaguardare dall’estinzione la curiosità creativa e generative dei bambini, la biodiversità e il nostro pianeta.
Ma anche “Credo che avere la Terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.” (Andy Warhol), che dà un valore ancora più alto alla missione ecosostenibile della Volpe Volante.

Una nuova speranza per la barriera corallina

in Zigzag in rete by
Buone notizie. Un team di ricercatori americani potrebbe aver trovato una soluzione per salvare uno dei più importanti e variegati ecosistemi a rischio a causa del cambiamento climatico del pianeta Keep Reading

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